Andrea Costa: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
m
Sostituzione testo - "’ " con "'"
m (Sostituzione testo - "" con "")
m (Sostituzione testo - "’ " con "'")
Riga 19: Riga 19:


== Lettera "Ai miei amici di Romagna" ==
== Lettera "Ai miei amici di Romagna" ==
:«Miei cari amici, fin da che uscii dal carcere di Parigi e potei ritornare a me stesso e parlare e scrivere liberamente, pensai di rivolgervi alcune parole, che vi dimostrassero come io, nonostante la lunga separazione e le pratiche diverse della vita e gli avvenimenti, era pur sempre vostro e non domandava di meglio che di riprendere con voi l’opera della nostra comune emancipazione; ma le poche notizie che aveva del movimento attuale italiano, le tristi condizioni di buona parte dei nostri amici e un po’ anche il mio stato di salute, mi trattennero dallo scrivervi.»<ref>[http://www.bibliotecaginobianco.it/?p=144&t=Ai-miei-amici-di-romagna Ai miei amici di Romagna]</ref>
:«Miei cari amici, fin da che uscii dal carcere di Parigi e potei ritornare a me stesso e parlare e scrivere liberamente, pensai di rivolgervi alcune parole, che vi dimostrassero come io, nonostante la lunga separazione e le pratiche diverse della vita e gli avvenimenti, era pur sempre vostro e non domandava di meglio che di riprendere con voi l’opera della nostra comune emancipazione; ma le poche notizie che aveva del movimento attuale italiano, le tristi condizioni di buona parte dei nostri amici e un po'anche il mio stato di salute, mi trattennero dallo scrivervi.»<ref>[http://www.bibliotecaginobianco.it/?p=144&t=Ai-miei-amici-di-romagna Ai miei amici di Romagna]</ref>
Nella lettera che segnò l’abbandono dell’[[anarchismo]], Costa giustifica le motivazioni della sua scelta. Egli non rinnegò il suo passato e le tradizioni rivoluzionarie del popolo italiano, «la propagazione delle idee per mezzo dei fatti», che ispirò nel [[1857]] [[Carlo Pisacane]] e i suoi compagni, «noi sentiamo che dobbiamo rinnovarci, che dobbiamo tener conto delle lezioni che l’esperienza di sette o otto anni ci ha dato». Costa sosteneva che la lotta tra la borghesia e il proletariato non potrà  risolversi che con la violenza, «ma essere un partito d’azione non significa voler l’azione ad ogni costo e ad ogni momento. La [[rivoluzione]] è una cosa seria». Ma se essa è inevitabile, non è affare né di un giorno né di un anno, pensava il Costa.  
Nella lettera che segnò l’abbandono dell’[[anarchismo]], Costa giustifica le motivazioni della sua scelta. Egli non rinnegò il suo passato e le tradizioni rivoluzionarie del popolo italiano, «la propagazione delle idee per mezzo dei fatti», che ispirò nel [[1857]] [[Carlo Pisacane]] e i suoi compagni, «noi sentiamo che dobbiamo rinnovarci, che dobbiamo tener conto delle lezioni che l’esperienza di sette o otto anni ci ha dato». Costa sosteneva che la lotta tra la borghesia e il proletariato non potrà  risolversi che con la violenza, «ma essere un partito d’azione non significa voler l’azione ad ogni costo e ad ogni momento. La [[rivoluzione]] è una cosa seria». Ma se essa è inevitabile, non è affare né di un giorno né di un anno, pensava il Costa.  


64 364

contributi

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione