Sante Caserio: differenze tra le versioni

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[[Image:Caserio.png|thumb|150 px|Sante Caserio]]'''Sante Geronimo Caserio''' (Motta Visconti, [[8 settembre]] [[1873]] - Lione, [[16 agosto]] [[1894]]) è stato un [[Personalità  anarchiche|anarchico]] italiano che nel [[1894]] pugnalò a morte il presidente della repubblica francese '''Marie-François Sadi Carnot.''' Mai pentito del gesto, fu condannato a morte per ghigliottinamento.
[[Image:Caserio.png|thumb|150 px|Sante Caserio]]'''Sante Geronimo Caserio''' (Motta Visconti, [[8 settembre]] [[1873]] - Lione, [[16 agosto]] [[1894]]) è stato un [[Personalità  anarchiche|anarchico]] italiano che nel [[1894]] pugnalò a morte il presidente della repubblica francese '''Marie-François Sadi Carnot.''' Mai pentito del gesto, fu condannato a morte per ghigliottinamento.
: «La patria non esiste per noi poveri operai. La patria per noi è il mondo intero... voi siete i rappresentanti della società  borghese, Signori giurati; se voi volete la mia testa, prendetevela; ma non crediate con questo di arrestare la propaganda anarchica.»<ref>Roberto Gremmo, ''Sante Caserio'', ELF, 1994, p.52</ref>
: «La patria non esiste per noi poveri operai. La patria per noi è il mondo intero... voi siete i rappresentanti della società  borghese, Signori giurati; se voi volete la mia testa, prendetevela; ma non crediate con questo di arrestare la propaganda anarchica.» <ref>Roberto Gremmo, ''Sante Caserio'', ELF, 1994, p.52</ref>


== Biografia==
== Biografia==
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:Nel momento in cui gli ultimi cavalieri della scorta mi sono passati di fronte, ho aperto la mia giacca. Il pugnale era, con la punta in alto, in un'unica tasca, dal lato destro, all'interno sul petto. L'ho afferrato con la mano sinistra e in un solo movimento, spingendo i due giovani fermi davanti a me, riprendendo il manico con la mano destra e facendo scivolare con la sinistra la guaina che era caduta per terra, mi sono diretto vivamente ma senza scattare, dritto verso il presidente, seguendo una traiettoria un poco obliqua, in senso contrario all'andamento della vettura.
:Nel momento in cui gli ultimi cavalieri della scorta mi sono passati di fronte, ho aperto la mia giacca. Il pugnale era, con la punta in alto, in un'unica tasca, dal lato destro, all'interno sul petto. L'ho afferrato con la mano sinistra e in un solo movimento, spingendo i due giovani fermi davanti a me, riprendendo il manico con la mano destra e facendo scivolare con la sinistra la guaina che era caduta per terra, mi sono diretto vivamente ma senza scattare, dritto verso il presidente, seguendo una traiettoria un poco obliqua, in senso contrario all'andamento della vettura.
:Sono saltato sul marciapiede ed ho appoggiato la mano sinistra sul bordo dell'auto, e in un solo colpo ho portato leggermente dall'alto verso il basso, col palmo della mano indietro, le dita serrate al pugnale fino alla guardia, nel petto del presidente. Ho lasciato il pugnale nella ferita ed era rimasto attaccato al manico un pezzo di carta di giornale.
:Sono saltato sul marciapiede ed ho appoggiato la mano sinistra sul bordo dell'auto, e in un solo colpo ho portato leggermente dall'alto verso il basso, col palmo della mano indietro, le dita serrate al pugnale fino alla guardia, nel petto del presidente. Ho lasciato il pugnale nella ferita ed era rimasto attaccato al manico un pezzo di carta di giornale.
:Sferrando il colpo, ho gridato, forte o meno, non lo saprei dire: “Viva la Rivoluzione!”. A colpo assestato, mi sono inizialmente rigettato all'indietro; poi vedendo che non mi si fermava subito e che nessuno sembrava aver compreso cosa avessi fatto, mi sono messo a correre avanti alla carrozza e passando accanto ai cavalli del presidente, ho gridato “Viva l'anarchia!”, grido che i guardiani della pace hanno ben udito. Poi sono passato davanti ai cavalli del presidente, e dietro la scorta, dirigendomi sulla sinistra di traverso per cercare di passare attraverso la folla e sparire. Delle donne e degli uomini hanno rifiutato di lasciarmi passare, poi hanno gridato dietro: “Fermatelo!”. Un gendarme, di nome Nicolas Pietri, mi ha messo la mano al colletto e sono stato subito fermato da una ventina d'altri.»<ref>[http://aldifuori.blogspot.it/2012/01/caserio-fa-il-fornaio-non-la-spia.html Il racconto di Sante]</ref>
:Sferrando il colpo, ho gridato, forte o meno, non lo saprei dire: “Viva la Rivoluzione!”. A colpo assestato, mi sono inizialmente rigettato all'indietro; poi vedendo che non mi si fermava subito e che nessuno sembrava aver compreso cosa avessi fatto, mi sono messo a correre avanti alla carrozza e passando accanto ai cavalli del presidente, ho gridato “Viva l'anarchia!”, grido che i guardiani della pace hanno ben udito. Poi sono passato davanti ai cavalli del presidente, e dietro la scorta, dirigendomi sulla sinistra di traverso per cercare di passare attraverso la folla e sparire. Delle donne e degli uomini hanno rifiutato di lasciarmi passare, poi hanno gridato dietro: “Fermatelo!”. Un gendarme, di nome Nicolas Pietri, mi ha messo la mano al colletto e sono stato subito fermato da una ventina d'altri.» <ref>[http://aldifuori.blogspot.it/2012/01/caserio-fa-il-fornaio-non-la-spia.html Il racconto di Sante]</ref>


Intanto, dopo essere stato operato dal Dottor Poncet, il presidente Carnot muore alle 00:45 del [[25 giugno]] all'Hotel della Prefettura.
Intanto, dopo essere stato operato dal Dottor Poncet, il presidente Carnot muore alle 00:45 del [[25 giugno]] all'Hotel della Prefettura.
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