Storia dell'anarchismo nel Regno Unito: differenze tra le versioni

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[[File:William-Morris-014.jpg|300x|thumb|left|[[William Morris]]]]
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[[File:The commonweal.jpg|300x|thumb|Testata di ''[[The Commonweal]]'' del [[30 maggio]] [[1891]].]]
[[File:The commonweal.jpg|300x|thumb|Testata di ''[[The Commonweal]]'' del [[30 maggio]] [[1891]].]]
[[File:Freedom3.jpg|miniatura|200px|left|Prima pagina del primo numero di ''Freedom''.]]
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L'[[anarchismo]] continentale influenzò il movimento [[socialista]], che si andava lentamente affermando nel decennio [[1880]]-[[1990]], soprattutto grazie all'attività personale di un piccolo numero d'inglesi che frequentavano i clubs operai; dei sei delegati inglesi partecipanti al congresso anarchico internazionale del [[1881]], quattro avevano credenziali di clubs di Soho. Popo dopo questo congresso fu fondata la prima organizzazione anarchica in [[Gran Bretagna]], la [[Labour Emancipation League]], emanazione di una fazione [[rivoluzionaria]] dello Stratford Radicai Club. Era suo leader [[Joseph Lane]], un anziano carrettiere che ricordava i giorni dei cartisti ed era da molto tempo un attivo oratore "all'aria aperta". La [[Labour Emancipation League]], che trovò un modesto seguito fra gli operai dell'East End, era dominata dall'[[anarchismo]] di [[Joseph Lane|Lane]] e [[Franz Kitz]], uno fra i militanti del Club di Rose Street, e si oppose energicamente al [[socialismo di Stato]] e all'attività parlamentare. In quei primi, pacifici giorni del movimento operaio inglese non esisteva, fra [[anarchismo]] e [[socialismo]], la rigorosa distinzione stabilita poi dalla [[II Internazionale]] e nel [[1884]] la [[Labour Emancipation League]] si affiliò alla Social Democratic Federation, che riunì quasi tutte le piccole fazioni [[socialiste]] inglesi, con l'eccezione dei troppo intellettuali fabiani. L'unione non durò a lungo, a causa del carattere dittatoriale di Henry Mayers Hyndman, leader [[marxista]] della Federazione. Nel dicembre [[1884]] questa era in [[rivolta]] e quasi tutti i suoi membri di maggior rilievo, compresi [[William Morris]], [[Belfort Bax]] ed [[Eleanor Marx Aveling]], si dimisero segno di protesta. La [[Labour Emancipation League]] li seguì nella nuova organizzazione da essi creata, la Lega socialista, che poco dopo cominciò a pubblicare ''[[The Commonweal]]'', sotto la direzione di [[William Morris]]. In seno alla Lega la fazione [[anarchica]], capeggiata da [[Joseph Lane|Lane]], [[Franz Kitz|Kitz]] e [[Charles Wilfred Mowbray|Mowbray]], raccolse rapidamente proseliti e si avviò ad una posizione di predominio. Essa trovò un temporaneo alleato in [[William Morris]], i cui rapporti con l'[[anarchismo]] non sono facili a definirsi. In ''La terra promessa'' egli dipinse la paradisiaca [[anarchia]] che i [[libertari]] sognavano da tre secoli. Anche nel non utopistico presente condivideva pienamente il disprezzo degli anarchici per i voltafaccia e i compromessi della politica e mantenne sino alla fine il suo atteggiamento antiparlamentare; concedeva, infatti, al massimo che sarebbe stato giustificato da parte dei [[socialisti]] entrare in parlamento se fossero stati sicuri di ottenere una maggioranza tanto forte da potere, con i loro voti, imporre la definitiva scomparsa di quell'istituzione. Per lui, come per gli anarchici, era necessario trovare un mezzo grazie al quale il popolo potesse «distruggere da solo la sua schiavitù». [[William Morris|Morris]] dissentiva dagli anarchici della Lega socialista a proposito della loro estremistica difesa della [[violenza]], della loro insistenza sugli aspetti negativi della [[rivoluzione]]. Considerava necessario un lungo processo di educazione prima che la lotta per la trasformazione della [[società]] potesse anche soltanto cominciare. Ma questo, benché portasse nel [[socialismo]] di [[William Morris|Morris]] un elemento di [[gradualismo rivoluzionario|gradualismo]], non lo escluse dalla tradizione [[libertaria]]: [[Godwin]] e [[Proudhon]] nutrivano la stessa convinzione e nei suoi ultimi anni [[Kropotkin]] non fu molto lontano dal condividerla. È vero che, amareggiato dalle esperienze nella Lega socialista, [[William Morris|Morris]] negò categoricamente di essere un anarchico, ma le sue dichiarazioni in proposito dimostrano chiaramente che per [[anarchia]] intendeva [[anomia]] ed egoismo. <ref>«Essere anarchici significa, per come l'intendo io, distruggere ogni sorta di leggi e di norme, farne a meno, consentire a ciascuno di fare soltanto ciò che gli piace. Io non voglio che gli uomini facciano soltanto ciò che piace loro; voglio che essi riflettano su ciò che è bene per i loro simili, agiscano per il bene dei loro simili, per il bene comune. Ora, ciò che costituisce il bene comune, o la nozione comune di ciò che è bene per tutti, si esprimerà sempre e dovrà sempre esprimersi in leggi d'un tipo o d'un altro: o leggi politiche - adottate dai cittadini in pubblica assemblea, come anticamente dalle assemblee popolari, o se volete da consigli o parlamenti del popolo - o costumi sociali, frutto dell'esperienza della [[società]]».</ref> Sulla base dell'ideale di [[William Morris|Morris]] gli uomini devono agire per il bene dei loro simili e il bene comune deve essere protetto da «costumi sociali, frutto dell'esperienza della [[società]]». [[William Morris|Morris]] ammetteva, entro certi limiti, un tipo di [[democrazia diretta]] che avrebbe lasciato la sovranità al popolo. Ma è evidente che egli faceva a malincuore quelle poche concessioni al principio dell'[[autorità]] popolare: ne ''La terra promessa'', quadro della [[società]] da lui sognata, non rimane neppur la più vaga parvenza di [[autorità]] o di un governo; è un mondo veramente e compiutamente anarchico quello in cui lo scrittore ci invita ad entrare. Siamo dunque costretti a concludere che le gravi divergenze insorte più tardi fra [[William Morris|Morris]] e gli anarchici della Lega socialista fossero questioni di personalità più che di ideologia e che più stretti rapporti con [[Kropotkin]] avrebbero aiutato [[William Morris|Morris]] a formarsi un'idea più chiara sia dell'[[anarchismo]] sia dei propri rapporti con esso.
L'[[anarchismo]] continentale influenzò il movimento [[socialista]], che si andava lentamente affermando nel decennio [[1880]]-[[1990]], soprattutto grazie all'attività personale di un piccolo numero d'inglesi che frequentavano i clubs operai; dei sei delegati inglesi partecipanti al congresso anarchico internazionale del [[1881]], quattro avevano credenziali di clubs di Soho. Popo dopo questo congresso fu fondata la prima organizzazione anarchica in [[Gran Bretagna]], la [[Labour Emancipation League]], emanazione di una fazione [[rivoluzionaria]] dello Stratford Radicai Club. Era suo leader [[Joseph Lane]], un anziano carrettiere che ricordava i giorni dei cartisti ed era da molto tempo un attivo oratore "all'aria aperta". La [[Labour Emancipation League]], che trovò un modesto seguito fra gli operai dell'East End, era dominata dall'[[anarchismo]] di [[Joseph Lane|Lane]] e [[Franz Kitz]], uno fra i militanti del Club di Rose Street, e si oppose energicamente al [[socialismo di Stato]] e all'attività parlamentare. In quei primi, pacifici giorni del movimento operaio inglese non esisteva, fra [[anarchismo]] e [[socialismo]], la rigorosa distinzione stabilita poi dalla [[II Internazionale]] e nel [[1884]] la [[Labour Emancipation League]] si affiliò alla Social Democratic Federation, che riunì quasi tutte le piccole fazioni [[socialiste]] inglesi, con l'eccezione dei troppo intellettuali fabiani. L'unione non durò a lungo, a causa del carattere dittatoriale di Henry Mayers Hyndman, leader [[marxista]] della Federazione. Nel dicembre [[1884]] questa era in [[rivolta]] e quasi tutti i suoi membri di maggior rilievo, compresi [[William Morris]], [[Belfort Bax]] ed [[Eleanor Marx Aveling]], si dimisero segno di protesta. La [[Labour Emancipation League]] li seguì nella nuova organizzazione da essi creata, la Lega socialista, che poco dopo cominciò a pubblicare ''[[The Commonweal]]'', sotto la direzione di [[William Morris]]. In seno alla Lega la fazione [[anarchica]], capeggiata da [[Joseph Lane|Lane]], [[Franz Kitz|Kitz]] e [[Charles Wilfred Mowbray|Mowbray]], raccolse rapidamente proseliti e si avviò ad una posizione di predominio. Essa trovò un temporaneo alleato in [[William Morris]], i cui rapporti con l'[[anarchismo]] non sono facili a definirsi. In ''La terra promessa'' egli dipinse la paradisiaca [[anarchia]] che i [[libertari]] sognavano da tre secoli. Anche nel non utopistico presente condivideva pienamente il disprezzo degli anarchici per i voltafaccia e i compromessi della politica e mantenne sino alla fine il suo atteggiamento antiparlamentare; concedeva, infatti, al massimo che sarebbe stato giustificato da parte dei [[socialisti]] entrare in parlamento se fossero stati sicuri di ottenere una maggioranza tanto forte da potere, con i loro voti, imporre la definitiva scomparsa di quell'istituzione. Per lui, come per gli anarchici, era necessario trovare un mezzo grazie al quale il popolo potesse «distruggere da solo la sua schiavitù». [[William Morris|Morris]] dissentiva dagli anarchici della Lega socialista a proposito della loro estremistica difesa della [[violenza]], della loro insistenza sugli aspetti negativi della [[rivoluzione]]. Considerava necessario un lungo processo di educazione prima che la lotta per la trasformazione della [[società]] potesse anche soltanto cominciare. Ma questo, benché portasse nel [[socialismo]] di [[William Morris|Morris]] un elemento di [[gradualismo rivoluzionario|gradualismo]], non lo escluse dalla tradizione [[libertaria]]: [[Godwin]] e [[Proudhon]] nutrivano la stessa convinzione e nei suoi ultimi anni [[Kropotkin]] non fu molto lontano dal condividerla. È vero che, amareggiato dalle esperienze nella Lega socialista, [[William Morris|Morris]] negò categoricamente di essere un anarchico, ma le sue dichiarazioni in proposito dimostrano chiaramente che per [[anarchia]] intendeva [[anomia]] ed egoismo. <ref>«Essere anarchici significa, per come l'intendo io, distruggere ogni sorta di leggi e di norme, farne a meno, consentire a ciascuno di fare soltanto ciò che gli piace. Io non voglio che gli uomini facciano soltanto ciò che piace loro; voglio che essi riflettano su ciò che è bene per i loro simili, agiscano per il bene dei loro simili, per il bene comune. Ora, ciò che costituisce il bene comune, o la nozione comune di ciò che è bene per tutti, si esprimerà sempre e dovrà sempre esprimersi in leggi d'un tipo o d'un altro: o leggi politiche - adottate dai cittadini in pubblica assemblea, come anticamente dalle assemblee popolari, o se volete da consigli o parlamenti del popolo - o costumi sociali, frutto dell'esperienza della [[società]]».</ref> Sulla base dell'ideale di [[William Morris|Morris]] gli uomini devono agire per il bene dei loro simili e il bene comune deve essere protetto da «costumi sociali, frutto dell'esperienza della [[società]]». [[William Morris|Morris]] ammetteva, entro certi limiti, un tipo di [[democrazia diretta]] che avrebbe lasciato la sovranità al popolo. Ma è evidente che egli faceva a malincuore quelle poche concessioni al principio dell'[[autorità]] popolare: ne ''La terra promessa'', quadro della [[società]] da lui sognata, non rimane neppur la più vaga parvenza di [[autorità]] o di un governo; è un mondo veramente e compiutamente anarchico quello in cui lo scrittore ci invita ad entrare. Siamo dunque costretti a concludere che le gravi divergenze insorte più tardi fra [[William Morris|Morris]] e gli anarchici della Lega socialista fossero questioni di personalità più che di ideologia e che più stretti rapporti con [[Kropotkin]] avrebbero aiutato [[William Morris|Morris]] a formarsi un'idea più chiara sia dell'[[anarchismo]] sia dei propri rapporti con esso.
Ma nei primi tempi della Lega socialista [[William Morris|Morris]] e gli anarchici lavoravano ancora in apparente armonia; insieme ottennero, nel giugno [[1887]], una decisione di maggioranza che impegnava la Lega all'antiparlamentarismo. I [[marxisti]] e i [[socialisti]] moderati si dimisero e gli anarchici assunsero rapidamente il controllo dell'organizzazione. Nel [[1889]] si assicurarono una maggioranza in seno al consiglio esecutivo
Ma nei primi tempi della Lega socialista [[William Morris|Morris]] e gli anarchici lavoravano ancora in apparente armonia; insieme ottennero, nel giugno [[1887]], una decisione di maggioranza che impegnava la Lega all'antiparlamentarismo. I [[marxisti]] e i [[socialisti]] moderati si dimisero e gli anarchici assunsero rapidamente il controllo dell'organizzazione. Nel [[1889]] si assicurarono una maggioranza in seno al consiglio esecutivo
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