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Successivamente continua la sua peregrinazione e si trasferisce anche in altri stati: [[Marocco]], [[Francia]], [[Canada]], per poi approdare a New York, dove lavora come infermiera. Nel [[1973]] si stabilisce definitivamente con la figlia a Roma, dove continua la sua attività rivoluzionaria mediante la pubblicazione di articoli a carattere prevalentemente sociale e politico. Denuncia le ingiuste condizioni delle domestiche, che lavorano come schiave al servizio dei ricchi borghesi, costrette spesso a subire violenze sessuali; si scaglia contro il grave problema dell'espropriazione dei terreni, a prezzi irrisori, siti alla periferia di Ragusa. | Successivamente continua la sua peregrinazione e si trasferisce anche in altri stati: [[Marocco]], [[Francia]], [[Canada]], per poi approdare a New York, dove lavora come infermiera. Nel [[1973]] si stabilisce definitivamente con la figlia a Roma, dove continua la sua attività rivoluzionaria mediante la pubblicazione di articoli a carattere prevalentemente sociale e politico. Denuncia le ingiuste condizioni delle domestiche, che lavorano come schiave al servizio dei ricchi borghesi, costrette spesso a subire violenze sessuali; si scaglia contro il grave problema dell'espropriazione dei terreni, a prezzi irrisori, siti alla periferia di Ragusa. | ||
A Roma ricomincia anche a scrivere con antico fervore. Compone delle novelle che poi entreranno a far parte della raccolta ''Il carrubo ed altri racconti'', pubblicata postuma dalla Sellerio. Nel [[1975]] si confessa al giornalista Enzo Forcella in un filmato Rai, dichiarando tutto il suo dolore per essere stata trattata come una reietta dalla sua famiglia e dai suoi compaesani subito dopo la liberazione dal [[carcere]]. La sua colpa era stata quella di ribellarsi all'[[autorità ]] del padre e del marito : | A Roma ricomincia anche a scrivere con antico fervore. Compone delle novelle che poi entreranno a far parte della raccolta ''Il carrubo ed altri racconti'', pubblicata postuma dalla Sellerio. Nel [[1975]] si confessa al giornalista Enzo Forcella in un filmato Rai, dichiarando tutto il suo dolore per essere stata trattata come una reietta dalla sua famiglia e dai suoi compaesani subito dopo la liberazione dal [[carcere]]. La sua colpa era stata quella di ribellarsi all'[[autorità ]] del padre e del marito: | ||
: «Mi sentivo straniera in patria, perseguitata e incompresa. Allora ho cominciato a girare per il nord Italia, per la Svizzera, Francia, Inghilterra, Marocco, Stati Uniti, Hawaii e Messico. Facevo la bambinaia, l'aiuto sarta, la pellicciaia, ho saldato persino le corde delle navi per vivere». | : «Mi sentivo straniera in patria, perseguitata e incompresa. Allora ho cominciato a girare per il nord Italia, per la Svizzera, Francia, Inghilterra, Marocco, Stati Uniti, Hawaii e Messico. Facevo la bambinaia, l'aiuto sarta, la pellicciaia, ho saldato persino le corde delle navi per vivere». | ||