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Durante la manifestazione del [[17 marzo]] [[2001]], a conclusione delle quattro giornate di mobilitazione contro il Global Forum sull'e-government, polizia e carabinieri caricano il corteo | Durante la manifestazione del [[17 marzo]] [[2001]], a conclusione delle quattro giornate di mobilitazione contro il Global Forum sull'e-government, [[polizia]] e carabinieri caricano il corteo ed in seguito arrestano 80 persone (anche prelevandole dal pronto soccorso). Gli arrestati sono condotti nella caserma Raniero e lì subiscono pestaggi e lesioni, come emerge dall'inchiesta che porterà all'arresto di 6 poliziotti e due alti funzionari della [[polizia]] di [[Stato]] di Napoli: «stanza delle torture» verrà definita la sala dove si consumano le [[violenze]]. Le principali accuse saranno: sequestro di persona, abuso di atti di ufficio, [[violenza]] privata, danneggiamenti, lesioni personali aggravate e perquisizione arbitraria. <ref>[http://archive.is/d6KEG Il 17 marzo 2001 a Napoli]</ref> <ref>[http://www.youtube.com/watch?v=7ClVDv85MFU Video]</ref> <ref>[http://www.youtube.com/watch?v=x-GHARAunwc&feature=related Altro video]</ref> | ||
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A Genova, in una città blindata in occasione del vertice dei G8, continuano le dimostrazioni iniziate il giorno precedente con il ‘corteo dei migranti', mentre la città è affollata di giovani e non, che hanno risposto all'appello lanciato dal ''Genoa social forum'', dalle ''Tute bianche'', Rifondazione comunista, Campo antimperialista e altri gruppi antiglobalizzazione, per contestare lo strapotere dei grandi. Il [[20 luglio|20]], le ''Tute bianche'' inscenano lo sfondamento della rete che protegge la "zona rossa" nel giorno della "[[disobbedienza civile]]". Da una camionetta di carabinieri, circondata da alcuni ragazzi armati di soli oggetti contundenti, parte un proiettile che colpisce alla testa [[Carlo Giuliani]], 23 anni. Per inscenare l'incidente, non sapendosi filmati, i carabinieri innescano la retromarcia e la camionetta passa sul corpo del ragazzo, già caduto a terra in una pozza di sangue. Il giorno seguente, 200.000 persone accorrono per la dimostrazione finale unitaria e per protestare contro l'uccisione del ragazzo. Le forze di polizia prendono a pretesto l'azione di alcuni gruppi di giovani, che effrangono le vetrine di alcune banche e bruciano macchine di lusso, e caricano con lanci di lacrimogeni e pestaggi indiscriminati la folla di manifestanti, per la gran parte indifesi e privi di servizi d'ordine. Diverse testimonianze parlano di infiltrati. La giornata si chiude con un altro violentissimo pestaggio poliziesco alla scuola Diaz, messa a disposizione dal Comune per accogliere i giovani, che operano decine di arresti e provvedono altresì ad effrangere, nella scuola adibita a sede del Genoa social forum i computer, asportare il materiale fotografico e video che gli organizzatori avevano raccolto per documentare le violenze della [[polizia]]. | A Genova, in una città blindata in occasione del vertice dei G8, continuano le dimostrazioni iniziate il giorno precedente con il ‘corteo dei migranti', mentre la città è affollata di giovani e non, che hanno risposto all'appello lanciato dal ''Genoa social forum'', dalle ''Tute bianche'', Rifondazione comunista, Campo antimperialista e altri gruppi antiglobalizzazione, per contestare lo strapotere dei grandi. Il [[20 luglio|20]], le ''Tute bianche'' inscenano lo sfondamento della rete che protegge la "zona rossa" nel giorno della "[[disobbedienza civile]]". Da una camionetta di carabinieri, circondata da alcuni ragazzi armati di soli oggetti contundenti, parte un proiettile che colpisce alla testa [[Carlo Giuliani]], 23 anni. Per inscenare l'incidente, non sapendosi filmati, i carabinieri innescano la retromarcia e la camionetta passa sul corpo del ragazzo, già caduto a terra in una pozza di sangue. Il giorno seguente, 200.000 persone accorrono per la dimostrazione finale unitaria e per protestare contro l'uccisione del ragazzo. Le forze di polizia prendono a pretesto l'azione di alcuni gruppi di giovani, che effrangono le vetrine di alcune banche e bruciano macchine di lusso, e caricano con lanci di lacrimogeni e pestaggi indiscriminati la folla di manifestanti, per la gran parte indifesi e privi di servizi d'ordine. Diverse testimonianze parlano di infiltrati. La giornata si chiude con un altro violentissimo pestaggio poliziesco alla scuola Diaz, messa a disposizione dal Comune per accogliere i giovani, che operano decine di arresti e provvedono altresì ad effrangere, nella scuola adibita a sede del Genoa social forum i computer, asportare il materiale fotografico e video che gli organizzatori avevano raccolto per documentare le violenze della [[polizia]]. |