Luigi Fabbri: differenze tra le versioni

m
Sostituzione testo - "[à][\s][]]" con "à]"
m (Sostituzione testo - "[à][\s][.]" con "à.")
m (Sostituzione testo - "[à][\s][]]" con "à]")
Riga 14: Riga 14:
Fabbri diffuse il pensiero anarchico attraverso diverse [[stampa anarchica|riviste]]. Una delle più importanti, divenuta un punto di riferimento per tutto il movimento anarchico nel primo quindicennio del Novecento, fu «[[Il Pensiero]]», della quale fu sempre redattore insieme a [[Pietro Gori]]. La [[stampa anarchica|rivista]], che poteva contare sulla collaborazione dei militanti più preparati, dibatté su molteplici argomenti, combattendo, in particolar modo, quelle che venivano considerate derive del movimento anarchico: il [[nichilismo]] individualista, la monomania sindacalista, ecc..  
Fabbri diffuse il pensiero anarchico attraverso diverse [[stampa anarchica|riviste]]. Una delle più importanti, divenuta un punto di riferimento per tutto il movimento anarchico nel primo quindicennio del Novecento, fu «[[Il Pensiero]]», della quale fu sempre redattore insieme a [[Pietro Gori]]. La [[stampa anarchica|rivista]], che poteva contare sulla collaborazione dei militanti più preparati, dibatté su molteplici argomenti, combattendo, in particolar modo, quelle che venivano considerate derive del movimento anarchico: il [[nichilismo]] individualista, la monomania sindacalista, ecc..  
[[File:Luce1.jpg|thumb|[[Luce Fabbri]], figlia di Luigi]]  
[[File:Luce1.jpg|thumb|[[Luce Fabbri]], figlia di Luigi]]  
Per le edizioni de «Il Pensiero» Fabbri stese anche la relazione del [[Congresso di Amsterdam (1907) |Congresso Anarchico Internazionale di  Amsterdam (1907)]], durante il quale furono particolarmente dibattute le due questioni relative al [[sindacalismo]] e all'organizzazione. Cessate le attività  de «Il Pensiero» collaborò a «[[Volontà ]]», svolgendo un ruolo di orientamento ideologico all'interno del movimento e di un propaganda all'esterno.
Per le edizioni de «Il Pensiero» Fabbri stese anche la relazione del [[Congresso di Amsterdam (1907) |Congresso Anarchico Internazionale di  Amsterdam (1907)]], durante il quale furono particolarmente dibattute le due questioni relative al [[sindacalismo]] e all'organizzazione. Cessate le attività  de «Il Pensiero» collaborò a «[[Volontà]]», svolgendo un ruolo di orientamento ideologico all'interno del movimento e di un propaganda all'esterno.
Pubblicò articoli e opuscoli su diversi argomenti legati all'[[anarchismo]]: sul [[socialismo libertario]] di [[Carlo Pisacane]], sulla questione organizzativa, su [[Francisco Ferrer y Guardia]], sul rapporto ''[[Stato]]-[[Chiesa]]'' ecc. Nel [[1916]], firmandosi "un gruppo di anarchici", ribadì con vigore il proprio [[antimilitarismo]] e si contrappose ad alcuni anarchici ([[Kropotkin]], [[Grave]] e [[Cornelissen]]) che invece si dichiararono interventisti ([[Kropotkin]] successivamente si pentirà  di quella scelta, che oggettivamente risulterà  sbagliata).
Pubblicò articoli e opuscoli su diversi argomenti legati all'[[anarchismo]]: sul [[socialismo libertario]] di [[Carlo Pisacane]], sulla questione organizzativa, su [[Francisco Ferrer y Guardia]], sul rapporto ''[[Stato]]-[[Chiesa]]'' ecc. Nel [[1916]], firmandosi "un gruppo di anarchici", ribadì con vigore il proprio [[antimilitarismo]] e si contrappose ad alcuni anarchici ([[Kropotkin]], [[Grave]] e [[Cornelissen]]) che invece si dichiararono interventisti ([[Kropotkin]] successivamente si pentirà  di quella scelta, che oggettivamente risulterà  sbagliata).
Nel primo dopoguerra fu tra i promotori dell''''UCAI''' ([[Unione Comunista Anarchica Italiana]]), prima che la spinta unanimista di [[Malatesta]] lo spingesse alla formazione dell''''UAI''' ([[Unione Anarchica Italiana]]). Fu direttore di «[[Umanità  Nova]]», lo storico quotidiano dell''''UAI''' e ora settimanale della [[Federazione Anarchica Italiana]].  
Nel primo dopoguerra fu tra i promotori dell''''UCAI''' ([[Unione Comunista Anarchica Italiana]]), prima che la spinta unanimista di [[Malatesta]] lo spingesse alla formazione dell''''UAI''' ([[Unione Anarchica Italiana]]). Fu direttore di «[[Umanità  Nova]]», lo storico quotidiano dell''''UAI''' e ora settimanale della [[Federazione Anarchica Italiana]].  
Riga 21: Riga 21:


Nell'agosto del [[1920]] terminò di scrivere il libro ''[[Dittatura e Rivoluzione]]'' (considerato uno dei migliori libri scritti da anarchici e una sorta di risposta a  ''[[Stato e Rivoluzione]]'' di [[Lenin]]), nel quale condannò, senza riserve, la deriva autoritaria della rivoluzione bolscevica, cogliendo l'inconciliabile antagonismo fra [[anarchismo e marxismo]] e fra il [[socialismo libertario]] e quello autoritario.  
Nell'agosto del [[1920]] terminò di scrivere il libro ''[[Dittatura e Rivoluzione]]'' (considerato uno dei migliori libri scritti da anarchici e una sorta di risposta a  ''[[Stato e Rivoluzione]]'' di [[Lenin]]), nel quale condannò, senza riserve, la deriva autoritaria della rivoluzione bolscevica, cogliendo l'inconciliabile antagonismo fra [[anarchismo e marxismo]] e fra il [[socialismo libertario]] e quello autoritario.  
:«Gli anarchici, troppo in minoranza e poco organizzati, non potevano certo contrastare ai bolscevichi la presa del potere. Questi ultimi, poco a poco, per merito anche della loro infaticabile attività  e della linea di condotta intransigente, avversa alla prosecuzione della guerra, finirono col diventare maggioranza nei soviet, che avevano più a portata di mano il meccanismo statale; e, quando furono sicuri d'avere in essi una base popolare sufficiente, profittarono della prima occasione, forti dell'appoggio dei soldati stufi della guerra, per rovesciare Kerensky e gli altri democratici e social-patriottici, ed occuparne il posto più solidamente di loro.[[File:Pensiero_e_volonta.jpg|150 px|left|thumb|''[[Pensiero e Volontà ]]'']] Allora le cose cambiarono, i bolscevichi al potere poco per volta cercarono di ristabilire lo spirito di disciplina ed ubbidienza, di combattere le tendenze anarchiche, di limitare le varie forme di libertà.» <ref>''Dittatura e Rivoluzione'', pag 64</ref>
:«Gli anarchici, troppo in minoranza e poco organizzati, non potevano certo contrastare ai bolscevichi la presa del potere. Questi ultimi, poco a poco, per merito anche della loro infaticabile attività  e della linea di condotta intransigente, avversa alla prosecuzione della guerra, finirono col diventare maggioranza nei soviet, che avevano più a portata di mano il meccanismo statale; e, quando furono sicuri d'avere in essi una base popolare sufficiente, profittarono della prima occasione, forti dell'appoggio dei soldati stufi della guerra, per rovesciare Kerensky e gli altri democratici e social-patriottici, ed occuparne il posto più solidamente di loro.[[File:Pensiero_e_volonta.jpg|150 px|left|thumb|''[[Pensiero e Volontà]]'']] Allora le cose cambiarono, i bolscevichi al potere poco per volta cercarono di ristabilire lo spirito di disciplina ed ubbidienza, di combattere le tendenze anarchiche, di limitare le varie forme di libertà.» <ref>''Dittatura e Rivoluzione'', pag 64</ref>


Durante il [[Fascismo| fascismo]] subì diverse aggressioni squadriste, ma ciò non gli impedì di continuare nella militanza attiva: nel [[1923]] pubblicò ''La controrivoluzione preventiva'', un'analisi spietata del fenomeno fascista.  
Durante il [[Fascismo| fascismo]] subì diverse aggressioni squadriste, ma ciò non gli impedì di continuare nella militanza attiva: nel [[1923]] pubblicò ''La controrivoluzione preventiva'', un'analisi spietata del fenomeno fascista.  
Sempre in quegli anni fondò la [[stampa anarchica|rivista]] «[[Pensiero e Volontà ]]», collaborando anche ad altre pubblicazioni anarchiche italiane («Fede», «Libero Accordo») e straniere («[[La Protesta]]» di Buenos Aires, «[[Rivista Blanca]]» di Barcellona, ecc.).
Sempre in quegli anni fondò la [[stampa anarchica|rivista]] «[[Pensiero e Volontà]]», collaborando anche ad altre pubblicazioni anarchiche italiane («Fede», «Libero Accordo») e straniere («[[La Protesta]]» di Buenos Aires, «[[Rivista Blanca]]» di Barcellona, ecc.).


Nel [[1926]] il movimento anarchico internazionale fu scosso dalla proposta organizzativa elaborata da alcuni rifugiati russi a Parigi ([[Nestor Makhno]], [[Ida Mett]], [[Petr Arshinov]], ecc.), la [[Piattaforma d'Organizzazione dell'Unione Generale degli Anarchici]], e molti militanti di grande prestigio urlarono allo scandalo per i toni ritenuti troppo dirigisti della stessa, Fabbri prese una posizione ritenuta responsabile, riconoscendo che essa metteva sul terreno della discussione «una quantità  di problemi inerenti al movimento anarchico, al posto degli anarchici nella rivoluzione, all'organizzazione dell'anarchismo nelle lotte, eccetera, che devono essere risolti, altrimenti la dottrina anarchica non continuerà  a rispondere alle esigenze crescenti della lotta e della vita sociale nel mondo contemporaneo».
Nel [[1926]] il movimento anarchico internazionale fu scosso dalla proposta organizzativa elaborata da alcuni rifugiati russi a Parigi ([[Nestor Makhno]], [[Ida Mett]], [[Petr Arshinov]], ecc.), la [[Piattaforma d'Organizzazione dell'Unione Generale degli Anarchici]], e molti militanti di grande prestigio urlarono allo scandalo per i toni ritenuti troppo dirigisti della stessa, Fabbri prese una posizione ritenuta responsabile, riconoscendo che essa metteva sul terreno della discussione «una quantità  di problemi inerenti al movimento anarchico, al posto degli anarchici nella rivoluzione, all'organizzazione dell'anarchismo nelle lotte, eccetera, che devono essere risolti, altrimenti la dottrina anarchica non continuerà  a rispondere alle esigenze crescenti della lotta e della vita sociale nel mondo contemporaneo».
64 364

contributi