Sciopero generale: differenze tra le versioni

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== A proposito di sciopero generale ==
== A proposito di sciopero generale ==


Non avendo altre capacità  che le proprie forze, i salariati non hanno altro mezzo che interrompere la loro attività  produttiva e creare un danno economico ai loro “padroni”, se vogliono conquistare qualche diritto in più. Il diritto allo sciopero generale resta uno dei fondamentali mezzi di pressione che i lavoratori possono utilizzare contro il padronato. Recenti "innovazioni" reazionarie stanno però cercando di stravolgerne la forza: nei paesi in cui lo [[sciopero]] è legale non mancano tentativi per limitarne l’efficacia, per criminalizzarlo o addirittura per sopprimerlo del tutto.
Non avendo altre capacità  che le proprie forze, i salariati non hanno altro mezzo che interrompere la loro attività  produttiva e creare un danno economico ai loro “padroni”, se vogliono conquistare qualche diritto in più. Il diritto allo sciopero generale resta uno dei fondamentali mezzi di pressione che i lavoratori possono utilizzare contro il padronato. Recenti "innovazioni" reazionarie stanno però cercando di stravolgerne la forza: nei paesi in cui lo [[sciopero]] è legale non mancano tentativi per limitarne l’efficacia, per criminalizzarlo o addirittura per sopprimerlo del tutto.
   
   
L’idea dello sciopero generale nasce con lo sviluppo del movimento operaio nel XIX secolo.
L’idea dello sciopero generale nasce con lo sviluppo del movimento operaio nel XIX secolo.
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Nel [[1842]] le richieste di salari più alti esplose nel primo sciopero generale dell'era moderna. Dopo che la seconda petizione cartista presentata al Parlamento britannico nell'aprile [[1842]] era stata respinta, le miniere di carbone dello Staffordshire entrarono in sciopero, ben resto seguite da fabbriche, officine e via via da tutte le miniere di carbone da Dundee al Galles del sud e in Cornovaglia. Pe ril successivo grande sciopero generale si dovette aspettare più di mezzo secolo, quando fu attuato in [[Belgio]] nel tentativo di costringere il governo a concedere il suffragio universale al popolo.
Nel [[1842]] le richieste di salari più alti esplose nel primo sciopero generale dell'era moderna. Dopo che la seconda petizione cartista presentata al Parlamento britannico nell'aprile [[1842]] era stata respinta, le miniere di carbone dello Staffordshire entrarono in sciopero, ben resto seguite da fabbriche, officine e via via da tutte le miniere di carbone da Dundee al Galles del sud e in Cornovaglia. Pe ril successivo grande sciopero generale si dovette aspettare più di mezzo secolo, quando fu attuato in [[Belgio]] nel tentativo di costringere il governo a concedere il suffragio universale al popolo.


Durante il III Congresso dell’[[l'Internazionale dei lavoratori|AIT]] la questione “sciopero generale” fu fortemente dibattuta dai delegati. Anche negli [[USA]], in particolare a Chicago (vedi [[martiri di Chicago]]), durante le lotte sindacali del [[1886]] per le 8 ore lavorative, gli scioperi che si susseguirono, servirono da input per tutto il movimento operaio, che pure qualche stop lo aveva ricevuto dopo il tracollo della [[la Comune di Parigi (1871)|Comune parigina]]. In [[Francia]], qualche anno più tardi, durante i lavori alla [[Federazione delle Borse del Lavoro|Borsa del Lavoro]] ([[1892]]), [[Fernand Pelloutier]] presentò un opuscolo redatto insieme a [[Henri Girare]], intitolato ''Che cos’è lo sciopero generale?'' ([[1895]]), in cui si proponeva l’arresto collettivo del lavoro come mezzo di pressione sulla [[capitalismo|classe capitalistica]]. Sempre nel paese transalpino, durante i congressi della [[CGT]] del [[1895]]-[[1896|96]]-[[1897|97]]-[[1898|98]] e [[1900]], fu diffusa un’intensa propaganda pro-sciopero generale
Durante il III Congresso dell’[[l'Internazionale dei lavoratori|AIT]] la questione “sciopero generale” fu fortemente dibattuta dai delegati. Anche negli [[USA]], in particolare a Chicago (vedi [[martiri di Chicago]]), durante le lotte sindacali del [[1886]] per le 8 ore lavorative, gli scioperi che si susseguirono, servirono da input per tutto il movimento operaio, che pure qualche stop lo aveva ricevuto dopo il tracollo della [[la Comune di Parigi (1871)|Comune parigina]]. In [[Francia]], qualche anno più tardi, durante i lavori alla [[Federazione delle Borse del Lavoro|Borsa del Lavoro]] ([[1892]]), [[Fernand Pelloutier]] presentò un opuscolo redatto insieme a [[Henri Girare]], intitolato ''Che cos’è lo sciopero generale?'' ([[1895]]), in cui si proponeva l’arresto collettivo del lavoro come mezzo di pressione sulla [[capitalismo|classe capitalistica]]. Sempre nel paese transalpino, durante i congressi della [[CGT]] del [[1895]]-[[1896|96]]-[[1897|97]]-[[1898|98]] e [[1900]], fu diffusa un’intensa propaganda pro-sciopero generale
<ref name="CGT"> Il congresso di Montpellier della CGT francese sancì la costituzione di una commissione sullo sciopero e sullo sciopero generale. L’art.16 indicava che la commissione «ha per obiettivo lo studio di movimenti di scioperanti in tutti in tutti i paesi» e che «si sforza, inoltre, di far penetrare nello spirito dei lavoratori organizzati la necessità  dello sciopero generale» </ref>.<br />
<ref name="CGT"> Il congresso di Montpellier della CGT francese sancì la costituzione di una commissione sullo sciopero e sullo sciopero generale. L’art.16 indicava che la commissione «ha per obiettivo lo studio di movimenti di scioperanti in tutti in tutti i paesi» e che «si sforza, inoltre, di far penetrare nello spirito dei lavoratori organizzati la necessità  dello sciopero generale» </ref>.<br />


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L'anno seguente, ''Lo sciopero di massa'' di [[Rosa Luxemburg]], analizzò le vicende russe a partire dalle sommosse ingenerate dallo sciopero generale, da lei chiamato sciopero di massa e definito «un fenomeno storico che in un certo momento emerge dalle condizioni sociali con la forza della necessità  storica».<ref>[http://it.internationalism.org/node/630 Note sullo sciopero di massa]</ref>
L'anno seguente, ''Lo sciopero di massa'' di [[Rosa Luxemburg]], analizzò le vicende russe a partire dalle sommosse ingenerate dallo sciopero generale, da lei chiamato sciopero di massa e definito «un fenomeno storico che in un certo momento emerge dalle condizioni sociali con la forza della necessità  storica».<ref>[http://it.internationalism.org/node/630 Note sullo sciopero di massa]</ref>


Sempre nel [[1906]], durante il [[Congresso di Amiens]], organizzato dalla [[CGT]] francese, la questione “sciopero generale” fu nuovamente affrontata con grande vigore dagli ambienti sindacalisti rivoluzionari. Stessa situazione si ripetè durante il [[Congresso di Amsterdam (1907)]], in cui si sviluppò una interessante dibattito tra l'italiano [[Malatesta]]  e il francese [[Pierre Monatte]] <ref name="Malatesta">''Il sindacalismo al congresso anarchico di Amsterdam''  articolo di [[Errico Malatesta]] [http://www.liberliber.it/biblioteca/m/malatesta/rivoluzione_e_lotta_quotidiana/pdf/rivolu_p.pdf] (paragrafo 3.1.a)</ref>.
Sempre nel [[1906]], durante il [[Congresso di Amiens]], organizzato dalla [[CGT]] francese, la questione “sciopero generale” fu nuovamente affrontata con grande vigore dagli ambienti sindacalisti rivoluzionari. Stessa situazione si ripetè durante il [[Congresso di Amsterdam (1907)]], in cui si sviluppò una interessante dibattito tra l'italiano [[Malatesta]]  e il francese [[Pierre Monatte]] <ref name="Malatesta">''Il sindacalismo al congresso anarchico di Amsterdam''  articolo di [[Errico Malatesta]] [http://www.liberliber.it/biblioteca/m/malatesta/rivoluzione_e_lotta_quotidiana/pdf/rivolu_p.pdf] (paragrafo 3.1.a)</ref>.


Nel [[1908]], il saggio di [[Georges Sorel]] ''Considerazioni sulla violenza'', ebbe una vasta eco in tutto il [[movimento operaio]]. Secondo Sorel, il [[proletariato]] non ha bisogno di guide, anzi esso è capacissimo attraverso l'auto-organizzazione e l'[[azione diretta]] di prendersi in mano il proprio destino rivoluzionario.
Nel [[1908]], il saggio di [[Georges Sorel]] ''Considerazioni sulla violenza'', ebbe una vasta eco in tutto il [[movimento operaio]]. Secondo Sorel, il [[proletariato]] non ha bisogno di guide, anzi esso è capacissimo attraverso l'auto-organizzazione e l'[[azione diretta]] di prendersi in mano il proprio destino rivoluzionario.
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=== Lo sciopero generale in Italia ===
=== Lo sciopero generale in Italia ===


Nel [[1900]] si realizzò in [[Italia]] il primo abbozzo di sciopero generale, proclamato dai “lavoratori di ogni mestiere di Genova”, come forma estrema di protesta contro il decreto di chiusura della locale Camera del lavoro. [[File:Eccidio_Buggerru_1904.jpg|thumb|left|Durante lo sciopero di Buggerru (Sardegna, Sulcis Iglesiente) del [[4 settembre]] [[1904]] l'[[esercito]] sparò sui manifestanti uccidendone quattro e ferendone undici ]]Il primo vero e proprio sciopero generale italiano fu però quello proclamato dal [[16 settembre|16]] al [[21 settembre]] [[1904]], in cui tutti i lavoratori italiani, sotto la guida in particolare dei socialisti rivoluzionari, misero in atto la teoria proposta da [[Georges Sorel]]: lo sciopero generale. Esso fu proclamato per protestare contro l’eccidio, voluto da [[Giovanni Giolitti|Giolitti]], dei [[eccidio di Buggerru (1904)|minatori sardi di Bugerru (Cagliari)]]; per quattro giorni il paese fu praticamente paralizzato: i giornali non uscirono, le fabbriche si arrestarono e i servizi pubblici non funzionarono.
Nel [[1900]] si realizzò in [[Italia]] il primo abbozzo di sciopero generale, proclamato dai “lavoratori di ogni mestiere di Genova”, come forma estrema di protesta contro il decreto di chiusura della locale Camera del lavoro. [[File:Eccidio_Buggerru_1904.jpg|thumb|left|Durante lo sciopero di Buggerru (Sardegna, Sulcis Iglesiente) del [[4 settembre]] [[1904]] l'[[esercito]] sparò sui manifestanti uccidendone quattro e ferendone undici ]]Il primo vero e proprio sciopero generale italiano fu però quello proclamato dal [[16 settembre|16]] al [[21 settembre]] [[1904]], in cui tutti i lavoratori italiani, sotto la guida in particolare dei socialisti rivoluzionari, misero in atto la teoria proposta da [[Georges Sorel]]: lo sciopero generale. Esso fu proclamato per protestare contro l’eccidio, voluto da [[Giovanni Giolitti|Giolitti]], dei [[eccidio di Buggerru (1904)|minatori sardi di Bugerru (Cagliari)]]; per quattro giorni il paese fu praticamente paralizzato: i giornali non uscirono, le fabbriche si arrestarono e i servizi pubblici non funzionarono.
Esattamente 10 anni dopo, le insurrezioni ingenerate dallo sciopero generale portarono l’Italia sull'orlo della rivoluzione sociale: durante la [[settimana rossa]] ([[7 giugno|7]]-[[14 giugno]] [[1914]]) e nel [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20) |biennio 1919-20]], gli scioperi coinvolsero buona parte del paese ma in entrambi i casi lo sciopero generale si concluse con il “tradimento” dei [[sindacalismo|sindacati riformisti]].
Esattamente 10 anni dopo, le insurrezioni ingenerate dallo sciopero generale portarono l’Italia sull'orlo della rivoluzione sociale: durante la [[settimana rossa]] ([[7 giugno|7]]-[[14 giugno]] [[1914]]) e nel [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20) |biennio 1919-20]], gli scioperi coinvolsero buona parte del paese ma in entrambi i casi lo sciopero generale si concluse con il “tradimento” dei [[sindacalismo|sindacati riformisti]].


A riprova della forza significativa dello sciopero generale bisogna ricordare che il regime mussoliniano fu invece fatto cadere non solo dall'azione militare dei partigiani e degli alleati, ma anche dallo sciopero protrattosi dal [[1° marzo|1°]] al [[8 marzo]] [[1944]]<ref>[http://www.resistenze.org/sito/ma/di/cp/mdcp5b26.htm Lo sciopero generale dell'1-8 marzo (1944)]</ref>.
A riprova della forza significativa dello sciopero generale bisogna ricordare che il regime mussoliniano fu invece fatto cadere non solo dall'azione militare dei partigiani e degli alleati, ma anche dallo sciopero protrattosi dal [[1° marzo|1°]] al [[8 marzo]] [[1944]]<ref>[http://www.resistenze.org/sito/ma/di/cp/mdcp5b26.htm Lo sciopero generale dell'1-8 marzo (1944)]</ref>.
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[[Image:1ermai1891.jpg|200px|right|thumb|[[sciopero|Sciopero]] del maggio [[1891]] a Clichy]]
[[Image:1ermai1891.jpg|200px|right|thumb|[[sciopero|Sciopero]] del maggio [[1891]] a Clichy]]


In seno al movimento sindacale dell’inizio del XIX secolo, si sviluppano differenze sostanziali nei fini attribuiti allo sciopero generale: per le correnti riformiste, lo sciopero generale è un mezzo per ottenere dei miglioramenti parziali e immediati per i lavoratori\lavoratrici, settore per settore (sciopero generale settoriale) o totale, imponendo, con quest’azione economica, il voto di leggi a carattere sociale. La corrente facente capo a [[Jules Guesde]] <ref name="Guesde">Corrente socialista francese che fonda la sua politica sui principi [[marxismo|marxisti]] e avente come obiettivo finale: l'abbattimento del [[capitalismo]]. Nel [[1880]], il partito operaio farncese è fondato da [[Jules Guesde]] e [[Paul Lafargue]]. Nel [[1905]], questa corrente partecipò alla creazione di un nuovo partito socialista unificato (che aderirà  alla [[II Internazionale]] e adotterà  il titolo di Sezione francese dell'[[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale]] operaia: SFIO), ma le sue tesi non furono accettate da questo partito</ref> si opponeva all’idea di sciopero generale, subordinando l’[[sindacalismo|azione sindacale]] a quella del partito, al fine di poter conquistare il potere. Il partito, secondo Guesde, era il solo considerato in grado di poter mettere in opera la [[rivoluzione]] attraverso la messa in atto di uno “[[Stato]] operaio”. Lo sciopero generale divenne allora per i guesdisti una leva per permettere la presa del potere insurrezionale attraverso il partito operaio.  
In seno al movimento sindacale dell’inizio del XIX secolo, si sviluppano differenze sostanziali nei fini attribuiti allo sciopero generale: per le correnti riformiste, lo sciopero generale è un mezzo per ottenere dei miglioramenti parziali e immediati per i lavoratori\lavoratrici, settore per settore (sciopero generale settoriale) o totale, imponendo, con quest’azione economica, il voto di leggi a carattere sociale. La corrente facente capo a [[Jules Guesde]] <ref name="Guesde">Corrente socialista francese che fonda la sua politica sui principi [[marxismo|marxisti]] e avente come obiettivo finale: l'abbattimento del [[capitalismo]]. Nel [[1880]], il partito operaio farncese è fondato da [[Jules Guesde]] e [[Paul Lafargue]]. Nel [[1905]], questa corrente partecipò alla creazione di un nuovo partito socialista unificato (che aderirà  alla [[II Internazionale]] e adotterà  il titolo di Sezione francese dell'[[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale]] operaia: SFIO), ma le sue tesi non furono accettate da questo partito</ref> si opponeva all’idea di sciopero generale, subordinando l’[[sindacalismo|azione sindacale]] a quella del partito, al fine di poter conquistare il potere. Il partito, secondo Guesde, era il solo considerato in grado di poter mettere in opera la [[rivoluzione]] attraverso la messa in atto di uno “[[Stato]] operaio”. Lo sciopero generale divenne allora per i guesdisti una leva per permettere la presa del potere insurrezionale attraverso il partito operaio.  


Per la corrente del [[sindacalismo rivoluzionario]], lo sciopero generale era uno strumento utile per la [[rivoluzione]], permettendo ai lavoratori\lavoratrici di prendere il controllo della totalità  dell'[[economia partecipativa|economia]] e dei mezzi di produzione: arresto simultaneo della produzione in tutti i settori, distruzione dell'apparato di [[Stato]], abolizione del patronato e del salariato e infine ripresa della produzione nella nuova economia socialista. Quest'ultima deve essere al servizio e sotto il controllo dei lavoratori tramite gli organi democratici controllati dai [[sindacalismo|sindacati]]. Lo sciopero generale doveva essere molto organizzato e più breve possibile, al fine di evitare problemi per la popolazione derivanti dall'interruzione troppo lunga della produzione. Ovviamente questo sciopero doveva non iniziar spontaneamente ma essere organizzato e preparato poi dai movimenti parziali dei vari settori produttivi. Una nozione molto importante è quella di “[[gradualismo rivoluzionario|ginnastica rivoluzionaria]]”: l'organizzazione sindacale doveva permettere l’ottenimento di miglioramenti immediati per i lavoratori impegnati nei vari [[sciopero|scioperi]], preparandoli in previsione dello sciopero generale. Le posizioni "guesdiste" e [[sindacalismo rivoluzionario|sindacaliste rivoluzionarie]] non furono altro che la prosecuzione dei dibattiti tra [[marxismo|marxisti]] ed [[anarchia|anarchici]] del XIX° secolo.
Per la corrente del [[sindacalismo rivoluzionario]], lo sciopero generale era uno strumento utile per la [[rivoluzione]], permettendo ai lavoratori\lavoratrici di prendere il controllo della totalità  dell'[[economia partecipativa|economia]] e dei mezzi di produzione: arresto simultaneo della produzione in tutti i settori, distruzione dell'apparato di [[Stato]], abolizione del patronato e del salariato e infine ripresa della produzione nella nuova economia socialista. Quest'ultima deve essere al servizio e sotto il controllo dei lavoratori tramite gli organi democratici controllati dai [[sindacalismo|sindacati]]. Lo sciopero generale doveva essere molto organizzato e più breve possibile, al fine di evitare problemi per la popolazione derivanti dall'interruzione troppo lunga della produzione. Ovviamente questo sciopero doveva non iniziar spontaneamente ma essere organizzato e preparato poi dai movimenti parziali dei vari settori produttivi. Una nozione molto importante è quella di “[[gradualismo rivoluzionario|ginnastica rivoluzionaria]]: l'organizzazione sindacale doveva permettere l’ottenimento di miglioramenti immediati per i lavoratori impegnati nei vari [[sciopero|scioperi]], preparandoli in previsione dello sciopero generale. Le posizioni "guesdiste" e [[sindacalismo rivoluzionario|sindacaliste rivoluzionarie]] non furono altro che la prosecuzione dei dibattiti tra [[marxismo|marxisti]] ed [[anarchia|anarchici]] del XIX° secolo.
[[Image:1ermai1907.jpg|200px|right|thumb|Arresto in seguito alla manifestazione del [[1 maggio]] [[1907]]]]  
[[Image:1ermai1907.jpg|200px|right|thumb|Arresto in seguito alla manifestazione del [[1 maggio]] [[1907]]]]  


[[Jules Guesde|Guesde]] riprende con ancora più rigore le obiezioni di [[Friedrich Engels]] circa l’utilità  dello sciopero generale. All’epoca infatti, in una maniera puramente teorica, si suggeriva che se tutti i lavoratori\lavoratrici partecipassero unitariamente allo sciopero generale, per un tempo sufficientemente lungo (si parla spesso di 4 settimane, il “mese sacro”, come dicevano i [[sindacalismo| sindacalisti]] inglesi, i "cartisti"), sostenuti dalla classe operaia, il [[capitalismo]] affonderebbe. Per [[Karl Marx|Marx]] ed [[Friedrich Engels|Engels]], queste posizioni sono quantomeno ingenue, tanto che con il tempo per loro lo sciopero generale era divenuto una sorta di parola d’ordine portafortuna per gli anarchici. Engels nel [[1873]] ironizzò:  
[[Jules Guesde|Guesde]] riprende con ancora più rigore le obiezioni di [[Friedrich Engels]] circa l’utilità  dello sciopero generale. All’epoca infatti, in una maniera puramente teorica, si suggeriva che se tutti i lavoratori\lavoratrici partecipassero unitariamente allo sciopero generale, per un tempo sufficientemente lungo (si parla spesso di 4 settimane, il “mese sacro”, come dicevano i [[sindacalismo| sindacalisti]] inglesi, i "cartisti"), sostenuti dalla classe operaia, il [[capitalismo]] affonderebbe. Per [[Karl Marx|Marx]] ed [[Friedrich Engels|Engels]], queste posizioni sono quantomeno ingenue, tanto che con il tempo per loro lo sciopero generale era divenuto una sorta di parola d’ordine portafortuna per gli anarchici. Engels nel [[1873]] ironizzò:  
:«Nel programma di [[Bakunin]], lo sciopero generale è la leva che si utilizza per innescare la rivoluzione sociale. Un bel mattino, tutti gli operai di tutte le fabbriche di un paese, o anche del mondo intero, cessano il lavoro,  costringendo così, in sole quattro settimane al massimo, le classi possidenti, sia a capitolare, sia a reprimere la classe operaia, dando così a questa il diritto a difendersi e nello stesso tempo ad abbattere le vecchie strutture sociali». [[Karl Marx|Marx]] e [[Friedrich Engels|Engels]] finirono con il considerare che lo sciopero generale non potesse giocare un ruolo particolare nella strategia operaia. Ma, nel [[1893]], [[Friedrich Engels|Engels]] ([[Karl Marx|Marx]] era già  morto) riconsiderò la questione dello sciopero generale alla luce della lotta di classe in [[Belgio]], dove, proprio grazie allo [[sciopero]] i lavoratori avevano fatto delle conquiste sociali e politiche importanti. <br />
:«Nel programma di [[Bakunin]], lo sciopero generale è la leva che si utilizza per innescare la rivoluzione sociale. Un bel mattino, tutti gli operai di tutte le fabbriche di un paese, o anche del mondo intero, cessano il lavoro,  costringendo così, in sole quattro settimane al massimo, le classi possidenti, sia a capitolare, sia a reprimere la classe operaia, dando così a questa il diritto a difendersi e nello stesso tempo ad abbattere le vecchie strutture sociali». [[Karl Marx|Marx]] e [[Friedrich Engels|Engels]] finirono con il considerare che lo sciopero generale non potesse giocare un ruolo particolare nella strategia operaia. Ma, nel [[1893]], [[Friedrich Engels|Engels]] ([[Karl Marx|Marx]] era già  morto) riconsiderò la questione dello sciopero generale alla luce della lotta di classe in [[Belgio]], dove, proprio grazie allo [[sciopero]] i lavoratori avevano fatto delle conquiste sociali e politiche importanti. <br />
Lungi dal denunciare l’utilizzo di questa nuova tattica, egli mostrò che si trattava di un’arma efficace da usare però con precauzione. Come ebbe a dire in una lettera a [[Karl Kautsky|Kautsky]]: «Lo sciopero politico deve, o superare immediatamente con la con la sua sola minaccia (come in Belgio) o terminare con un fiasco colossale o, in definitiva, condurre direttamente alle barricate».
Lungi dal denunciare l’utilizzo di questa nuova tattica, egli mostrò che si trattava di un’arma efficace da usare però con precauzione. Come ebbe a dire in una lettera a [[Karl Kautsky|Kautsky]]: «Lo sciopero politico deve, o superare immediatamente con la con la sua sola minaccia (come in Belgio) o terminare con un fiasco colossale o, in definitiva, condurre direttamente alle barricate».
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