Indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi: differenze tra le versioni

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Già  più di venti anni fa, il giornalista Furio Morroni, allora redattore del ''Progresso Italo-Americano'' annunciò di aver compiuto pazienti ricerche negli archivi e nelle biblioteche di New York e tra i dossier del ''Federal bureau of investigation'', esaminando i carteggi tra le [[autorità ]] americane e il governo fascista e le indagini sul caso Vidali e dichiarava: «Sono riuscito a trovare le prove che non solo Vidali non c'entra nulla nel delitto Tresca, ma che l'omicida, killer prezzolato, fu proprio Carmine Galante» (''Panorama'', 6 aprile 1981).  
Già  più di venti anni fa, il giornalista Furio Morroni, allora redattore del ''Progresso Italo-Americano'' annunciò di aver compiuto pazienti ricerche negli archivi e nelle biblioteche di New York e tra i dossier del ''Federal bureau of investigation'', esaminando i carteggi tra le [[autorità ]] americane e il governo fascista e le indagini sul caso Vidali e dichiarava: «Sono riuscito a trovare le prove che non solo Vidali non c'entra nulla nel delitto Tresca, ma che l'omicida, killer prezzolato, fu proprio Carmine Galante» (''Panorama'', 6 aprile 1981).  


Secondo Morroni, Vidali non era a New York al tempo dell'assassinio di Tresca e una lettera con documentazione fotografica che sosteneva il suo alibi era stata fatta sparire dall'istruttoria, ma Edgar Hoover, il potente capo del FBI aveva indirizzato le indagini su Vidali, utilizzando il sindacato dei sarti, in particolare il segretario di Luigi Antonini Vanni Montana.<ref>[http://www.abruzzoemigrazione.it/e_view.asp?E=175 ''L'emigrazione abruzzese e la letteratura di Carlo Tresca]''
Secondo Morroni, Vidali non era a New York al tempo dell'assassinio di Tresca e una lettera con documentazione fotografica che sosteneva il suo alibi era stata fatta sparire dall'istruttoria, ma Edgar Hoover, il potente capo del FBI aveva indirizzato le indagini su Vidali, utilizzando il sindacato dei sarti, in particolare il segretario di Luigi Antonini Vanni Montana.<ref>[http://www.abruzzoemigrazione.it/e_view.asp?E=175 ''L'emigrazione abruzzese e la letteratura di Carlo Tresca]''
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Il commissario fascista Caradossi informò il console che la '''ILGWU''' «aveva destinato un fondo di 5 mila dollari per la lotta contro il fascismo, ebbi immediatamente un colloquio col comm. Pope e lo invitai a non dare più ospitalità  nei suoi giornali ai comunicati dell'Ilgwu consigliandogli invece di pubblicare gli articoli del noto Ettore Frisina che era stato sempre un accanito avversario della cricca Antonini e conosceva a fondo le loro malefatte. Debbo dichiarare che il comm. Pope pur dovendo ammettere a malincuore che il suo piano non era riuscito non volle darsi completamente per vinto. Egli accettò di pubblicare alcuni degli articoli del Frisina e mi assicurò che avrebbe troncato ogni rapporto coll'Antonini. Però continuò invece per qualche tempo a far pubblicare i comunicati dell'Ilgwu e si decise a rispettare la parola datami soltanto in seguito alla mia minaccia che avrei informato Roma di questo suo atteggiamento».<ref>[http://www.liberalfondazione.it/archivio/fl/numero04/verita.htm Tutta la verità  sul caso Tresca] </ref>. Generoso Pope aveva quindi stabili rapporti con i fascisti italiani, d'altronde egli era stato anche promotore di una sottoscrizione in favore del conflitto imperialista in Etiopia, durante le celebrazioni delle vittorie fasciste al Madison Square Garden aveva definito definendo Mussolini il più "'''''grande uomo al mondo'''''" e quando era giunto a Roma in visita di cortesia fu trattato con un riguardo degno dei più importanti funzionari.
Il commissario fascista Caradossi informò il console che la '''ILGWU''' «aveva destinato un fondo di 5 mila dollari per la lotta contro il fascismo, ebbi immediatamente un colloquio col comm. Pope e lo invitai a non dare più ospitalità  nei suoi giornali ai comunicati dell'Ilgwu consigliandogli invece di pubblicare gli articoli del noto Ettore Frisina che era stato sempre un accanito avversario della cricca Antonini e conosceva a fondo le loro malefatte. Debbo dichiarare che il comm. Pope pur dovendo ammettere a malincuore che il suo piano non era riuscito non volle darsi completamente per vinto. Egli accettò di pubblicare alcuni degli articoli del Frisina e mi assicurò che avrebbe troncato ogni rapporto coll'Antonini. Però continuò invece per qualche tempo a far pubblicare i comunicati dell'Ilgwu e si decise a rispettare la parola datami soltanto in seguito alla mia minaccia che avrei informato Roma di questo suo atteggiamento».<ref>[http://www.liberalfondazione.it/archivio/fl/numero04/verita.htm Tutta la verità  sul caso Tresca] </ref>. Generoso Pope aveva quindi stabili rapporti con i fascisti italiani, d'altronde egli era stato anche promotore di una sottoscrizione in favore del conflitto imperialista in Etiopia, durante le celebrazioni delle vittorie fasciste al Madison Square Garden aveva definito definendo Mussolini il più "'''''grande uomo al mondo'''''" e quando era giunto a Roma in visita di cortesia fu trattato con un riguardo degno dei più importanti funzionari.


Tutto ciò indusse [[Mazzini Society]], nel 1941, a chiedere al Dipartimento di Giustizia statunitense un'indagine su Pope. Quando, grazie alla campagna di [[Carlo Tresca]], prese consistenza la voce di un possibile sequestro dei suoi beni, Generoso Pope si allontanò pubblicamente dal [[Fascismo|fascismo]] (settembre [[1941]]) e provò ad entrare nella [[Mazzini Society]], sostenuto da Vanni Montana <ref>[http://books.google.it/books?id=1eNb8ey0qDIC&pg=PA45&lpg=PA45&dq=Luigi+Antonini++boss&source=bl&ots=eVxG-EHTRw&sig=eVuZc1tRmmHiIYbbHtASRlAKb9Q&hl=it&ei=wOaKSp_LI4bK_gbFsviSCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1#v=onepage&q=Luigi%20Antonini%20%20boss&f=false Montana ed i boss mafiosi]</ref> e Luigi Antonini, sindacalisti dell'[[International Ladies Garment Workers' Union]], in stabili contatti con l'ambiente mafioso (cosa "normale" per l'epoca) e animati da un forte spirito anticomunsita che li portò a scontrarsi con la linea di Tresca favorevole all'entrata dei comunisti nei "Comitati della Vittoria".
Tutto ciò indusse [[Mazzini Society]], nel 1941, a chiedere al Dipartimento di Giustizia statunitense un'indagine su Pope. Quando, grazie alla campagna di [[Carlo Tresca]], prese consistenza la voce di un possibile sequestro dei suoi beni, Generoso Pope si allontanò pubblicamente dal [[Fascismo|fascismo]] (settembre [[1941]]) e provò ad entrare nella [[Mazzini Society]], sostenuto da Vanni Montana <ref>[http://books.google.it/books?id=1eNb8ey0qDIC&pg=PA45&lpg=PA45&dq=Luigi+Antonini++boss&source=bl&ots=eVxG-EHTRw&sig=eVuZc1tRmmHiIYbbHtASRlAKb9Q&hl=it&ei=wOaKSp_LI4bK_gbFsviSCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1#v=onepage&q=Luigi%20Antonini%20%20boss&f=false Montana ed i boss mafiosi]</ref> e Luigi Antonini, sindacalisti dell'[[International Ladies Garment Workers' Union]], in stabili contatti con l'ambiente mafioso (cosa "normale" per l'epoca) e animati da un forte spirito anticomunsita che li portò a scontrarsi con la linea di Tresca favorevole all'entrata dei comunisti nei "Comitati della Vittoria".


Tresca prese a denunciare Pope sin dal [[1934]], denunciando in particolare le "pressioni" esercitate da Pope contro Girolamo Valenti per il suo lavoro svolto su ''Stampa Libera''. Inoltre, l'anarchico abruzzese non risparmiò accuse contro mafiosi come Frank Garofalo, Frank Costello, Lucky Luciano e Vito Genovese, tutti "amici" di Generoso Pope.  
Tresca prese a denunciare Pope sin dal [[1934]], denunciando in particolare le "pressioni" esercitate da Pope contro Girolamo Valenti per il suo lavoro svolto su ''Stampa Libera''. Inoltre, l'anarchico abruzzese non risparmiò accuse contro mafiosi come Frank Garofalo, Frank Costello, Lucky Luciano e Vito Genovese, tutti "amici" di Generoso Pope.  
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