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==Biografia ==
==Biografia ==


Nato a Pistoia il [[25 aprile]] [[1920]], il giovane futuro "capo" partigiano '''Silvano Fedi''' frequenta il liceo classico Niccolò Forteguerri della sua città .  
Nato a Pistoia il [[25 aprile]] [[1920]], il giovane futuro "capo" partigiano '''Silvano Fedi''' frequenta il liceo classico Niccolò Forteguerri della sua città .  


=== Attività  antifascista ===
=== Attività  antifascista ===


Sin dal [[1939]], quando è ancora studente, organizza nella sua [[scuola]], insieme ad altri compagni [[antifascismo| antifascisti]] (La Loggia, Giovannelli, Filiberto Fedi, Raffaello Baldi, i fratelli Bargellini, ecc.), un gruppo di resistenza contro il [[fascismo|regime fascista]].  
Sin dal [[1939]], quando è ancora studente, organizza nella sua [[scuola]], insieme ad altri compagni [[antifascismo| antifascisti]] (La Loggia, Giovannelli, Filiberto Fedi, Raffaello Baldi, i fratelli Bargellini, ecc.), un gruppo di resistenza contro il [[fascismo|regime fascista]].  


Per questa sua attività  il [[12 ottobre]] [[1939]] viene arrestato e il [[26 novembre]] denunziato dall'[[OVRA]] di Firenze al "Tribunale Speciale per la Difesa dello [[Stato]]", accusato di aver svolto attività  [[comunismo| comunista]]. Il Tribunale, con sentenza del [[25 gennaio]] [[1940]], lo condanna ad un anno di detenzione per concorso in associazione e propaganda antinazionale.  
Per questa sua attività  il [[12 ottobre]] [[1939]] viene arrestato e il [[26 novembre]] denunziato dall'[[OVRA]] di Firenze al "Tribunale Speciale per la Difesa dello [[Stato]]", accusato di aver svolto attività  [[comunismo| comunista]]. Il Tribunale, con sentenza del [[25 gennaio]] [[1940]], lo condanna ad un anno di detenzione per concorso in associazione e propaganda antinazionale.  


Il [[10 febbraio]] la pena gli venne condonata ed è immediatamente scarcerato, cosicché fa rientro a Pistoia dove si getta nuovamente animo e corpo nella lotta [[antifascismo|antifascista]]. La sua intenzione è quella di coagulare intorno alla sua figura le giovani generazioni antifasciste con gli anarchici più anziani ed esperti ([[Egisto Gori]], [[Archimede Peruzzi]], [[Tito Eschini]] ecc.). A questo nucleo si si uniranno in seguito alcuni operai e tecnici delle Officine San Giorgio (Tiziano Palandri, Oscar Nesti, Giulio Ambrogi ecc.)
Il [[10 febbraio]] la pena gli venne condonata ed è immediatamente scarcerato, cosicché fa rientro a Pistoia dove si getta nuovamente animo e corpo nella lotta [[antifascismo|antifascista]]. La sua intenzione è quella di coagulare intorno alla sua figura le giovani generazioni antifasciste con gli anarchici più anziani ed esperti ([[Egisto Gori]], [[Archimede Peruzzi]], [[Tito Eschini]] ecc.). A questo nucleo si si uniranno in seguito alcuni operai e tecnici delle Officine San Giorgio (Tiziano Palandri, Oscar Nesti, Giulio Ambrogi ecc.)


Proprio grazie alla conoscenza delle vecchie generazioni anarchiche, Silvano Fedi abbraccia l'[[anarchismo]] aderendo al "gruppo anarchico di Bottegone (Pistoia)". Per queste attività  viene arrestato nel gennaio [[1942]], ma una volta rimesso in libertà  è nuovamente attivo contro il regime mussoliniano.  
Proprio grazie alla conoscenza delle vecchie generazioni anarchiche, Silvano Fedi abbraccia l'[[anarchismo]] aderendo al "gruppo anarchico di Bottegone (Pistoia)". Per queste attività  viene arrestato nel gennaio [[1942]], ma una volta rimesso in libertà  è nuovamente attivo contro il regime mussoliniano.  
===Nelle file della resistenza===
===Nelle file della resistenza===
Alla caduta del [[Fascismo|fascismo]] lui è fra i primi a scendere in piazza e a reclamare quella [[libertà ]] tanto agognata.
Alla caduta del [[Fascismo|fascismo]] lui è fra i primi a scendere in piazza e a reclamare quella [[libertà ]] tanto agognata.


Il [[26 luglio]] [[1943]] si presenta di fronte alle "Officine San Giorgio di Pistoia" per aizzare gli operai allo [[sciopero]], ma la polizia badogliana la considera una provocazione è lo trae in arresto. Alla notizia del fermo, una folla minacciosa si accalca di fronte al palazzo della Questura pretendendo la liberazione di Fedi, che infatti sarà  rilasciato infatti poche ore dopo. Nel frattempo anche a Pistoia si organizzava la resistenza al [[Fascismo|fascismo]].  
Il [[26 luglio]] [[1943]] si presenta di fronte alle "Officine San Giorgio di Pistoia" per aizzare gli operai allo [[sciopero]], ma la polizia badogliana la considera una provocazione è lo trae in arresto. Alla notizia del fermo, una folla minacciosa si accalca di fronte al palazzo della Questura pretendendo la liberazione di Fedi, che infatti sarà  rilasciato infatti poche ore dopo. Nel frattempo anche a Pistoia si organizzava la resistenza al [[Fascismo|fascismo]].  


Acerrimo nemico dei fascisti, Fedi costituisce la più importante formazione partigiana operante a Pistoia e dintorni che inizialmente assume la denominazione di [[Brigata Silvano Fedi|Brigata Franca Libertaria]]. Alla squadra, composta inizialmente da una cinquantina di uomini, aderiranno contadini, operai, studenti ed ex soldati, per la maggior parte [[Personalite anarchiche|anarchici]] o comunque di idee libertarie. Le loro attività , pur essendo collegate al Partito d'Azione, rivendicavano una completa [[autonomia]], anche dal Comitato di Liberazione Nazionale.
Acerrimo nemico dei fascisti, Fedi costituisce la più importante formazione partigiana operante a Pistoia e dintorni che inizialmente assume la denominazione di [[Brigata Silvano Fedi|Brigata Franca Libertaria]]. Alla squadra, composta inizialmente da una cinquantina di uomini, aderiranno contadini, operai, studenti ed ex soldati, per la maggior parte [[Personalite anarchiche|anarchici]] o comunque di idee libertarie. Le loro attività , pur essendo collegate al Partito d'Azione, rivendicavano una completa [[autonomia]], anche dal Comitato di Liberazione Nazionale.


Fedi e la sua Brigata sonoo protagonisti di alcune azioni coraggiose alla "Fortezza di Pistoia" per rifornire la sua formazione di armi e viveri, e alle [[carcere|carceri]] per liberare i detenuti politici. Egli comunque sceglierà  di non salire in montagna, ma di muoversi tra la città  e la campagna, dando vita a numerose ed audaci azioni di [[sabotaggio]] che infastidiranno non poco i nazi-fascisti. In particolare porta avanti le sue azioni insieme a cinque fidati uomini ([[Danilo Betti]], [[Brunello Biagini]], [[Marcello Capecchi]], [[Santino Pratesi]], [[Giulio Vannucchi]]), andando a costituire un nulceo con i quali riesce più volte ad attaccare nel giro di pochi giorni la Fortezza di Santa Barbara e da cui prelevò una gran quantità  di armi, munizioni e viveri.  
Fedi e la sua Brigata sonoo protagonisti di alcune azioni coraggiose alla "Fortezza di Pistoia" per rifornire la sua formazione di armi e viveri, e alle [[carcere|carceri]] per liberare i detenuti politici. Egli comunque sceglierà  di non salire in montagna, ma di muoversi tra la città  e la campagna, dando vita a numerose ed audaci azioni di [[sabotaggio]] che infastidiranno non poco i nazi-fascisti. In particolare porta avanti le sue azioni insieme a cinque fidati uomini ([[Danilo Betti]], [[Brunello Biagini]], [[Marcello Capecchi]], [[Santino Pratesi]], [[Giulio Vannucchi]]), andando a costituire un nulceo con i quali riesce più volte ad attaccare nel giro di pochi giorni la Fortezza di Santa Barbara e da cui prelevò una gran quantità  di armi, munizioni e viveri.  


Parte del materiale sequestrato lo destinano ad altre formazioni partigiane pistoiesi, comprese quella di Manrico Ducceschi "Pippo", del Partito Comunista e del Partito d'Azione, con i quali peraltro non correva buon sangue a causa dei suoi rapporti con il futuro [[Anarchismo e massoneria|Gran Maestro della loggia massonica P2]] Licio Gelli, che già  allora era conosciuto come un ambiguo personaggio, ex-membro del partito fascista e repubblichino convertito all'[[antifascismo]] solo al termine della guerra, che cercava di ricostruirsi un'immagine (probabilmente svolgeva il doppio gioco) servendosi del prestigio di Fedi. Con Fedi e i suoi fidati compagni [[Enzo Capecchi]], [[Giovanni Pinna]] e [[Iacopo Innocenti]] Gelli collabora alla spettacolare azione che porterà  alla liberazione dalla Fortezza di 54 prigionieri antifascisti.
Parte del materiale sequestrato lo destinano ad altre formazioni partigiane pistoiesi, comprese quella di Manrico Ducceschi "Pippo", del Partito Comunista e del Partito d'Azione, con i quali peraltro non correva buon sangue a causa dei suoi rapporti con il futuro [[Anarchismo e massoneria|Gran Maestro della loggia massonica P2]] Licio Gelli, che già  allora era conosciuto come un ambiguo personaggio, ex-membro del partito fascista e repubblichino convertito all'[[antifascismo]] solo al termine della guerra, che cercava di ricostruirsi un'immagine (probabilmente svolgeva il doppio gioco) servendosi del prestigio di Fedi. Con Fedi e i suoi fidati compagni [[Enzo Capecchi]], [[Giovanni Pinna]] e [[Iacopo Innocenti]] Gelli collabora alla spettacolare azione che porterà  alla liberazione dalla Fortezza di 54 prigionieri antifascisti.


I rapporti con Licio Gelli incrinano l'amicizia con alcuni anarchici pistoiesi, tra cui [[Tiziano Palandri]], che decide di salire in montagna ed unirsi alla formazione "Pippo" (Manrico Ducceschi). È proprio il leader di quest'ultima però a chiarire ed esplicare in maniera inequivocabile la propria fiducia in Silvano Fedi, che però era stato probablmente un pò ingenuo nel pensare di poter "usare" Licio Gelli a suo piacimento.
I rapporti con Licio Gelli incrinano l'amicizia con alcuni anarchici pistoiesi, tra cui [[Tiziano Palandri]], che decide di salire in montagna ed unirsi alla formazione "Pippo" (Manrico Ducceschi). È proprio il leader di quest'ultima però a chiarire ed esplicare in maniera inequivocabile la propria fiducia in Silvano Fedi, che però era stato probablmente un pò ingenuo nel pensare di poter "usare" Licio Gelli a suo piacimento.
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Silvano Fedi muore il [[29 luglio]] [[1944]] nelle vicinanze di Pistoia, probabilmente in un'imboscata tesagli dai tedeschi. Fedi si era infatti recato nei pressi della Croce di Vinacciano per recuperare la refurtiva derubata da alcuni ladruncoli che avevano abusato del nome della sua brigata  (così aveva stabilito un tribunale del CLN pistoiese riunito a Ponte alla Pergola). Con lui muore [[Giuseppe Giulietti]], mentre [[Marcello Capecchi]] rimane ferito. Gli altri che lo accompagnavano riescono a fuggire, tranne [[Brunello Biagini]] che viene catturato e poi fucilato il [[1° agosto]].  
Silvano Fedi muore il [[29 luglio]] [[1944]] nelle vicinanze di Pistoia, probabilmente in un'imboscata tesagli dai tedeschi. Fedi si era infatti recato nei pressi della Croce di Vinacciano per recuperare la refurtiva derubata da alcuni ladruncoli che avevano abusato del nome della sua brigata  (così aveva stabilito un tribunale del CLN pistoiese riunito a Ponte alla Pergola). Con lui muore [[Giuseppe Giulietti]], mentre [[Marcello Capecchi]] rimane ferito. Gli altri che lo accompagnavano riescono a fuggire, tranne [[Brunello Biagini]] che viene catturato e poi fucilato il [[1° agosto]].  


La presenza di un forte contingente di soldati lascia pensare che Fedi e i suoi compagni furono vittime di una delazione, così come anche supposto in seguito da [[Artese Benesperi]]. Alla morte di Silvano Fedi la '''Brigata Franca Libertaria''' cambierà  denominazione in [[Brigata Silvano Fedi]].
La presenza di un forte contingente di soldati lascia pensare che Fedi e i suoi compagni furono vittime di una delazione, così come anche supposto in seguito da [[Artese Benesperi]]. Alla morte di Silvano Fedi la '''Brigata Franca Libertaria''' cambierà  denominazione in [[Brigata Silvano Fedi]].


== Bibliografia ==
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