Una nobile follia: differenze tra le versioni

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[[File: Tarchetti.jpg|thumb|[[Igino Tarchetti]]]]'''''Una nobile follia''''' - romanzo [[Igino Tarchetti]] pubblicato in appendice sul giornale «Il Sole», in 27 puntate tra il novembre [[1866]] e il marzo [[1867]] - è stato certamente il primo romanzo [[antimilitarismo|antimilitarista]] nella storia letteraria d'[[Italia]], in netta controtendenza rispetto all’esaltazione per la guerra e per il [[nazionalismo]], caratteristiche del periodo risorgimentale.
[[File: Tarchetti.jpg|thumb|[[Igino Tarchetti]]]]'''''Una nobile follia''''' - romanzo [[Igino Tarchetti]] pubblicato in appendice sul giornale «Il Sole», in 27 puntate tra il novembre [[1866]] e il marzo [[1867]] - è stato certamente il primo romanzo [[antimilitarismo|antimilitarista]] nella storia letteraria d'[[Italia]], in netta controtendenza rispetto all'esaltazione per la guerra e per il [[nazionalismo]], caratteristiche del periodo risorgimentale.
{{vedi anche|Militarismo|Antimilitarismo}}
{{approff|Militarismo|Antimilitarismo}}
== Il romanzo ==
== Il romanzo ==


Il romanzo narra la storia di un giovane, Vincenzo D., colto, sensibile, amante della natura e dell'[[arte]], innamorato di una donna e assolutamente incapace di compiere violenza contro ogni essere vivente. Quando Vincenzo viene chiamato a prestare servizio militare subisce la tipica violenza della disciplina forzata e l’annullamento della propria [[Individualità |individualità ]], che lo riduce ad una vera e propria macchina da guerra. A questo punto Vincenzo parte per la guerra di Crimea ([[1852]]???[[1855]]), partecipando il [[16 agosto]] [[1855]] alla battaglia del fiume Cernaia.  
Il romanzo narra la storia di un giovane, Vincenzo D., colto, sensibile, amante della natura e dell'[[arte]], innamorato di una donna e assolutamente incapace di compiere violenza contro ogni essere vivente. Quando Vincenzo viene chiamato a prestare servizio militare subisce la tipica violenza della disciplina forzata e l'annullamento della propria [[Individualità |individualità]], che lo riduce ad una vera e propria macchina da guerra. A questo punto Vincenzo parte per la guerra di Crimea ([[1852]]-[[1855]]), partecipando il [[16 agosto]] [[1855]] alla battaglia del fiume Cernaia.  


[[Igino Tarchetti]] descrive questo episodio non come un «evento strategico nella politica estera cavouriana», come spesso viene ancora definito nei testi storici, bensì per quello che in realtà  fu: un macello di uomini, un massacro crudele, privo di alcun senso e di ogni attrazione eroica ed estetica. L'autore si serve del protagonista, e delle sue intricate vicende personali <ref name="Vincenzo D."> Vincenzo D. è in realtà  Filippo Sporta che dopo aver ucciso, per legittima difesa, un soldato nemico sul campo di battaglia, decide di disertare e di assumere l'identità , appunto Vincenzo D., di un uomo di cui trova casualmente il cadavere.</ref>, per sostenere la necessità  di abolire tutti gli eserciti e tutte le forme di dominio.
[[Igino Tarchetti]] descrive questo episodio non come un «evento strategico nella politica estera cavouriana», come spesso viene ancora definito nei testi storici, bensì per quello che in realtà fu: un macello di uomini, un massacro crudele, privo di alcun senso e di ogni attrazione eroica ed estetica. L'autore si serve del protagonista, e delle sue intricate vicende personali <ref name="Vincenzo D."> Vincenzo D. è in realtà Filippo Sporta che dopo aver ucciso, per legittima difesa, un soldato nemico sul campo di battaglia, decide di disertare e di assumere l'identità, appunto Vincenzo D., di un uomo di cui trova casualmente il cadavere.</ref>, per sostenere la necessità di abolire tutti gli eserciti e tutte le forme di dominio.


E’ da sottolineare che le istituzioni militari, preoccupate degli effetti dell’[[antimilitarismo]] del romanzo, ricorsero alla penna di [[Edmondo De Amicis]], allora giovane tenente e direttore de "Italia militare", per presentare l'istituzione militare in una luce più positiva e funzionale alle loro [[repressione|strategie repressive]].
È da sottolineare che le istituzioni militari, preoccupate degli effetti dell'[[antimilitarismo]] del romanzo, ricorsero alla penna di [[Edmondo De Amicis]], allora giovane tenente e direttore de "Italia militare", per presentare l'istituzione militare in una luce più positiva e funzionale alle loro [[repressione|strategie repressive]].


==Brani estratti dal romanzo==
==Brani estratti dal romanzo==
[[Image:Broken-gun-star.png|thumb||left|150px|[[antimilitarismo|Simbolo antimilitarista]]]]
[[Image:Broken-gun-star.png|thumb||left|150px|[[antimilitarismo|Simbolo antimilitarista]]]]
«Tant’è; non poteva prestar fede a me stesso: tornai a rileggere quella lettera'':
«Tant'è; non poteva prestar fede a me stesso: tornai a rileggere quella lettera'':
"Ho il cuore teneramente commosso. Da un giovane ufficiale che ti conosce,,, al quale ho offerto ospitalità , nella mia famiglia, ho inteso che tu sei a…., venti miglia da qui, e sulle mosse per recarti in Francia. Questa notizia mi ha tutto agitato. Sono sette anni che non ti vedo. Potrò ora abbracciarti? Mia moglie, i mie figli ti attendono;   non sono più solo:   la fortuna ha collocato un abisso tra la mia vita passata e la mia vita attuale";» (Incipt)
"Ho il cuore teneramente commosso. Da un giovane ufficiale che ti conosce,,, al quale ho offerto ospitalità, nella mia famiglia, ho inteso che tu sei a..., venti miglia da qui, e sulle mosse per recarti in Francia. Questa notizia mi ha tutto agitato. Sono sette anni che non ti vedo. Potrò ora abbracciarti? Mia moglie, i mie figli ti attendono; non sono più solo: la fortuna ha collocato un abisso tra la mia vita passata e la mia vita attuale";» (Incipt)


«Incominciò la mia notte: notte immensa, tenebrosa, terribile… Fui soldato. Questa parola esprime tutto. Affetti, memorie, doveri, aspirazioni, diritti, indipendenza, dignità  conculcata – assoldato, tenuto a soldo, venduto».
«Incominciò la mia notte: notte immensa, tenebrosa, terribile... Fui soldato. Questa parola esprime tutto. Affetti, memorie, doveri, aspirazioni, diritti, indipendenza, dignità conculcata – assoldato, tenuto a soldo, venduto».
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...così si uccide un uomo e si forma un soldato, - la nazione lo tollera, vi ha di più, la nazione applaude, illusa come un fanciullo insensato alla vista dei pennacchi azzurri, delle sciabole lucide, e del suono delle trombette: i pochi onesti fremono e tacciono.»
...così si uccide un uomo e si forma un soldato, - la nazione lo tollera, vi ha di più, la nazione applaude, illusa come un fanciullo insensato alla vista dei pennacchi azzurri, delle sciabole lucide, e del suono delle trombette: i pochi onesti fremono e tacciono.»


«Allora viene emanato un ordine terribile: - innalzare una trincea di cadaveri. – Ci accingiamo unanimi e impazienti a questo lavoro. I cavalli feriti o morti sono trascinati pel campo e collocati d'innanzi alle nostre linee, i corpi dei russi e dei sardi sovrapposti ad essi, e disposti a larghi strati incrociati; noi li cerchiamo frettolosi per la pianura, e non abbiamo tempo a riconoscere se non siano ancora spirati… Noi ci collochiamo dietro quel vallo di carne; ci afferriamo ai capelli o ai piedi dei morti, e spariamo contro il nemico, spingendo le nostre carabine negli spazi esistenti tra l'uno e l'altro cadavere.»
«Allora viene emanato un ordine terribile: - innalzare una trincea di cadaveri. – Ci accingiamo unanimi e impazienti a questo lavoro. I cavalli feriti o morti sono trascinati pel campo e collocati d'innanzi alle nostre linee, i corpi dei russi e dei sardi sovrapposti ad essi, e disposti a larghi strati incrociati; noi li cerchiamo frettolosi per la pianura, e non abbiamo tempo a riconoscere se non siano ancora spirati... Noi ci collochiamo dietro quel vallo di carne; ci afferriamo ai capelli o ai piedi dei morti, e spariamo contro il nemico, spingendo le nostre carabine negli spazi esistenti tra l'uno e l'altro cadavere.»
   
   
«- Oh vivi – esclamai gettandomi sopra di lui – vivi -; e prorompendo in lacrime, tentai di abbracciarlo, quasi avessi potuto infondergli con quell'amplesso la vita giovine e vigorosa che ardeva in tutte le mie fibre. Ma a mezzo atto me ne trattenni: egli aveva richiusi gli occhi, e il sangue gli usciva in maggior copia dalla ferita, fui atterrito: - dopo un istante incominciò a delirare…" Una terribile esperienza che favorisce la fuga dal campo di battaglia, la diserzione del protagonista a cui dopo la perdita della donna amata non resterà  che la pazzia e il suicidio».
«- Oh vivi – esclamai gettandomi sopra di lui – vivi -; e prorompendo in lacrime, tentai di abbracciarlo, quasi avessi potuto infondergli con quell'amplesso la vita giovine e vigorosa che ardeva in tutte le mie fibre. Ma a mezzo atto me ne trattenni: egli aveva richiusi gli occhi, e il sangue gli usciva in maggior copia dalla ferita, fui atterrito: - dopo un istante incominciò a delirare..." Una terribile esperienza che favorisce la fuga dal campo di battaglia, la diserzione del protagonista a cui dopo la perdita della donna amata non resterà che la pazzia e il suicidio».
==Voci correlate==
==Voci correlate==
*[[Cletto Arrighi]]
*[[Cletto Arrighi]]
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[[Categoria:Letteratura]]
[[Categoria:Letteratura]]
[[Categoria:Testi anarchici]]
[[Categoria:Libri]]
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