Patria (concetto): differenze tra le versioni

m
Sostituzione testo - "[à][\s][]]" con "à]"
m (Sostituzione testo - "[à][\s][.]" con "à.")
m (Sostituzione testo - "[à][\s][]]" con "à]")
Riga 19: Riga 19:
: «Lo Stato non è la Patria; è l'astrazione, la finzione metafisica, mistica, politica, giuridica della Patria; ma si tratta di un amore naturale, reale; il patriottismo del popolo non è un'idea, ma un fatto; e il patriottismo politico, l'amore dello Stato, non è la giusta espressione di questo fatto, ma un'espressione snaturata per mezzo d'una menzognera astrazione, sempre a profitto di una minoranza che sfrutta. La Patria, la nazionalità, come l'individualità  è un fatto naturale e sociale, fisiologico e storico al tempo stesso; non è un principio. Non si può definire principio umano che quello che è universale, comune a tutti gli uomini; ma la nazionalità  li separa: non è, dunque, un principio. Principio è, invece, il rispetto che ognuno deve avere pei fatti naturali, reali o sociali. E la nazionalità, come l'individualità, è uno di questi fatti. Dobbiamo, dunque rispettarla. Violarla è un misfatto e, per parlare il linguaggio di Mazzini, diviene un sacro principio ogni volta che è minacciata e violata. Ed è per questo ch'io mi sento sempre e francamente il patriota di tutte le patrie oppresse. La Patria rappresenta il diritto incontestabile e sacro di tutti gli uomini, associazioni, comuni, regioni, nazioni, di vivere, pensare, volere, agire a loro modo e questo modo è sempre il risultato incontestabile di un lungo sviluppo storico.» (''[[Lo Stato non è la Patria]]'' di [[Michail Bakunin]])
: «Lo Stato non è la Patria; è l'astrazione, la finzione metafisica, mistica, politica, giuridica della Patria; ma si tratta di un amore naturale, reale; il patriottismo del popolo non è un'idea, ma un fatto; e il patriottismo politico, l'amore dello Stato, non è la giusta espressione di questo fatto, ma un'espressione snaturata per mezzo d'una menzognera astrazione, sempre a profitto di una minoranza che sfrutta. La Patria, la nazionalità, come l'individualità  è un fatto naturale e sociale, fisiologico e storico al tempo stesso; non è un principio. Non si può definire principio umano che quello che è universale, comune a tutti gli uomini; ma la nazionalità  li separa: non è, dunque, un principio. Principio è, invece, il rispetto che ognuno deve avere pei fatti naturali, reali o sociali. E la nazionalità, come l'individualità, è uno di questi fatti. Dobbiamo, dunque rispettarla. Violarla è un misfatto e, per parlare il linguaggio di Mazzini, diviene un sacro principio ogni volta che è minacciata e violata. Ed è per questo ch'io mi sento sempre e francamente il patriota di tutte le patrie oppresse. La Patria rappresenta il diritto incontestabile e sacro di tutti gli uomini, associazioni, comuni, regioni, nazioni, di vivere, pensare, volere, agire a loro modo e questo modo è sempre il risultato incontestabile di un lungo sviluppo storico.» (''[[Lo Stato non è la Patria]]'' di [[Michail Bakunin]])
[[File:JeanGrave.jpg|thumb|left|[[Jean Grave]]]]
[[File:JeanGrave.jpg|thumb|left|[[Jean Grave]]]]
:«Patriottismo e giustizia universale. Ognuno di noi dovrebbe elevarsi sopra questo patriottismo piccolo e meschino, per il quale, il proprio paese è il centro del mondo, e che considera grande una nazione quando è temuta dai suoi vicini. Dobbiamo porre la giustizia umana universale sopra tutti gli interessi nazionali e abbandonare una volta per tutte il falso principio della nazionalità, inventato recentemente dai despoti della Francia, Prussia e Russia per schiacciare il supremo principio della libertà. La nazionalità  non è un principio, è un diritto legittimo come l'individualità. Ogni nazione, grande o piccola ha l'indiscutibile e medesimo diritto ad esistere, a vivere in accordo con la propria natura. Questo diritto è semplicemente il corollario del principio generale della libertà. Tutti quelli che desiderano sinceramente la pace e la giustizia internazionale devono rinunciare una volta per sempre a quello che si chiama la gloria, il potere la grandezza della Patria, a tutti gli interessi egoisti e vani del patriottismo.» (''[[Patria e nazionalità ]]'' di [[Michail Bakunin]])
:«Patriottismo e giustizia universale. Ognuno di noi dovrebbe elevarsi sopra questo patriottismo piccolo e meschino, per il quale, il proprio paese è il centro del mondo, e che considera grande una nazione quando è temuta dai suoi vicini. Dobbiamo porre la giustizia umana universale sopra tutti gli interessi nazionali e abbandonare una volta per tutte il falso principio della nazionalità, inventato recentemente dai despoti della Francia, Prussia e Russia per schiacciare il supremo principio della libertà. La nazionalità  non è un principio, è un diritto legittimo come l'individualità. Ogni nazione, grande o piccola ha l'indiscutibile e medesimo diritto ad esistere, a vivere in accordo con la propria natura. Questo diritto è semplicemente il corollario del principio generale della libertà. Tutti quelli che desiderano sinceramente la pace e la giustizia internazionale devono rinunciare una volta per sempre a quello che si chiama la gloria, il potere la grandezza della Patria, a tutti gli interessi egoisti e vani del patriottismo.» (''[[Patria e nazionalità]]'' di [[Michail Bakunin]])
:«Che cosa rappresenta, infatti, questa parola, – Patria, – all'infuori del sentimento naturale di affetto che si ha per la famiglia e i parenti, e dell'affezione nata da l'abitudine di vivere sul suolo natìo? Nulla, meno che nulla, per la maggior parte di quelli che vanno a farsi spaccare la testa in guerre di cui ignorano le cause, e di cui sono i soli a sopportare i danni e i pericoli come lavoratori e combattenti. Fortunate o disastrose, queste guerre non possono in nulla cambiare la loro situazione. Vincitori o vinti, saranno sempre le bestie da soma sfruttate e sottomesse, che la borghesia tiene a mantenere sotto il suo dominio. Se ci riferiamo al senso che le danno coloro che più ne parlano, "la patria è il suolo, il territorio che appartiene allo Stato di cui si è sudditi"» (''La società  morente e l'anarchia'', [[Jean Grave]])
:«Che cosa rappresenta, infatti, questa parola, – Patria, – all'infuori del sentimento naturale di affetto che si ha per la famiglia e i parenti, e dell'affezione nata da l'abitudine di vivere sul suolo natìo? Nulla, meno che nulla, per la maggior parte di quelli che vanno a farsi spaccare la testa in guerre di cui ignorano le cause, e di cui sono i soli a sopportare i danni e i pericoli come lavoratori e combattenti. Fortunate o disastrose, queste guerre non possono in nulla cambiare la loro situazione. Vincitori o vinti, saranno sempre le bestie da soma sfruttate e sottomesse, che la borghesia tiene a mantenere sotto il suo dominio. Se ci riferiamo al senso che le danno coloro che più ne parlano, "la patria è il suolo, il territorio che appartiene allo Stato di cui si è sudditi"» (''La società  morente e l'anarchia'', [[Jean Grave]])


Riga 35: Riga 35:
*[http://ienaridensnexus.blogspot.it/2011/03/la-societa-morente-e-lanarchia-xi.html La società  morente e l'anarchia - XI capitolo: La patria], di [[Jean Grave]]
*[http://ienaridensnexus.blogspot.it/2011/03/la-societa-morente-e-lanarchia-xi.html La società  morente e l'anarchia - XI capitolo: La patria], di [[Jean Grave]]
[[Categoria:Concetti]]
[[Categoria:Concetti]]
[[Categoria:Società ]]
[[Categoria:Società]]
[[Categoria:Quello che l'anarchismo non è]]
[[Categoria:Quello che l'anarchismo non è]]
66 514

contributi