Il Martello (New York): differenze tra le versioni

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Nel numero del [[24 novembre]] [[1917]] si annunziava che a cominciare dal [[1° dicembre]] il giornale si sarebbe trasformato in una rivista quindicinale di 24 pagine dedicata all'«educazione ed elevamento intellettuale fra i lavoratori italiani» («'''rivista popolare di lettere scienze ed arte'''»). <ref>Infatti l'unico numero del [[1918]] rintracciato ([[16 agosto]]) da Leonardo Bettini ha queste caratteristiche.</ref>
Nel numero del [[24 novembre]] [[1917]] si annunziava che a cominciare dal [[1° dicembre]] il giornale si sarebbe trasformato in una rivista quindicinale di 24 pagine dedicata all'«educazione ed elevamento intellettuale fra i lavoratori italiani» («'''rivista popolare di lettere scienze ed arte'''»). <ref>Infatti l'unico numero del [[1918]] rintracciato ([[16 agosto]]) da Leonardo Bettini ha queste caratteristiche.</ref>
[[File:Martello1.jpg|miniatura|400px|Testata de ''Il Martello'', «'''settimanale di battaglia diretto da Carlo Tresca'''»]]
[[File:Martello1.jpg|miniatura|450px|Testata de ''Il Martello'', «'''settimanale di battaglia diretto da Carlo Tresca'''»]]
''Il Martello'' nacque quindi come giornale «di lotta», come lo definiva il suo direttore, nel [[1918]] (dal [[23 marzo]] del [[1919]] fu «'''rivista popolare diretta da Carlo Tresca'''» e dal [[15 gennaio]] [[1921]] fu «'''settimanale di battaglia diretto da Carlo Tresca'''»), quando la fine della guerra offrì la possibilità di una maggiore libera circolazione delle informazioni. Il periodo che va dal [[1918]] al [[1932]] fu infatti quello nel quale ''Il Martello'' fu più vivo, più inserito nelle problematiche che si presentavano all'interno del movimento operaio internazionale: dall'esplosione rivoluzionaria del dopoguerra, alla «controrivoluzione preventiva» messa in atto dal [[capitalismo]] sotto varie forme a seconda della forza e delle strutture di cui disponeva in ciascun paese, ai tentativi di ribellione a questa schiavitù.
''Il Martello'' nacque quindi come giornale «di lotta», come lo definiva il suo direttore, nel [[1918]] (dal [[23 marzo]] del [[1919]] fu «'''rivista popolare diretta da Carlo Tresca'''» e dal [[15 gennaio]] [[1921]] fu «'''settimanale di battaglia diretto da Carlo Tresca'''»), quando la fine della guerra offrì la possibilità di una maggiore libera circolazione delle informazioni. Il periodo che va dal [[1918]] al [[1932]] fu infatti quello nel quale ''Il Martello'' fu più vivo, più inserito nelle problematiche che si presentavano all'interno del movimento operaio internazionale: dall'esplosione rivoluzionaria del dopoguerra, alla «controrivoluzione preventiva» messa in atto dal [[capitalismo]] sotto varie forme a seconda della forza e delle strutture di cui disponeva in ciascun paese, ai tentativi di ribellione a questa schiavitù.


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Nell'ambiente [[antifascista]] americano intanto si assisteva ad nuova ondata di adesioni «dell'ultim'ora» di fronte all'entrata in guerra degli [[Stati Uniti]] e alla sempre più certa sconfitta del [[fascismo]] in [[Italia]]. È in questo clima che la sera dell'[[11 gennaio]] [[1943]] [[Carlo Tresca]] venne assassinato da ignoti.
Nell'ambiente [[antifascista]] americano intanto si assisteva ad nuova ondata di adesioni «dell'ultim'ora» di fronte all'entrata in guerra degli [[Stati Uniti]] e alla sempre più certa sconfitta del [[fascismo]] in [[Italia]]. È in questo clima che la sera dell'[[11 gennaio]] [[1943]] [[Carlo Tresca]] venne assassinato da ignoti.
[[File:Martello2.jpg|miniatura|400px|Testata de ''Il Martello'', «'''quindicinale libertario fondato da Carlo Tresca'''»]]
[[File:Martello2.jpg|miniatura|450px|Testata de ''Il Martello'', «'''quindicinale libertario fondato da Carlo Tresca'''»]]
''Il Martello'' continuò ad uscire, dopo la morte di [[Carlo Tresca|Tresca]], come «'''quindicinale libertario fondato da Carlo Tresca'''» (dal [[28 febbraio]] [[1943]]) fino al [[1° maggio]] del [[1946]], diretto prima dal «Gruppo Carlo Tresca» (composto da D. Carrillo, A. Casalini, D. Dominik, F. Guadagni, G. Grazzini, G. Mancini, A. Madrignano, V. Pasquandrea, G. Priore, L. Zagni, G. Zanelli, M. Zavarella, J. Mancini), poi dal «Gruppo Autonomo».
''Il Martello'' continuò ad uscire, dopo la morte di [[Carlo Tresca|Tresca]], come «'''quindicinale libertario fondato da Carlo Tresca'''» (dal [[28 febbraio]] [[1943]]) fino al [[1° maggio]] del [[1946]], diretto prima dal «Gruppo Carlo Tresca» (composto da D. Carrillo, A. Casalini, D. Dominik, F. Guadagni, G. Grazzini, G. Mancini, A. Madrignano, V. Pasquandrea, G. Priore, L. Zagni, G. Zanelli, M. Zavarella, J. Mancini), poi dal «Gruppo Autonomo».


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