Propaganda col fatto: differenze tra le versioni

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[[Image:Freiheit.jpg|left|160 px|thumb|«[[Freiheit]]», di [[Johann Most]], giornale a favore della propaganda col fatto.]]
[[Image:Freiheit.jpg|left|160 px|thumb|«[[Freiheit]]», di [[Johann Most]], giornale a favore della propaganda col fatto.]]
[[File:Vaillant_attentat.jpg|190 px|thumb|Rappresentazione dell'attentato compiuto da Vaillant]]
[[File:Vaillant_attentat.jpg|190 px|thumb|Rappresentazione dell'attentato compiuto da Vaillant]]
*[[6 agosto]] [[1874]]: circa duecento rivoluzionari (tra cui [[Errico Malatesta]], [[Carlo Cafiero]], [[Andrea Costa]] e [[Napoleone Papini]]), anziché i mille previsti (stesso “equivoco” capitò tre anni dopo alla [[Banda del Matese]]), partendo da Imola si diressero verso Bologna, abbattendo la linea telegrafica, rompendo i binari e fermando i treni. Il piano non andò a buon fine perché la polizia, essendo stata messa al corrente dei preparativi da alcuni suoi informatori, intervenne in forze e bloccò sul nascere l'iniziativa degli anarchici.
*[[6 agosto]] [[1874]]: circa duecento rivoluzionari (tra cui [[Errico Malatesta]], [[Carlo Cafiero]], [[Andrea Costa]] e [[Napoleone Papini]]), anziché i mille previsti (stesso “equivoco” capitò tre anni dopo alla [[banda del Matese]]), partendo da Imola si diressero verso Bologna, abbattendo la linea telegrafica, rompendo i binari e fermando i treni. Il piano non andò a buon fine perché la polizia, essendo stata messa al corrente dei preparativi da alcuni suoi informatori, intervenne in forze e bloccò sul nascere l'iniziativa degli anarchici.
*Primi di aprile del [[1877]]: la "[[Banda del Matese]]" ([[Carlo Cafiero]], [[Errico Malatesta]], [[Napoleone Papini]], [[Cesare Ceccarelli]] e altri) attaccò un piccolo paesello, San Lupo (Benevento), occuparono il Municipio, staccarono immediatamente il ritratto del re Vittorio Emanuele, proclamarono decaduta la monarchia, dichiararono abolita la tassa sul macinato e bruciarono tutte le carte comunali e catastali. La rivolta però dopo breve tempo fu soppressa.
*Primi di aprile del [[1877]]: la "[[Banda del Matese]]" ([[Carlo Cafiero]], [[Errico Malatesta]], [[Napoleone Papini]], [[Cesare Ceccarelli]] e altri) attaccò un piccolo paesello, San Lupo (Benevento), occuparono il Municipio, staccarono immediatamente il ritratto del re Vittorio Emanuele, proclamarono decaduta la monarchia, dichiararono abolita la tassa sul macinato e bruciarono tutte le carte comunali e catastali. La rivolta però dopo breve tempo fu soppressa.
*[[17 novembre]] [[1878]]: [[Giovanni Passannante]], cuoco di 29 anni, tentò di accoltellare il re Umberto I a Napoli, che rimase leggermente ferito ad un braccio. Nella colluttazione si intromise anche il primo ministro Benedetto Cairoli, che subì un taglio non grave ad una coscia. Il gesto, più che un atto politico, era funzionale nel richiamare l'attenzione sulle miserrime ed ignorate condizioni sociali in cui versava il popolo italiano al tempo. L'anarchico venne prima condannato a morte e poi ad un ergastolo agghiacciante che lo rese insano di mente. Quello di Passannante fu il primo attacco ad un'alta carica dello stato dall'Unità d'Italia, nonché il primo nella storia di Casa Savoia.  
*[[17 novembre]] [[1878]]: [[Giovanni Passannante]], cuoco di 29 anni, tentò di accoltellare il re Umberto I a Napoli, che rimase leggermente ferito ad un braccio. Nella colluttazione si intromise anche il primo ministro Benedetto Cairoli, che subì un taglio non grave ad una coscia. Il gesto, più che un atto politico, era funzionale nel richiamare l'attenzione sulle miserrime ed ignorate condizioni sociali in cui versava il popolo italiano al tempo. L'anarchico venne prima condannato a morte e poi ad un ergastolo agghiacciante che lo rese insano di mente. Quello di Passannante fu il primo attacco ad un'alta carica dello stato dall'Unità d'Italia, nonché il primo nella storia di Casa Savoia.  
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