Paul Feyerabend: differenze tra le versioni

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Lo scopo del filosofo austro-americano è sempre stato quello di '''negare ogni certezza''' e '''spazzare via tutte le convinzioni più radicate'''. Egli è stato particolarmente avverso al [[neopositivismo]] e al pensiero di [[Karl Popper]].  
Lo scopo del filosofo austro-americano è sempre stato quello di '''negare ogni certezza''' e '''spazzare via tutte le convinzioni più radicate'''. Egli è stato particolarmente avverso al [[neopositivismo]] e al pensiero di [[Karl Popper]].  


Le sue critiche alle teorie popperiane sono alquanto "feroci", in particolare si scaglia contro la [[teoria della falsificazione]] (secondo Popper basta una sola prova per dimostrare l'errore di una determinata teoria scientifica), promuovendo al contrario il rincipio della [[principio della tenacia|tenacia]] (già presente in [[Thomas Kuhn]], ma solo nei cosidetti periodi di "scienza normale") e della [[principio della proliferazione|proliferazione]] (per Feyerabend non solo non basta una prova per falsificare una teoria, ma è bene andare avanti con una determinata teoria, anche se alcune prove ne negano la validità. Egli è convinto che solo il confronto tra diverse teorie può far progredire la conoscenza <ref name="Nietzsche">Le asserzioni di Feyerabend hanno una notevole affinità con alcune considerazioni esposte da [[Friedrich Nietzsche]]:
Le sue critiche alle teorie popperiane sono alquanto "feroci", in particolare si scaglia contro la [[teoria della falsificazione]] (secondo Popper basta una sola prova per dimostrare l'errore di una determinata teoria scientifica), promuovendo al contrario il rincipio della [[principio della tenacia|tenacia]] (già presente in [[Thomas Kuhn]], ma solo nei cosidetti periodi di "scienza normale") e della [[principio della proliferazione|proliferazione]]. Per Feyerabend non solo non basta una prova per falsificare una teoria, ma è bene andare avanti con una determinata teoria, anche se alcune prove ne negano la validità. Egli è convinto che solo il confronto tra diverse teorie può far progredire la conoscenza. <ref name="Nietzsche">Le asserzioni di Feyerabend hanno una notevole affinità con alcune considerazioni esposte da [[Friedrich Nietzsche]]:
:«Non esiste un metodo scientifico che sia il solo ad aprire le vie della conoscenza. Dobbiamo procedere per tentativi con le cose, ora con malvagità, ora con bontà verso di esse, ed avere per loro successivamente equanimità, passione e freddezza. C'è chi parla con le cose come un poliziotto, chi come un confessore, chi come un viandante e un curioso. Ora con simpatia, ora con violenza si caverà qualcosa da esse; c'è chi è portato avanti e fino alla cognizione esatta dalla riverenza per i loro segreti, chi, per altro verso, dall'indiscrezione e dalla furfanteria nello sciogliere questi segreti. Come tutti i conquistatori, gli scopritori, i navigatori, gli avventurieri, noi indagatori abbiamo una moralità temeraria e dobbiamo permettere che in complesso ci prendano per malvagi». </ref>...)
:«Non esiste un metodo scientifico che sia il solo ad aprire le vie della conoscenza. Dobbiamo procedere per tentativi con le cose, ora con malvagità, ora con bontà verso di esse, ed avere per loro successivamente equanimità, passione e freddezza. C'è chi parla con le cose come un poliziotto, chi come un confessore, chi come un viandante e un curioso. Ora con simpatia, ora con violenza si caverà qualcosa da esse; c'è chi è portato avanti e fino alla cognizione esatta dalla riverenza per i loro segreti, chi, per altro verso, dall'indiscrezione e dalla furfanteria nello sciogliere questi segreti. Come tutti i conquistatori, gli scopritori, i navigatori, gli avventurieri, noi indagatori abbiamo una moralità temeraria e dobbiamo permettere che in complesso ci prendano per malvagi».</ref>
   
   
Il suo pensiero relativistico lo porta a sviluppare la teoria della «varianza del significato», ossia ad affermare che le asserzioni osservative sono dipendenti da quelle teoriche (distinzione invece importantissima per il [[neopositivismo]]). In pratica quindi non esistono dati “oggettivi e neutrali”, poiché essi sono dipendenti dalla teoria entro il quale sono stati inquadrati. Tutto ciò non permette di ritenere valide le metodologie standard attraverso le quali definire la qualità di una teoria rispetto ad un'altra.
Il suo pensiero relativistico lo porta a sviluppare la teoria della «varianza del significato», ossia ad affermare che le asserzioni osservative sono dipendenti da quelle teoriche (distinzione invece importantissima per il [[neopositivismo]]). In pratica quindi non esistono dati “oggettivi e neutrali”, poiché essi sono dipendenti dalla teoria entro il quale sono stati inquadrati. Tutto ciò non permette di ritenere valide le metodologie standard attraverso le quali definire la qualità di una teoria rispetto ad un'altra.
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