Foibe e fascismo: differenze tra le versioni

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E a chi con zerte storie<br />
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Fra i piè ne vegnerà , <br />
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Diseghe ciaro e tondo: <br />
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Feve più in là , più in là. <br />
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Otto anni dopo Cobolli Gigli riprenderà la tematica scrivendo in un articolo: «La musa istriana ha chiamato Foiba degno posto di sepoltura per chi nella provincia d'Istria minaccia le caratteristiche nazionali dell'Istria» <ref> Sergio Fumich, ''Il Pozzo e le parole'', p 148, Ambrosiana, 200</ref>
Otto anni dopo Cobolli Gigli riprenderà la tematica scrivendo in un articolo: «La musa istriana ha chiamato Foiba degno posto di sepoltura per chi nella provincia d'Istria minaccia le caratteristiche nazionali dell'Istria» <ref> Sergio Fumich, ''Il Pozzo e le parole'', p 148, Ambrosiana, 200</ref>
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==== Le riesumazioni del '43-44 ====
==== Le riesumazioni del '43-44 ====


Nell'inverno [[1943]]-[[1944|44]] furono riesumati dai [[Nazionalsocialismo|nazisti]] (precisazione dovuta ed importante) 204 corpi, che dal rapporto Harzarich  <ref>Dati tratti del rapporto del sottufficiale dei Vigili del Fuoco Harzarich (che diresse le operazioni di recupero dalle foibe istriane tra l'ottobre ed il dicembre 1943), che si trova conservato in copia presso l'Archivio dell'I.R.S.M.L.T., n. 346. (Citato in [http://www.nuovaalabarda.org/dossier/foibe_mito.pdf Foibe tra storia e mito) ]</ref> risultano recuperati da dieci foibe. Nell'autunno del ‘43 Manlio Granbassi, giornalista del «Piccolo» di Trieste, si recò in Istria per relazionare sui recuperi dalle foibe effettuati da Harzarich per conto dei [[Nazionalsocialismo|nazisti]]. In realtà , quanto riportato da Granbassi non corrisponde totalmente al rapporto Harzarich. Considerando che quella dovrebbe essere l'unica fonte e che Granbassi per primo fa riferimento a violenze e ad episodi macabri (in base a quale fonti non è dato sapere...), si presume che Granbassi ci abbia messo del suo. Va inoltre sottolineato che il vero rapporto Harzarich, redatto per conto dei [[Nazionalsocialismo|nazisti]], non è più presente, e che la copia consultabile <ref>Copia conservata nell'archivio dell'Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione di Trieste, n.346</ref> è datata luglio [[1945]] ed è basata su un “interrogatorio” reso dallo stesso Harzarich agli Alleati. Va rimarcato ancora che, durante l'interrogatorio, Harzarich identifica gli “infoibati” non sulla base delle proprie documentazioni, ma su quanto apparve all'epoca a seguito delle riesumazioni, sia sulla stampa (cioè gli articoli di Granbassi), che nel libello propagandistico redatto dai nazisti in collaborazione con i servizi d'informazione della R.S.I. dal titolo ''Ecco il conto!'' <ref>Un altro libello propagandistico è stato ''Elenco degli Italiani Istriani trucidati dagli slavo-comunisti durante il periodo del predominio partigiano in Istria. Settembre-ottobre 1943'' redatto nel 1944 per incarico del Comandante Junio Valerio Borghese, capo della X Mas e dell'on. Luigi Bilucaglia, Federale dei Fasci Repubblicani dell'Istria, da Maria Pasquinelli con l'ausilio di Luigi Papo ed altri ufficiali dei servizi della X Mas”.</ref>.
Nell'inverno [[1943]]-[[1944|44]] furono riesumati dai [[Nazionalsocialismo|nazisti]] (precisazione dovuta ed importante) 204 corpi, che dal rapporto Harzarich  <ref>Dati tratti del rapporto del sottufficiale dei Vigili del Fuoco Harzarich (che diresse le operazioni di recupero dalle foibe istriane tra l'ottobre ed il dicembre 1943), che si trova conservato in copia presso l'Archivio dell'I.R.S.M.L.T., n. 346. (Citato in [http://www.nuovaalabarda.org/dossier/foibe_mito.pdf Foibe tra storia e mito) ]</ref> risultano recuperati da dieci foibe. Nell'autunno del ‘43 Manlio Granbassi, giornalista del «Piccolo» di Trieste, si recò in Istria per relazionare sui recuperi dalle foibe effettuati da Harzarich per conto dei [[Nazionalsocialismo|nazisti]]. In realtà, quanto riportato da Granbassi non corrisponde totalmente al rapporto Harzarich. Considerando che quella dovrebbe essere l'unica fonte e che Granbassi per primo fa riferimento a violenze e ad episodi macabri (in base a quale fonti non è dato sapere...), si presume che Granbassi ci abbia messo del suo. Va inoltre sottolineato che il vero rapporto Harzarich, redatto per conto dei [[Nazionalsocialismo|nazisti]], non è più presente, e che la copia consultabile <ref>Copia conservata nell'archivio dell'Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione di Trieste, n.346</ref> è datata luglio [[1945]] ed è basata su un “interrogatorio” reso dallo stesso Harzarich agli Alleati. Va rimarcato ancora che, durante l'interrogatorio, Harzarich identifica gli “infoibati” non sulla base delle proprie documentazioni, ma su quanto apparve all'epoca a seguito delle riesumazioni, sia sulla stampa (cioè gli articoli di Granbassi), che nel libello propagandistico redatto dai nazisti in collaborazione con i servizi d'informazione della R.S.I. dal titolo ''Ecco il conto!'' <ref>Un altro libello propagandistico è stato ''Elenco degli Italiani Istriani trucidati dagli slavo-comunisti durante il periodo del predominio partigiano in Istria. Settembre-ottobre 1943'' redatto nel 1944 per incarico del Comandante Junio Valerio Borghese, capo della X Mas e dell'on. Luigi Bilucaglia, Federale dei Fasci Repubblicani dell'Istria, da Maria Pasquinelli con l'ausilio di Luigi Papo ed altri ufficiali dei servizi della X Mas”.</ref>.
D'altronde lo stesso federale fascista dell'Istria Bilucaglia sostenne che nell'aprile del [[1945]] erano '''circa 500''' i familiari di persone uccise dai partigiani in Istria tra l'8.9.1943 e l'aprile 1945. Bilucaglia inviò ad [[Arditi_del_Popolo#Personaggi|Ercole Miani]], dirigente del C.L.N. di Trieste «alcuni documenti che costituiscono una pagina di sanguinosa storia italiana in questa Provincia (...) trattasi di circa 500 pratiche per l'ottenimento della pensione alle famiglie dei Caduti delle foibe» <ref>Documento datato 24.4.45 pubblicato nel testo di Luigi Papo, “L'Istria e le sue foibe”, ed. Italo Svevo 1998 (Citato in [http://www.nuovaalabarda.org/dossier/foibe_mito.pdf Foibe tra storia e mito])</ref>.
D'altronde lo stesso federale fascista dell'Istria Bilucaglia sostenne che nell'aprile del [[1945]] erano '''circa 500''' i familiari di persone uccise dai partigiani in Istria tra l'8.9.1943 e l'aprile 1945. Bilucaglia inviò ad [[Arditi_del_Popolo#Personaggi|Ercole Miani]], dirigente del C.L.N. di Trieste «alcuni documenti che costituiscono una pagina di sanguinosa storia italiana in questa Provincia (...) trattasi di circa 500 pratiche per l'ottenimento della pensione alle famiglie dei Caduti delle foibe» <ref>Documento datato 24.4.45 pubblicato nel testo di Luigi Papo, “L'Istria e le sue foibe”, ed. Italo Svevo 1998 (Citato in [http://www.nuovaalabarda.org/dossier/foibe_mito.pdf Foibe tra storia e mito])</ref>.


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Nato nel [[1943]] da un ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana (Francesco Pirina), ucciso dai partigiani nel luglio del ‘44, fu militante e poi presidente del FUAN romano. Pirina Entrò a far parte del Fronte Delta, che nel tentato golpe Borghese avrebbe dovuto avere un ruolo di primo piano. Negli anni 80 militò nella Lega Nord, poi passò a Forza Italia e poi ancora ad Alleanza Nazionale. A Pordenone fondò il Centro Studi Silentes Loquimur <ref>[http://www.ecn.org/gatanegra/antifa/dossier/pirina.html Note sul fascista Marco Pirina]</ref>. Claudia Cernigli ha più volte denunciato le falsità storiche riportate dal Pirina in molti suoi testi (es. l'inserimento nella lista degli infoibati anche di partigiani uccisi dai nazifascisti o di caduti in altre circostanze). Per il suo libro ''Genocidiò'' nel gennaio 2010 ha subito una condanna per diffamazione poiché il suo testo non forniva prove sulle accuse rivolte a tre partigiani sulla loro partecipazione agli infoibamenti  <ref>[http://www.anpi.it/patria_2010/002/B_INSERTO_Friuli_p_XII-XIV.pdf Pirina condannato per diffamazione]</ref>
Nato nel [[1943]] da un ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana (Francesco Pirina), ucciso dai partigiani nel luglio del ‘44, fu militante e poi presidente del FUAN romano. Pirina Entrò a far parte del Fronte Delta, che nel tentato golpe Borghese avrebbe dovuto avere un ruolo di primo piano. Negli anni 80 militò nella Lega Nord, poi passò a Forza Italia e poi ancora ad Alleanza Nazionale. A Pordenone fondò il Centro Studi Silentes Loquimur <ref>[http://www.ecn.org/gatanegra/antifa/dossier/pirina.html Note sul fascista Marco Pirina]</ref>. Claudia Cernigli ha più volte denunciato le falsità storiche riportate dal Pirina in molti suoi testi (es. l'inserimento nella lista degli infoibati anche di partigiani uccisi dai nazifascisti o di caduti in altre circostanze). Per il suo libro ''Genocidiò'' nel gennaio 2010 ha subito una condanna per diffamazione poiché il suo testo non forniva prove sulle accuse rivolte a tre partigiani sulla loro partecipazione agli infoibamenti  <ref>[http://www.anpi.it/patria_2010/002/B_INSERTO_Friuli_p_XII-XIV.pdf Pirina condannato per diffamazione]</ref>
*'''Augusto Sinagra''': <br />
*'''Augusto Sinagra''': <br />
Legale di Licio Gelli, membro della loggia p2 e legale del governo turco all'epoca del "caso Ocalan", recentemente ha affermato che ''«le foibe sono il prodotto di "una barbarie antica che viene da lontano" perché i popoli "slavi" sono privi di civiltà , come s'é visto poi anche con le vicende della Bosnia.»'' <ref>[http://www.ecn.org/gatanegra/antifa/dossier/sinagra.html Note su Augusto Sinagra]</ref>
Legale di Licio Gelli, membro della loggia p2 e legale del governo turco all'epoca del "caso Ocalan", recentemente ha affermato che ''«le foibe sono il prodotto di "una barbarie antica che viene da lontano" perché i popoli "slavi" sono privi di civiltà, come s'é visto poi anche con le vicende della Bosnia.»'' <ref>[http://www.ecn.org/gatanegra/antifa/dossier/sinagra.html Note su Augusto Sinagra]</ref>
*Padre '''Flaminio Rocchi''': <br />
*Padre '''Flaminio Rocchi''': <br />
Pseudonimo di Anton Sokolic, di padre croato, in seguito cambiò il suo nome originale nell'italiano Flaminio Rocchi. Divenne francescano all'età di 14 anni e fu cappellano militare durante la guerra, poi dirigente dell'Unione degli Istriani; esponente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, di chiara tendenza nazifascista, Rocchi fu anche vicepresidente della “Lega istriana”. Il suo libro ''L'esodo dei 350.000 Giuliani, Fiumani e Dalmati'', secondo Claudia Cernigoi, è infarcito di molti errori marchiani, in particolare sulla cosiddetta “foiba” di Basovizza. <ref>[http://www.cnj.it/documentazione/IRREDENTE/flaminiorocchi.htm Flaminio Rocchi]</ref>
Pseudonimo di Anton Sokolic, di padre croato, in seguito cambiò il suo nome originale nell'italiano Flaminio Rocchi. Divenne francescano all'età di 14 anni e fu cappellano militare durante la guerra, poi dirigente dell'Unione degli Istriani; esponente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, di chiara tendenza nazifascista, Rocchi fu anche vicepresidente della “Lega istriana”. Il suo libro ''L'esodo dei 350.000 Giuliani, Fiumani e Dalmati'', secondo Claudia Cernigoi, è infarcito di molti errori marchiani, in particolare sulla cosiddetta “foiba” di Basovizza. <ref>[http://www.cnj.it/documentazione/IRREDENTE/flaminiorocchi.htm Flaminio Rocchi]</ref>
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La [[repressione]] del [[CLN triestino]] ad opera delle truppe titoiste è inquadrabile nell'ambito delle lotte nazionalistiche e di quelle politico-partitiche che presero a svilupparsi via via che si approssimava la sconfitta del [[Nazionalsocialismo|nazifascismo]], e che erano finalizzate alla sostituzione di un potere (quello nazifascista) con un altro (quello [[comunismo|comunista-marxista]]). Premettendo che gli anarchici ripudiano ogni violenza tesa a difendere principi [[nazionalismo|nazionalistici]] e\o ad instaurare nuove forme di potere autoritario, sia esso [[Marxismo|marxista]] o [[Capitalismo|capitalista]], riportiamo quanto pubblica il sito web ''[http://www.nuovaalabarda.org/ nuovaalabarda.org]'' sulla questione del CLN triestino:
La [[repressione]] del [[CLN triestino]] ad opera delle truppe titoiste è inquadrabile nell'ambito delle lotte nazionalistiche e di quelle politico-partitiche che presero a svilupparsi via via che si approssimava la sconfitta del [[Nazionalsocialismo|nazifascismo]], e che erano finalizzate alla sostituzione di un potere (quello nazifascista) con un altro (quello [[comunismo|comunista-marxista]]). Premettendo che gli anarchici ripudiano ogni violenza tesa a difendere principi [[nazionalismo|nazionalistici]] e\o ad instaurare nuove forme di potere autoritario, sia esso [[Marxismo|marxista]] o [[Capitalismo|capitalista]], riportiamo quanto pubblica il sito web ''[http://www.nuovaalabarda.org/ nuovaalabarda.org]'' sulla questione del CLN triestino:
: «...quello che vorremmo infine evidenziare e chiarire una volta per tutte, è la mistificazione di fondo che sta purtroppo prendendo piede anche negli ambienti storici, sul fatto che il PCI triestino scelse di uscire dal CLN italiano, per allearsi con i “titini”, e “tradendo” in tal modo la propria patria. In realtà , e per verificare questo basterebbe andare a leggere qualche libro di storia oppure i semplici documenti ufficiali, nell'estate del ‘44 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI,) ebbe degli incontri a Milano con rappresentanti dell'Osvoboldilna Fronta. Nel corso di queste riunioni, i due comitati si accordarono per un'alleanza in funzione antinazifascista. Però il CLN triestino (quello di don Marzari, Fonda Savio ed Ercole Miani) rifiutò questa alleanza con l'OF, in quanto non voleva “collaborare con gli slavi”. Fu questo il motivo per cui il PCI triestino decise di uscire dal CLN: per rispettare le direttive del CLNAI (che istituzionalmente rappresentava, a livello internazionale, qualcosa di più del CLN triestino) in merito all'alleanza con l'Esercito di liberazione jugoslavo. Quindi, se vogliamo parlare di chi si fosse trovato “fuori linea” o comunque non in regola con le direttive alleate, questo era il CLN triestino, che aveva preferito cercare accordi con le formazioni collaborazioniste triestine (la Guardia civica prima di tutte) perché il loro scopo principale non era stato quello di abbattere il nazifascismo (essi davano per scontata la sconfitta di Hitler, quindi ritenevano relativa la resistenza ad esso), ma piuttosto di preparare il terreno per il ritorno di un'amministrazione italiana, apprestando nel contempo la resistenza armata, questa volta sì, nei confronti dell'Esercito jugoslavo che sarebbe entrato a Trieste, visto non come liberatore dal nazifascismo, ma come nuovo occupatore, perché non italiano.» <ref>[http://www.nuovaalabarda.org/leggi-articolo-un_autunno_nazionalista.php Un autunno nazionalista]</ref> <ref>Non affrontando in questa sede la suddetta questione in maniera approfondita, si rimanda il lettore ad eventuali altri articoli anarcopediani e\o agli specifici approfondimenti nella vasta bibliografia e
: «...quello che vorremmo infine evidenziare e chiarire una volta per tutte, è la mistificazione di fondo che sta purtroppo prendendo piede anche negli ambienti storici, sul fatto che il PCI triestino scelse di uscire dal CLN italiano, per allearsi con i “titini”, e “tradendo” in tal modo la propria patria. In realtà, e per verificare questo basterebbe andare a leggere qualche libro di storia oppure i semplici documenti ufficiali, nell'estate del ‘44 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI,) ebbe degli incontri a Milano con rappresentanti dell'Osvoboldilna Fronta. Nel corso di queste riunioni, i due comitati si accordarono per un'alleanza in funzione antinazifascista. Però il CLN triestino (quello di don Marzari, Fonda Savio ed Ercole Miani) rifiutò questa alleanza con l'OF, in quanto non voleva “collaborare con gli slavi”. Fu questo il motivo per cui il PCI triestino decise di uscire dal CLN: per rispettare le direttive del CLNAI (che istituzionalmente rappresentava, a livello internazionale, qualcosa di più del CLN triestino) in merito all'alleanza con l'Esercito di liberazione jugoslavo. Quindi, se vogliamo parlare di chi si fosse trovato “fuori linea” o comunque non in regola con le direttive alleate, questo era il CLN triestino, che aveva preferito cercare accordi con le formazioni collaborazioniste triestine (la Guardia civica prima di tutte) perché il loro scopo principale non era stato quello di abbattere il nazifascismo (essi davano per scontata la sconfitta di Hitler, quindi ritenevano relativa la resistenza ad esso), ma piuttosto di preparare il terreno per il ritorno di un'amministrazione italiana, apprestando nel contempo la resistenza armata, questa volta sì, nei confronti dell'Esercito jugoslavo che sarebbe entrato a Trieste, visto non come liberatore dal nazifascismo, ma come nuovo occupatore, perché non italiano.» <ref>[http://www.nuovaalabarda.org/leggi-articolo-un_autunno_nazionalista.php Un autunno nazionalista]</ref> <ref>Non affrontando in questa sede la suddetta questione in maniera approfondita, si rimanda il lettore ad eventuali altri articoli anarcopediani e\o agli specifici approfondimenti nella vasta bibliografia e
linkografia.</ref>
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*Claudia Cernigoi, ''Operazione foibe fra storia e mito'' Edizioni Kappa Vu,2005, Udine
*Claudia Cernigoi, ''Operazione foibe fra storia e mito'' Edizioni Kappa Vu,2005, Udine
*F.W.D. Deakin, ''La montagna più alta'', Einaudi Editore Torino, 1971,
*F.W.D. Deakin, ''La montagna più alta'', Einaudi Editore Torino, 1971,
* ''Fascismo e foibe. Ideologia e pratica della violenza nei Balcani'' , La Città del Sole , 2008  
* ''Fascismo e foibe. Ideologia e pratica della violenza nei Balcani'', La Città del Sole, 2008  
*Alberto Buvoli ''Foibe e deportazioni - Per ristabilire la verità storica'', (Quaderni della resistenza, n. 10, Comitato Regionale dell'ANPI del Friuli - Venezia Giulia )
*Alberto Buvoli ''Foibe e deportazioni - Per ristabilire la verità storica'', (Quaderni della resistenza, n. 10, Comitato Regionale dell'ANPI del Friuli - Venezia Giulia )
===Su invasione italiana in jugoslavia ===
===Su invasione italiana in jugoslavia ===
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*Alessandra Kersevan <ref name="kersevan">[http://www.macrolibrarsi.it/autori/_alessandra_kersevan.php Alessandra Kersevan], storica specializzata nella storia del novecento e in quanto accadde sui confini orientali italiani durante l'[[Fascismo|epoca fascista]], nel [[1995]] dà alle stampe ''Porzûs'', provando ad inquadrare l'eccidio di Porzûs ([[Brigata Osoppo]]). Analoghe considerazione farà monsignor Aldo Moretti, nel [[2003]] su indicazione del comune di Gonars. La Kersevan si dedica a ricerca ed approfondimento degli accadimenti nel campo di [[L'invasione della Jugoslavia: crimini di guerra e lager fascisti per slavi|concentramento fascista di Gonars]] con il testo ''Un campo di concentramento fascista. Gonars 1942-1943''. Nel [[2005]], su indicazione della Commissione europea e del Comune di Gonars, produce il documentario ''The Gonars Memorial  1942-1943: il simbolo della memoria italiana perduta''. È coordinatrice della collana dal titolo “Resistenzastorica”, facente capo alle  edizioni KappaVu</ref>, ''Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943''
*Alessandra Kersevan <ref name="kersevan">[http://www.macrolibrarsi.it/autori/_alessandra_kersevan.php Alessandra Kersevan], storica specializzata nella storia del novecento e in quanto accadde sui confini orientali italiani durante l'[[Fascismo|epoca fascista]], nel [[1995]] dà alle stampe ''Porzûs'', provando ad inquadrare l'eccidio di Porzûs ([[Brigata Osoppo]]). Analoghe considerazione farà monsignor Aldo Moretti, nel [[2003]] su indicazione del comune di Gonars. La Kersevan si dedica a ricerca ed approfondimento degli accadimenti nel campo di [[L'invasione della Jugoslavia: crimini di guerra e lager fascisti per slavi|concentramento fascista di Gonars]] con il testo ''Un campo di concentramento fascista. Gonars 1942-1943''. Nel [[2005]], su indicazione della Commissione europea e del Comune di Gonars, produce il documentario ''The Gonars Memorial  1942-1943: il simbolo della memoria italiana perduta''. È coordinatrice della collana dal titolo “Resistenzastorica”, facente capo alle  edizioni KappaVu</ref>, ''Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943''
*Michael Palumbo, ''L'olcausto dimenticato'', Rizzoli
*Michael Palumbo, ''L'olcausto dimenticato'', Rizzoli
*Tone Ferenc, Ravel Kodrič, Damijan Guštin, Nevenka Troha , ''Neupogljivi zakon Rima: fasizem in osvobodilni boj primorskih Slovencev 1941-1943; La legge inflessibile di Roma: il fascismo e la lotta di liberazione degli [[Sloveni]] nella Venezia Giulia 1941-1943''; Pubblicato da Društvo piscev zgodovine NOB, 2004
*Tone Ferenc, Ravel Kodrič, Damijan Guštin, Nevenka Troha, ''Neupogljivi zakon Rima: fasizem in osvobodilni boj primorskih Slovencev 1941-1943; La legge inflessibile di Roma: il fascismo e la lotta di liberazione degli [[Sloveni]] nella Venezia Giulia 1941-1943''; Pubblicato da Društvo piscev zgodovine NOB, 2004
*Tone Ferenc, Pavel Kodrič, ''Si ammazza troppo poco: condannati a morte, ostaggi, passati per le armi nella provincia di Lubiana; 1941-1943. Documenti''; Pubblicato da  Società degli scrittori della storia della Lotta di Liberazione, 1999
*Tone Ferenc, Pavel Kodrič, ''Si ammazza troppo poco: condannati a morte, ostaggi, passati per le armi nella provincia di Lubiana; 1941-1943. Documenti''; Pubblicato da  Società degli scrittori della storia della Lotta di Liberazione, 1999
*Tone Ferenc ''La provincia 'italiana' di Lubiana, documenti 1941-1942 Studi e documenti''; Pubblicato da Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 1994
*Tone Ferenc ''La provincia 'italiana' di Lubiana, documenti 1941-1942 Studi e documenti''; Pubblicato da Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 1994
*Tone Ferenc ''L`amministrazione partigiana slovena civile e militare nella Venezia Giulia nell`autunno 1943'' , Trieste, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione<ref>[http://www.ifsml.it/main.html Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione] </ref>
*Tone Ferenc ''L`amministrazione partigiana slovena civile e militare nella Venezia Giulia nell`autunno 1943'', Trieste, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione<ref>[http://www.ifsml.it/main.html Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione] </ref>
*Tone Ferenc, ''La zona libera del IX Korpus d'Armata sloveno nella Venezia Giulia''
*Tone Ferenc, ''La zona libera del IX Korpus d'Armata sloveno nella Venezia Giulia''
*Tone Ferenc, ''Milizia volontaria per la sicurezza nazionale: MVSN''
*Tone Ferenc, ''Milizia volontaria per la sicurezza nazionale: MVSN''
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*Giorgio Visintin <ref>[http://unionesegrate.it/ante_visintin.html Giorgio Visintin]</ref>, ''Guerra di Liberazione sui Confini Orientali, 4 giugno 1942 -7 maggio 1945'',  Milano 1975
*Giorgio Visintin <ref>[http://unionesegrate.it/ante_visintin.html Giorgio Visintin]</ref>, ''Guerra di Liberazione sui Confini Orientali, 4 giugno 1942 -7 maggio 1945'',  Milano 1975
*Pietro Secchia e Filippo Frassati, ''Storia della Resistenza - La guerra di liberazione in Italia 1943-1945'', Volume II, Editori Riuniti, Roma, 1965
*Pietro Secchia e Filippo Frassati, ''Storia della Resistenza - La guerra di liberazione in Italia 1943-1945'', Volume II, Editori Riuniti, Roma, 1965
*Bruno Steffè, ''Guerra di liberazione nel territorio della Provincia di Pordenone 1943-1945'' , ETS, 1996
*Bruno Steffè, ''Guerra di liberazione nel territorio della Provincia di Pordenone 1943-1945'', ETS, 1996
*Giorgio Visintin, ''Antifascismo e guerra di liberazione nella regione Giulia  (14ma Brigata d'assalto Garibaldi Trieste)''  
*Giorgio Visintin, ''Antifascismo e guerra di liberazione nella regione Giulia  (14ma Brigata d'assalto Garibaldi Trieste)''  
*Luciano Patat, ''Terra di frontiera. Fascismo, guerra e resistenza nell'Isontino e nella Bassa Friulana,''  KAPPA VU, 2002 Udine
*Luciano Patat, ''Terra di frontiera. Fascismo, guerra e resistenza nell'Isontino e nella Bassa Friulana,''  KAPPA VU, 2002 Udine
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