Storia dell'anarchismo nel Regno Unito: differenze tra le versioni

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#REDIRECT[[Storia dell'anarchismo in Gran Bretagna]]
 
L'[[anarchismo]] come movimento nacque in [[Gran Bretagna]] fra il [[1880]] e il [[1890]], sotto l'influenza di modelli stranieri più che indigeni. Né gli scritti di [[Godwin]] e dei suoi discepoli, né il primitivo sindacalismo di [[Robert Owen]], con la sua Grand National Consolidated Trades Union, o di [[William Benbow]], con la sua primitiva versione dello [[sciopero]] come inizio di un'era nuova, portarono alcun diretto contributo all'[[anarchismo]] dell'ultima parte del secolo XIX. Semmai, la loro influenza ne impedì l'affermarsi in [[Inghilterra]], in quanto quel ripudio del potere che fu il loro legato al movimento operaio inglese produsse un'ostinata e durevole sfiducia nell'autorità centralizzata che in certi momenti fece apparire l'[[anarchia]] un estremismo inutile. Vera culla dell'[[anarchismo]] britannico moderno furono i clubs per lavoratori stranieri fondati a Soho già nel decennio [[1840]]-[[1850]], e un po' più tardi nell'East End di Londra. Il Club di Rose Street a Soho, l'Autonomie Club in Windmill Street, e più tardi (dopo il [[1885]]) l'Intemational Club in Bemers Street, Whitechapel, furono i centri preferiti della fazione anarchica fra gli espatriati.
Il Club di Rose Street era la roccaforte dei seguaci di [[Johann Most]], che era arrivato in Inghilterra nel [[1878]] e l'anno seguente aveva fondato ''[[Die Freiheit]]'', il primo giornale anarchico pubblicato su suolo inglese. Scotland Yard, chiudendo gli occhi per discrezione, in genere lasciava che gli espatriati svolgessero in pace le loro attività politiche, e per una sorta di tacito "gentlemen's agreement" quasi tutti i [[rivoluzionari]] stranieri evitavano di intromettersi nelle faccende politiche inglesi e di procurare guai al governo britannico sul piano intemazionale. Ma [[Johann Most|Most]] dimenticò la discrezione, nel [[1881]], quando dedicò un editoriale entusiasta
all'assassinio di Alessandro II; fini in carcere e vi rimase 18 mesi. I compagni a cui aveva affidato ''[[Die Freiheit]]'' non vollero apparire meno coraggiosi di lui e, quando i ribelli irlandesi assassinarono Lord Cavendish in Phoenix
Park, proclamarono a gran voce la loro solidarietà con gli uccisori. Ciò rappresentava una chiara ingerenza in una questione che riguardava la politica inglese; vi fu un'incursione della [[polizia]] nella redazione del giornale, e questo fu soppresso. Ne furono pubblicati alcuni numeri in [[Svizzera]], e quando [[Johann Most|Most]] fu scarcerato il giornale iniziò negli [[Stati Uniti]] una nuova, sensazionale carriera, la cui storia appartiene a un'altra parte di questo capitolo. ''[[Die Freiheit]]'' era destinata alla propaganda in [[Austria]] e in [[Germania]] ed ebbe poca influenza in [[Inghilterra]], tranne fra gli espatriati. L'[[anarchismo]] continentale influenzò il movimento [[socialista]], che si andava lentamente affermando nel decennio [[1880]]-[[1990]], soprattutto grazie all'attività personale di un piccolo numero d'inglesi che frequentavano i clubs operai; dei sei delegati inglesi partecipanti al congresso anarchico intemazionale del [[1881]], quattro avevano credenziali di clubs di Soho. Popo dopo questo congresso fu fondata la prima organizzazione anarchica in [[Gran Bretagna]], la [[Labour Emancipation League]], emanazione di una fazione [[rivoluzionaria]] dello Stratford Radicai Club. Era suo leader [[Joseph Lane]], un anziano carrettiere che ricordava i giorni dei cartisti ed era da molto tempo un attivo oratore "all'aria aperta". La [[Labour Emancipation League]], che trovò un modesto seguito fra gli operai dell'East End, era dominata dall'[[anarchismo]] di [[Joseph Lane|Lane]] e [[Franz Kitz]], uno fra i militanti del Club di Rose Street, e si oppose energicamente al [[socialismo di Stato]] e all'attività parlamentare. In quei primi, pacifici giorni del movimento operaio inglese non esisteva, fra [[anarchismo]] e [[socialismo]], la rigorosa distinzione stabilita poi dalla [[II Intemazionale]], e nel [[1884]] la [[Labour Emancipation League]] si affiliò alla Social Democratic Federation, che riunì quasi tutte le piccole fazioni [[socialiste]] inglesi, con l'eccezione dei troppo intellettuali Fabiani. L'unione non durò a lungo, a causa del carattere dittatoriale di H. M. Hyndman, leader [[marxista]] della Federazione. Nel dicembre [[1884]] questa era in rivolta, e quasi tutti i suoi membri di maggior rilievo, compresi [[William Morris]], [[Belfort Bax]] ed [[Eleanor Marx Aveling]], se ne dimiseroin segno di protesta. La [[Labour Emancipation League]] li seguì nella nuova organizzazione da essi creata, la Lega socialista, che poco dopo cominciò a pubblicare ''[[Commonweal]]'', sotto la direzione di [[William Morris]]. In seno alla Lega la fazione [[anarchica]], capeggiata da [[Joseph Lane|Lane]], [[Franz Kitz|Kitz]] e [[C. W. Mowbray]], raccolse rapidamente proseliti e si avviò ad una posizione di predominio. Essa trovò un temporaneo alleato in [[William Morris]], i cui rapporti con l'[[anarchismo]] non sono facili a definirsi. In ''La terra promessa'' egli non dipinse nulla meno che la paradisiaca [[anarchia]] di cui i libertari sognavano da tre secoli.
Anche nel non utopistico presente condivideva pienamente il disprezzo degli anarchici per i voltafaccia e i compromessi della politica, e mantenne sino alla fine il suo atteggiamento antiparlamentare; concedeva infatti, al massimo,
che sarebbe stato giustificato da parte dei [[socialisti]] entrare in parlamento se fossero stati sicuri di ottenere una maggioranza tanto forte da potere, con i loro voti, imporre la definitiva scomparsa di quell'istituzione. Per lui, come per gli anarchici, era necessario trovare un mezzo grazie al quale il popolo potesse «distruggere da solo la sua schiavitù».
È vero che dissentiva dagli anarchici della Lega socialista a proposito della loro estremistica difesa della [[violenza]], della loro insistenza sugli aspetti negativi della [[rivoluzione]]. Considerava necessario un lungo processo di educazione prima che la lotta per la trasformazione della [[società]] potesse anche soltanto cominciare. Ma questo, benché portasse nel [[socialismo]] di [[William Morris|Morris]] un elemento di gradualismo, non lo escluse dalla tradizione [[libertaria]]: [[Godwin]] e [[Proudhon]] nutrivano la stessa convinzione, e nei suoi ultimi anni [[Kropotkin]] non fu molto lontano dal condividerla. È vero anche che, amareggiato dalle esperienze nella Lega socialista, [[William Morris|Morris]] negò categoricamente di essere un anarchico, ma le sue dichiarazioni in proposito dimostrano chiaramente che per [[anarchismo]] intendeva individualismo. <ref>«Essere anarchici significa, per come l'intendo io, distruggere ogni sorta di leggi e di norme, fame a meno, consentire a ciascuno di fare soltanto ciò che gli piace. Io non voglio che gli uomini facciano soltanto ciò che piace loro; voglio che essi riflettano su ciò che è bene per i loro simili, agiscano per il bene dei loro simili, per il bene comune. Ora, ciò che costituisce il bene comune, o la nozione comune di ciò che è bene per tutti, si esprimerà sempre e dovrà sempre esprimersi in leggi d'un tipo o d'un altro: o leggi politiche - adottate dai cittadini in pubblica assemblea, come anticamente dalle assemblee popolari, o se volete da consigli o parlamenti del popolo - o costumi sociali, frutto dell'esperienza della [[società]]».</ref>
 
Nessun anarchico tranne uno [[stirneriano]] arrabbiato potrebbe non essere d'accordo con l'ideale di [[William Morris|Morris]], con l'idea che gli uomini devono agire per il bene dei loro simili; uno dei principali dogmi anarchici afferma anzi che la [[libertà]] dà modo di manifestarsi alla naturale socialità umana, mentre il rilievo dato dagli anarchici al potere dell'opinione pubblica nel disciplinare l'individuo anti-sociale ci autorizza a pensare che nessuno di loro troverebbe nulla da obiettare all'idea di [[William Morris|Morris]] che il bene comune debba essere protetto da «costumi sociali, frutto dell’esperienza della società». Un anarchico, per contro, non accetterebbe l'idea di leggi votate da assemblee o consigli del popolo. Qui per l'appunto sta la vera differenza tra [[William Morris|Morris]] e gli anarchici. [[William Morris|Morris]] ammetteva, entro certi limiti, un tipo di [[democrazia diretta]] che avrebbe lasciato la sovranità al popolo; gli anarchici negano qualsiasi tipo di democrazia e riservano la sovranità all'individuo. Ma è evidente che anche [[William Morris|Morris]] faceva a malincuore quelle poche concessioni al principio dell'[[autorità]] popolare: ne ''La terra promessa'', quadro della società da lui sognata, non rimane neppur la più vaga parvenza di [[autorità]] o di un governo; è un mondo veramente e compiutamente anarchico quello in cui lo
scrittore ci invita ad entrare. Siamo dunque costretti a concludere che le gravi divergenze insorte più tardi fra [[William Morris|Morris]] e gli anarchici della Lega socialista fossero questioni di personalità più che di ideologia, e che più stretti rapporti con [[Kropotkin]] avrebbero aiutato [[William Morris|Morris]] a formarsi un'idea più chiara sia dell'[[anarchismo]] sia dei propri rapporti con esso.
Ma nei primi tempi della Lega socialista [[William Morris|Morris]] e gli anarchici lavoravano ancora in apparente armonia; insieme ottennero, nel giugno [[1887]], una decisione di maggioranza che impegnava la Lega all'antiparlamentarismo. I [[marxisti]] e i [[socialisti]] moderati si dimisero e gli anarchici assunsero rapidamente il controllo dell'organizzazione. Nel [[1889]] si assicurarono una maggioranza in seno al consiglio esecutivo
e immediatamente si sbarazzarono del loro ex alleato [[William Morris|Morris]], togliendogli la direzione di ''[[Commonweal]]''; questo divenne un giornale esclusivamente anarchico, informato a idee molto simili a quelle che avevano trovato espressione in ''[[Die Freiheit]]'' di [[Johann Most|Most]].
 
La conquista della Lega socialista fu solo una fra le tante manifestazioni del generale intensificarsi dell'attività anarchica nella seconda parte del decennio [[1880]]-[[1990]]. Particolarmente significativa fu l'apparizione di due giornali - ''[[Anarchist]]'' e ''[[Freedom]]'' - espressioni di tendenze molto diverse. ''[[Anarchist]]'' cominciò ad uscire nel [[1885]] sotto la direzione di [[Henry Seymour]], discepolo dell'[[anarco-individualismo|individualista]] americano [[Benjamin Tucker]] e fondatore dello English Anarchist Circle, un piccolo gruppo di neoproudhoniani che consideravano il possesso individuale essenziale alla [[libertà]] e vedevano in un razionale sistema di scambio la chiave
della liberazione sociale. [[Henry Seymour|Seymour]] aveva però interessi molto vasti - era, tra l'altro, un fervido assertore della paternità baconiana dei drammi di Shakespeare - e non solo pubblicò sotto forma di opuscolo quella che fu per molti anni l'unica traduzione da [[Bakunin]] apparsa in [[Inghilterra]] (il saggio frammentario ''[[Dio e lo Stato]]''), ma anche accolse fra i collaboratori di ''[[Anarchist]]'' scrittori d'opinioni cosi
diverse come [[George Bernard Shaw]] ed [[Élisée Reclus]]. Per un breve periodo, nel [[1886]], [[Henry Seymour|Seymour]] offerse ospitalità nelle colonne del suo giornale a [[Kropotkin]] e ai suoi discepoli,
ma la divergenza fra [[individualismo anarchico]] e [[comunismo anarchico]] era troppo profonda perché la collaborazione potesse durare per più di un numero. ''[[Anarchist]]'' cessò le pubblicazioni nel [[1888]], ma la tendenza [[anarco-individualista]] continuò vigorosa fin nel decennio successivo. Nel [[1889]] lo stesso Seymour
fece uscire alcuni numeri di un nuovo giornale, la
Revolutionary Review, e dal 1890 al 1892 Albert Tarn difese
le posizioni individualistiche nello Herald of Anarchy.
Ma nel movimento anarchico era dominante allora la
tendenza al comunismo libertario, e questa trovò espressione
soprattutto in Freedom, fondato nel 1886 dal gruppo
raccolto intorno a Petr Kropotkin, per il quale cominciò
appunto in quell’anno il suo lungo soggiorno in Inghilterra.
Il Freedom Group era un piccolo circolo di propagandisti
in tutto fedele alle tradizioni anarchiche classiche; dedito
alla propaganda scritta ed orale, non nutriva alcuna ambizione
di trasformarsi in un movimento di massa, benché
mantenesse contatti con vari gruppi anarchici che cominciavano
a formarsi a Londra e nel nord. Kropotkin era
il mentore intellettuale del gruppo; intorno a lui si raccolsero
parecchi espatriati celebri, tra gli altri Merlino e alcuni
vecchi compagni del tempo della sua attività a Mosca,
in particolare Stepniak e Nikolaj Cajkovskij. Inglesi erano
però i membri più attivi, e nessuno era più attivo di Charlotte Wilson, una ragazza di Girton, dai capelli neri e dalla
lingua tagliente, che portava abiti molto ricercati ed era
andata a vivere in una minuscola casa al margine di Hampstead
Heath piuttosto che accettare il denaro del fratello,
agente di cambio.
Charlotte Wilson era stata membro attivo della Fabian
Society e, dalla conversione nel 1883, ne fu l’unico e loquace
membro anarchico. Divenne e rimase per un decennio la
direttrice di Freedom, che molto dovette alle sue capacità
organizzative; Kropotkin fu l’ispiratore ideologico del giornale,
e continuò ad esserlo sino alla frattura con il Freedom
Group a causa del suo appoggio agli Alleati nella prima
guerra mondiale.
Per otto anni Freedom e Commonweal continuarono a
propugnare l’anarchismo da punti di vista leggermente diversi.
Freedom rappresentava gli intellettuali del movimento,
Commonweal gli attivisti plebei. Ma dopo che la sua
direzione fu tolta a Morris Commonweal calò rapidamente
di tono, fino a perdere qualsiasi significato cosi ideologico
come letterario. La stessa Lega socialista si ridusse a un
piccolo nucleo di fervidi militanti, il cui terrorismo — puramente
verbale — espose il giornale alle persecuzioni del
governo, sinché nel 1894 multe e mancanza di lettori posero
fine alla sua esistenza. Infine, nel 1895, i superstiti della
Lega socialista si unirono al Freedom Group e Freedom
divenne l’organo di un movimento anarchico unificato, numericamente
esiguo ma pieno di fervore.
Gli anni immediatamente precedenti il 1890 e il decennio
successivo videro l’apogeo dell’anarchismo inglese; in
quegli anni le dottrine anarchiche si diffusero in molte direzioni
e influenzarono un settore abbastanza importante
del movimento socialista, numericamente ancora esiguo.
Ricordando quei giorni lo storico fabiano Edward Pease,
che non aveva certo alcun motivo di esagerare l’influenza
anarchica, osservava :
 
Nel decennio 1880-90 i ribelli erano comunisti anarchici, e a
noi almeno sembravano infinitamente più interessanti di ‘quella
folla eterogenea di suffragette e gentlemen di Oxford che prima
della guerra sembravano guidare i ribelli sindacalisti. Il comuniSmo
anàrchico era, in ogni caso, una dottrina coerente e quasi
sublime. I suoi leaders, come il principe Kropotkin e Nikolaj
Cajkovskij, erano uomini di straordinarie capacità e di carattere
irreprensibile, e i membri del movimento, per lo più esuli che
avevano cercato asilo in Inghilterra per sfuggire ai regimi oppressivi
europei, avevano rapporti diretti con partiti analoghi
operanti all'estero, dei quali non eravamo in grado di valutare
esattamente l’importanza.
 
Due gruppi fra i quali l’anarchia trovò molti seguaci furono
gli immigrati ebrei dell’East End di Londra e i letterati
ed artisti ribelli dell'ultimo decennio del secolo, '- ‘i immigrati
ebrei erano per lo più operai e manovali occupati
— spesso con orari pesantissimi e bassi salari — in varie
branche deH’industria tessile. Bruciavano di comprensibile
risentimento al pensiero di essere fuggiti dalla tirannia
politica e dai program di cui erano vittime sotto gli zar
solo per venire a farsi sfrattare da uomini della loro stessa
razza e religione nella libera Inghilterra, e per tren t’anni,
dal 1885 circa al 1914, fornirono al movimento anarchico
più reclute che tutto il resto della popolazione britannica.
A Londra gli anarchici ebrei si raccoglievano intorno a
Der Arbeter Fraint, un giornale yiddish che cominciò ad
uscire nel 1885 per dare espressione letteraria ai diversi
punti di vista socialisti discussi cosi loquacemente, una settimana
dopo l’altra, all’Intemational Club di Berners Street,
a Whitechapel. Nel 1891, in gran parte a causa dell’espulsione
degli anarchici dalla II Internazionale, il Club di Berners
Street fu diviso da gravi dissensi politici, dai quali gli
anarchici emersero trionfanti, padroni del club e dell’Arbeter
Fraint.
Il periodo più attivo del movimento anarchico ebraico
a Londra cominciò con l'arrivo di Rudolf Rocker in Inghilterra
nel gennaio 1895. Rocker, di mestiere rilegatore di
libri, era un tedesco di purissima razza; non parlava lo
yiddish e non aveva mai conosciuto ebrei fino, al suo arrivo
a Parigi, come profugo politico, nel 1893, quando gli furono
presentati gli anarchici dei ghetti polacchi di quella
città. Giunto a Londra, prese immediatamente contatto con
il grappo ebraico di Whitechapel, imparò l’inglese e nel
1896 cominciò a scrivere per l'Arbeter Fraint. Due anni dopo
si recò a Liverpool, dove collaborò alla direzione di un
piccolo giornale, anche questo in lingua yiddish, intitolato
Dos Freie Vort.
Alla fine del 1898 il gruppo che pubblicava Der Arbeter
Fraint gliene offerse la direzione; Rocker accettò, e rimase
il direttore tedesco di un giornale yiddish fino al 1914, quando
le autorità britanniche lo chiusero in un campo d’internamento.
Rocker superò rapidamente tutte le difficoltà che potevano
derivare dalla diversità di formazione e di provenienza,
e non tardò a conquistare la fiducia e la solidarietà
dei compagni ebrei. Col tempo acquistò una grande influenza
sul movimento operaio dell’East Side, dove gli
anarchici furono a lungo l’elemento politico più attivo in
mezzo alla popolazione ebraica ; e durante il grande sciopero
del' 1912, quando trasformò Der Arbeter Fraint in un quotidiano
a beneficio degli scioperanti e guidò questi ultimi a
una notevole vittoria, si guadagnò il rispetto e la gratitudine
di migliaia di persone che non condividevano le sue idee.
 
Un giorno, mentre percorrevo una stradina di Whitechapel [ricordava
molti anni dopo], un vecchio ebreo dalla lunga barba,
bianca mi fermò davanti a casa sua e disse: “Dio vi benedica.
Avete aiutato i miei figli nel bisogno. Non siete un ebreo, ma
siete un uomo!” Quel vecchio viveva in un mondo completamente
diverso dal mio; ma il ricordo della gratitudine che brillava
nei suoi occhi è rimasto in me per tutti questi anni.
 
Fra il 1898 e il 1914 il movimento accentrato intorno a
Der Arbeter Fraint si evolse in una rete complessa di attività
sociali e culturali. Nel 1902 fu fondata la Federazione
dei gruppi anarchici ebraici in Gran Bretagna e a Parigi,
che mantenne sino al 1914 una continuità d ’azione e di
cooperazione rara in organizzazioni anarchiche di quella
portata. Der Arbeter Fraint divenne gradualmente il centro
di u n ’impresa editoriale di notevoli proporzioni, che
oltre al giornale e ad una rivista culturale, Germinai, pubblicò
un’importante serie di traduzioni di grandi romanzieri
e drammaturghi contemporanei. Nel 1906, dopo la fondazione
del Jubilee Street Institute, venne varato un programma
educativo, con corsi d ’inglese per immigrati polacchi
e russi e di storia, letteratura e sociologia, sulle linee
delle Università Popolari in Francia. Infine venne fondata
un’organizzazione di mutuo soccorso, The Worker’s Gircle,
con compiti educativi e di assistenza ai malati e ai bisognosi.
Il successo di queste molteplici attività parve dimostrare
la validità delle idee anarchiche sulla cooperazione
volontaria; bisogna però ricordare che quelle attività erano
svolte da uomini che tradizioni secolari predisponevano
ad un alto grado di cooperazione, come forma di difesa
contro minacce esterne.
I letterati che simpatizzarono con gli anarchici nell’ultimo
decennio del secolo avevano invece in comune soltanto
l’idea che l’anarchia e dottrine analoghe rappresentavano
la traduzione in termini sociali della loro convinzione
che alla fioritura dell’arte fosse necessaria la libertà
dell’individuo. Andavano da scrittori importanti come William
Morris e Edward Carpenter — che difese i sogni
libertari senza accettare del tutto la definizione di anarchico
 
a poeti decadenti minori come Evelyn Douglas,
che portò nella sua interpretazione della "propaganda mediante
i fatti" una nota d ’eccentricità squisitamente inglese
sparando con un revolver contro la facciata di pietra delle
Houses of Parliament. Le più deliziose rappresentanti del
gruppo furono senza dubbio le due giovanissime figlie di
William Michael Rossetti, Olivia e Helen, a cui l’ammirazione
per Kropotkin ispirò — nel 1895 — l’idea di pubblicare
un giornale dal fiero cipiglio: The Torch: A Revolutionary
Journal of Anarchist Communism. Memori della,
propria ascendenza straniera, le sorelle Rossetti si specializzarono
nel fa r conoscere ai loro lettori gli scritti di anarchici
"continentali,” da Louise Michel a Malato, Malatesta,
Zukovskij, Faure e, in campo letterario, Octave Mirbeau
e Versino Zola; fra i collaboratori più giovani c’era l’adolescente
che divenne poi Ford Madox Ford. Ma The Torch
bruciò presto, e più tardi entrambe le sorelle scrissero
della loro adolescenza anarchica con umorismo un po’ acido.
Il più ambizioso contributo all’anarchismo letterario
dell’ultimo decennio del secolo fu senza dpbbio L'anima
umana in regime socialista, di Wilde.
 
Anche in Inghilterra si ebbe una tendenza sindacalista,
benché si affermasse più tardi che negli altri paesi e non
producesse un movimento indipendente; inoltre, l’elemento
anarchico era talmente diluito da quasi scomparire. Tom
Mann, tornato dall’Australia nel 1910 con la testa piena di
teorie dell’I.W.W., fu il vero ispiratore del movimento, che
ebbe soprattutto il significato di una ribellione contro le
gerarchie che si erano formate nei sindacati e si stavano
formando nel Partito Laburista. In The Industriai Syndicalist
(1911) Mann e i suoi collaboratori si dichiaravano
a favore di un movimento di massa mirante alla creazione
di sindacati industriali sulle linee dell’I.W.W., e alla sostituzione,
nel programma socialista, del concetto di nazionalizzazione
con quello di controllo da parte dei lavoratori.
Queste idee trovarono seguito soprattutto nel Galles meridionale,
dove un famoso pamphlet anonimo, The Miner’s
Next Step (1912), preconizzò la lotta contro lo stato capitalista
da parte di una forte organizzazione operaia centralizzata
 
che, con uno sciopero dopo l’altro, avrebbe portato
al crollo del capitalismo, dopodiché gli operai avrebbero
prèso possesso delle industrie in cui lavoravano. L’insistenza
sulla centralizzazione era decisamente antilibertaria;
un atteggiamento più vicino aU’anarco-sindacalismo fu adotta
to da un gruppo più ristretto, capeggiato da Guy Bowman
del Syndicalist (1912), che, influenzato dall’esempio delle
Bourses du Travail francesi, sottolineò la necessità di sindacati
locali come unità operaie di base. Entrambi i gruppi
credevano nella funzione rivoluzionaria dello sciopero
generale, e le loro teorie continuarono ad influenzare il movimento
operaio britannico sino allo sciopero generale del
1926.
Le forme più autentiche di anarchismo persero il loro
vigore, in Gran Bretagna, prima del 1900. Nel decennio
successivo il numero degli anarchici probabilmente non
diminuì, ma neppure aumentò in misura proporzionale all’espansione
del movimento socialista in generale, e nonostante
gli esperimenti educativi e di vita in comunità —
Clousdon Hill e Whiteway furono i più importanti — il
movimento anarchico non guadagnò nuovo terreno. La prima
guerra mondiale, che portò alla soppressione dei giornali
anarchici e alla rottura fra ¡elementi favorevoli ed elementi
avversi alla guerra, diede l’avvio a un netto declino
che coinvolse sia il movimento ebraico sia i gruppi di lingua
inglese a Londra, Glasgow e nel Galles meridionale.
Arrivando in Inghilterra nel 1924 Emma Goldman trovò il
movimento ormai sull’orlo dell’estinzione; nel 1927 Freedom
cessò di uscire per mancanza d’appoggio e di lettori.
Passò quasi un decennio prima che l'entusiasmo destato
dalla guerra civile spagnola determinasse un revival dell’anarchismo
inglese. Nel 1936 cominciò ad uscire Spaiti
and thè World-, i suoi fondatori più attivi, e i veri ispiratori
dell’anarchismo inglese dal 1930 al '50, furono Vemon
Richards, un giovane ingegnere il cui padre era stato amico
di Malatesta, e sua moglie, Marie Louise Beraeri, la
bella e intelligente figliola di Camillo. Il movimento rinato
era numericamente,esiguo ma vigoroso; Spain and thè
World e il suo successore, Revolt (1939), attrassero non solo
molti giovani radicali ma anche parecchi intellettuali; John
Cowper Powys, Ethel Mannin e Herbert Read furono fra
i suoi collaboratori. Read, che da molto tempo simpatizzava
con le idee libertarie, pubblicò nel 1938 Poetry and
Anarchism, cui fece seguire poco dopo The Philosophy of
Anarchismi queste due opere segnarono l’inizio di un
 
periodo — al di fuòri dei limiti cronologici di questo libro
— in cui l’anarchismo divenne per qualche tempo parte
del paesaggio letterario inglese, attrasse molti giovani scrittori
del decennio 1940-50 ed ebbe stretti rapporti con altri
movimenti artistico-letterari del tempo come il surrealismo,
il personalismo e l’apocalitticismo. Ma la descrizione
di questo periodo appartiene a una storia diversa e più
personale.
 
 
==Note==
<references/>
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