Søren Aabye Kierkegaard: differenze tra le versioni

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Secondo Kierkegaard la vita si basa sull''''esistenza''' (e non sull'essenza come constatato da [[Hegel]]), inneggiando alla soggettività  che a sua volta coincide con la possibilità  (che determina la scelta e quindi l'angoscia e la disperazione).  
Secondo Kierkegaard la vita si basa sull''''esistenza''' (e non sull'essenza come constatato da [[Hegel]]), inneggiando alla soggettività  che a sua volta coincide con la possibilità  (che determina la scelta e quindi l'angoscia e la disperazione).  


La sua [[filosofia]] si pone in antitesi a quella [[Hegel|hegeliana]], che riconduce ogni tipo di fenomeno, ideale e reale, nell'ambito della [[dialettica]] dello Spirito Assoluto. Kierkegaard, al contrario, afferma che l'unica realtà  concreta è il singolo [[Individuo|individuo]] e l'astratta Ragione universale. Secondo Kierkegaard la verità  è sempre soggettiva («la verità  è una verità  quando è la mia verità »), cioè riguarda l’[[individuo]], ed questa che gli dice a che cosa è destinato, qual è lo scopo e il senso della sua vita. Le "verità  oggettive" di [[Hegel]] - circa lo Spirito assoluto, la Ragione universale e l’Umanità , cioè circa l’uomo in generale di cui parlava [[Hegel]] - non sono importanti, se non addirittura inesistenti.
La sua [[filosofia]] si pone in antitesi a quella [[Hegel|hegeliana]], che riconduce ogni tipo di fenomeno, ideale e reale, nell'ambito della [[dialettica]] dello Spirito Assoluto. Kierkegaard, al contrario, afferma che l'unica realtà  concreta è il singolo [[Individuo|individuo]] e l'astratta Ragione universale. Secondo Kierkegaard la verità  è sempre soggettiva («la verità  è una verità  quando è la mia verità »), cioè riguarda l'[[individuo]], ed questa che gli dice a che cosa è destinato, qual è lo scopo e il senso della sua vita. Le "verità  oggettive" di [[Hegel]] - circa lo Spirito assoluto, la Ragione universale e l'Umanità , cioè circa l'uomo in generale di cui parlava [[Hegel]] - non sono importanti, se non addirittura inesistenti.


Egli pensa che la dimensione esistenziale dell'uomo sia segnata dall'angoscia e dalla disperazione, a cui si può dare esito positivo se la si fa sfociare nella fede. L'unica possibilità  per "difendersi" dall'impossibilità  dell'io è aggrapparsi a un'identità  soprannaturale e trascendentale che non è che Dio.
Egli pensa che la dimensione esistenziale dell'uomo sia segnata dall'angoscia e dalla disperazione, a cui si può dare esito positivo se la si fa sfociare nella fede. L'unica possibilità  per "difendersi" dall'impossibilità  dell'io è aggrapparsi a un'identità  soprannaturale e trascendentale che non è che Dio.
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Per Kierkegaard il cristianesimo non si deve preoccupare in alcun modo di come si possa viver bene e felici in questo mondo, per questo istituisce una radicale contrapposizione tra “ordine cristiano” e “ordine mondano”.
Per Kierkegaard il cristianesimo non si deve preoccupare in alcun modo di come si possa viver bene e felici in questo mondo, per questo istituisce una radicale contrapposizione tra “ordine cristiano” e “ordine mondano”.


Partendo da queste premesse, si giustifica la sua opposizione alla costruzione di una [[chiesa]] di [[Stato]] e alla subordinazione del rapporto diretto e personale del singolo con Dio all’oggettività  di una norma imposta da un'[[autorità ]]. È quindi comprensibile la sua polemica contro i moti liberali e democratici del [[1848]], la sua opposizione al [[liberalismo]] e al [[marxismo]] (quest’ultimo accusato di farsi promotore della più grande tirannia: l’[[eguaglianza]]) e l’assoluta convinzione che la verità  sia sempre dalla parte della minoranza, perché essa, al contrario della maggioranza, possiede una vera opinione.
Partendo da queste premesse, si giustifica la sua opposizione alla costruzione di una [[chiesa]] di [[Stato]] e alla subordinazione del rapporto diretto e personale del singolo con Dio all'oggettività  di una norma imposta da un'[[autorità ]]. È quindi comprensibile la sua polemica contro i moti liberali e democratici del [[1848]], la sua opposizione al [[liberalismo]] e al [[marxismo]] (quest'ultimo accusato di farsi promotore della più grande tirannia: l'[[eguaglianza]]) e l'assoluta convinzione che la verità  sia sempre dalla parte della minoranza, perché essa, al contrario della maggioranza, possiede una vera opinione.


In definitiva la sua polemica contro [[religione]] e politica lo porta a disprezzare ogni forma di impegno politico. E per questo, nonostante il suo pensiero incentrato sul "singolo" possa essere ascrivibile nell'ambito dell'[[individualismo]], egli non auspica in alcun modo la rivolta o la [[rivoluzione]] contro l'ordine delle cose.
In definitiva la sua polemica contro [[religione]] e politica lo porta a disprezzare ogni forma di impegno politico. E per questo, nonostante il suo pensiero incentrato sul "singolo" possa essere ascrivibile nell'ambito dell'[[individualismo]], egli non auspica in alcun modo la rivolta o la [[rivoluzione]] contro l'ordine delle cose.
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* ''Discorsi cristiani'' (''Christelige Taler'', [[1848]]), tr. parziale Dino T. Donadoni (Borla Editore, Roma 1963)
* ''Discorsi cristiani'' (''Christelige Taler'', [[1848]]), tr. parziale Dino T. Donadoni (Borla Editore, Roma 1963)
* ''L'attrice'' (''Krisen og en Krise i en Skuespillerindes Liv'' [Inter et inter], [[1848]]), tr. Alessandro Cortese (Edizioni Antilia, Treviso 1997; altra ed. Marietti, Genova 2002)
* ''L'attrice'' (''Krisen og en Krise i en Skuespillerindes Liv'' [Inter et inter], [[1848]]), tr. Alessandro Cortese (Edizioni Antilia, Treviso 1997; altra ed. Marietti, Genova 2002)
* ''Il giglio del campo e l’uccello del cielo. Tre discorsi di devozione'' (''Lilen paa Marken og Fuglen under Himlen. Tre gudelige Taler'', [[1849]]), tr. Ettore Rocca (Donzelli Editore, Roma 1998)
* ''Il giglio del campo e l'uccello del cielo. Tre discorsi di devozione'' (''Lilen paa Marken og Fuglen under Himlen. Tre gudelige Taler'', [[1849]]), tr. Ettore Rocca (Donzelli Editore, Roma 1998)
* ''La malattia mortale'' (''Sygdommen til döden'' [Anti-Climacus], [[1849]]), tr. Meta Corssen (Mondadori, Milano 1990; altra ed. Newton Compton, Milano 2004; altra ed. SE - Milano 2008)
* ''La malattia mortale'' (''Sygdommen til döden'' [Anti-Climacus], [[1849]]), tr. Meta Corssen (Mondadori, Milano 1990; altra ed. Newton Compton, Milano 2004; altra ed. SE - Milano 2008)
* ''Esercizio di Cristianesimo'' (''Indøvelse i Christendom'' [Anti-Climacus], [[1850]]), tr. Salvatore Spera (Piemme, Milano 2000)
* ''Esercizio di Cristianesimo'' (''Indøvelse i Christendom'' [Anti-Climacus], [[1850]]), tr. Salvatore Spera (Piemme, Milano 2000)
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=== Opere su Kierkegaard ===
=== Opere su Kierkegaard ===
* Theodor Wiesengrund Adorno, ''Kierkegaard. La costruzione dell’estetico'' (1962), Guanda, Parma 1993  
* Theodor Wiesengrund Adorno, ''Kierkegaard. La costruzione dell'estetico'' (1962), Guanda, Parma 1993  
* Furio Jesi, ''Kierkegaard'', Bollati Boringhieri, Torino 2001 (prima edizione 1972)  
* Furio Jesi, ''Kierkegaard'', Bollati Boringhieri, Torino 2001 (prima edizione 1972)  
* Cornelio Fabro, Antologia delle opere, ''Søren Kierkegaard, Il problema della fede'', Editrice La Scuola, Brescia 1978  
* Cornelio Fabro, Antologia delle opere, ''Søren Kierkegaard, Il problema della fede'', Editrice La Scuola, Brescia 1978  
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