Anarchismo in Svizzera: differenze tra le versioni

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:3. '''respingendo ogni compromesso al fine di attuare la rivoluzione sociale, i proletari d'ogni paese devono stabilire, al di fuori di ogni politica borghese, la solidarietà dell'azione rivoluzionaria'''.»
:3. '''respingendo ogni compromesso al fine di attuare la rivoluzione sociale, i proletari d'ogni paese devono stabilire, al di fuori di ogni politica borghese, la solidarietà dell'azione rivoluzionaria'''.»


Durante il periodo di attività dell'[[Internazionale antiautoritaria]], che si sciolse nel [[1880]], [[Bakunin]] elesse sostanzialmente la [[Svizzera]] come sua residenza, acquistando nell'estate del [[1873]], grazie ai capitali forniti dall'amico [[Carlo Cafiero]], un appezzamento di terreno a Minusio (nel Canton Ticino), chiamato "[[La Baronata]]", dove fece costruire una nuova abitazione per lui e per tutti i rivoluzionari che desideravano soggiornarvi per periodi più o meno lunghi. In [[Svizzera]] sostarono anarchici e\o rivoluzionari italiani come [[Anna Kuliscioff]], [[Amilcare Cipriani]], [[Andrea Costa]], che spesso si ritrovarono fianco a fianco di esuli comunardi come [[Antoine Perrare]] e [[Louis Pindy]] e di tanti altri compagni e compagne. <ref>[http://www.anarca-bolo.ch/cbach/biografie.php?id=6 Cantiere biografico degli anarchici in Svizzera]</ref>
Durante il periodo di attività dell'[[Internazionale antiautoritaria]], che si sciolse nel [[1880]], [[Bakunin]] elesse sostanzialmente la [[Svizzera]] come sua residenza, acquistando nell'estate del [[1873]], grazie ai capitali forniti dall'amico [[Carlo Cafiero]], un appezzamento di terreno a Minusio (nel Canton Ticino), chiamato "[[La Baronata]]", dove fece costruire una nuova abitazione per lui e per tutti i rivoluzionari che desideravano soggiornarvi per periodi più o meno lunghi. In [[Svizzera]] sostarono anarchici e\o rivoluzionari italiani come [[Anna Kuliscioff]], [[Amilcare Cipriani]], [[Andrea Costa]], che spesso si ritrovarono fianco a fianco di esuli [[comunardi]] come [[Antoine Perrare]] e [[Louis Pindy]] e di tanti altri compagni e compagne. <ref>[http://www.anarca-bolo.ch/cbach/biografie.php?id=6 Cantiere biografico degli anarchici in Svizzera]</ref>


Queste ed altre presenze fecero sì che l'ideale rivoluzionario non si spense con la fine dell'[[Internazionale antiautoritaria|Internazionale anarchica]] e negli ultimi quindici anni del secolo fiorirono numerose pubblicazioni anarchiche come «L'Avvenire», «L'Emigrante Ticinese Illustrato» e «L'Almanacco [[socialista]] anarchico», grazie all'attivismo di anarchici come [[Luigi Bertoni]], [[Carlo Frigerio]] ed [[Hemile Held]].
Queste ed altre presenze fecero sì che l'ideale rivoluzionario non si spense con la fine dell'[[Internazionale antiautoritaria|Internazionale anarchica]] e negli ultimi quindici anni del secolo fiorirono numerose pubblicazioni anarchiche come «L'Avvenire», «L'Emigrante Ticinese Illustrato» e «L'Almanacco [[socialista]] anarchico», grazie all'attivismo di anarchici come [[Luigi Bertoni]], [[Carlo Frigerio]] ed [[Hemile Held]].
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=== 1900-1945 ===
=== 1900-1945 ===
[[File:Le revéil anarchiste-il riveglio anarchico.jpg|left|thumb|300 px|[[Il Risveglio Anarchico]]]]
[[File:Le revéil anarchiste-il riveglio anarchico.jpg|left|thumb|300 px|[[Il Risveglio Anarchico]]]]
Fondato nel luglio [[1900]] a Ginevra, il bimensile «[[Il Risveglio Anarchico]]» fu inizialmente redatto da esuli italiani, poi dagli emigrati italiani in [[Svizzera]] (Barchiesi, [[Mario Bassadonna]], [[Vivaldo Lacchini]], [[Nino Samaja]], [[Antonio Cavallazzi]]) e si rivolgeva in particolare alla numerosa comunità di immigrati italiani. Contemporaneamente nasceva anche «Le Réveil socialiste anarchiste», che si avvaleva della collaborazione di alcuni anziani anarchici romandi. Il redattore responsabile dei due periodici era l'italiano [[Luigi Bertoni]], che però si avvaleva della preziosa collaborazione dei già menzionati anarchici italiani, oltre che degli svizzeri [[Jacques Gross]], [[Jean Wintsch]], [[Eugène Steiger]] e [[Georges Herzig]] e di diversi comunardi francesi come [[Louis Pindy]].
Fondato nel luglio [[1900]] a Ginevra, il bimensile «[[Il Risveglio Anarchico]]» fu inizialmente redatto da esuli italiani, poi dagli emigrati italiani in [[Svizzera]] (Barchiesi, [[Mario Bassadonna]], [[Vivaldo Lacchini]], [[Nino Samaja]], [[Antonio Cavallazzi]]) e si rivolgeva in particolare alla numerosa comunità di immigrati italiani. Contemporaneamente nasceva anche «Le Réveil socialiste anarchiste», che si avvaleva della collaborazione di alcuni anziani anarchici romandi. Il redattore responsabile dei due periodici era l'italiano [[Luigi Bertoni]], che però si avvaleva della preziosa collaborazione dei già menzionati anarchici italiani, oltre che degli svizzeri [[Jacques Gross]], [[Jean Wintsch]], [[Eugène Steiger]] e [[Georges Herzig]] e di diversi [[comunardi]] francesi come [[Louis Pindy]].


Negli anni '10, l'italiano [[Luigi Bertoni]] (relativamente alla Svizzera italiana) e il medico [[Fritz Brupbacher]] (relativamente alla parte tedesca), pur partendo da posizioni distinte portarono avanti una tenace battaglia contro il [[militarismo]] e il [[nazionalismo]]. Queste lotte esplosero definitivamente allo scoppio della prima guerra mondiale, anche grazie a ''[[Il Risveglio Anarchico]]'' che si fece portavoce delle istanze [[antimilitarismo|antimilitariste]] degli obiettori di coscienza e dei disertori di mezza Europa che si rifugiarono in [[Svizzera]] per evitare la coscrizione obbligatoria e poter così diffondere le idee contro la guerra. Tantissimi anarchici, specialmente italiani, come [[Francesco Ghezzi]], [[Carlo Castagna]], [[Ugo Fedeli]], [[Bruno Misefari]] e [[Giuseppe Monnanni]], fecero della [[Svizzera]] il loro rifugio sicuro dove propangandare le proprie idee contro la guerra.   
Negli anni '10, l'italiano [[Luigi Bertoni]] (relativamente alla Svizzera italiana) e il medico [[Fritz Brupbacher]] (relativamente alla parte tedesca), pur partendo da posizioni distinte portarono avanti una tenace battaglia contro il [[militarismo]] e il [[nazionalismo]]. Queste lotte esplosero definitivamente allo scoppio della prima guerra mondiale, anche grazie a ''[[Il Risveglio Anarchico]]'' che si fece portavoce delle istanze [[antimilitarismo|antimilitariste]] degli obiettori di coscienza e dei disertori di mezza Europa che si rifugiarono in [[Svizzera]] per evitare la coscrizione obbligatoria e poter così diffondere le idee contro la guerra. Tantissimi anarchici, specialmente italiani, come [[Francesco Ghezzi]], [[Carlo Castagna]], [[Ugo Fedeli]], [[Bruno Misefari]] e [[Giuseppe Monnanni]], fecero della [[Svizzera]] il loro rifugio sicuro dove propangandare le proprie idee contro la guerra.   
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