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* Nel corso di riunioni tra anarchici '''[[Angelo Pellegrino Sbardellotto]]''', in Belgio, espresse più volte l'intenzione di rientrare in Italia con l'intenzione di uccidere il capo del governo per vendicare la morte di [[Michele Schirru]] che era stato fucilato per l'attentato descritto sopra. Inviato a Parigi presso l'organizzazione Concentrazione antifascista un individuo non certo gli procurò un falso passaporto svizzero intestato ad Angelo Galvini, una pistola e due bombe. Il [[25 ottobre]] [[1931]] [[Angelo Pellegrino Sbardellotto|Sbardellotto]] si trovò a Roma in occasione delle celebrazioni per l'anniversario della Marcia su Roma, ma pur avendo tentato di avvicinarsi a Mussolini l'impresa si rivelò impossibile e decise di ritornare in Francia dove si incontrò nuovamente con il misterioso individuo a cui riconsegnò le bombe. In Belgio, la polizia venuta a conoscenza dei suoi propositi di uccidere Mussolini lo arrestò per breve tempo e lo sottopose a un regime di stretta osservanza a Seraing, vicino a Liegi. Nel [[1932]], in occasione delle celebrazioni per il Natale di Roma, fattosi riconsegnare il falso passaporto e le bombe ritornò in Italia ma anche questa volta non riuscì ad avvicinarsi a Mussolini e rientrò a Parigi. [[Angelo Pellegrino Sbardellotto|Sbardellotto]] ritornò in Italia il [[30 maggio]] [[1932]], in occasione della traslazione delle ceneri di Anita Garibaldi a Roma nel monumento sul Gianicolo, per il suo terzo tentativo, ma nuovamente l'occasione venne a mancare e incominciò a girovagare in Piazza Venezia dove il [[4 giugno]] [[1932]] fu casualmente fermato da un agente di polizia, che lo trovò in possesso di una pistola e di un ordigno. Condotto davanti al Tribunale Speciale, ammise di essere venuto in Italia per uccidere Benito Mussolini e, dopo un processo durato due giorni, fu quindi condannato alla pena di morte per l'intenzione di uccidere Mussolini. Fu fucilato il [[17 giugno]] [[1932]] a Forte Bravetta da un drappello di militari capitanati da Armando Giua.
* Nel corso di riunioni tra anarchici '''[[Angelo Pellegrino Sbardellotto]]''', in Belgio, espresse più volte l'intenzione di rientrare in Italia con l'intenzione di uccidere il capo del governo per vendicare la morte di [[Michele Schirru]] che era stato fucilato per l'attentato descritto sopra. Inviato a Parigi presso l'organizzazione Concentrazione antifascista un individuo non certo gli procurò un falso passaporto svizzero intestato ad Angelo Galvini, una pistola e due bombe. Il [[25 ottobre]] [[1931]] [[Angelo Pellegrino Sbardellotto|Sbardellotto]] si trovò a Roma in occasione delle celebrazioni per l'anniversario della Marcia su Roma, ma pur avendo tentato di avvicinarsi a Mussolini l'impresa si rivelò impossibile e decise di ritornare in Francia dove si incontrò nuovamente con il misterioso individuo a cui riconsegnò le bombe. In Belgio, la polizia venuta a conoscenza dei suoi propositi di uccidere Mussolini lo arrestò per breve tempo e lo sottopose a un regime di stretta osservanza a Seraing, vicino a Liegi. Nel [[1932]], in occasione delle celebrazioni per il Natale di Roma, fattosi riconsegnare il falso passaporto e le bombe ritornò in Italia ma anche questa volta non riuscì ad avvicinarsi a Mussolini e rientrò a Parigi. [[Angelo Pellegrino Sbardellotto|Sbardellotto]] ritornò in Italia il [[30 maggio]] [[1932]], in occasione della traslazione delle ceneri di Anita Garibaldi a Roma nel monumento sul Gianicolo, per il suo terzo tentativo, ma nuovamente l'occasione venne a mancare e incominciò a girovagare in Piazza Venezia dove il [[4 giugno]] [[1932]] fu casualmente fermato da un agente di polizia, che lo trovò in possesso di una pistola e di un ordigno. Condotto davanti al Tribunale Speciale, ammise di essere venuto in Italia per uccidere Benito Mussolini e, dopo un processo durato due giorni, fu quindi condannato alla pena di morte per l'intenzione di uccidere Mussolini. Fu fucilato il [[17 giugno]] [[1932]] a Forte Bravetta da un drappello di militari capitanati da Armando Giua.


== Fatti in ordine cronologico ==
== Fatti in ordine cronologico (fino al 1932)==
*[[1857]]: [[Carlo Pisacane]] tenta la spedizione di Sapri.  
*[[1857]]: [[Carlo Pisacane]] tenta la spedizione di Sapri.  
*[[14 gennaio]] [[1858]]: [[Felice Orsini]] tenda di uccidere l'Imperatore Napoleone III, al grido di "Ricordati dell'Italia!".
*[[14 gennaio]] [[1858]]: [[Felice Orsini]] tenda di uccidere l'Imperatore Napoleone III, al grido di "Ricordati dell'Italia!".
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