Spontaneismo: differenze tra le versioni

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Lo '''spontaneismo''' è la tendenza a credere che la [[rivoluzione sociale]] possa e debba avvenire spontaneamente dalle masse, senza l'aiuto o la guida di un [[partito di avanguardia]]. Il termine comparve nel dibattito interno alla [[Prima Internazionale]], nel quale si delinearono due fazioni contrastanti sulla questione della gestione della lotta politica: i [[Marxismo|marxisti]] e gli anarchici.
Lo '''spontaneismo''' è la tendenza a credere che la [[rivoluzione sociale]] possa e debba avvenire spontaneamente dalle masse, senza l'aiuto o la guida di un [[partito di avanguardia]]. Il termine comparve nel dibattito interno alla [[Prima Internazionale]], nel quale si delinearono due fazioni contrastanti sulla questione della gestione della lotta politica: i [[Marxismo|marxisti]] e gli anarchici.


[[Marx]], nel ''Manifesto del partito comunista'', non prevede nessuna strategia o tattica rivoluzionaria, quindi non esclude nemmeno lo spontaneismo. Ne ''Il Capitale'' invece prende piede il [[determinismo]] del [[materialismo storico]], che applicato all'economia capitalistica necesiterebbe di un lungo percorso da seguire per giungere alla [[rivoluzione]]. Questa visione [[gerarchia|gerarchica]] della lotta politica sarà  abbracciata principalmente da [[Lenin]], il quale, nella sua opera ''What is to be Done?'' (''Che fare?''), critica ferocemente lo spontaneismo rivoluzionario ritenuto un pensiero pericoloso e revisionista. Lenin ha quindi una visione elitaria e settaria del ruolo dell'avanguardia nell'ambito della rivoluzione, evidenziandone, senza alcun dubbio, la natura [[autorità |autoritaria]] che è in antitesi all'[[anarchismo]].  
[[Marx]], nel ''Manifesto del partito comunista'', non prevede nessuna strategia o tattica rivoluzionaria, quindi non esclude nemmeno lo spontaneismo. Ne ''Il Capitale'' invece prende piede il [[determinismo]] del [[materialismo storico]], che applicato all'economia capitalistica necesiterebbe di un lungo percorso da seguire per giungere alla [[rivoluzione]]. Questa visione [[gerarchia|gerarchica]] della lotta politica sarà  abbracciata principalmente da [[Lenin]], il quale, nella sua opera ''What is to be Done?'' (''Che fare?''), critica ferocemente lo spontaneismo rivoluzionario ritenuto un pensiero pericoloso e revisionista. Lenin ha quindi una visione elitaria e settaria del ruolo dell'avanguardia nell'ambito della rivoluzione, evidenziandone, senza alcun dubbio, la natura [[autorità |autoritaria]] che è in antitesi all'[[anarchismo]].  


Alcune scuole di pensiero anarchiche (es. [[Kropotkin]] e buona parte dell'[[anarco-individualismo]]), al contrario, accettano una certa dose di spontaneismo rivoluzionario, opponendosi al concetto avanguardistico di stampo [[marxismo-leninismo|marxista leninista]]. I [[anarco-comunismo|comunisti anarchici]] non rifiutano però l'organizzazione ed anzi prevedono pure l'esistenza di un'avanguardia rivoluzionaria che dal basso guidi e orienti il processo rivoluzionario.
Alcune scuole di pensiero anarchiche (es. [[Kropotkin]] e buona parte dell'[[anarco-individualismo]]), al contrario, accettano una certa dose di spontaneismo rivoluzionario, opponendosi al concetto avanguardistico di stampo [[marxismo-leninismo|marxista leninista]]. I [[anarco-comunismo|comunisti anarchici]] non rifiutano però l'organizzazione ed anzi prevedono pure l'esistenza di un'avanguardia rivoluzionaria che dal basso guidi e orienti il processo rivoluzionario.
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