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Il progetto, seppur velelitario, è quello di uccidere il "Duce", sconfiggere il [[Fascismo|fascismo]] e innescare la [[rivoluzione sociale]]: accompagnato da Emilio Lussu alla stazione, da Parigi parte per l'[[Italia]] con due bombe (gennaio [[1931]]). Giunto a Roma il [[12 gennaio]] [[1931]], affitta una stanza presso l'Hotel Royal di via XX Settembre. <ref> | Il progetto, seppur velelitario, è quello di uccidere il "Duce", sconfiggere il [[Fascismo|fascismo]] e innescare la [[rivoluzione sociale]]: accompagnato da Emilio Lussu alla stazione, da Parigi parte per l'[[Italia]] con due bombe (gennaio [[1931]]). Giunto a Roma il [[12 gennaio]] [[1931]], affitta una stanza presso l'Hotel Royal di via XX Settembre. <ref name="diz1"></ref> | ||
Qui conosce la ballerina Anna Lukowski, con cui si frequenta per un breve periodo trovandosi reciprocamente simpatici. Quando lo arrestano, il [[3 febbraio]] [[1931]], si trova in albergo (Albergo Colonna, via Due Macelli) proprio con lei. Mentre lo conducono al commissariato, Schirru impugna una rivoltella e tenta di suicidarsi, ma senza "successo". Rimane però ferito e per questo verrà ricoverato in ospedale. Nella sua stanza, al Royal, trovano bombe e corrispondenza varia. Inizialmente l'anarchico sostiene che quelle armi servivano per colpire alcuni [[Fascismo|fascisti]] del suo paese, solo successivamente, secondo la versione [[Fascismo|fascista]], ammette che aveva intenzione d'uccidere il Duce. Schirru aggiunse però che, consapevole delle difficoltà dell'impresa, aveva oramai desistito dal proponimento di uccidere il Duce e si apprestava quindi a ripartire <ref name="Leto"> Va sottolineato nuovamente che trattasi della versione fornita dal [[Fascismo|regime fascista]]. Scrive [[Guido Leto]] (uno degli ultimi “capi” dell'OVRA, la [[polizia]] politica fascista ): «era chiaro – per una serie di elementi - che Schirru aveva già da tempo desistito dal proponimento maturato in America». (Salvatortelli e Mira, ''Storia del fascismo'', pag. 540) </ref>. | Qui conosce la ballerina Anna Lukowski, con cui si frequenta per un breve periodo trovandosi reciprocamente simpatici. Quando lo arrestano, il [[3 febbraio]] [[1931]], si trova in albergo (Albergo Colonna, via Due Macelli) proprio con lei. Mentre lo conducono al commissariato, Schirru impugna una rivoltella e tenta di suicidarsi, ma senza "successo". Rimane però ferito e per questo verrà ricoverato in ospedale. Nella sua stanza, al Royal, trovano bombe e corrispondenza varia. Inizialmente l'anarchico sostiene che quelle armi servivano per colpire alcuni [[Fascismo|fascisti]] del suo paese, solo successivamente, secondo la versione [[Fascismo|fascista]], ammette che aveva intenzione d'uccidere il Duce. Schirru aggiunse però che, consapevole delle difficoltà dell'impresa, aveva oramai desistito dal proponimento di uccidere il Duce e si apprestava quindi a ripartire <ref name="Leto"> Va sottolineato nuovamente che trattasi della versione fornita dal [[Fascismo|regime fascista]]. Scrive [[Guido Leto]] (uno degli ultimi “capi” dell'OVRA, la [[polizia]] politica fascista ): «era chiaro – per una serie di elementi - che Schirru aveva già da tempo desistito dal proponimento maturato in America». (Salvatortelli e Mira, ''Storia del fascismo'', pag. 540) </ref>. | ||
===Reazioni della stampa anarchica all'arresto=== | ===Reazioni della stampa anarchica all'arresto=== | ||
Immediatamente dopo il suo arresto, i [[stampa anarchica|giornali anarchici]] dipingono Schirru come un eroe dell'[[antifascismo]] e dell'[[anarchismo]]: in ''Michele Schirru'', pubblicato su «[[Il Risveglio anarchico]]» l'[[Storia dell'anarchismo sardo|anarchico sardo]] è catalogato come un "vendicatore" ([[21 febbraio]] [[1931]]); «[[L'Adunata dei Refrattari]]» lo dipinge come «l'incarnazione della rivolta integrale» (''Michele Schirru'', [[21 maggio]] [[1931]]); «[[Vogliamo!]]» scrive che Michele Schirru «é l'eroe che balza sempre a tentare con il proprio sacrificio la conquista della libertà» (''Battaglie d'attualità Michele Schirru'', gennaio-febbraio [[1931]]). <ref name=" | Immediatamente dopo il suo arresto, i [[stampa anarchica|giornali anarchici]] dipingono Schirru come un eroe dell'[[antifascismo]] e dell'[[anarchismo]]: in ''Michele Schirru'', pubblicato su «[[Il Risveglio anarchico]]» l'[[Storia dell'anarchismo sardo|anarchico sardo]] è catalogato come un "vendicatore" ([[21 febbraio]] [[1931]]); «[[L'Adunata dei Refrattari]]» lo dipinge come «l'incarnazione della rivolta integrale» (''Michele Schirru'', [[21 maggio]] [[1931]]); «[[Vogliamo!]]» scrive che Michele Schirru «é l'eroe che balza sempre a tentare con il proprio sacrificio la conquista della libertà» (''Battaglie d'attualità Michele Schirru'', gennaio-febbraio [[1931]]). <ref name="diz1"></ref> | ||
=== Il processo, la condanna e l'esecuzione === | === Il processo, la condanna e l'esecuzione === |