Storia dell'anarchismo sardo: differenze tra le versioni

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Nel popolo sardo è stata da sempre presente un innata diffidenza e\o ostilità  verso le [[autorità ]] e le istituzioni di ogni tipo [un po'meno verso quelle religiose, '''NdR'''], specie se proveniente dal “continente”. Come dice l'archeologo e storico Giovanni Lilliu, nella storia del popolo sardo è presente una « costante resistenziale» che si è manifestata di volta in volta contro le potenze coloniali che di volta in volta occuparono l'Isola. [[File:Tomaso_Serra.JPG|thumb|left|200 px|[[Tomaso Serra]], anarchico sardo che partecipò alla [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola]]]]
Nel popolo sardo è stata da sempre presente un innata diffidenza e\o ostilità  verso le [[autorità ]] e le istituzioni di ogni tipo [un po'meno verso quelle religiose, '''NdR'''], specie se proveniente dal “continente”. Come dice l'archeologo e storico Giovanni Lilliu, nella storia del popolo sardo è presente una « costante resistenziale» che si è manifestata di volta in volta contro le potenze coloniali che di volta in volta occuparono l'Isola. [[File:Tomaso_Serra.JPG|thumb|left|200 px|[[Tomaso Serra]], anarchico sardo che partecipò alla [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola]]]]
:« ..La Sardegna, in ogni tempo, ha avuto uno strano marchio storico: quello di essere stata sempre dominata (in qualche modo ancora oggi), ma di avere sempre resistito. Un'Isola sulla quale è calata per i secoli la mano oppressiva del colonizzatore, a cui ha opposto, sistematicamente, il graffio della resistenza. Perciò, i Sardi hanno avuto l'aggressione di integrazioni di ogni specie ma, nonostante, sono riusciti a conservarsi sempre se stessi. Nella confusione etnica e culturale che li ha inondati per millenni sono riemersi, costantemente, nella fedeltà  alle origini autentiche e pure. Questo è stato, ed è certamente, un miracolo, a pensare che l'Isola, per la sua posizione geografica, è tracciata in ogni senso, è un terminal da ogni parte; e che la vasta solitudine dei suoi spazi (si parla di essa come di un continente) ha invitato e invita a riempirli gente d'ogni sangue e colore. » (Giovanni Lilliu, ''la Costante resistenziale sarda''; p. 225)
:« ..La Sardegna, in ogni tempo, ha avuto uno strano marchio storico: quello di essere stata sempre dominata (in qualche modo ancora oggi), ma di avere sempre resistito. Un'Isola sulla quale è calata per i secoli la mano oppressiva del colonizzatore, a cui ha opposto, sistematicamente, il graffio della resistenza. Perciò, i Sardi hanno avuto l'aggressione di integrazioni di ogni specie ma, nonostante, sono riusciti a conservarsi sempre se stessi. Nella confusione etnica e culturale che li ha inondati per millenni sono riemersi, costantemente, nella fedeltà  alle origini autentiche e pure. Questo è stato, ed è certamente, un miracolo, a pensare che l'Isola, per la sua posizione geografica, è tracciata in ogni senso, è un terminal da ogni parte; e che la vasta solitudine dei suoi spazi (si parla di essa come di un continente) ha invitato e invita a riempirli gente d'ogni sangue e colore. » (Giovanni Lilliu, ''la Costante resistenziale sarda''; p. 225)
Una certa innata tendenza verso l'antiautoritarismo <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Shardan/Sandbox Utente:Shardan/Sandbox]</ref> non ha però fatto sì che l'[[anarchia|idea anarchica]] si diffondesse nel tessuto socio-politico dell'isola quando nell'ottocento essa cominciava a far presa in Europa. Ciò fu legato in parte alla condizione di insularità  ed in parte ad una certa mentalità  di tendenza individualistica, legata forse all'attività  agro-pastorale che è stata lungamente predominante nell'isola, ma non nel senso libertario del termine quanto a quello più propriamente egoistico del pensar ognun per sè. <ref>C'è da dire però che nella tradizione agro-pastorale è storicamente presente il principio mutualistico de ''S'aggiudu torrau'' (“aiuto restituito” o "aiuto reciproco"), che consiste nel reciproco aiuto che pastori e contadini si danno in occasione di particolari momenti di difficoltà .</ref>  
Una certa innata tendenza verso l'antiautoritarismo <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Shardan/Sandbox Utente:Shardan/Sandbox]</ref> non ha però fatto sì che l'[[anarchia|idea anarchica]] si diffondesse nel tessuto socio-politico dell'isola quando nell'ottocento essa cominciava a far presa in Europa. Ciò fu legato in parte alla condizione di insularità  ed in parte ad una certa mentalità  di tendenza individualistica, legata forse all'attività  agro-pastorale che è stata lungamente predominante nell'isola, ma non nel senso libertario del termine quanto a quello più propriamente egoistico del pensar ognun per sè. <ref>C'è da dire però che nella tradizione agro-pastorale è storicamente presente il principio mutualistico de ''S'aggiudu torrau'' (“aiuto restituito” o "aiuto reciproco"), che consiste nel reciproco aiuto che pastori e contadini si danno in occasione di particolari momenti di difficoltà.</ref>  


In ogni caso, alla fine del XIX° secolo si trova qualche flebile traccia di attivismo anarchico e nel secondo decennio del XX° secolo si costituirono i primi piccoli gruppi anarchici. La frammentarietà  e le difficoltà  a sviluppare una rete organizzativa di un certo livello, sono caratteristiche costanti dell'[[anarchismo]] in Sardegna, infatti ancora oggi sono sì attivi alcuni piccoli gruppi, ma nessuna sezione della [[FAI]] o della [[Federazione dei Comunisti Anarchici|FdCA]].
In ogni caso, alla fine del XIX° secolo si trova qualche flebile traccia di attivismo anarchico e nel secondo decennio del XX° secolo si costituirono i primi piccoli gruppi anarchici. La frammentarietà  e le difficoltà  a sviluppare una rete organizzativa di un certo livello, sono caratteristiche costanti dell'[[anarchismo]] in Sardegna, infatti ancora oggi sono sì attivi alcuni piccoli gruppi, ma nessuna sezione della [[FAI]] o della [[Federazione dei Comunisti Anarchici|FdCA]].
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=== I moti del 1904 e 1906 ===
=== I moti del 1904 e 1906 ===


All'inizio del '900 l'idea socialista, e in parte quella anarchica, cominciò finalmente ad attecchire nell'isola: dal [[1892]] al [[1900]] si registrarono solo 9 [[sciopero|scioperi]], ma tra il [[1901]] e il [[1903]] il numero salì a 15, a dimostrazione dell'aumento della conflittualità . Nel [[1904]], la cittadina mineraria di [[Eccidio di Bugerru|Bugerru]] (Cagliari) fu investita d una serie di proteste e scioperi dei minatori guidati dalla ''Lega di resistenza'' che contava ben 4.000 iscritti. Le loro rivendicazioni riguardavano l'incremento dei salari ed il miglioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro. Domenica [[4 settembre]], mentre la delegazione sindacale era in trattative, le forze dell'ordine spararono sugli operai riuniti di fronte alla sede della direzione generale della miniera. Morirono tre lavoratori e tantissimi furono i feriti.  
All'inizio del '900 l'idea socialista, e in parte quella anarchica, cominciò finalmente ad attecchire nell'isola: dal [[1892]] al [[1900]] si registrarono solo 9 [[sciopero|scioperi]], ma tra il [[1901]] e il [[1903]] il numero salì a 15, a dimostrazione dell'aumento della conflittualità. Nel [[1904]], la cittadina mineraria di [[Eccidio di Bugerru|Bugerru]] (Cagliari) fu investita d una serie di proteste e scioperi dei minatori guidati dalla ''Lega di resistenza'' che contava ben 4.000 iscritti. Le loro rivendicazioni riguardavano l'incremento dei salari ed il miglioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro. Domenica [[4 settembre]], mentre la delegazione sindacale era in trattative, le forze dell'ordine spararono sugli operai riuniti di fronte alla sede della direzione generale della miniera. Morirono tre lavoratori e tantissimi furono i feriti.  
[[File:Eccidio_Buggerru_1904.jpg|thumb|left|Durante lo sciopero di Buggerru (Sardegna, Sulcis Iglesiente) del [[4 settembre]] [[1904]] l'[[esercito]] sparò sui manifestanti uccidendone quattro e ferendone undici]]
[[File:Eccidio_Buggerru_1904.jpg|thumb|left|Durante lo sciopero di Buggerru (Sardegna, Sulcis Iglesiente) del [[4 settembre]] [[1904]] l'[[esercito]] sparò sui manifestanti uccidendone quattro e ferendone undici]]
Nel [[1906]], per protesta contro il caro vita <ref name="campidano">''Il cammino dei sardi'', Natale Sanna, pag 433</ref>, si registrarono saccheggi, [[sabotaggio|sabotaggi]] e incendi di edifici istituzionali, soprattutto a Cagliari, nel Campidano e nel Sarrabus). A Cagliari furono le operaie delle Manifattura Tabacchi - Bonaria Cortis, Adelaide Nieddu e Assunta Marini - ad arringare la folla in favore della lotta e dello [[sciopero generale]]. Le guardie regie spararono sull'enorme massa di persone riversate nelle strade e due ragazzi di 16 e 19 anni persero la vita. Nella zona tra Muravera, San Vito e Villaputzu, le autorità  abbandonarono le istituzioni e i contadini diedero vita ad un comitato di autogoverno che autogestì i paesi sino alla terriible [[repressione]] che si scatenò nel giro di poco tempo: 17 morti a Gonnesa, 7 a Monte Scorra e 6 Nebida. <ref>[http://pdcicagliari.altervista.org/Microsoft%20Word%20-%20PRESENTAZIONE%20MAGGIO%201906_rtf.pdf Sergio Atzeni. Quel 1906]</ref>
Nel [[1906]], per protesta contro il caro vita <ref name="campidano">''Il cammino dei sardi'', Natale Sanna, pag 433</ref>, si registrarono saccheggi, [[sabotaggio|sabotaggi]] e incendi di edifici istituzionali, soprattutto a Cagliari, nel Campidano e nel Sarrabus). A Cagliari furono le operaie delle Manifattura Tabacchi - Bonaria Cortis, Adelaide Nieddu e Assunta Marini - ad arringare la folla in favore della lotta e dello [[sciopero generale]]. Le guardie regie spararono sull'enorme massa di persone riversate nelle strade e due ragazzi di 16 e 19 anni persero la vita. Nella zona tra Muravera, San Vito e Villaputzu, le autorità  abbandonarono le istituzioni e i contadini diedero vita ad un comitato di autogoverno che autogestì i paesi sino alla terriible [[repressione]] che si scatenò nel giro di poco tempo: 17 morti a Gonnesa, 7 a Monte Scorra e 6 Nebida. <ref>[http://pdcicagliari.altervista.org/Microsoft%20Word%20-%20PRESENTAZIONE%20MAGGIO%201906_rtf.pdf Sergio Atzeni. Quel 1906]</ref>
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