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La nuova pubblicazione, tuttavia, si dichiarò subito indipendente rispetto agli schemi seguiti da ''[[La Protesta Umana]]'', dalla cui redazione, anzi, i suoi compilatori si erano in passato distaccati per sopravvenuti dissensi. Autonoma anche amministrativamente (i costi di gestione furono fatti gravare sul credito di ''[[Sciarpa Nera]]''), essa fu dichiaratamente espressione del ristretto gruppo dei suoi promotori, «pochi e responsabili individui - è detto nell'editoriale di presentazione - proletari, coscienti e consapevoli d'ogni loro azione»; e non, com'era avvenuto per il giornale che intendeva sostituire, una palestra d'idee, aperta alle posizioni più contrastanti. | La nuova pubblicazione, tuttavia, si dichiarò subito indipendente rispetto agli schemi seguiti da ''[[La Protesta Umana]]'', dalla cui redazione, anzi, i suoi compilatori si erano in passato distaccati per sopravvenuti dissensi. Autonoma anche amministrativamente (i costi di gestione furono fatti gravare sul credito di ''[[Sciarpa Nera]]''), essa fu dichiaratamente espressione del ristretto gruppo dei suoi promotori, «pochi e responsabili individui - è detto nell'editoriale di presentazione - proletari, coscienti e consapevoli d'ogni loro azione»; e non, com'era avvenuto per il giornale che intendeva sostituire, una palestra d'idee, aperta alle posizioni più contrastanti. | ||
Il foglio visse in tutto 7 numeri. Il [[23 ottobre]] [[1909]], all'annuncio che ''[[La Protesta Umana]]'' intendeva riprendere le regolari pubblicazioni, i redattori comunicarono la sospensione del loro giornale | Il foglio visse in tutto 7 numeri. Il [[23 ottobre]] [[1909]], all'annuncio che ''[[La Protesta Umana]]'' intendeva riprendere le regolari pubblicazioni, i redattori comunicarono la sospensione del loro giornale. <ref>Vedi ''Ai lettori'', sul n. 7, del [[23 ottobre]]).</ref> | ||
== Contenuti <ref name="QS"></ref>== | == Contenuti <ref name="QS"></ref>== | ||
Nel corso della sua breve apparizione, ''La Questione Sociale'' ebbe comunque modo di seguire e documentare alcuni eventi di risonanza internazionale. In particolare è da ricordare la campagna condotta a sostegno dei rivoluzionari spagnoli e contro la sanguinosa repressione seguita alla "[[semana tragica]]" di Barcellona, e culminata, come noto, con l'esecuzione di [[Francisco Ferrer]] | Nel corso della sua breve apparizione, ''La Questione Sociale'' ebbe comunque modo di seguire e documentare alcuni eventi di risonanza internazionale. In particolare è da ricordare la campagna condotta a sostegno dei rivoluzionari spagnoli e contro la sanguinosa repressione seguita alla "[[semana tragica]]" di Barcellona, e culminata, come noto, con l'esecuzione di [[Francisco Ferrer]]. <ref>Vedi ''Harmel, Il terrore in Spagna'', a. I, n. 3, del [[25 settembre]]; ''Per Ferrer'', a. I, n. 2, del [[18 settembre]]; ''Germinai'', a. I, n. 6, del [[16 ottobre]]; ''Francisco Ferrer y Guardia'', a. I, n. 7, del [[23 ottobre]]; oltre l'importante documento ''Agli Anarchici d'Italia'', firmato «Il Gruppo digitazione di Madrid», a. I, n. 2, del [[16 settembre]].</ref> | ||
Sul piano ideologico e tattico il giornale si muove sul terreno e coi motivi tipici dell'[[anarchismo]] [[antiorganizzatore]]. Costante è, infatti, la polemica contro ogni forma, in genere, di organizzazione operaia, giudicata un ostacolo alla «rivoluzione attiva e morale del proletariato» <ref>Cfr. ''Milano proletaria'', a. I, n. 1, del [[9 settembre]].</ref>, e, in particolare, contro le Leghe operaie e la Camera del Lavoro, «questa organizzazione che porta... all'imborghesimento del lavoratore... e cambia l'uomo in pecora, rendendolo schiavo delle proprie leggi». <ref>G. Lava, ''Discutendo sull'organizzazione operaia'', a. I, n. 3, del [[25 settembre]].</ref> | Sul piano ideologico e tattico il giornale si muove sul terreno e coi motivi tipici dell'[[anarchismo]] [[antiorganizzatore]]. Costante è, infatti, la polemica contro ogni forma, in genere, di organizzazione operaia, giudicata un ostacolo alla «rivoluzione attiva e morale del proletariato» <ref>Cfr. ''Milano proletaria'', a. I, n. 1, del [[9 settembre]].</ref>, e, in particolare, contro le Leghe operaie e la Camera del Lavoro, «questa organizzazione che porta... all'imborghesimento del lavoratore... e cambia l'uomo in pecora, rendendolo schiavo delle proprie leggi». <ref>G. Lava, ''Discutendo sull'organizzazione operaia'', a. I, n. 3, del [[25 settembre]].</ref> |