Storia dell'anarchismo nel Regno Unito: differenze tra le versioni

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Vera culla dell'[[anarchismo]] britannico moderno furono i clubs per lavoratori stranieri fondati a Soho già nel decennio [[1840]]-[[1850]] e un po' più tardi nell'East End di Londra. Il Club di Rose Street a Soho, l'Autonomie Club in Windmill Street e più tardi (dopo il [[1885]]) l'Intemational Club in Bemers Street (quartiene di Whitechapel) furono i centri preferiti della fazione anarchica fra gli espatriati. Il Club di Rose Street era la roccaforte dei seguaci di [[Johann Most]], che era arrivato in [[Inghilterra]] nel [[1878]] e l'anno seguente aveva fondato ''[[Freiheit]]'', il primo giornale anarchico pubblicato su suolo inglese. Scotland Yard, chiudendo gli occhi per discrezione, in genere lasciava che gli espatriati svolgessero in pace le loro attività politiche e per una sorta di tacito "gentlemen's agreement" quasi tutti i [[rivoluzionari]] stranieri evitavano di intromettersi nelle faccende politiche inglesi e di procurare guai al governo britannico sul piano internazionale. Ma [[Johann Most|Most]] dimenticò la discrezione nel [[1881]], quando dedicò un editoriale entusiasta all'assassinio di Alessandro II; finì in carcere e vi rimase 18 mesi. I compagni a cui aveva affidato ''[[Freiheit]]'' non vollero apparire meno coraggiosi di lui e, quando i ribelli irlandesi assassinarono Lord Cavendish in Phoenix Park, proclamarono a gran voce la loro [[solidarietà]] con gli uccisori. Ciò rappresentava una chiara ingerenza in una questione che riguardava la politica inglese; vi fu un'incursione della [[polizia]] nella redazione del giornale e questo fu soppresso. Ne furono pubblicati alcuni numeri in [[Svizzera]] e quando [[Johann Most|Most]] fu scarcerato il giornale iniziò negli [[Stati Uniti]] una nuova, sensazionale carriera. ''[[Freiheit]]'' era destinata alla propaganda in [[Austria]] e in [[Germania]] ed ebbe poca influenza in [[Inghilterra]], tranne fra gli espatriati.  
Vera culla dell'[[anarchismo]] britannico moderno furono i clubs per lavoratori stranieri fondati a Soho già nel decennio [[1840]]-[[1850]] e un po' più tardi nell'East End di Londra. Il Club di Rose Street a Soho, l'Autonomie Club in Windmill Street e più tardi (dopo il [[1885]]) l'Intemational Club in Bemers Street (quartiene di Whitechapel) furono i centri preferiti della fazione anarchica fra gli espatriati. Il Club di Rose Street era la roccaforte dei seguaci di [[Johann Most]], che era arrivato in [[Inghilterra]] nel [[1878]] e l'anno seguente aveva fondato ''[[Freiheit]]'', il primo giornale anarchico pubblicato su suolo inglese. Scotland Yard, chiudendo gli occhi per discrezione, in genere lasciava che gli espatriati svolgessero in pace le loro attività politiche e per una sorta di tacito "gentlemen's agreement" quasi tutti i [[rivoluzionari]] stranieri evitavano di intromettersi nelle faccende politiche inglesi e di procurare guai al governo britannico sul piano internazionale. Ma [[Johann Most|Most]] dimenticò la discrezione nel [[1881]], quando dedicò un editoriale entusiasta all'assassinio di Alessandro II; finì in carcere e vi rimase 18 mesi. I compagni a cui aveva affidato ''[[Freiheit]]'' non vollero apparire meno coraggiosi di lui e, quando i ribelli irlandesi assassinarono Lord Cavendish in Phoenix Park, proclamarono a gran voce la loro [[solidarietà]] con gli uccisori. Ciò rappresentava una chiara ingerenza in una questione che riguardava la politica inglese; vi fu un'incursione della [[polizia]] nella redazione del giornale e questo fu soppresso. Ne furono pubblicati alcuni numeri in [[Svizzera]] e quando [[Johann Most|Most]] fu scarcerato il giornale iniziò negli [[Stati Uniti]] una nuova, sensazionale carriera. ''[[Freiheit]]'' era destinata alla propaganda in [[Austria]] e in [[Germania]] ed ebbe poca influenza in [[Inghilterra]], tranne fra gli espatriati.  
[[File:William-Morris-014.jpg|300x|thumb|left|[[William Morris]]]]
[[File:William-Morris-014.jpg|300x|thumb|left|[[William Morris]]]]
L'[[anarchismo]] continentale influenzò il movimento [[socialista]], che si andava lentamente affermando nel decennio [[1880]]-[[1990]], soprattutto grazie all'attività personale di un piccolo numero d'inglesi che frequentavano i clubs operai; dei sei delegati inglesi partecipanti al congresso anarchico internazionale del [[1881]], quattro avevano credenziali di clubs di Soho. Popo dopo questo congresso fu fondata la prima organizzazione anarchica in [[Gran Bretagna]], la [[Labour Emancipation League]], emanazione di una fazione [[rivoluzionaria]] dello Stratford Radicai Club. Era suo leader [[Joseph Lane]], un anziano carrettiere che ricordava i giorni dei cartisti ed era da molto tempo un attivo oratore "all'aria aperta". La [[Labour Emancipation League]], che trovò un modesto seguito fra gli operai dell'East End, era dominata dall'[[anarchismo]] di [[Joseph Lane|Lane]] e [[Franz Kitz]], uno fra i militanti del Club di Rose Street, e si oppose energicamente al [[socialismo di Stato]] e all'attività parlamentare. In quei primi, pacifici giorni del movimento operaio inglese non esisteva, fra [[anarchismo]] e [[socialismo]], la rigorosa distinzione stabilita poi dalla [[II Internazionale]] e nel [[1884]] la [[Labour Emancipation League]] si affiliò alla Social Democratic Federation, che riunì quasi tutte le piccole fazioni [[socialiste]] inglesi, con l'eccezione dei troppo intellettuali fabiani. L'unione non durò a lungo, a causa del carattere dittatoriale di Henry Mayers Hyndman, leader [[marxista]] della Federazione. Nel dicembre [[1884]] questa era in [[rivolta]] e quasi tutti i suoi membri di maggior rilievo, compresi [[William Morris]], [[Belfort Bax]] ed [[Eleanor Marx Aveling]], si dimisero segno di protesta. La [[Labour Emancipation League]] li seguì nella nuova organizzazione da essi creata, la Lega socialista, che poco dopo cominciò a pubblicare ''[[Commonweal]]'', sotto la direzione di [[William Morris]]. In seno alla Lega la fazione [[anarchica]], capeggiata da [[Joseph Lane|Lane]], [[Franz Kitz|Kitz]] e [[Charles Wilfred Mowbray|Mowbray]], raccolse rapidamente proseliti e si avviò ad una posizione di predominio. Essa trovò un temporaneo alleato in [[William Morris]], i cui rapporti con l'[[anarchismo]] non sono facili a definirsi. In ''La terra promessa'' egli non dipinse la paradisiaca [[anarchia]] che i [[libertari]] sognavano da tre secoli. Anche nel non utopistico presente condivideva pienamente il disprezzo degli anarchici per i voltafaccia e i compromessi della politica e mantenne sino alla fine il suo atteggiamento antiparlamentare; concedeva, infatti, al massimo che sarebbe stato giustificato da parte dei [[socialisti]] entrare in parlamento se fossero stati sicuri di ottenere una maggioranza tanto forte da potere, con i loro voti, imporre la definitiva scomparsa di quell'istituzione. Per lui, come per gli anarchici, era necessario trovare un mezzo grazie al quale il popolo potesse «distruggere da solo la sua schiavitù». [[William Morris|Morris]] dissentiva dagli anarchici della Lega socialista a proposito della loro estremistica difesa della [[violenza]], della loro insistenza sugli aspetti negativi della [[rivoluzione]]. Considerava necessario un lungo processo di educazione prima che la lotta per la trasformazione della [[società]] potesse anche soltanto cominciare. Ma questo, benché portasse nel [[socialismo]] di [[William Morris|Morris]] un elemento di [[gradualismo]], non lo escluse dalla tradizione [[libertaria]]: [[Godwin]] e [[Proudhon]] nutrivano la stessa convinzione, e nei suoi ultimi anni [[Kropotkin]] non fu molto lontano dal condividerla. È vero anche che, amareggiato dalle esperienze nella Lega socialista, [[William Morris|Morris]] negò categoricamente di essere un anarchico, ma le sue dichiarazioni in proposito dimostrano chiaramente che per [[anarchismo]] intendeva individualismo. <ref>«Essere anarchici significa, per come l'intendo io, distruggere ogni sorta di leggi e di norme, fame a meno, consentire a ciascuno di fare soltanto ciò che gli piace. Io non voglio che gli uomini facciano soltanto ciò che piace loro; voglio che essi riflettano su ciò che è bene per i loro simili, agiscano per il bene dei loro simili, per il bene comune. Ora, ciò che costituisce il bene comune, o la nozione comune di ciò che è bene per tutti, si esprimerà sempre e dovrà sempre esprimersi in leggi d'un tipo o d'un altro: o leggi politiche - adottate dai cittadini in pubblica assemblea, come anticamente dalle assemblee popolari, o se volete da consigli o parlamenti del popolo - o costumi sociali, frutto dell'esperienza della [[società]]».</ref>
L'[[anarchismo]] continentale influenzò il movimento [[socialista]], che si andava lentamente affermando nel decennio [[1880]]-[[1990]], soprattutto grazie all'attività personale di un piccolo numero d'inglesi che frequentavano i clubs operai; dei sei delegati inglesi partecipanti al congresso anarchico internazionale del [[1881]], quattro avevano credenziali di clubs di Soho. Popo dopo questo congresso fu fondata la prima organizzazione anarchica in [[Gran Bretagna]], la [[Labour Emancipation League]], emanazione di una fazione [[rivoluzionaria]] dello Stratford Radicai Club. Era suo leader [[Joseph Lane]], un anziano carrettiere che ricordava i giorni dei cartisti ed era da molto tempo un attivo oratore "all'aria aperta". La [[Labour Emancipation League]], che trovò un modesto seguito fra gli operai dell'East End, era dominata dall'[[anarchismo]] di [[Joseph Lane|Lane]] e [[Franz Kitz]], uno fra i militanti del Club di Rose Street, e si oppose energicamente al [[socialismo di Stato]] e all'attività parlamentare. In quei primi, pacifici giorni del movimento operaio inglese non esisteva, fra [[anarchismo]] e [[socialismo]], la rigorosa distinzione stabilita poi dalla [[II Internazionale]] e nel [[1884]] la [[Labour Emancipation League]] si affiliò alla Social Democratic Federation, che riunì quasi tutte le piccole fazioni [[socialiste]] inglesi, con l'eccezione dei troppo intellettuali fabiani. L'unione non durò a lungo, a causa del carattere dittatoriale di Henry Mayers Hyndman, leader [[marxista]] della Federazione. Nel dicembre [[1884]] questa era in [[rivolta]] e quasi tutti i suoi membri di maggior rilievo, compresi [[William Morris]], [[Belfort Bax]] ed [[Eleanor Marx Aveling]], si dimisero segno di protesta. La [[Labour Emancipation League]] li seguì nella nuova organizzazione da essi creata, la Lega socialista, che poco dopo cominciò a pubblicare ''[[Commonweal]]'', sotto la direzione di [[William Morris]]. In seno alla Lega la fazione [[anarchica]], capeggiata da [[Joseph Lane|Lane]], [[Franz Kitz|Kitz]] e [[Charles Wilfred Mowbray|Mowbray]], raccolse rapidamente proseliti e si avviò ad una posizione di predominio. Essa trovò un temporaneo alleato in [[William Morris]], i cui rapporti con l'[[anarchismo]] non sono facili a definirsi. In ''La terra promessa'' egli non dipinse la paradisiaca [[anarchia]] che i [[libertari]] sognavano da tre secoli. Anche nel non utopistico presente condivideva pienamente il disprezzo degli anarchici per i voltafaccia e i compromessi della politica e mantenne sino alla fine il suo atteggiamento antiparlamentare; concedeva, infatti, al massimo che sarebbe stato giustificato da parte dei [[socialisti]] entrare in parlamento se fossero stati sicuri di ottenere una maggioranza tanto forte da potere, con i loro voti, imporre la definitiva scomparsa di quell'istituzione. Per lui, come per gli anarchici, era necessario trovare un mezzo grazie al quale il popolo potesse «distruggere da solo la sua schiavitù». [[William Morris|Morris]] dissentiva dagli anarchici della Lega socialista a proposito della loro estremistica difesa della [[violenza]], della loro insistenza sugli aspetti negativi della [[rivoluzione]]. Considerava necessario un lungo processo di educazione prima che la lotta per la trasformazione della [[società]] potesse anche soltanto cominciare. Ma questo, benché portasse nel [[socialismo]] di [[William Morris|Morris]] un elemento di [[gradualismo rivoluzionario|gradualismo]], non lo escluse dalla tradizione [[libertaria]]: [[Godwin]] e [[Proudhon]] nutrivano la stessa convinzione, e nei suoi ultimi anni [[Kropotkin]] non fu molto lontano dal condividerla. È vero anche che, amareggiato dalle esperienze nella Lega socialista, [[William Morris|Morris]] negò categoricamente di essere un anarchico, ma le sue dichiarazioni in proposito dimostrano chiaramente che per [[anarchismo]] intendeva individualismo. <ref>«Essere anarchici significa, per come l'intendo io, distruggere ogni sorta di leggi e di norme, fame a meno, consentire a ciascuno di fare soltanto ciò che gli piace. Io non voglio che gli uomini facciano soltanto ciò che piace loro; voglio che essi riflettano su ciò che è bene per i loro simili, agiscano per il bene dei loro simili, per il bene comune. Ora, ciò che costituisce il bene comune, o la nozione comune di ciò che è bene per tutti, si esprimerà sempre e dovrà sempre esprimersi in leggi d'un tipo o d'un altro: o leggi politiche - adottate dai cittadini in pubblica assemblea, come anticamente dalle assemblee popolari, o se volete da consigli o parlamenti del popolo - o costumi sociali, frutto dell'esperienza della [[società]]».</ref>


Nessun anarchico tranne uno [[stirneriano]] arrabbiato potrebbe non essere d'accordo con l'ideale di [[William Morris|Morris]], con l'idea che gli uomini devono agire per il bene dei loro simili; uno dei principali dogmi anarchici afferma anzi che la [[libertà]] dà modo di manifestarsi alla naturale socialità umana, mentre il rilievo dato dagli anarchici al potere dell'opinione pubblica nel disciplinare l'individuo anti-sociale ci autorizza a pensare che nessuno di loro troverebbe nulla da obiettare all'idea di [[William Morris|Morris]] che il bene comune debba essere protetto da «costumi sociali, frutto dell’esperienza della società». Un anarchico, per contro, non accetterebbe l'idea di leggi votate da assemblee o consigli del popolo. Qui per l'appunto sta la vera differenza tra [[William Morris|Morris]] e gli anarchici. [[William Morris|Morris]] ammetteva, entro certi limiti, un tipo di [[democrazia diretta]] che avrebbe lasciato la sovranità al popolo; gli anarchici negano qualsiasi tipo di democrazia e riservano la sovranità all'individuo. Ma è evidente che anche [[William Morris|Morris]] faceva a malincuore quelle poche concessioni al principio dell'[[autorità]] popolare: ne ''La terra promessa'', quadro della società da lui sognata, non rimane neppur la più vaga parvenza di [[autorità]] o di un governo; è un mondo veramente e compiutamente anarchico quello in cui lo
Nessun anarchico tranne uno [[stirneriano]] arrabbiato potrebbe non essere d'accordo con l'ideale di [[William Morris|Morris]], con l'idea che gli uomini devono agire per il bene dei loro simili; uno dei principali dogmi anarchici afferma anzi che la [[libertà]] dà modo di manifestarsi alla naturale socialità umana, mentre il rilievo dato dagli anarchici al potere dell'opinione pubblica nel disciplinare l'individuo anti-sociale ci autorizza a pensare che nessuno di loro troverebbe nulla da obiettare all'idea di [[William Morris|Morris]] che il bene comune debba essere protetto da «costumi sociali, frutto dell’esperienza della società». Un anarchico, per contro, non accetterebbe l'idea di leggi votate da assemblee o consigli del popolo. Qui per l'appunto sta la vera differenza tra [[William Morris|Morris]] e gli anarchici. [[William Morris|Morris]] ammetteva, entro certi limiti, un tipo di [[democrazia diretta]] che avrebbe lasciato la sovranità al popolo; gli anarchici negano qualsiasi tipo di democrazia e riservano la sovranità all'individuo. Ma è evidente che anche [[William Morris|Morris]] faceva a malincuore quelle poche concessioni al principio dell'[[autorità]] popolare: ne ''La terra promessa'', quadro della società da lui sognata, non rimane neppur la più vaga parvenza di [[autorità]] o di un governo; è un mondo veramente e compiutamente anarchico quello in cui lo
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