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[[File:Scultura nuragica.jpg|thumb|Dea Madre (Sardegna, 3500 a.c)]] La sociologa [[Riane Eisler]] ha indicato con il neologismo '''gilania''' - dalle parole greche ''gynè'', "donna" e ''anèr'', "uomo" (la lettera ''l'' tra i due ha il duplice significato di unione, dal verbo inglese ''to link'', "unire" e dal verbo greco ''lyein'' o ''lyo'' che significa "sciogliere" o "liberare") - quella fase storica plurimillenaria (8.000-2500 a.c in rapporto soltanto al neolitico) fondata sull’[[eguaglianza]] dei sessi e sulla sostanziale assenza di [[gerarchia]] e [[autorità]], di cui si conservano tracce tanto nelle comunità umane del Paleolitico superiore quanto in quelle agricole del Neolitico.  
[[File:Scultura nuragica.jpg|thumb|Dea Madre (Sardegna, 3500 a.c)]] La sociologa [[Riane Eisler]] ha indicato con il neologismo '''gilania''' - dalle parole greche ''gynè'', "donna" e ''anèr'', "uomo" (la lettera ''l'' tra i due ha il duplice significato di unione, dal verbo inglese ''to link'', "unire" e dal verbo greco ''lyein'' o ''lyo'' che significa "sciogliere" o "liberare") - quella fase storica plurimillenaria (8.000-2500 a.c in rapporto soltanto al neolitico) fondata sull'[[eguaglianza]] dei sessi e sulla sostanziale assenza di [[gerarchia]] e [[autorità]], di cui si conservano tracce tanto nelle comunità umane del Paleolitico superiore quanto in quelle agricole del Neolitico.  


La Eisler quindi contesta duramente l'opinione dominante, particolarmente diffusa nella [[società occidentale]] « grazie » soprattutto all'opera di propaganda svolta dalla storiografia ufficiale, secondo cui gli esseri umani sarebbero sempre stati violenti proprio a causa di una loro intrinseca natura. Questo « assioma » si è sviluppato perché storici e antropologi hanno arbitrariamente collocato l’inizio della [[civilizzazione]] umana in un periodo dove la nascita e lo sviluppo del linguaggio scritto sono andati di pari passo alla diffusione della violenza e delle guerre <ref>[[Riane Eisler]], contrariamente ai suoi predecessori, ha provato ad avere uno sguardo d’insieme della storia di quel periodo, inserendo le proprie ricerche nell’ambito degli studi degli [[antropologi]], degli zoologi, dei paleontologi e degli archeologi. In questo modo è riuscita a non cadere negli stessi equivoci in cui caddero i vecchi archeologi, i quali poiché frequentemente lavoravano in solitario, e quindi avevano un punto di vista molto limitato delle cose, giungevano a delle errate e non oggettive interpretazioni della realtà</ref>.
La Eisler quindi contesta duramente l'opinione dominante, particolarmente diffusa nella [[società occidentale]] « grazie » soprattutto all'opera di propaganda svolta dalla storiografia ufficiale, secondo cui gli esseri umani sarebbero sempre stati violenti proprio a causa di una loro intrinseca natura. Questo « assioma » si è sviluppato perché storici e antropologi hanno arbitrariamente collocato l'inizio della [[civilizzazione]] umana in un periodo dove la nascita e lo sviluppo del linguaggio scritto sono andati di pari passo alla diffusione della violenza e delle guerre <ref>[[Riane Eisler]], contrariamente ai suoi predecessori, ha provato ad avere uno sguardo d'insieme della storia di quel periodo, inserendo le proprie ricerche nell'ambito degli studi degli [[antropologi]], degli zoologi, dei paleontologi e degli archeologi. In questo modo è riuscita a non cadere negli stessi equivoci in cui caddero i vecchi archeologi, i quali poiché frequentemente lavoravano in solitario, e quindi avevano un punto di vista molto limitato delle cose, giungevano a delle errate e non oggettive interpretazioni della realtà</ref>.
   
   
== Le società gilaniche ==
== Le società gilaniche ==
  «È provato che il matrismo costituisce la forma più antica, più primitiva e più innata di comportamento umano e dell'organizzazione sociale, mentre il patrismo, perpetuato attraverso istituzioni sociali traumatizzanti, si è innanzitutto sviluppato tra gli Homo Sapiens in Saharasia, sotto la pressione di una desertificazione e di una carestia durissime e da migrazioni forzate.» ([[James de Meo]], [[Le origini e la diffusione del patrismo in Saharasia]])  
  «È provato che il matrismo costituisce la forma più antica, più primitiva e più innata di comportamento umano e dell'organizzazione sociale, mentre il patrismo, perpetuato attraverso istituzioni sociali traumatizzanti, si è innanzitutto sviluppato tra gli Homo Sapiens in Saharasia, sotto la pressione di una desertificazione e di una carestia durissime e da migrazioni forzate.» ([[James de Meo]], [[Le origini e la diffusione del patrismo in Saharasia]])  
   
   
Gli studi di alcuni archeologi e storici - tra cui [[Marija Gimbutas]], [[Riane Eisler]] ecc. - dimostrano che per buona parte della loro storia gli esseri umani hanno vissuto in comunità sostanzialmente [[pacifiche]] ed [[egualitarie]] all'incirca sino al 4000 e il 3000 a.c, tali ricerche potrebbero essere una possibile prova delle teorizzazioni elaborate dall'illuminista svizzero [[Jean-Jacques Rousseau]], che aveva dato un' accezione positiva e non-corrotta dell'uomo primitivo. Come ampiamente dimostrato dai reperti ritrovati dagli archeologi <ref>Nell'Ottocento gli archeologi e gli storici del [[mito]] trovarono i resti dell'esistenza di società preistoriche avanzate che non erano né androcratiche né [[patriarcali]]. Essi però le definirono come matriarcali [J.J. Bachofen, 1967]; tuttavia le più recenti scoperte archeologiche dimostrano che queste società erano orientate verso un modello di società gilanico o di ''partnership''.</ref>, allorché una serie di grandi migrazioni <ref>Il geografo James DeMeo sostiene che i cambiamenti climatici avvenuti nell’Asia centrale e occidentale, provocarono una tale carestia (siccità particolarmente prolungata e progressiva desertificazione) da costringere all’emigrazione molti popoli e individui tra il quinto e il quarto millennio a.C. [J. Demeo, 1991, pp. 247-71].</ref> Indo-Europee dal sud della [[Russia]] e dall'Eurasia (Europa orientale, Asia centrale e Siberia) verso l’Europa, avrebbero completamente distrutto le popolazioni locali. La [[Eisler]], che ha dedicato gran parte dei suoi lavori proprio allo studio di queste antiche comunità, definisce come '''androcrazia''' - termine derivato dalle parole greche ''andros'', "uomo" e ''kratos'', "governato"- il sistema dominatore maschile importato dagli Indo-Europei (i [[Kurgan]]) che impose alcune forme di dominio come il [[patriarcato]], la [[gerarchia]], le [[classi sociali]] e l'[[autorità]].
Gli studi di alcuni archeologi e storici - tra cui [[Marija Gimbutas]], [[Riane Eisler]] ecc. - dimostrano che per buona parte della loro storia gli esseri umani hanno vissuto in comunità sostanzialmente [[pacifiche]] ed [[egualitarie]] all'incirca sino al 4000 e il 3000 a.c, tali ricerche potrebbero essere una possibile prova delle teorizzazioni elaborate dall'illuminista svizzero [[Jean-Jacques Rousseau]], che aveva dato un' accezione positiva e non-corrotta dell'uomo primitivo. Come ampiamente dimostrato dai reperti ritrovati dagli archeologi <ref>Nell'Ottocento gli archeologi e gli storici del [[mito]] trovarono i resti dell'esistenza di società preistoriche avanzate che non erano né androcratiche né [[patriarcali]]. Essi però le definirono come matriarcali [J.J. Bachofen, 1967]; tuttavia le più recenti scoperte archeologiche dimostrano che queste società erano orientate verso un modello di società gilanico o di ''partnership''.</ref>, allorché una serie di grandi migrazioni <ref>Il geografo James DeMeo sostiene che i cambiamenti climatici avvenuti nell'Asia centrale e occidentale, provocarono una tale carestia (siccità particolarmente prolungata e progressiva desertificazione) da costringere all'emigrazione molti popoli e individui tra il quinto e il quarto millennio a.C. [J. Demeo, 1991, pp. 247-71].</ref> Indo-Europee dal sud della [[Russia]] e dall'Eurasia (Europa orientale, Asia centrale e Siberia) verso l'Europa, avrebbero completamente distrutto le popolazioni locali. La [[Eisler]], che ha dedicato gran parte dei suoi lavori proprio allo studio di queste antiche comunità, definisce come '''androcrazia''' - termine derivato dalle parole greche ''andros'', "uomo" e ''kratos'', "governato"- il sistema dominatore maschile importato dagli Indo-Europei (i [[Kurgan]]) che impose alcune forme di dominio come il [[patriarcato]], la [[gerarchia]], le [[classi sociali]] e l'[[autorità]].


=== Il paleolitico ===
=== Il paleolitico ===
[[File:André Leroi-Gourhan.png|thumb|left|André Leroi-Gourhan, etnologo, archeologo e antropologo francese: i suoi ritrovamenti hanno dimostrato l'esistenza di un culto paleolitico incentrato sulla figura femminile.]]  
[[File:André Leroi-Gourhan.png|thumb|left|André Leroi-Gourhan, etnologo, archeologo e antropologo francese: i suoi ritrovamenti hanno dimostrato l'esistenza di un culto paleolitico incentrato sulla figura femminile.]]  
Della [[civiltà]] gilanica, seppur con questo termine la [[Eisler]] si riferisca più propriamente alle società agricole del Neolitico, si ritrovano i primi segni sin da circa 40000 anni fa, cioè nell'epoca storica chiamata Paleolitico Superiore (30-10.000 a.c). Per [[Eisler]] e la [[Gimbutas]] i nostri antenati credevano in una Dèa che governava l’universo e che era fonte di unità universale, la quale sovveniva alle necessità materiali e spirituali degli umani, proteggeva i suoi bambini dalla morte riprendendoli nel suo ventre cosmico. Alcuni ritrovamenti, come quello celeberrimo della “'''venere di Willendorf'''” - una statuetta di 11 cm d'altezza, raffigurante una donna dai seni e fianchi prosperosi -, mostrano una straordinaria rassomiglianza tra queste figure femminili e quella che più specificamente viene chiamata [[Dea Madre]] <ref>M. Gimbutas preferisce il termine Grande Dea a quello di Dèa Madre per indicare tutti i molteplici aspetti legati alla Dea oltre a quello della nascita e cioè il sostenere la vita, governare la morte, la rigenerazione, la fertilità della terra, ecc.</ref>, riconducibile più propriamente al Neolitico.
Della [[civiltà]] gilanica, seppur con questo termine la [[Eisler]] si riferisca più propriamente alle società agricole del Neolitico, si ritrovano i primi segni sin da circa 40000 anni fa, cioè nell'epoca storica chiamata Paleolitico Superiore (30-10.000 a.c). Per [[Eisler]] e la [[Gimbutas]] i nostri antenati credevano in una Dèa che governava l'universo e che era fonte di unità universale, la quale sovveniva alle necessità materiali e spirituali degli umani, proteggeva i suoi bambini dalla morte riprendendoli nel suo ventre cosmico. Alcuni ritrovamenti, come quello celeberrimo della “'''venere di Willendorf'''” - una statuetta di 11 cm d'altezza, raffigurante una donna dai seni e fianchi prosperosi -, mostrano una straordinaria rassomiglianza tra queste figure femminili e quella che più specificamente viene chiamata [[Dea Madre]] <ref>M. Gimbutas preferisce il termine Grande Dea a quello di Dèa Madre per indicare tutti i molteplici aspetti legati alla Dea oltre a quello della nascita e cioè il sostenere la vita, governare la morte, la rigenerazione, la fertilità della terra, ecc.</ref>, riconducibile più propriamente al Neolitico.


[[File:VenusWillendorf.jpg|thumb|Venere di Willendorf]]  
[[File:VenusWillendorf.jpg|thumb|Venere di Willendorf]]  
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La scoperta e gli scavi dei siti neolitici di Catal Huyuk e Hacilar <ref>Il sito fu scoperto alla fine degli anni cinquanta. Campagne di scavi furono condotte da [[James Mellaart]] tra il [[1961]] ed il [[1965]]. Dal 1993, ulteriori ricerche sono state condotte da Ian Hodder.</ref> nelle pianure dell'Anatolia (oggi Turchia), diretti da James Mellaart per conto del ''Britich Institute of Archaeology'' di Ankara, rivelarono una continuità storica tra la religione del Paleolitico Superiore e quella del Neolitico:
La scoperta e gli scavi dei siti neolitici di Catal Huyuk e Hacilar <ref>Il sito fu scoperto alla fine degli anni cinquanta. Campagne di scavi furono condotte da [[James Mellaart]] tra il [[1961]] ed il [[1965]]. Dal 1993, ulteriori ricerche sono state condotte da Ian Hodder.</ref> nelle pianure dell'Anatolia (oggi Turchia), diretti da James Mellaart per conto del ''Britich Institute of Archaeology'' di Ankara, rivelarono una continuità storica tra la religione del Paleolitico Superiore e quella del Neolitico:


  «La nuova brillante valutazione della religione del Paleolitico Superiore fatta da Leroi-Gourhan ha chiarito molti equivoci… l’interpretazione dell'arte del paleolitico superiore che ne consegue, incentrata sul tema di un complesso simbolismo femminile (sotto forma di animali e simboli), mostra forti somiglianze con le immagini religiose di Catal Huyuk» (James Mellaart citato da [[Riane Eisler]] in ''Il calice e la spada'', pag 30).
  «La nuova brillante valutazione della religione del Paleolitico Superiore fatta da Leroi-Gourhan ha chiarito molti equivoci… l'interpretazione dell'arte del paleolitico superiore che ne consegue, incentrata sul tema di un complesso simbolismo femminile (sotto forma di animali e simboli), mostra forti somiglianze con le immagini religiose di Catal Huyuk» (James Mellaart citato da [[Riane Eisler]] in ''Il calice e la spada'', pag 30).
[[File:Snake Goddess Crete 1600BC.jpg|thumb|La dea dei serpenti ([[Creta]], II millennio a.C.)]]  
[[File:Snake Goddess Crete 1600BC.jpg|thumb|La dea dei serpenti ([[Creta]], II millennio a.C.)]]  
Statuette raffiguranti la Dea Madre, del tutto simili a quelle ritrovate in [[Turchia]], sono state ritrovate non solo nei celebri siti di Vinca (ex-Yugoslavia), Cucuteni (Romania), Gerico (Palestina), Cnosso (Creta) e Harappa e Mohenjo-Daro (valle dell'Indo) ma anche a Tell-e-Sawwan (Egitto) e Cayonu (Siria), a dimostrazione di come il culto della Dea fosse radicato non solo nell'Antica Europa ma anche in molte altre zone dell'Europa, dell'Africa e dell'Asia. Da evidenziare come nelle società gilaniche non esistesse la separazione tra sacro e profano: la religione era la vita e viceversa. Una [[religione]] fatta sicuramente anche di riti e divieti, ma in cui tuttavia l'essenza del tutto stava nel riconoscersi quale parte integrante della natura. Le sacerdotesse conducevano i riti religiosi ma molto spesso venivano accompagnate da sacerdoti che le coadiuvavano durante le celebrazioni, a dimostrazione di come il maschio non fosse discriminato rispetto alla donna.
Statuette raffiguranti la Dea Madre, del tutto simili a quelle ritrovate in [[Turchia]], sono state ritrovate non solo nei celebri siti di Vinca (ex-Yugoslavia), Cucuteni (Romania), Gerico (Palestina), Cnosso (Creta) e Harappa e Mohenjo-Daro (valle dell'Indo) ma anche a Tell-e-Sawwan (Egitto) e Cayonu (Siria), a dimostrazione di come il culto della Dea fosse radicato non solo nell'Antica Europa ma anche in molte altre zone dell'Europa, dell'Africa e dell'Asia. Da evidenziare come nelle società gilaniche non esistesse la separazione tra sacro e profano: la religione era la vita e viceversa. Una [[religione]] fatta sicuramente anche di riti e divieti, ma in cui tuttavia l'essenza del tutto stava nel riconoscersi quale parte integrante della natura. Le sacerdotesse conducevano i riti religiosi ma molto spesso venivano accompagnate da sacerdoti che le coadiuvavano durante le celebrazioni, a dimostrazione di come il maschio non fosse discriminato rispetto alla donna.
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Inoltre i siti funerari non mostrano differenze sostanziali legate al sesso o alla condizione sociale, quindi non vi era nessuna rigida [[gerarchia]] sociale <ref>È bene sottolineare, come suggerisce la stessa [[Riane Eisler]], che non si trattava di società ideali e perfette: vi era qualche differenza sociale, ma non estremizzata e comunque non basata sull'appartenenza ad un genere sessuale.</ref>.
Inoltre i siti funerari non mostrano differenze sostanziali legate al sesso o alla condizione sociale, quindi non vi era nessuna rigida [[gerarchia]] sociale <ref>È bene sottolineare, come suggerisce la stessa [[Riane Eisler]], che non si trattava di società ideali e perfette: vi era qualche differenza sociale, ma non estremizzata e comunque non basata sull'appartenenza ad un genere sessuale.</ref>.


Quando queste società presero tecnologicamente a svilupparsi, è certo che queste innovazioni non furono utilizzate per creare disvalori o, meno ancora, per costruire armi. Nell'[[arte]] di queste società non compaiono descrizioni di armi, di guerre e di conquistatori. Non una traccia di schiavitù, di sacrifici umani, manifestazioni religiose a carattere fortemente dominante ecc. Non esistono tracce di fortificazioni militari: in queste società, le località d'abitazione non erano scelte in funzione della loro posizione strategica (vertice di una collina) bensì sulla base di criteri di bellezza del luogo, legati al mito del giardino dell’Eden, ancora molto presente.
Quando queste società presero tecnologicamente a svilupparsi, è certo che queste innovazioni non furono utilizzate per creare disvalori o, meno ancora, per costruire armi. Nell'[[arte]] di queste società non compaiono descrizioni di armi, di guerre e di conquistatori. Non una traccia di schiavitù, di sacrifici umani, manifestazioni religiose a carattere fortemente dominante ecc. Non esistono tracce di fortificazioni militari: in queste società, le località d'abitazione non erano scelte in funzione della loro posizione strategica (vertice di una collina) bensì sulla base di criteri di bellezza del luogo, legati al mito del giardino dell'Eden, ancora molto presente.


====  Economia ====
====  Economia ====
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La stessa Gimbutas descrive minuziosamente la fiorente attività agricola e commerciale delle società gilaniche:
La stessa Gimbutas descrive minuziosamente la fiorente attività agricola e commerciale delle società gilaniche:


  «Si coltivavano grano, orzo, veccia, piselli e altri legumi, e si allevavano tutti gli animali domestici... tranne il cavallo. La tecnologia della ceramica e le tecniche di lavorazione dell’osso e della pietra erano avanzate, dal 5500 a.c venne introdotta nell'Europa centro-orientale la metallurgia del rame. Il commercio e le comunicazioni, che s’erano ampliati nel corso dei millenni, devono avere prodotto una straordinaria interazione e impulso alla crescita culturale […] l'uso di barche a vela e testimoniato a partire dal sesto millennio, dalle riproduzioni incise su ceramiche.» ([[Marija Gimbutas]] citata da [[Riane Eisler]] in ''Il calice e la spada'', pag 37)
  «Si coltivavano grano, orzo, veccia, piselli e altri legumi, e si allevavano tutti gli animali domestici... tranne il cavallo. La tecnologia della ceramica e le tecniche di lavorazione dell'osso e della pietra erano avanzate, dal 5500 a.c venne introdotta nell'Europa centro-orientale la metallurgia del rame. Il commercio e le comunicazioni, che s'erano ampliati nel corso dei millenni, devono avere prodotto una straordinaria interazione e impulso alla crescita culturale […] l'uso di barche a vela e testimoniato a partire dal sesto millennio, dalle riproduzioni incise su ceramiche.» ([[Marija Gimbutas]] citata da [[Riane Eisler]] in ''Il calice e la spada'', pag 37)
   
   
Essi, inoltre, misero in atto anche una forma di scrittura primordiale e usarono rame ed oro per ornamenti ed attrezzi, a dimostrazione di una fiorente attività e di un'avanzata [[civiltà]].
Essi, inoltre, misero in atto anche una forma di scrittura primordiale e usarono rame ed oro per ornamenti ed attrezzi, a dimostrazione di una fiorente attività e di un'avanzata [[civiltà]].
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=== Esempi di civiltà gilaniche ===
=== Esempi di civiltà gilaniche ===
  [[File:Ankara Muzeum B19-36.jpg|thumb|left|Catal Huyuk, statuetta della dea madre]][[File:CatalHoyukSouthArea.JPG|thumb|Scavi a Catal Huyuk.]]
  [[File:Ankara Muzeum B19-36.jpg|thumb|left|Catal Huyuk, statuetta della dea madre]][[File:CatalHoyukSouthArea.JPG|thumb|Scavi a Catal Huyuk.]]
I contributi maggiori per una migliore descrizione dell'organizzazione sociale del neolitico sono venuti dai reperti ritrovati a '''Çatal Hüyük''' e '''Hacilar''' (nell'attuale Turchia), '''Vinca''' (ex-Yugoslavia), '''Cucuteni''' (Romania), '''Gerico''' (Palestina), '''Cnosso''' (Creta), '''Harappa e Mohenjo-Daro''' nella valle dell'Indo. Numerose tracce di queste società si trovano anche in altri luoghi dell’Asia minore, Asia orientale (cultura Yomon in Giappone) e meridionale, nel Vicino e Medio Oriente, Europa e America.
I contributi maggiori per una migliore descrizione dell'organizzazione sociale del neolitico sono venuti dai reperti ritrovati a '''Çatal Hüyük''' e '''Hacilar''' (nell'attuale Turchia), '''Vinca''' (ex-Yugoslavia), '''Cucuteni''' (Romania), '''Gerico''' (Palestina), '''Cnosso''' (Creta), '''Harappa e Mohenjo-Daro''' nella valle dell'Indo. Numerose tracce di queste società si trovano anche in altri luoghi dell'Asia minore, Asia orientale (cultura Yomon in Giappone) e meridionale, nel Vicino e Medio Oriente, Europa e America.
   
   
==== Çatal Hüyük e Hacilar ====
==== Çatal Hüyük e Hacilar ====
   
   
Il sito archeologico di Çatal Hüyük fu scoperto alla fine degli anni Cinquanta. L’archeologo [[James Mellaart]] condusse una serie di campagne di scavi tra il [[1961]] ed il [[1965]], interrotte poi fino al [[1993]], che portarono alla luce una vera e propria città (fondata intorno al 7000 a.c). Numerosi sono stati i ritrovamenti di sculture e disegni raffiguranti figure femminili e la stessa Dea Madre  
Il sito archeologico di Çatal Hüyük fu scoperto alla fine degli anni Cinquanta. L'archeologo [[James Mellaart]] condusse una serie di campagne di scavi tra il [[1961]] ed il [[1965]], interrotte poi fino al [[1993]], che portarono alla luce una vera e propria città (fondata intorno al 7000 a.c). Numerosi sono stati i ritrovamenti di sculture e disegni raffiguranti figure femminili e la stessa Dea Madre  
<ref>Vedi anche:'' [http://www.melegnano.net/memorie/memorie001a.htm Catal Huyuk la città più antica del mondo]''</ref>.
<ref>Vedi anche:'' [http://www.melegnano.net/memorie/memorie001a.htm Catal Huyuk la città più antica del mondo]''</ref>.


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==== La civiltà cretese ====
==== La civiltà cretese ====
[[File:Knossos bull.jpg|thumb|Affresco del Palazzo di Cnosso (Creta): acrobazie di fanciulle con un toro.]]  
[[File:Knossos bull.jpg|thumb|Affresco del Palazzo di Cnosso (Creta): acrobazie di fanciulle con un toro.]]  
A '''Cnosso''' (Creta) i numerosissimi reperti ritrovati, quali ceramiche, sculture e affreschi, dimostrano che l’isola cretese godeva di una buona floridezza economica, nonostante le asperità climatiche e territoriali dell’isola. I cittadini, comprese le donne – sempre rappresentate in vestiti eleganti oppure come sacerdotesse o comunque in posizioni di rilievo – godevano di una grande [[libertà]] e [[autonomia]].
A '''Cnosso''' (Creta) i numerosissimi reperti ritrovati, quali ceramiche, sculture e affreschi, dimostrano che l'isola cretese godeva di una buona floridezza economica, nonostante le asperità climatiche e territoriali dell'isola. I cittadini, comprese le donne – sempre rappresentate in vestiti eleganti oppure come sacerdotesse o comunque in posizioni di rilievo – godevano di una grande [[libertà]] e [[autonomia]].


   «La società cretese, opulenta, ha sviluppato una civiltà molto evoluta. Questo si è tradotto in pratica nell’organizzazione di città e villaggi ben pianificati composti di imponenti edifici, palazzi, di aree agricole, forniti di reti di distribuzione di acqua ed irrigazione, fognature, fontane e collegate da vie di comunicazione di cui molte pavimentate. In campo culturale, troviamo una letteratura abbondante (in 4 differenti scritture) e produzioni artistiche che gli storici descrivono come raffinate, celebranti la vita, molto ispirate. Ma questo non basta a farne una civiltà non-violenta. Uno dei tratti essenziali della società cretese è di avere, in un’epoca così remota, saputo sviluppare un modello di società egualitaria. I cretesi erano persone benestanti, ma la cosa più notevole era la ripartizione piuttosto equa delle ricchezze, poiché le ricerche archeologiche hanno evidenziato poca differenza nei tenori di vita. Anche quando i poteri politici sono stati centralizzati, ciò è stato fatto senza gerarchizzazioni né autocrazia e il governo insediato lo fu sotto una forma democratica ben prima che i greci non si appropriassero della parola democrazia. Gli uomini e le donne vi partecipavano paritariamente, soprattutto per quel che concerneva le cerimonie religiose.» (''[[Europa tardo neolitica. C'era una volta l'isola di Creta]]'')
   «La società cretese, opulenta, ha sviluppato una civiltà molto evoluta. Questo si è tradotto in pratica nell'organizzazione di città e villaggi ben pianificati composti di imponenti edifici, palazzi, di aree agricole, forniti di reti di distribuzione di acqua ed irrigazione, fognature, fontane e collegate da vie di comunicazione di cui molte pavimentate. In campo culturale, troviamo una letteratura abbondante (in 4 differenti scritture) e produzioni artistiche che gli storici descrivono come raffinate, celebranti la vita, molto ispirate. Ma questo non basta a farne una civiltà non-violenta. Uno dei tratti essenziali della società cretese è di avere, in un'epoca così remota, saputo sviluppare un modello di società egualitaria. I cretesi erano persone benestanti, ma la cosa più notevole era la ripartizione piuttosto equa delle ricchezze, poiché le ricerche archeologiche hanno evidenziato poca differenza nei tenori di vita. Anche quando i poteri politici sono stati centralizzati, ciò è stato fatto senza gerarchizzazioni né autocrazia e il governo insediato lo fu sotto una forma democratica ben prima che i greci non si appropriassero della parola democrazia. Gli uomini e le donne vi partecipavano paritariamente, soprattutto per quel che concerneva le cerimonie religiose.» (''[[Europa tardo neolitica. C'era una volta l'isola di Creta]]'')
   
   
Quando si parla di Creta si pensa al re Minosse e quindi alla civiltà minoica, attributo che sembra sia stato appositamente concepito allo scopo di negare il suo carattere gilanico. Creta invece fu l'ultimo baluardo delle società gilaniche: già nel XVI secolo a.c nell'isola vengono introdotte nuove armi (scudi, spade, corazze ecc.), prima di allora sconosciute, indicative della percezione di nuove preoccupazioni militari prima d'allora inesistenti. Infatti, intorno al 1450 a.c i fastosi palazzi cretesi furono distrutti e mai più ricostruiti, come invece accadde intorno al 1650 a.c, quando il palazzo di Crosso crollò probabilmente a causa di un devastante terremoto. Ciò indicherebbe l'invasione ad opera di un popolo, probabilmente i [[Kurgan]] - violento, rozzo e guerriero – che già parecchie centinaia d’anni prima aveva attaccato altre popolazioni europee, risparmiando però l’isola di Creta, probabilmente per il semplice fatto che non conoscevano l'[[arte navale]].
Quando si parla di Creta si pensa al re Minosse e quindi alla civiltà minoica, attributo che sembra sia stato appositamente concepito allo scopo di negare il suo carattere gilanico. Creta invece fu l'ultimo baluardo delle società gilaniche: già nel XVI secolo a.c nell'isola vengono introdotte nuove armi (scudi, spade, corazze ecc.), prima di allora sconosciute, indicative della percezione di nuove preoccupazioni militari prima d'allora inesistenti. Infatti, intorno al 1450 a.c i fastosi palazzi cretesi furono distrutti e mai più ricostruiti, come invece accadde intorno al 1650 a.c, quando il palazzo di Crosso crollò probabilmente a causa di un devastante terremoto. Ciò indicherebbe l'invasione ad opera di un popolo, probabilmente i [[Kurgan]] - violento, rozzo e guerriero – che già parecchie centinaia d'anni prima aveva attaccato altre popolazioni europee, risparmiando però l'isola di Creta, probabilmente per il semplice fatto che non conoscevano l'[[arte navale]].


==== Vinca ====
==== Vinca ====
  [[File:Lady of Vinca.jpg|thumb|Statuetta che raffigura una donna ritrovata a Vinca (nei pressi di Belgrado).]]  
  [[File:Lady of Vinca.jpg|thumb|Statuetta che raffigura una donna ritrovata a Vinca (nei pressi di Belgrado).]]  
La cultura di Vinca era ubicata a circa 20 km ad est di Belgrado (capitale dell’attuale [[Serbia]]). Gli scavi del Prof. Vasic, tra il [[1908]] e il [[1932]], collocarono inizialmente questa [[civiltà]] intorno al II millennio a.c, poiché si riteneva che una società così avanzata non potesse essere troppo antica. Successivamente i metodi di datazione moderna (dendrologia e radiocarbonio) dimostrarono che la cultura di Vinca è collocabile tra il 5300 e il 4000 a.c.
La cultura di Vinca era ubicata a circa 20 km ad est di Belgrado (capitale dell'attuale [[Serbia]]). Gli scavi del Prof. Vasic, tra il [[1908]] e il [[1932]], collocarono inizialmente questa [[civiltà]] intorno al II millennio a.c, poiché si riteneva che una società così avanzata non potesse essere troppo antica. Successivamente i metodi di datazione moderna (dendrologia e radiocarbonio) dimostrarono che la cultura di Vinca è collocabile tra il 5300 e il 4000 a.c.


La vita a Vinca era incentrata sul culto della Dèa Madre e sull’[[uguaglianza]] sociale. Il livello tecnologico avanzato è inoltre attestato dalla scoperta delle cosiddette tavolette di Tartara, in cui sono presenti dei segni assimilabili ad una scrittura rudimentale (altre ne sono state ritrovate a Tisza e Karanovo), probabilmente la prima vera forma di scrittura dell’umanità <ref>The Goddesses an Gods of Old Europe (Dei e dèe dell’Antica Europa), di [[Marija Gimbutas]]</ref>.
La vita a Vinca era incentrata sul culto della Dèa Madre e sull'[[uguaglianza]] sociale. Il livello tecnologico avanzato è inoltre attestato dalla scoperta delle cosiddette tavolette di Tartara, in cui sono presenti dei segni assimilabili ad una scrittura rudimentale (altre ne sono state ritrovate a Tisza e Karanovo), probabilmente la prima vera forma di scrittura dell'umanità <ref>The Goddesses an Gods of Old Europe (Dei e dèe dell'Antica Europa), di [[Marija Gimbutas]]</ref>.


==== Cucuteni ====
==== Cucuteni ====
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==== La civiltà dell'Indo ====
==== La civiltà dell'Indo ====
   
   
Intorno al 2500 a.c, nei pressi della foce del fiume Indo, prendeva forma una vera e propria [[civiltà]] urbana molto evoluta e in grado anche di utilizzare la scrittura. La vita si dipanava intorno alla figura della Dea Madre, le due città maggiori, '''Harappa e Mohenjo Daro''', erano fabbricate seguendo tecniche all’avanguardia: le case erano costruite mediante mattoni cotti, sotto le strade scorrevano le fognature, vi erano grandi silos che contenevano i cereali ecc. L’[[economia]] si basava essenzialmente sull’agricoltura: si coltivavano prevalentemente cereali (grano e orzo) ma anche cotone, utilizzato prevalentemente come mezzo di scambio.
Intorno al 2500 a.c, nei pressi della foce del fiume Indo, prendeva forma una vera e propria [[civiltà]] urbana molto evoluta e in grado anche di utilizzare la scrittura. La vita si dipanava intorno alla figura della Dea Madre, le due città maggiori, '''Harappa e Mohenjo Daro''', erano fabbricate seguendo tecniche all'avanguardia: le case erano costruite mediante mattoni cotti, sotto le strade scorrevano le fognature, vi erano grandi silos che contenevano i cereali ecc. L'[[economia]] si basava essenzialmente sull'agricoltura: si coltivavano prevalentemente cereali (grano e orzo) ma anche cotone, utilizzato prevalentemente come mezzo di scambio.


La [[civiltà]] dell’Indo crollò intorno al 1550 a.c a causa delle solite invasioni ad opera dei popoli giunti dalla Russia del sud: i [[Kurgan]].
La [[civiltà]] dell'Indo crollò intorno al 1550 a.c a causa delle solite invasioni ad opera dei popoli giunti dalla Russia del sud: i [[Kurgan]].


== Il lascito storico delle società gilaniche ==
== Il lascito storico delle società gilaniche ==
[[Image:IE_expansion.png|thumb|400px|Carta che rappresenta le ondate migratorie dei [[Kurgan]] tra il 4000 e il 1000 a.c, secondo l'ipotesi kurgan sviluppata da [[Marija Gimbutas]], che determinarono la scomparsa delle società gilaniche. L'emigrazione verso l'Anatolia (freccia con tratti punteggiati) è avvenuta attraverso il Caucaso o i Balcani. La zona viola corrisponde al supposto ''Urheimat'' <ref>''L'Urheimat'' corrisponde alla cosiddetta “[[patria]]” originaria degli indoeuropei, cioè il luogo da cui partirono poi le loro ondate migratorie, che secondo la tesi di [[Marija Gimbutas]] corrisponderebbe alla Russia del sud.</ref> (cultura di Samara, cultura di Sredny Stog). La zona rossa corrisponde alla zona di ubicazione degli indoeuropeo intorno al 2500 a.c. La zona arancione corrisponde alla loro progressione intorno al 1000 a.c.]]  
[[Image:IE_expansion.png|thumb|400px|Carta che rappresenta le ondate migratorie dei [[Kurgan]] tra il 4000 e il 1000 a.c, secondo l'ipotesi kurgan sviluppata da [[Marija Gimbutas]], che determinarono la scomparsa delle società gilaniche. L'emigrazione verso l'Anatolia (freccia con tratti punteggiati) è avvenuta attraverso il Caucaso o i Balcani. La zona viola corrisponde al supposto ''Urheimat'' <ref>''L'Urheimat'' corrisponde alla cosiddetta “[[patria]]” originaria degli indoeuropei, cioè il luogo da cui partirono poi le loro ondate migratorie, che secondo la tesi di [[Marija Gimbutas]] corrisponderebbe alla Russia del sud.</ref> (cultura di Samara, cultura di Sredny Stog). La zona rossa corrisponde alla zona di ubicazione degli indoeuropeo intorno al 2500 a.c. La zona arancione corrisponde alla loro progressione intorno al 1000 a.c.]]  
Il cardine su cui ruota tutta la storiografia ufficiale è che la storia proceda linearmente e progressivamente, dalle [[civiltà]] meno evolute a quelle più evolute. L’[[autorità]], la [[gerarchia]] e lo [[Stato]] non sarebbero altro che l’inevitabile risultato di questo presunto percorso evolutivo. Implicitamente si lascia intendere che questi siano elementi necessari per la creazione di una civiltà evoluta, pena il ritorno ad uno stadio primitivo e barbaro.
Il cardine su cui ruota tutta la storiografia ufficiale è che la storia proceda linearmente e progressivamente, dalle [[civiltà]] meno evolute a quelle più evolute. L'[[autorità]], la [[gerarchia]] e lo [[Stato]] non sarebbero altro che l'inevitabile risultato di questo presunto percorso evolutivo. Implicitamente si lascia intendere che questi siano elementi necessari per la creazione di una civiltà evoluta, pena il ritorno ad uno stadio primitivo e barbaro.


'''Le società gilaniche dimostrano la falsità di questo “principio” storico.''' Prima di tutto queste erano comunità organizzate, complesse ed evolute, almeno relativamente all’epoca, ma con una una sostanziale assenza di [[gerarchia]] e di qualsiasi forma di dominio. Quindi, '''è storicamente falso che l’organizzazione sociale necessiti di un’[[autorità]] governativa'''.
'''Le società gilaniche dimostrano la falsità di questo “principio” storico.''' Prima di tutto queste erano comunità organizzate, complesse ed evolute, almeno relativamente all'epoca, ma con una una sostanziale assenza di [[gerarchia]] e di qualsiasi forma di dominio. Quindi, '''è storicamente falso che l'organizzazione sociale necessiti di un'[[autorità]] governativa'''.


Il secondo aspetto riguarda coloro che soppiantarono i “gilanici”, cioè i [[Kurgan]]. Questi erano un popolo notevolmente rozzo, violento e con aspetti culturali e artistici chiaramente inferiori alle società gilaniche, tuttavia erano strutturati in una rigida [[gerarchia]] [[classista]] e [[sessista]]. Questo porta nuovamente ad evidenziare che la storia procede tutt’altro che linearmente; quando i [[Kurgan]] soppiantarono la gilania, la storia ha fatto un passo indietro, passando da una [[civiltà]] evoluta ed egualitaria ad una meno evoluta tuttavia, organizzata gerarchicamente.
Il secondo aspetto riguarda coloro che soppiantarono i “gilanici”, cioè i [[Kurgan]]. Questi erano un popolo notevolmente rozzo, violento e con aspetti culturali e artistici chiaramente inferiori alle società gilaniche, tuttavia erano strutturati in una rigida [[gerarchia]] [[classista]] e [[sessista]]. Questo porta nuovamente ad evidenziare che la storia procede tutt'altro che linearmente; quando i [[Kurgan]] soppiantarono la gilania, la storia ha fatto un passo indietro, passando da una [[civiltà]] evoluta ed egualitaria ad una meno evoluta tuttavia, organizzata gerarchicamente.


Alcuni elementi tipici della "[[cultura gilanica]]" non scomparvero del tutto nei territori europei che avevano subito le influenze di questa [[civiltà]] libertaria, basterebbe pensare, tanto per fare un esempio, alle comunità di villaggio ([[mir]]) russe dell'800, su cui molti grandi pensatori socialisti russi, soprattutto i cosiddetti [[populisti]] specularono non poco avendo a disposizione molti testi di ricerca storica editi nel XIX secolo (von Haxthausen, von Mamer), oggi del tutto dimenticati.
Alcuni elementi tipici della "[[cultura gilanica]]" non scomparvero del tutto nei territori europei che avevano subito le influenze di questa [[civiltà]] libertaria, basterebbe pensare, tanto per fare un esempio, alle comunità di villaggio ([[mir]]) russe dell'800, su cui molti grandi pensatori socialisti russi, soprattutto i cosiddetti [[populisti]] specularono non poco avendo a disposizione molti testi di ricerca storica editi nel XIX secolo (von Haxthausen, von Mamer), oggi del tutto dimenticati.
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* [http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-gilania-68880220.html Gilania. Kathy Dauthuille, Templi megalitici dell'isola di Malta.]
* [http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-gilania-68880220.html Gilania. Kathy Dauthuille, Templi megalitici dell'isola di Malta.]
* [http://www.queendido.org/UnAnticoFuturo.pdf Un antico futuro]
* [http://www.queendido.org/UnAnticoFuturo.pdf Un antico futuro]
* [http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=3887&mode=thread&order=0&thold=0 C’era una volta l’isola di Creta]
* [http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=3887&mode=thread&order=0&thold=0 C'era una volta l'isola di Creta]
* [http://www.contusu.it/personaggi-e-storia-mainmenu-31/679-il-culto-della-dea-madre-in-sardegna.html Il Culto della Dea Madre in Sardegna]
* [http://www.contusu.it/personaggi-e-storia-mainmenu-31/679-il-culto-della-dea-madre-in-sardegna.html Il Culto della Dea Madre in Sardegna]
* [http://www.anarchaos.org/?p=7156 Civiltà libertarie del neolitico (8.000 a.C. – 2.000 a.C.). Una grande lezione per il nostro futuro]
* [http://www.anarchaos.org/?p=7156 Civiltà libertarie del neolitico (8.000 a.C. – 2.000 a.C.). Una grande lezione per il nostro futuro]
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