Giovanni Mariga: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
m
Sostituzione testo - "[à][\s][,]" con "à,"
m (Sostituzione testo - "[à][\s\s]" con "à ")
m (Sostituzione testo - "[à][\s][,]" con "à,")
Riga 14: Riga 14:
Dopo il [[4 gennaio]] [[1945]], Mariga passa la Linea Gotica ed entra nella ''Special Force'' di Firenze, in particolare fa parte del gruppo sabotatori "Tullio". Partecipa a numerose azioni [[antifascismo|antifasciste]], tra cui quella dell'[[8 novembre]] [[1944]] a Carrara (in tale azione, fu uccisa una spia e numerosi militari tedeschi):
Dopo il [[4 gennaio]] [[1945]], Mariga passa la Linea Gotica ed entra nella ''Special Force'' di Firenze, in particolare fa parte del gruppo sabotatori "Tullio". Partecipa a numerose azioni [[antifascismo|antifasciste]], tra cui quella dell'[[8 novembre]] [[1944]] a Carrara (in tale azione, fu uccisa una spia e numerosi militari tedeschi):


: «8 novembre '44: a Carrara, la mattina dell'8 novembre Giovanni Mariga “Il padovan”, partigiano della formazione Elio, su disposizioni del CPLN e del Comando di Brigata uccide una donna rea di aver fatto la spia e provocato l'arresto di 18 antifascisti nei giorni precedenti. È la scintilla che fa esplodere la città. Le formazioni della ''Muccini'' apuana, [che poi prese nome ''Gino Menconi'' dal comunista Gino Menconi caduto in combattimento] nei due giorni successivi, occupano la città. Le due parti, entrambe impossibilitate a tenerne stabilmente il controllo, si incontrano e trovano l'accordo in base al quale Carrara è proclamata come una sorta di “città aperta”. Viene concordato uno scambio di prigionieri, la libertà  di movimento in città , sono stabilite le rispettive zone d'influenza, e i tedeschi garantiscono l'approvvigionamento della città.» <ref>[http://archividellaresistenza.it/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=33&Itemid=84 Archivi della Resistenza]</ref>.
: «8 novembre '44: a Carrara, la mattina dell'8 novembre Giovanni Mariga “Il padovan”, partigiano della formazione Elio, su disposizioni del CPLN e del Comando di Brigata uccide una donna rea di aver fatto la spia e provocato l'arresto di 18 antifascisti nei giorni precedenti. È la scintilla che fa esplodere la città. Le formazioni della ''Muccini'' apuana, [che poi prese nome ''Gino Menconi'' dal comunista Gino Menconi caduto in combattimento] nei due giorni successivi, occupano la città. Le due parti, entrambe impossibilitate a tenerne stabilmente il controllo, si incontrano e trovano l'accordo in base al quale Carrara è proclamata come una sorta di “città aperta”. Viene concordato uno scambio di prigionieri, la libertà  di movimento in città, sono stabilite le rispettive zone d'influenza, e i tedeschi garantiscono l'approvvigionamento della città.» <ref>[http://archividellaresistenza.it/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=33&Itemid=84 Archivi della Resistenza]</ref>.


===Alcune azione di Mariga e compagni===
===Alcune azione di Mariga e compagni===
Riga 51: Riga 51:
Un grande merito della lotta [[antifascista]] in Lunigiana e nel carrarese fu l'unione delle varie forze [[fascismo|nemiche del regime]], che anteposero l'importanza della resistenza partigiana alle loro specifiche caratteristiche ideologiche. Un altro esempio di unificazione delle forze [[antifascismo|antifasciste]] si ebbe nella XIII° zona operativa nel piacentino, di cui l'anarchico [[Emilio Canzi]], il notissimo "colonnello anarchico", ne ebbe il comando. Nelle zone in cui gli [[antifascismo|antifascisti]] di varie tendenze operarono in sintonia, si ebbero casi di anarchici posti a comando di brigate comuniste e viceversa. Un altro esempio a tal proposito fu quello di [[Ugo Mazzucchelli]], [[Personalità  anarchiche|anarchico]] ma collegato al CLN e poi massimo dirigente locale dell'[[ANPI]] (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che fu di tendenza socialcomunista.
Un grande merito della lotta [[antifascista]] in Lunigiana e nel carrarese fu l'unione delle varie forze [[fascismo|nemiche del regime]], che anteposero l'importanza della resistenza partigiana alle loro specifiche caratteristiche ideologiche. Un altro esempio di unificazione delle forze [[antifascismo|antifasciste]] si ebbe nella XIII° zona operativa nel piacentino, di cui l'anarchico [[Emilio Canzi]], il notissimo "colonnello anarchico", ne ebbe il comando. Nelle zone in cui gli [[antifascismo|antifascisti]] di varie tendenze operarono in sintonia, si ebbero casi di anarchici posti a comando di brigate comuniste e viceversa. Un altro esempio a tal proposito fu quello di [[Ugo Mazzucchelli]], [[Personalità  anarchiche|anarchico]] ma collegato al CLN e poi massimo dirigente locale dell'[[ANPI]] (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che fu di tendenza socialcomunista.


: «Davanti all'esigenza di porre fine al più presto alla guerra [[fascismo|fascista]] gli antifascisti apuani seppero comporre le diversità e le divergenze politiche, così che anarchici, socialisti, comunisti, repubblicani e cattolici si ritrovarono nelle file delle due brigate “Gino Menconi” e “Patrioti Apuani”, nelle Squadre di Azione Patriottica ([[SAP]]) della [[Federazione Anarchica Italiana]] (FAI) e nelle tante formazioni che operarono sulle Apuane e lungo il litorale.  Ma quanto la resistenza apuana fosse un fatto popolare è dimostrato dalla manifestazione organizzata dalle donne di  Carrara davanti all'ordine tedesco di evacuazione della città , manifestazione che costrinse il comando nazista a rinunciare ai suoi propositi.  Quanto i nazifascisti temessero il movimento partigiano apuano lo si può dedurre dalla ferocia con la quale cercarono di stroncarlo, privandolo dell'appoggio popolare: la tragica marcia del maggiore Reder, iniziata il 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema e conclusasi a Marzabotto il  1 ottobre dopo aver coperto di sangue le  Apuane ed  Appennino, doveva seminare il terrore nelle popolazioni e fra i partigiani, ma ottenne l'effetto contrario.» <ref>[http://www.resistenzatoscana.net/documenti/istruzioni.pdf Resistenza toscana]</ref>
: «Davanti all'esigenza di porre fine al più presto alla guerra [[fascismo|fascista]] gli antifascisti apuani seppero comporre le diversità e le divergenze politiche, così che anarchici, socialisti, comunisti, repubblicani e cattolici si ritrovarono nelle file delle due brigate “Gino Menconi” e “Patrioti Apuani”, nelle Squadre di Azione Patriottica ([[SAP]]) della [[Federazione Anarchica Italiana]] (FAI) e nelle tante formazioni che operarono sulle Apuane e lungo il litorale.  Ma quanto la resistenza apuana fosse un fatto popolare è dimostrato dalla manifestazione organizzata dalle donne di  Carrara davanti all'ordine tedesco di evacuazione della città, manifestazione che costrinse il comando nazista a rinunciare ai suoi propositi.  Quanto i nazifascisti temessero il movimento partigiano apuano lo si può dedurre dalla ferocia con la quale cercarono di stroncarlo, privandolo dell'appoggio popolare: la tragica marcia del maggiore Reder, iniziata il 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema e conclusasi a Marzabotto il  1 ottobre dopo aver coperto di sangue le  Apuane ed  Appennino, doveva seminare il terrore nelle popolazioni e fra i partigiani, ma ottenne l'effetto contrario.» <ref>[http://www.resistenzatoscana.net/documenti/istruzioni.pdf Resistenza toscana]</ref>


== Note ==
== Note ==
64 364

contributi

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione