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==Estetica anarchica== | ==Estetica anarchica== | ||
L'[[anarchismo]] ha sempre diretto il proprio interesse all'[[arte]] come scelta di vita, come esperienza autentica e originale dell'individuo nel senso più ampio e liberatorio possibile. Esso punta quindi ad un'estetica che, come si evince dall'etimo greco, sia legata al "sentire" ed alle sue molteplici forme | L'[[anarchismo]] ha sempre diretto il proprio interesse all'[[arte]] come scelta di vita, come esperienza autentica e originale dell'individuo nel senso più ampio e liberatorio possibile. Esso punta quindi ad un'estetica che, come si evince dall'etimo greco, sia legata al "sentire" ed alle sue molteplici forme: in questo differisce da altri movimenti politici e sociali (come [[socialismo]], [[comunismo]], [[fascismo]]), che hanno utilizzato l'arte come forma di propaganda. | ||
: {{Citazione|In questo contesto, l'arte non è più concepita come il naturale retaggio di miti e tradizioni dogmatiche, incarnati nelle opere di questo o quell'artista, ma assume l'aspetto di un'esperienza creativa, diritto inalienabile dell'uomo. [...] Il momento artistico è parte della vita e, proprio per questo, deve avere una dimensione sociale e politica. È qui implicita la condanna contro ogni forma di dogmatismo estetico e culturale, creatore di un'arte aristocratica e privilegiata, un'arte da salotto, nata dal potere e per il potere.|[[Andrè Reszler]], ''L'estetica anarchica (Da Bakunin, Wagner, Wilde, Proudhon, a Sorel, Marcuse, Dubuffet, Cage)'' – Sugarco, 1975 <ref>Fonte tratta sulla quarta di copertina</ref>}} | : {{Citazione|In questo contesto, l'arte non è più concepita come il naturale retaggio di miti e tradizioni dogmatiche, incarnati nelle opere di questo o quell'artista, ma assume l'aspetto di un'esperienza creativa, diritto inalienabile dell'uomo. [...] Il momento artistico è parte della vita e, proprio per questo, deve avere una dimensione sociale e politica. È qui implicita la condanna contro ogni forma di dogmatismo estetico e culturale, creatore di un'arte aristocratica e privilegiata, un'arte da salotto, nata dal potere e per il potere.|[[Andrè Reszler]], ''L'estetica anarchica (Da Bakunin, Wagner, Wilde, Proudhon, a Sorel, Marcuse, Dubuffet, Cage)'' – Sugarco, 1975 <ref>Fonte tratta sulla quarta di copertina</ref>}} |