Michele Schirru: differenze tra le versioni

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===Il ritorno in Italia per attentare alla vita di Mussolini===
===Il ritorno in Italia per attentare alla vita di Mussolini===
[[File:Schiavina1.jpg|thumb|300 px|[[Raffaele Schiavina]]]]
[[File:Schiavina1.jpg|thumb|300 px|[[Raffaele Schiavina]]]]
Schirru intende far qualcosa per fermare il regime fascista e per questo decide di far rientro in [[Italia]], dove vi giunge nel gennaio [[1930]]. Nel mese seguente è già a le Havre, in Francia. Di qui si sposta a Parigi, poi nei pressi di Avignone (dove risiedono padre, madre e fratelli) ed infine a Milano, dove prende contatti con diversi compagni con i quali discute dei suoi propositi <ref name="edizioni4">Mentre si trova a Milano, si concretizza la liberazione di un compagno anarchico ([[Romeo Asara]]) dall'Ospedale psichiatrico di Mombello, dov'era stato internato in seguito alla sua simulazione di pazzia dopo un arresto. Secondo alcuni tale evasione non fu mai realizzata perché Asara sarebbe stato liberato dalle autorità, ma nel suo interrogatorio Miche Schirru a tal proposito afferma:«essendo stato arrestato un buon compagno milanese, e avendogli trovato nella sua abitazione degli attrezzi meccanici, ed altro materiale, forse da sospetti che la sbirraglia nutriva su lui, venne accusato per lo scoppio di Piazza Giulio Cesare. Seppe fare il matto, e fu ricoverato a Mombello (manicomio di Milano). Lo scopo era di farlo evadere. Corrompendo qualche guardiano se ciò fosse possibile, altrimenti con una scalata di muri. Tutto andò bene, ed ancora respira l'aria libera.» ([http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno Uccidere il tiranno])</ref>
Schirru intende far qualcosa per fermare il regime fascista e per questo decide di far rientro in [[Italia]], dove vi giunge nel gennaio [[1930]]. Nel mese seguente è già a le Havre, in Francia. Di qui si sposta a Parigi, poi nei pressi di Avignone (dove risiedono padre, madre e fratelli) ed infine a Milano, dove prende contatti con diversi compagni con i quali discute dei suoi propositi <ref name="edizioni4">Mentre si trova a Milano, si concretizza la liberazione di un compagno anarchico ([[Romeo Asara]]) dall'Ospedale psichiatrico di Mombello, dov'era stato internato in seguito alla sua simulazione di pazzia dopo un arresto. Secondo alcuni tale evasione non fu mai realizzata perché Asara sarebbe stato liberato dalle autorità, ma nel suo interrogatorio Miche Schirru a tal proposito afferma:«Essendo stato arrestato un buon compagno milanese, e avendogli trovato nella sua abitazione degli attrezzi meccanici, ed altro materiale, forse da sospetti che la sbirraglia nutriva su lui, venne accusato per lo scoppio di Piazza Giulio Cesare. Seppe fare il matto, e fu ricoverato a Mombello (manicomio di Milano). Lo scopo era di farlo evadere. Corrompendo qualche guardiano se ciò fosse possibile, altrimenti con una scalata di muri. Tutto andò bene, ed ancora respira l'aria libera» (''[http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno Uccidere il tiranno]'').</ref>


Fatto rientro nuovamente a Parigi, fa la spola tra la Francia, Bruxelles (qui il [[30 dicembre]] [[1930]] redige il suo ''Testamento''), Charleroi e Liegi. Proprio in [[Belgio]] prepara i due ordigni che gli sarebbero dovuto servire per l'attentato, mantenendo stabili contatti con [[Raffaele Schiavina]], [[Giuseppe Polidori]] (da cui riceve somme di denaro) e [[Emidio Recchioni]].
Fatto rientro nuovamente a Parigi, fa la spola tra la Francia, Bruxelles (qui il [[30 dicembre]] [[1930]] redige il suo ''Testamento''), Charleroi e Liegi. Proprio in [[Belgio]] prepara i due ordigni che gli sarebbero dovuto servire per l'attentato, mantenendo stabili contatti con [[Raffaele Schiavina]], [[Giuseppe Polidori]] (da cui riceve somme di denaro) e [[Emidio Recchioni]].
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