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=== Abdul Karîm Jossot === | === Abdul Karîm Jossot === | ||
Dal [[1907]], Jossot, è sempre più insofferente dell'epoca in cui vive e benché spesso si | Dal [[1907]], Jossot, è sempre più insofferente dell'epoca in cui vive, e benché spesso si ritiri per lunghi periodi in piccole località di campagna, decide, nel [[1911]], di trasferirsi in [[Tunisia]], dove era stato già nel [[1904]]-[[1905|05]] per un breve soggiorno, dedicandosi principalmente al disegno di paesaggi e a tavole di vita quotidiana tunisina. Nel [[1913]] si converte all'[[Islam]], assumendo il nome di Abdul Karîm, e diventa in seguito un discepolo dello sceicco Ahmed al-Alawi. Questo gesto clamoroso di Jossot sarà interpretato come una reazione di rifiuto e condanna verso la [[civiltà]] delle macchine. Aderisce al [[sufismo]], la corrente mistica dell'Islam, spesso perseguitata nel corso della sua storia per la sua ricerca personale e indipendente dai dogmi verso l'assoluto. Questa scelta bizzarra ma convinta fa ancora onore a Jossot, che si crea una via personale e quasi provocatrice, scegliendo di nuovo di non collaborare con le istituzioni della [[civiltà]] occidentale. Jossot ha infatti sin troppo ben presente il ruolo della [[religione]] cristiana come strumento di giustificazione dell'oppressione e del [[colonialismo]]. | ||
Nel [[1946]] Jossot confida ad una rivista francese (''La Rue'' del [[19 luglio]] [[1946]]) i motivi profondi per cui ha voluto ritirarsi dall'occidente: | |||
:«... | :«... nella vostra dolce Francia ero diventato nevrastenico e, se mi fossi ostinato a rimanervi, sarei morto da molto tempo». | ||
In una lettera a [[Jehan Rictus]] del [[18 febbraio]] [[1921]] | In una lettera a [[Jehan Rictus]] del [[18 febbraio]] [[1921]] confessa: «Non avrei voluto altro che frequentare gli indigeni, vestirmi come loro, adottare i loro costumi, rompere completamente con la civiltà. Ma quel che non avevo previsto è che mi sarei convertito all'Islam». | ||
Nel suo libro ''Le sentier d'Allah'' | Nel suo libro ''Le sentier d'Allah'' del [[1928]] precisa così sinteticamente i motivi della sua attrazione per l'Islam: «L'Islam senza misteri, senza dogmi, senza clero, quasi senza culto, mi appariva come la più razionale di tutte le religioni». | ||
A convincerlo ulteriormente circa la sua nausea nei confronti dell'Occidente è lo scoppio della prima guerra mondiale ma soprattutto lo sfascio di cui | A convincerlo ulteriormente circa la sua nausea nei confronti dell'Occidente è lo scoppio della prima guerra mondiale, ma soprattutto lo sfascio di cui avevano dato prova le sinistre europee, che si erano opposte blandamente all'eventualità di una carneficina tra stati e infine avevano votato compatte per la guerra nei loro rispettivi parlamenti nazionali. Jossot, al contrario, non aderisce all'''Union Sacrée'', e collabora, anche se brevemente, nel [[1916]]-[[1917|17]], a ''La Tranchée répubblicaine'' e al ''Bonnet rouge'', due giornali di tendenza pacifista, scrivendo per essi alcuni articoli. | ||
La sua lunga residenza in [[Tunisia]] | La sua lunga residenza in [[Tunisia]] sensibilizza comunque al problema coloniale Jossot, che mostra tutto il suo disgusto verso l'intenso sfruttamento a cui sono sottoposti gli indigeni, privati persino dei prodotti del suolo da loro coltivati. Gli indigeni lo fanno sentire dalla loro parte, musulmano come essi: | ||
: «Sono musulmano per orrore della falsa civiltà ponentina, per orrore delle sue brutture. Sono musulmano per l'ostilità contro la scienza profana che ci crea incessantemente nuovi bisogni senza fornirci il mezzo per soddisfarli | : «Sono musulmano per orrore della falsa civiltà ponentina, per orrore delle sue brutture. Sono musulmano per l'ostilità contro la scienza profana che ci crea incessantemente nuovi bisogni senza fornirci il mezzo per soddisfarli, che sofistica le nostre bevande, che adultera i nostri alimenti, che ci avvelena con i suoi farmaci e tutta la sua chimica, che ci obbliga a vivere un'esistenza frenetica ed innaturale» (lettera a Clément-Janin, [[12 agosto]] [[1923]]). | ||
Jossot muore, dopo aver rifiutato qualsiasi rito religioso, il [[7 aprile]] [[1951]], a Sidi Bou Saïd, dove viene sepolto con rito civile. | |||
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