Pedagogia libertaria: differenze tra le versioni

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Mentre in passato era stata l'Europa al centro della nuova idea pedagogica libertaria, nel dopo guerra furono soprattutto gli [[USA]] <ref>Negli [[USA]] esisteva comnque una buona tradizione pedagogica libertaria, infatti aveva ben attecchito non solo l'idea di [[Francisco Ferrer]], da cui erano sorte numerose scuole omonime, ma ma anche quelle di altri studiosi da cui erano nate importanti esperienze come quella del [[1920]] a Stelton di [[Alexis Ferm|Alexis]] e [[Elizabeth Ferm]].</ref> e il mondo aglossassone al centro dell'evoluzione del movimento pedagogico libertario, grazie anche a intellettuali come [[Paul Goodman]], strenuo oppositore del'obbligatorietà scolastica e da sempre in prima linea contro il sistema educativo coercitivo, in cui l'[[Individuo|individuo]] viene «vistato, classificato, abilitato e poi restituito alla società». Per ovviare a queste problematiche, egli suggerisce che alle aule, talvolta, si sostituiscano i luoghi autentici della vita quotidiana (strade, negozi, musei, fabbriche ecc.) e che si possa fare a meno anche degli insegnanti, poiché una persona che svolge un determinato lavoro è sicuramente più preparata del maestro scolastico.  
Mentre in passato era stata l'Europa al centro della nuova idea pedagogica libertaria, nel dopo guerra furono soprattutto gli [[USA]] <ref>Negli [[USA]] esisteva comnque una buona tradizione pedagogica libertaria, infatti aveva ben attecchito non solo l'idea di [[Francisco Ferrer]], da cui erano sorte numerose scuole omonime, ma ma anche quelle di altri studiosi da cui erano nate importanti esperienze come quella del [[1920]] a Stelton di [[Alexis Ferm|Alexis]] e [[Elizabeth Ferm]].</ref> e il mondo aglossassone al centro dell'evoluzione del movimento pedagogico libertario, grazie anche a intellettuali come [[Paul Goodman]], strenuo oppositore del'obbligatorietà scolastica e da sempre in prima linea contro il sistema educativo coercitivo, in cui l'[[Individuo|individuo]] viene «vistato, classificato, abilitato e poi restituito alla società». Per ovviare a queste problematiche, egli suggerisce che alle aule, talvolta, si sostituiscano i luoghi autentici della vita quotidiana (strade, negozi, musei, fabbriche ecc.) e che si possa fare a meno anche degli insegnanti, poiché una persona che svolge un determinato lavoro è sicuramente più preparata del maestro scolastico.  


Quantunque il termine descolarizzazione fosse stato usato per la prima volta dall'austriaco-messicano [[Ivan Illich]] in ''Descolarizzare la società'' <ref>[http://www.altraofficina.it/ivanillich/Libri/Descolarizzare/descolarizzare.htm Descolarizzare la società]</ref> - proponendo un'idea radicale contro ogni forma di scolarizzazione obbligatoria ed auspicando l'apprendimento diretto perché «la scuola ha alienato l'uomo da ciò che apprende» <ref>«Ad ogni latitudine, sotto ogni regime e comunque venga propinata, l'istruzione inculca nell'allievo l'idea che l'istruzione stessa non ha valore se non si acquista a scuola e che ciò che conta è avere "titoli" per riuscire nella vita e che è più importante apprendere cose sul mondo che non trarre il proprio sapere dal mondo».</ref> - secondo Ian Lister il primo vero descolarizzatore fu proprio [[Paul Goodman]] con la sua volontà di de-istituzionalizzare la [[scuola]] e la proposta di un apprendimento fondato sulla decentralizzazione del sistema scolastico (piccole scuole dalle ridottissime dimensioni). Uno studioso interessante del sistema pedagogico libertario fu l'inglese [[Herbert Read]], la cui critica dell'educazione è strettamente legata alla criitca della società. Egli attribuisce un ruolo centrale all'[[arte]] (secondo Read la percezione artistica è prerogativa umana universale e non strettamente legata a pochi individui, i cosiddetti artisti), attraverso la quale sostituire all'educazione della mente l'educazione dei sensi.
Quantunque il termine descolarizzazione fosse stato usato per la prima volta dall'austriaco-messicano [[Ivan Illich]] in ''Descolarizzare la società'' <ref>[http://www.altraofficina.it/ivanillich/Libri/Descolarizzare/descolarizzare.htm Descolarizzare la società]</ref> - proponendo un'idea radicale contro ogni forma di scolarizzazione obbligatoria ed auspicando l'apprendimento diretto perché «la scuola ha alienato l'uomo da ciò che apprende» <ref>«Ad ogni latitudine, sotto ogni regime e comunque venga propinata, l'istruzione inculca nell'allievo l'idea che l'istruzione stessa non ha valore se non si acquista a scuola e che ciò che conta è avere "titoli" per riuscire nella vita e che è più importante apprendere cose sul mondo che non trarre il proprio sapere dal mondo».</ref> - secondo Ian Lister il primo vero descolarizzatore fu proprio [[Paul Goodman]] con la sua volontà di de-istituzionalizzare la [[scuola]] e la proposta di un apprendimento fondato sulla decentralizzazione del sistema scolastico (piccole scuole dalle ridottissime dimensioni). Uno studioso interessante del sistema pedagogico libertario fu l'inglese [[Herbert Read]], la cui critica dell'educazione è strettamente legata alla criitca della società. Egli attribuisce un ruolo centrale all'[[arte]] (secondo [[Herbert Read|Read]] la percezione artistica è prerogativa umana universale e non strettamente legata a pochi individui, i cosiddetti artisti), attraverso la quale sostituire all'educazione della mente l'educazione dei sensi.


Un esponente moderno della pedagogia libertaria è stato il brasiliano [[Paulo Freire]], vicino alla [[teologia della liberazione]], secondo il quale l'educazione o è al servizio dell'oppressione oppure deve essere un processo di liberazione. Il suo saggio più famoso è ''La pedagogia degli oppressi''. Un altro descolarizzatore fu lo statunitense [[John Holt]], inizialmente propositore dell'istruzione domiciliare ed in seguito assai più vicino al movimento degli descolarizzatori. Ancor più radicale appare [[Raoul Vaneigem]] con il testo ''[[Avviso agli studenti]]'' ([[1995]]).
Un esponente moderno della pedagogia libertaria è stato il brasiliano [[Paulo Freire]], vicino alla [[teologia della liberazione]], secondo il quale l'educazione o è al servizio dell'oppressione oppure deve essere un processo di liberazione. Il suo saggio più famoso è ''La pedagogia degli oppressi''. Un altro descolarizzatore fu lo statunitense [[John Holt]], inizialmente propositore dell'istruzione domiciliare ed in seguito assai più vicino al movimento degli descolarizzatori. Ancor più radicale appare [[Raoul Vaneigem]] con il testo ''[[Avviso agli studenti]]'' ([[1995]]).
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