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A Milano, nel corso dello [[sciopero generale]], le forze militari e di polizia aprono il fuoco, uccidendo 3 dimostranti e ferendone altri 4. | A Milano, nel corso dello [[sciopero generale]], le forze militari e di polizia aprono il fuoco, uccidendo 3 dimostranti e ferendone altri 4. | ||
A La Spezia, nel corso di una manifestazione operaia, la polizia apre il fuoco uccidendo 2 dimostranti e ferendone altri 11 | A La Spezia, nel corso di una manifestazione operaia, la polizia apre il fuoco uccidendo 2 dimostranti e ferendone altri 11. | ||
A Sesto fiorentino, proseguono gli scontri tra dimostranti e forze di polizia che, ancora una volta, aprono il fuoco uccidendone uno. | A Sesto fiorentino, proseguono gli scontri tra dimostranti e forze di polizia che, ancora una volta, aprono il fuoco uccidendone uno. | ||
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Il [[30 giugno]] è indetto lo [[sciopero generale]] dalle 14 alle 20, con corteo e manifestazione [[antifascismo|antifascista]]. È ancora Sandro Pertini che scrive nella presentazione del libro "''A Genova non si passa''", di Francesco Gandolfi (edizioni Avanti!, 1960): "''È Genova che ha riaffermato come i valori della [[Resistenza italiana|Resistenza]] costituiscano un patrimonio sacro, inalienabile della Nazione intera e che chiunque osasse calpestarli si troverebbe contro tutti gli uomini liberi, pronti a ristabilire l'antica unità al di sopra di ogni differenza ideologica e di ogni contrasto politico.''" | Il [[30 giugno]] è indetto lo [[sciopero generale]] dalle 14 alle 20, con corteo e manifestazione [[antifascismo|antifascista]]. È ancora Sandro Pertini che scrive nella presentazione del libro "''A Genova non si passa''", di Francesco Gandolfi (edizioni Avanti!, 1960): "''È Genova che ha riaffermato come i valori della [[Resistenza italiana|Resistenza]] costituiscano un patrimonio sacro, inalienabile della Nazione intera e che chiunque osasse calpestarli si troverebbe contro tutti gli uomini liberi, pronti a ristabilire l'antica unità al di sopra di ogni differenza ideologica e di ogni contrasto politico.''" | ||
Nelle foto della manifestazione si vedono sia politici che comandanti partigiani sfilare preceduti dai Gonfaloni della città <ref>[http://digilander.libero.it/infoprc/genova60_file/image014.jpg Foto manifestazione], | Nelle foto della manifestazione si vedono sia politici che comandanti partigiani sfilare preceduti dai Gonfaloni della città. <ref>[http://digilander.libero.it/infoprc/genova60_file/image014.jpg Foto manifestazione], Genova, piazza De Ferrari, sfilano i comandanti partigiani e i leader politici, al centro son posizionati Luigi Longo e Ferruccio Parri.</ref> <ref>[http://digilander.libero.it/infoprc/genova60_file/image010.jpg I Gonfaloni della città Medaglia D'oro della Resistenza]</ref> <ref>[http://www.google.it/books?id=1fPj7w3Sjn4C&pg=PA182&dq=Genova+insurrezione+giugno+30+1960&sig=L_6F4HbgLHCZy-aW7DDhvTWvSlQ Buona anteprima di Storia illustrata del fascismo Di Francesca Tacchi con foto scontri a Genova] | ||
[http://digilander.libero.it/infoprc/genova60_file/image010.jpg I Gonfaloni della città Medaglia D'oro della Resistenza]</ref> | </ref> Gli organi di [[repressione]] dello [[Stato]] vengono sconfitti in piazza De Ferrari e costretti alla fuga dalla enorme folla dei manifestanti, guidata da un gruppo di 5000 fra operai metalmeccanici e portuali che funge da "ariete", arrovando a disruggere i nidi di mitragliatrici ubicati dai poliziotti presso il cinema Augustus di via XX settembre. La polizia ed i carabinieri debono lasciare la città in mano agli insorti, che prendono anche la prefettura, portandandosi dietro moltissimi feriti ''non da arma da fuoco ma da "arma" da lavoro'', come i notissimi gangi che i portuali usavano per prendere i sacchi. | ||
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Gli arrestati sono condotti nella Caserma Raniero e lì subiscono pestaggi e lesioni, come emerge dall'inchiesta che infine ha portato all'arresto di 6 poliziotti e 2 alti funzionari della Polizia di Stato di Napoli: "Stanza delle torture" viene definita la sala dove si consumano le violenze. Le principali accuse sono: sequestro di persona, abuso di atti di ufficio, [[violenza]] privata, danneggiamenti, lesioni personali aggravate e perquisizione arbitraria. <ref>[http://archive.is/d6KEG Il 17 marzo 2001 a Napoli]</ref> <ref>[http://www.youtube.com/watch?v=7ClVDv85MFU Video]</ref> <ref>[http://www.youtube.com/watch?v=x-GHARAunwc&feature=related Altro video]</ref> | Gli arrestati sono condotti nella Caserma Raniero e lì subiscono pestaggi e lesioni, come emerge dall'inchiesta che infine ha portato all'arresto di 6 poliziotti e 2 alti funzionari della Polizia di Stato di Napoli: "Stanza delle torture" viene definita la sala dove si consumano le violenze. Le principali accuse sono: sequestro di persona, abuso di atti di ufficio, [[violenza]] privata, danneggiamenti, lesioni personali aggravate e perquisizione arbitraria. <ref>[http://archive.is/d6KEG Il 17 marzo 2001 a Napoli]</ref> <ref>[http://www.youtube.com/watch?v=7ClVDv85MFU Video]</ref> <ref>[http://www.youtube.com/watch?v=x-GHARAunwc&feature=related Altro video]</ref> | ||
*[[20 luglio|20]]-[[21 luglio]] | *[[20 luglio|20]]-[[21 luglio]] | ||
A Genova, in una città blindata in occasione del vertice dei G8, continuano le dimostrazioni iniziate il giorno precedente con il ‘corteo dei migranti', mentre la città è affollata di giovani e non, che hanno risposto all'appello lanciato dal ''Genoa social forum'', dalle ''Tute bianche'', | A Genova, in una città blindata in occasione del vertice dei G8, continuano le dimostrazioni iniziate il giorno precedente con il ‘corteo dei migranti', mentre la città è affollata di giovani e non, che hanno risposto all'appello lanciato dal ''Genoa social forum'', dalle ''Tute bianche'', Rifondazione comunista, Campo antimperialista e altri gruppi antiglobalizzazione, per contestare lo strapotere dei grandi. Il [[20 luglio|20]], le ''Tute bianche'' inscenano lo sfondamento della rete che protegge la "zona rossa" nel giorno della "[[disobbedienza civile]]". Da una camionetta di carabinieri, circondata da alcuni ragazzi armati di soli oggetti contundenti, parte un proiettile che colpisce alla testa [[Carlo Giuliani]], 23 anni. Per inscenare l'incidente, non sapendosi filmati, i carabinieri innescano la retromarcia e la camionetta passa sul corpo del ragazzo, già caduto a terra in una pozza di sangue. Il giorno seguente, 200.000 persone accorrono per la dimostrazione finale unitaria e per protestare contro l'uccisione del ragazzo. Le forze di polizia prendono a pretesto l'azione di alcuni gruppi di giovani, che effrangono le vetrine di alcune banche e bruciano macchine di lusso, e caricano con lanci di lacrimogeni e pestaggi indiscriminati la folla di manifestanti, per la gran parte indifesi e privi di servizi d'ordine. Diverse testimonianze parlano di infiltrati. La giornata si chiude con un altro violentissimo pestaggio poliziesco alla scuola Diaz, messa a disposizione dal Comune per accogliere i giovani, che operano decine di arresti e provvedono altresì ad effrangere, nella scuola adibita a sede del Genoa social forum i computer, asportare il materiale fotografico e video che gli organizzatori avevano raccolto per documentare le violenze della [[polizia]]. | ||
Le persone fermate ed arrestate (circa 500) durante i giorni della manifestazione vengono in gran parte condotte nella caserma di Genova Bolzaneto, dove molti di loro subiscono veri e propri atti di tortura fisica e piscologia. Amnesty International ha definito questi fatti accaduti alla Diaz e a Bolzaneto | Le persone fermate ed arrestate (circa 500) durante i giorni della manifestazione vengono in gran parte condotte nella caserma di Genova Bolzaneto, dove molti di loro subiscono veri e propri atti di tortura fisica e piscologia. Amnesty International ha definito questi fatti accaduti alla Diaz e a Bolzaneto «la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda guerra mondiale». <ref>[http://legxiv.camera.it/_dati/leg15/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/022/018/relazione.htm Proposta d'inchiesta parlamentare sulle vicende relative ai fatti accaduti a Genova nel luglio 2001 - Relazione alla Camera dei Deputati del 24/07/2007]</ref> | ||
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