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Lo Stato moderno si può quindi dire che nasca ufficialmente nel XVI secolo (non a caso in [[Europa]] questo coincide con la distruzione violenta del [[Movimento comunalista]]), grazie anche all'operato di [[Filosofia|filosofi]] quali [[Giovanni Bodin]], [[Giovanni Botero]] e, soprattutto, come [[Tommaso Hobbes|Hobbes]] e la [[contratto|teoria contrattualistica]] (in realtà per [[Kropotkin]] anche l'Impero romano aveva le caratteristiche di uno Stato). Non di minore importanza è l'accumulo di capitali e lo sviluppo conseguente del [[capitalismo|sistema capitalistico]].
Lo Stato moderno si può quindi dire che nasca ufficialmente nel XVI secolo (non a caso in [[Europa]] questo coincide con la distruzione violenta del [[Movimento comunalista]]), grazie anche all'operato di [[Filosofia|filosofi]] quali [[Giovanni Bodin]], [[Giovanni Botero]] e, soprattutto, come [[Tommaso Hobbes|Hobbes]] e la [[contratto|teoria contrattualistica]] (in realtà per [[Kropotkin]] anche l'Impero romano aveva le caratteristiche di uno Stato). Non di minore importanza è l'accumulo di capitali e lo sviluppo conseguente del [[capitalismo|sistema capitalistico]].


Questa nascita quindi ha origine nell'alleanza strategica tra monarchia e borghesia, in cui l'unificazione del territorio e l'accentramento del '''[[Potere]]''' nelle mani del Re sono i suoi elementi caratterizzanti. La funzione amministrativa, in passato gestita da funzionari al servizio del re, divengono una moltitudine di burocrati posti al servizio della legge; la difesa e il servizio d'ordine vengono affidate agli eserciti permanenti (nel periodo feudale, durante le guerre, il sovrano si affidava ai mercenari), fedelmente asserviti allo stesso '''Sovrano''' (attualmente potremmo dire che i funzionari e l'[[esercito]] sono fedeli allo Stato e alla sua organizzazione); lo Stato moderno necessita di più soldi per mantenere un sistema burocratico e di potere accentrato, ecco quindi che prende vita un sistema fiscale poderoso. Mentre in passato le imposte esistenti erano essenzialmente quelle indirette (dazi doganali, imposte sui consumiecc.), lo Stato moderno impone ai sudditi anche imposte dirette (nel periodo feudale le imposte dirette erano un eccezione e non la regola).
Questa nascita quindi ha origine nell'alleanza strategica tra monarchia e borghesia, in cui l'unificazione del territorio e l'accentramento del '''[[Potere]]''' nelle mani del Re sono i suoi elementi caratterizzanti. La funzione amministrativa, in passato gestita da funzionari al servizio del re, divengono una moltitudine di burocrati posti al servizio della legge; la difesa e il servizio d'ordine vengono affidate agli eserciti permanenti (nel periodo feudale, durante le guerre, il sovrano si affidava ai mercenari), fedelmente asserviti allo stesso '''Sovrano''' (attualmente potremmo dire che i funzionari e l'[[esercito]] sono fedeli allo Stato e alla sua organizzazione); lo Stato moderno necessita di più soldi per mantenere un sistema burocratico e di potere accentrato, ecco quindi che prende vita un sistema fiscale poderoso. Mentre in passato le imposte esistenti erano essenzialmente quelle indirette (dazi doganali, imposte sui consumi ecc.), lo Stato moderno impone ai sudditi anche imposte dirette (nel periodo feudale le imposte dirette erano un eccezione e non la regola).


[[Max Weber]] lo definisce «un'impresa istituzionale di carattere politico in cui l'apparato amministrativo avanza con successo una pretesa di monopolio della coercizione della forza legittima in vista dell'attuazione degli ordinamenti». Per questo lo Stato moderno necessita di istituzioni come l'[[esercito]] permanente (prerogativa che lo stato arcaico non possedeva), apparati burocratici e amministrativi (tribunali e istituzioni vari) volti a controllare il territorio ed i cittadini attraverso il monopolio delle funzioni di difesa, governo, [[giustizia]] ed uso della forza. <ref>Lo Stato mantiene l'ordine e salvaguardia lo ''status quo''. Per questo reprime tutti coloro che nella pratica ne contestano l'[[autorità]] ([[Utente:Nessuno|Nessuno]]).</ref> Esso si caratterizza inoltre per lo sviluppo dell'[[nazionalismo|idea nazionalistica]] e [[patria|patriottica]], volta a creare un legame di comunanza tra i cittadini che altrimenti naturalmente non sussisterebbe, giacchè anche negli stati arcaici ci si sentiva appartenenti alla comunità cittadina o a quella parentale.
[[Max Weber]] lo definisce «un'impresa istituzionale di carattere politico in cui l'apparato amministrativo avanza con successo una pretesa di monopolio della coercizione della forza legittima in vista dell'attuazione degli ordinamenti». Per questo lo Stato moderno necessita di istituzioni come l'[[esercito]] permanente (prerogativa che lo stato arcaico non possedeva), apparati burocratici e amministrativi (tribunali e istituzioni vari) volti a controllare il territorio ed i cittadini attraverso il monopolio delle funzioni di difesa, governo, [[giustizia]] ed uso della forza. <ref>Lo Stato mantiene l'ordine e salvaguardia lo ''status quo''. Per questo reprime tutti coloro che nella pratica ne contestano l'[[autorità]] ([[Utente:Nessuno|Nessuno]]).</ref> Esso si caratterizza inoltre per lo sviluppo dell'[[nazionalismo|idea nazionalistica]] e [[patria|patriottica]], volta a creare un legame di comunanza tra i cittadini che altrimenti naturalmente non sussisterebbe, giacchè anche negli stati arcaici ci si sentiva appartenenti alla comunità cittadina o a quella parentale.
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