Luigi Bertoni: differenze tra le versioni

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[[File:Luigi Bertoni.jpg|thumb|Luigi Bertoni]]'''Luigi Bertoni''' (Milano, [[16 febbraio]] [[1872]] – Ginevra, [[19 gennaio]] [[1947]]), detto anche "Il Santo", è stato un anarchico, tipografo, propagandista e [[Sindacalismo|sindacalista]] svizzero-italiano. Vissuto per gran parte della sua vita in [[Svizzera]], fu uno dei principali protagonisti del [[movimento anarchico]] di quel paese.
[[File:Luigi Bertoni.jpg|thumb|Luigi Bertoni]]'''Luigi Bertoni''' (Milano, [[16 febbraio]] [[1872]] – Ginevra, [[19 gennaio]] [[1947]]), detto anche "Il Santo", è stato un anarchico, tipografo, propagandista e [[Sindacalismo|sindacalista]] svizzero-italiano. Vissuto per gran parte della sua vita in [[Svizzera]], fu uno dei principali protagonisti del [[movimento anarchico]] di quel paese.


== Biografia  <ref>Fonte principale: ''[https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/13063-bertoni-luigi?i=2 Dizionario biografico degli anarchici italiani]''</ref>==
== Biografia  <ref>Fonte: G. Bottinelli, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/13063 ''Luigi Bertoni''], in ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Tomo I, Pisa, BFS, 2003, pp. 159-164</ref> ==
 
'''Luigi Bertoni''' nasce a Milano il [[16 febbraio]] 1872 da Giuseppe e Carolina Dominioni. La madre è lombarda mentre il padre è originario del Canton Ticino, ed è proprietario di una drogheria. Nell'ambiente mazziniano e repubblicano del padre, il giovane Luigi avrà l'occasione di leggere opuscoli di propaganda [[socialista]] e anarchica, quest'ultima inviata da suo cugino [[Mosè Bertoni]] (Mosè dopo aver conosciuto [[Élisée Reclus]] e [[Kropotkin]], parte nel [[1884]] dal Ticino per l'[[Argentina]] con moglie, figli, la madre e un gruppo di compaesani, intenzionato a fondare una [[Colonie libertarie|colonia anarchica]] ma poi direttosi in [[Paraguay]]). Nel [[1880]] la famiglia si trasferisce a Como, città in cui Bertoni inizia a 13 anni l'apprendistato di tipografo ed è membro del sindacato. Dopo poco più di un anno viene licenziato «per essersi sfacciatamente rifiutato di lavorare qualche ora in più dell'ordinario anche dietro pagamento». A 14 anni trova lavoro a Mendrisio, in Canton Ticino, facendosi passare come operaio tipografo.  
'''Luigi Bertoni''' nasce a Milano il [[16 febbraio]] 1872 da Giuseppe e Carolina Dominioni. La madre è lombarda mentre il padre è originario del Canton Ticino, ed è proprietario di una drogheria. Nell'ambiente mazziniano e repubblicano del padre, il giovane Luigi avrà l'occasione di leggere opuscoli di propaganda [[socialista]] e anarchica, quest'ultima inviata da suo cugino [[Mosè Bertoni]] (Mosè dopo aver conosciuto [[Élisée Reclus]] e [[Kropotkin]], parte nel [[1884]] dal Ticino per l'[[Argentina]] con moglie, figli, la madre e un gruppo di compaesani, intenzionato a fondare una [[Colonie libertarie|colonia anarchica]] ma poi direttosi in [[Paraguay]]). Nel [[1880]] la famiglia si trasferisce a Como, città in cui Bertoni inizia a 13 anni l'apprendistato di tipografo ed è membro del sindacato. Dopo poco più di un anno viene licenziato «per essersi sfacciatamente rifiutato di lavorare qualche ora in più dell'ordinario anche dietro pagamento». A 14 anni trova lavoro a Mendrisio, in Canton Ticino, facendosi passare come operaio tipografo.  


=== Il liberalismo ===
=== Il liberalismo ===
A 17 anni collabora con la [[liberalismo|rivista liberale]] ticinese in esilio «Vita Nuova», pubblicata a Ginevra, mentre a 18 anni – sollecitato dal cugino Brenno (fratello di Mosé), due giorni prima del colpo di [[Stato]] [[liberale]] di Bellinzona, ottiene dopo un esame il diploma di maestro, un trampolino di lancio «che avrebbe dovuto servirmi per concorrere agli impieghi dello Stato», professione che non eserciterà mai. Partecipa alla “Rivoluzione di settembre” – accanto ai liberal-radicali, stanchi del dominio clericali del Partito conservatore – «come umile segnale all'insurrezione...[...] soprattutto come membro di una delle famiglie più notorie del Cantone. La Rivoluzione scoppiava l'[[11 settembre]] a Bellinzona e armato da una cabina a doppio grilletto, di cui ignoravo d'altronde il maneggio, feci parte del gruppo che passando sopra il cadavere del Consigliere di Stato Rossi, un giovanotto di 25 anni, Capo del Dipartimento giustizia e polizia, s'impossessò del Palazzo governativo [...]. Intervenne l'autorità giudiziaria federale. Non arrestò nessuno». Tre giorni dopo – su invito dei redattori di «Vita Nuova» – lo troviamo a Ginevra sempre come tipografo: collabora a riviste liberali radicali ticinesi, è attivo nel sindacato e nel [[1893]] conosce alcuni anarchici della [[Federazione anarchica del Giura]] come [[Jacques Gross]], [[Georges Herzig]], [[Francois Dumartherey]], [[Eugene Steiger]], [[Auguste Spichiger]], [[Alcide Dubois]], [[Henry Soguel]] e i profughi [[comunardi]] francesi [[Antoine Perrare]] e [[Louis Pindy]], partecipando al [[stampa anarchica|quindicinale anarchico]] «L'Avvenire».
A 17 anni collabora con la [[liberalismo|rivista liberale]] ticinese in esilio «Vita Nuova», pubblicata a Ginevra, mentre a 18 anni – sollecitato dal cugino Brenno (fratello di Mosé), due giorni prima del colpo di [[Stato]] [[liberale]] di Bellinzona, ottiene dopo un esame il diploma di maestro, un trampolino di lancio «che avrebbe dovuto servirmi per concorrere agli impieghi dello Stato», professione che non eserciterà mai. Partecipa alla “Rivoluzione di settembre” – accanto ai liberal-radicali, stanchi del dominio clericali del Partito conservatore – «come umile segnale all'insurrezione...[...] soprattutto come membro di una delle famiglie più notorie del Cantone. La Rivoluzione scoppiava l'[[11 settembre]] a Bellinzona e armato da una cabina a doppio grilletto, di cui ignoravo d'altronde il maneggio, feci parte del gruppo che passando sopra il cadavere del Consigliere di Stato Rossi, un giovanotto di 25 anni, Capo del Dipartimento giustizia e polizia, s'impossessò del Palazzo governativo [...]. Intervenne l'autorità giudiziaria federale. Non arrestò nessuno». Tre giorni dopo – su invito dei redattori di «Vita Nuova» – lo troviamo a Ginevra sempre come tipografo: collabora a riviste liberali radicali ticinesi, è attivo nel sindacato e nel [[1893]] conosce alcuni anarchici della [[Federazione anarchica del Giura]] come [[Jacques Gross]], [[Georges Herzig]], [[Francois Dumartherey]], [[Eugene Steiger]], [[Auguste Spichiger]], [[Alcide Dubois]], [[Henry Soguel]] e i profughi [[comunardi]] francesi [[Antoine Perrare]] e [[Louis Pindy]], partecipando al [[stampa anarchica|quindicinale anarchico]] «L'Avvenire».


=== La scoperta dell'anarchia===
=== La scoperta dell'anarchia===
Respinto il [[liberalismo]] radicale e oramai divenuto anarchico, è redattore dal [[1896]] de «L'Emigrante Ticinese Illustrato», pubblicato a Berna e poi a Ginevra, in cui afferma che i sindacati devono opporsi decisamente alla produzione e alla mediazione dello [[Stato]], «un'istituzione barbara che deve cadere per essere sostituita dalle associazioni costituite dal libero accordo». Vi sono due partiti in contrapposizione «il partito di coloro che vogliono lo sviluppo progressivo e il partito di quanti ne chiedono invece la soppressione e l'adattamento dell'individuo a una società senza autorità». Bisogna rompere completamente con il passato «non dobbiamo più partecipare a nessuna festa, a nessuna commemorazione della classe dominante, dividerci completamente da lei per schierarci contro». Coerentemente, nel [[1895]] rifiuterà il posto di direttore della tipografia cantonale ticinese, offerta dai liberali oramai al potere. Nel [[1898]] è segnalato per la prima volta dalla Polizia politica al Pubblico ministero della Confederazione per aver proposto, nel Sindacato tipografi ginevrino, la partecipazione al [[1 maggio|1° Maggio]]. L'anno dopo è corresponsabile con altri due cittadini elvetici [[Emile Held]] e [[Carlo Frigerio]], di una pubblicazione «L'Almanacco [[socialista]] anarchico», in cui tra l'altro, sono invitate tutte le forse repubblicane italiane a unirsi per abbattere la monarchia (articolo di [[Errico Malatesta]]). Il Governo elevetico, su pressioni di quello italiano, invia i tre autori davanti al tribunale, poi è costretto ad assolverli. Gli anarchici – in particolare gli immigrati italiani in [[Svizzera]] – esultano: finalmente sarà loro possibile agire alla luce del sole con il sostegno dei compagni svizzeri.  
Respinto il [[liberalismo]] radicale e oramai divenuto anarchico, è redattore dal [[1896]] de «L'Emigrante Ticinese Illustrato», pubblicato a Berna e poi a Ginevra, in cui afferma che i sindacati devono opporsi decisamente alla produzione e alla mediazione dello [[Stato]], «un'istituzione barbara che deve cadere per essere sostituita dalle associazioni costituite dal libero accordo». Vi sono due partiti in contrapposizione «il partito di coloro che vogliono lo sviluppo progressivo e il partito di quanti ne chiedono invece la soppressione e l'adattamento dell'individuo a una società senza autorità». Bisogna rompere completamente con il passato «non dobbiamo più partecipare a nessuna festa, a nessuna commemorazione della classe dominante, dividerci completamente da lei per schierarci contro». Coerentemente, nel [[1895]] rifiuterà il posto di direttore della tipografia cantonale ticinese, offerta dai liberali oramai al potere. Nel [[1898]] è segnalato per la prima volta dalla Polizia politica al Pubblico ministero della Confederazione per aver proposto, nel Sindacato tipografi ginevrino, la partecipazione al [[1 maggio|1° Maggio]]. L'anno dopo è corresponsabile con altri due cittadini elvetici [[Emile Held]] e [[Carlo Frigerio]], di una pubblicazione «L'Almanacco [[socialista]] anarchico», in cui tra l'altro, sono invitate tutte le forse repubblicane italiane a unirsi per abbattere la monarchia (articolo di [[Errico Malatesta]]). Il Governo elevetico, su pressioni di quello italiano, invia i tre autori davanti al tribunale, poi è costretto ad assolverli. Gli anarchici – in particolare gli immigrati italiani in [[Svizzera]] – esultano: finalmente sarà loro possibile agire alla luce del sole con il sostegno dei compagni svizzeri.  


=== L'attività propagandistica ===
=== L'attività propagandistica ===
 
Nel luglio [[1900]] nasce a Ginevra il bimensile «[[Il Risveglio Anarchico]]», redatto inizialmente da esuli, poi da immigrati, che si rivolge alla numerosa immigrazione italiana, e «Le Réveil socialiste anarchiste», con la collaborazione di alcuni anziani di anarchici romandi. Il redattore responsabile dei due periodici, veri e propri organi ufficiali dell'[[anarchismo]] in [[Svizzera]], è proprio Bertoni, che inizialmente si avvale della collaborazione di varie personalità: Barchiesi, [[Mario Bassadinna]], [[Vivaldo Lacchini]], [[Nino Samara]], [[Felice Mezzani]] (dalla [[Francia]])ecc. Il [[stampa anarchica|periodico bilingue]], inizialmente quindicinale, dal [[1905]] al [[1908]] diviene settimanale, poi ancora bisettimanale fino al [[1910]], anno in cui si trasforma poi in due quindicinali distinti (4000 copie di tiratura). Nel tempo assumerà varie denominazioni, fino al 1925 quando diviene definitivamente ''[[Il Risveglio Anarchico|Il Risveglio Anarchico / Le Révéil Anarchiste]]'' (dal [[1940]] al [[1946]] usciranno clandestinamente in formato opuscolo). All'attività editoriale dei due periodici, Bertoni affianca una casa editrice, le ''edizioni Risveglio/éditions du Réveil'', che pubblicheranno una cinquantina di libri e opuscoli. Infine, negli anni Venti e Trenta, per il [[1 maggio|1° maggio]], esce sempre da Bertoni «[[Il Ticino Libertario]]», con la collaborazione degli anarchici ticinesi.  
Nel luglio [[1900]] nasce a Ginevra il bimensile «[[Il Risveglio Anarchico]]», redatto inizialmente da esuli, poi da immigrati, che si rivolge alla numerosa immigrazione italiana, e «Le Réveil socialiste anarchiste», con la collaborazione di alcuni anziani di anarchici romandi. Il redattore responsabile dei due periodici, veri e propri organi ufficiali dell'[[anarchismo]] in [[Svizzera]], è proprio Bertoni, che inizialmente si avvale della collaborazione di varie personalità: Barchiesi, [[Mario Bassadinna]], [[Vivaldo Lacchini]], [[Nino Samara]], [[Felice Mezzani]] (dalla [[Francia]])ecc. Il [[stampa anarchica|periodico bilingue]], inizialmente quindicinale, dal [[1905]] al [[1908]] diviene settimanale, poi ancora bisettimanale fino al [[1910]], anno in cui si trasforma poi in due quindicinali distinti (4000 copie di tiratura). Nel tempo assumerà varie denominazioni, fino al 1925 quando diviene definitivamente [[Il Risveglio Anarchico|Il Risveglio Anarchico / Le Révéil Anarchiste]] (dal [[1940]] al [[1946]] usciranno clandestinamente in formato opuscolo). All'attività editoriale dei due periodici, Bertoni affianca una casa editrice, le ''edizioni Risveglio/éditions du Réveil'', che pubblicheranno una cinquantina di libri e opuscoli. Infine, negli anni Venti e Trenta, per il [[1 maggio|1° maggio]], esce sempre da Bertoni «[[Il Ticino Libertario]]», con la collaborazione degli anarchici ticinesi.  
[[File:Ris3.jpg|thumb|400px|Testata de ''[[Il Risveglio Anarchico]]'', giornale bilingue (francese e italiano).]]
[[File:Ris3.jpg|thumb|400px|Testata de ''[[Il Risveglio Anarchico]]'', giornale bilingue (francese e italiano).]]
Il periodico dà un forte impulso al movimento in [[Svizzera]], all'inizio del secolo in fase embrionale, e fin dal suo primo numero esplicita una vita dichiaratamente associazionista: «L'associazione è un fatto biologico, una necessità sociale», e nel contempo sindacalista «per spingere anche il sindacato sulla via rivoluzionaria, dobbiamo tutti entrare nei sindacati». Bertoni esercita una considerevole propaganda in tutta la Svizzera, grazie anche a numerose conferenze: un centinaio all'anno (con punte di 130-140) per circa 40 anni. Perciò vi sarà un notevole sviluppo dei gruppi anarchici: quelli di lingua italiana da una decina nel 1902 diventano una trentina nel [[1915]], mentre la [[Fédération communiste anarchiste de la Suisse romande]] annuncia dieci gruppi nel [[1907]]. Nel [[1901]] Bertoni si fa promotore del [[Groupe pour la défense de la liberté d'opinion]], costituito in un'assemblea alla presenza di 250 anarchici socialisti, [[Sindacalismo|sindacalisti]], che si preoccupa di raccogliere fondi e di informare il movimento operaio e l'opinione pubblica sui metodi antisociali e liberticidi della polizia svizzera, soprattutto nei confronti degli operai sia stranieri sia confederati. In quest'ambito si occupa pure dell'espulsione dal Canton Ticino dell'allora [[socialista]] [[Benito Mussolini]], in [[Svizzera]] dal [[1902]] al [[1904]], il quale, grato dell'aiuto, tradurrà gratuitamente dal francese un'opera importante di [[Kropotkin]], ''Le parole di un ribelle'', che verrà pubblicato dalle edizioni del Risveglio. Nel [[1912]] Mussolini ricorderà così Bertoni: «È la bestia nera della borghesia elvetica. L'ho conosciuto a Berna nel 1903. Alto, secco, naso prominente, lineamenti angolosi, sbarbato. Ha dell'asceta. Scrive e parla, con grande correttezza, l'italiano e il francese. La sua coltura storica e sociologica è vastissima. È una delle prime teste pensanti dell'anarchismo internazionale. Operaio. Lavora da tipografo otto ore al giorno e gli rimane il tempo necessario per scrivere un giornale e tenere tournées di propaganda. La sua attività è prodigiosa. Il gruppo editoriale le Réveil è opera sua [...]. Odiatore del funzionalismo operaio, dei permanents, dei professionali, egli non ha mai voluto abbandonare la cassa del compositore. È uno spirito disinteressato».  
Il periodico dà un forte impulso al movimento in [[Svizzera]], all'inizio del secolo in fase embrionale, e fin dal suo primo numero esplicita una vita dichiaratamente associazionista: «L'associazione è un fatto biologico, una necessità sociale», e nel contempo sindacalista «per spingere anche il sindacato sulla via rivoluzionaria, dobbiamo tutti entrare nei sindacati». Bertoni esercita una considerevole propaganda in tutta la Svizzera, grazie anche a numerose conferenze: un centinaio all'anno (con punte di 130-140) per circa 40 anni. Perciò vi sarà un notevole sviluppo dei gruppi anarchici: quelli di lingua italiana da una decina nel 1902 diventano una trentina nel [[1915]], mentre la [[Fédération communiste anarchiste de la Suisse romande]] annuncia dieci gruppi nel [[1907]]. Nel [[1901]] Bertoni si fa promotore del [[Groupe pour la défense de la liberté d'opinion]], costituito in un'assemblea alla presenza di 250 anarchici socialisti, [[Sindacalismo|sindacalisti]], che si preoccupa di raccogliere fondi e di informare il movimento operaio e l'opinione pubblica sui metodi antisociali e liberticidi della polizia svizzera, soprattutto nei confronti degli operai sia stranieri sia confederati. In quest'ambito si occupa pure dell'espulsione dal Canton Ticino dell'allora [[socialista]] [[Benito Mussolini]], in [[Svizzera]] dal [[1902]] al [[1904]], il quale, grato dell'aiuto, tradurrà gratuitamente dal francese un'opera importante di [[Kropotkin]], ''Le parole di un ribelle'', che verrà pubblicato dalle edizioni del Risveglio. Nel [[1912]] Mussolini ricorderà così Bertoni: «È la bestia nera della borghesia elvetica. L'ho conosciuto a Berna nel 1903. Alto, secco, naso prominente, lineamenti angolosi, sbarbato. Ha dell'asceta. Scrive e parla, con grande correttezza, l'italiano e il francese. La sua coltura storica e sociologica è vastissima. È una delle prime teste pensanti dell'anarchismo internazionale. Operaio. Lavora da tipografo otto ore al giorno e gli rimane il tempo necessario per scrivere un giornale e tenere tournées di propaganda. La sua attività è prodigiosa. Il gruppo editoriale le Réveil è opera sua [...]. Odiatore del funzionalismo operaio, dei permanents, dei professionali, egli non ha mai voluto abbandonare la cassa del compositore. È uno spirito disinteressato».  
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=== L'azione sindacale===
=== L'azione sindacale===
Dal [[1902]] Bertoni è segretario non rimunerato della CdL di Ginevra. Redige poi – insieme con [[A. Rouiller]] e di [[J. Karly]] – gli statuti della [[Fédération des Ounions Ouvrières de la Suisse Romande]], fondata nel 1905, che, di esplicito orientamento [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalista rivoluzionario]], raccoglie una decina di camere di lavoro romande (70 sindacati e 8.000 membri, contro 40.000 della riformista Unione Sindacale Svizzera), ed è assai attiva fino al primo conflitto mondiale. Gli animatori di questa federazione sono sia anarchici, sia militanti socialisti e sindacalisti delusi dal riformismo; due “anime” che collaboreranno intensamente senza grandi conflitti interni, sia nei confronti del [[padronato]] e dello [[Stato]], sia contro il [[riformismo]] dell'Unione Sindacale. Questo nuovo [[sindacalismo]] – che riesce ad organizzare operai di diverse culture, italiani, francesi, tedeschi, romandi e confederati – ha un proprio settimanale, «[[La Voix du Peuple]]», edito a Losanna poi a Ginevra, dal [[1906]] al [[1914]], e un'organizzazione chiaramente libertaria; infatti i segretari delle federazioni e delle Unioni Operaie non sono remunerati ed ogni Unione ha la sua completa autonomia d'azione. Esse lottano per il miglioramento delle condizioni di lavoro mediante l'[[azione diretta]], preconizzano lo sciopero generale per poi fondare una società senza classi, senza stato, senza alcun dominio; sostengono il [[neomalthusianesimo]], l'aborto, il [[amore libero|libero amore]], l'[[antimilitarismo]] e l'antiparlamentarismo; favoriscono la fondazione di cooperative di consumo e di produzione; patrocinato la straordinaria esperienza della [[Scuola Ferrer]] di Losanna, attiva ininterrottamente dal [[1910]] al [[1919]], una scuola proletaria, libertaria e razionalista, orgogliosa di non chiedere alcun sussidio allo [[Stato]], con la collaborazione dei sindacati e del Libero Pensiero. Nel dicembre [[1906]] Bertoni è nuovamente imprigionato per 30 giorni a causa di un articolo che commemora il sesto anniversario di [[Gaetano Bresci]], in quanto colpevole di «apologia di crimini anarchici» (l'autore dell'articolo, anonimo – di cui Bertoni si assume la responsabilità – è F. Mezzani).  
Dal [[1902]] Bertoni è segretario non rimunerato della CdL di Ginevra. Redige poi – insieme con [[A. Rouiller]] e di [[J. Karly]] – gli statuti della [[Fédération des Ounions Ouvrières de la Suisse Romande]], fondata nel 1905, che, di esplicito orientamento [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalista rivoluzionario]], raccoglie una decina di camere di lavoro romande (70 sindacati e 8.000 membri, contro 40.000 della riformista Unione Sindacale Svizzera), ed è assai attiva fino al primo conflitto mondiale. Gli animatori di questa federazione sono sia anarchici, sia militanti socialisti e sindacalisti delusi dal riformismo; due “anime” che collaboreranno intensamente senza grandi conflitti interni, sia nei confronti del [[padronato]] e dello [[Stato]], sia contro il [[riformismo]] dell'Unione Sindacale. Questo nuovo [[sindacalismo]] – che riesce ad organizzare operai di diverse culture, italiani, francesi, tedeschi, romandi e confederati – ha un proprio settimanale, «[[La Voix du Peuple]]», edito a Losanna poi a Ginevra, dal [[1906]] al [[1914]], e un'organizzazione chiaramente libertaria; infatti i segretari delle federazioni e delle Unioni Operaie non sono remunerati ed ogni Unione ha la sua completa autonomia d'azione. Esse lottano per il miglioramento delle condizioni di lavoro mediante l'[[azione diretta]], preconizzano lo sciopero generale per poi fondare una società senza classi, senza stato, senza alcun dominio; sostengono il [[neomalthusianesimo]], l'aborto, il [[amore libero|libero amore]], l'[[antimilitarismo]] e l'antiparlamentarismo; favoriscono la fondazione di cooperative di consumo e di produzione; patrocinato la straordinaria esperienza della [[Scuola Ferrer]] di Losanna, attiva ininterrottamente dal [[1910]] al [[1919]], una scuola proletaria, libertaria e razionalista, orgogliosa di non chiedere alcun sussidio allo [[Stato]], con la collaborazione dei sindacati e del Libero Pensiero. Nel dicembre [[1906]] Bertoni è nuovamente imprigionato per 30 giorni a causa di un articolo che commemora il sesto anniversario di [[Gaetano Bresci]], in quanto colpevole di «apologia di crimini anarchici» (l'autore dell'articolo, anonimo – di cui Bertoni si assume la responsabilità – è F. Mezzani).  


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=== L'antimilitarismo ===
=== L'antimilitarismo ===
Intensa è l'attività di Bertoni in [[antimilitarismo|ambito antimilitarista]]. È sua la proposta per un congresso antimilitarista, quello di Bienne del [[1909]], al quale partecipano i gruppi più radicali del movimento operaio in Svizzera: i sindacati romandi della Federazione delle Unioni Operaie, l'Unione Operaia di Zurigo che rappresenta 15.000 operai, la Lega Rivoluzionaria di Zurigo, una trentina di gruppi anarchici, due gruppi tolstojani e la sezione ticinese del Partito Socialista Svizzero. Si tratta di un congresso contrastato aspramente dalle [[autorità]] (ma il consiglio federale in una seduta straordinaria non riesce a trovare motivi validi per impedirlo), ma anche dall'Unione Sindacale Svizzera e dal Partito Socialista che accusano i promotori di essere agenti provocatori. In questo congresso, intenzionato a ricostruire la [[Lega Antimilitarista]] svizzera, si riscontrano due posizioni: Bertoni, gli anarchici e i sindacalisti rivoluzionari romandi leggono l'[[antimilitarismo]] come rifiuto individuale e collettivo di prestare servizio militare, mentre per gli svizzero tedeschi – vedi [[Fritz Brupbacher]] – significa propaganda disfattista nell'esercito borghese, apprendimento delle tecniche e delle armi, per poi riutilizzare la struttura militare come esercito militare, opponendosi quindi al rifiuto individuale.
Intensa è l'attività di Bertoni in [[antimilitarismo|ambito antimilitarista]]. È sua la proposta per un congresso antimilitarista, quello di Bienne del [[1909]], al quale partecipano i gruppi più radicali del movimento operaio in Svizzera: i sindacati romandi della Federazione delle Unioni Operaie, l'Unione Operaia di Zurigo che rappresenta 15.000 operai, la Lega Rivoluzionaria di Zurigo, una trentina di gruppi anarchici, due gruppi tolstojani e la sezione ticinese del Partito Socialista Svizzero. Si tratta di un congresso contrastato aspramente dalle [[autorità]] (ma il consiglio federale in una seduta straordinaria non riesce a trovare motivi validi per impedirlo), ma anche dall'Unione Sindacale Svizzera e dal Partito Socialista che accusano i promotori di essere agenti provocatori. In questo congresso, intenzionato a ricostruire la [[Lega Antimilitarista]] svizzera, si riscontrano due posizioni: Bertoni, gli anarchici e i sindacalisti rivoluzionari romandi leggono l'[[antimilitarismo]] come rifiuto individuale e collettivo di prestare servizio militare, mentre per gli svizzero tedeschi – vedi [[Fritz Brupbacher]] – significa propaganda disfattista nell'esercito borghese, apprendimento delle tecniche e delle armi, per poi riutilizzare la struttura militare come esercito militare, opponendosi quindi al rifiuto individuale.


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Nel frattempo, due importanti animatori del [[movimento anarchico]] e sindacale romando – G. Herzig e J. Wintsch - su posizoni “interventiste” abbandonano «[[Il Risveglio Anarchico]]».
Nel frattempo, due importanti animatori del [[movimento anarchico]] e sindacale romando – G. Herzig e J. Wintsch - su posizoni “interventiste” abbandonano «[[Il Risveglio Anarchico]]».


=== Il primo dopo guerra ===
=== Il primo dopoguerra ===
 
Nel maggio [[1918]], in un periodo di grandi manifestazioni di piazza – poi culminate nel primo e ultimo [[sciopero generale]] svizzero del novembre – Bertoni è arrestato a Zurigo con un centinaia di anarchici, in gran parte di origine italiani (fra gli altri, [[Francesco Ghezzi]], [[Carlo Castagna]], [[Ugo Fedeli]], [[Bruno Misefari]] e [[Giuseppe Monnanni]]). Per alcuni mesi non potrà aver contatti con l'esterno, nemmeno con il suo avvocato. Processato nel [[1919]], dopo 13 mesi di detenzione, sarà assolto completamente con una decina di anarchici – dall'accusa di aver favorito il trasferimento di un carico di armi dalla [[Germania]] all'[[Italia]]. Al suo rientro alla stazione ferroviaria di Ginevra Bertoni viene accolto da 15.000 persone festanti. Fin dall'ottobre [[1917]] Bertoni condanna – pur simpatizzando per la [[rivoluzione]] – i metodi autoritari e centralizzatori bolscevichi. In seguito, oramai certo dell'eliminazione di qualsiasi opposizione interna di sinistra, dagli anarchici ai socialisti rivoluzionari, organizza a Bienne nel settembre [[1922]] un congresso “chiarificatore” in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Internazionale antiautoritaria. Il convegno internazionale anarchico, al quale partecipa anche Malatesta, riafferma uno dei principi espressi nel [[1872]] e cioè che «ogni organizzazione di un potere politico sedicente provvisorio e rivoluzionario non può essere che un inganno in più e sarebbe così pericoloso al proletariato quanto tutti i governi esistenti oggidì!». Nessuna meraviglia se alla morte di Lenin «[[Il Risveglio Anarchico]]» scriverà:  
Nel maggio [[1918]], in un periodo di grandi manifestazioni di piazza – poi culminate nel primo e ultimo [[sciopero generale]] svizzero del novembre – Bertoni è arrestato a Zurigo con un centinaia di anarchici, in gran parte di origine italiani (fra gli altri, [[Francesco Ghezzi]], [[Carlo Castagna]], [[Ugo Fedeli]], [[Bruno Misefari]] e [[Giuseppe Monnanni]]). Per alcuni mesi non potrà aver contatti con l'esterno, nemmeno con il suo avvocato. Processato nel [[1919]], dopo 13 mesi di detenzione, sarà assolto completamente con una decina di anarchici – dall'accusa di aver favorito il trasferimento di un carico di armi dalla [[Germania]] all'[[Italia]]. Al suo rientro alla stazione ferroviaria di Ginevra Bertoni viene accolto da 15.000 persone festanti. Fin dall'ottobre [[1917]] Bertoni condanna – pur simpatizzando per la [[rivoluzione]] – i metodi autoritari e centralizzatori bolscevichi. In seguito, oramai certo dell'eliminazione di qualsiasi opposizione interna di sinistra, dagli anarchici ai socialisti rivoluzionari, organizza a Bienne nel settembre [[1922]] un congresso “chiarificatore” in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Internazionale antiautoritaria. Il convegno internazionale anarchico, al quale partecipa anche Malatesta, riafferma uno dei principi espressi nel [[1872]] e cioè che «ogni organizzazione di un potere politico sedicente provvisorio e rivoluzionario non può essere che un inganno in più e sarebbe così pericoloso al proletariato quanto tutti i governi esistenti oggidì!». Nessuna meraviglia se alla morte di Lenin «[[Le Révéil Anarchiste|Il Risveglio Anarchico]]» scriverà:  
: «È appena morto un uomo di Stato, non un uomo del Popolo».
: «È appena morto un uomo di Stato, non un uomo del Popolo».


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: «Non si può essere più ridicoli di così. Si insorge contro il fascismo per aver soppresso le libertà pubbliche e poi si chiede altrettanto! [...] Comunisti e socialisti parlamentari paiono proprio perdere la bussola. Si ostinano a chiedere alle autorità borghesi la proibizione di manifestazioni e pubblicazioni fasciste. Evviva! Libertà per tutti. Che meschina contraddizione è mai quella di implorare restrizione ai diritti costituzionali stessi, invece di opporre manifestazione a manifestazione, stampa a stampa e botte da orbo ad ogni tentativo di sopraffazione».  
: «Non si può essere più ridicoli di così. Si insorge contro il fascismo per aver soppresso le libertà pubbliche e poi si chiede altrettanto! [...] Comunisti e socialisti parlamentari paiono proprio perdere la bussola. Si ostinano a chiedere alle autorità borghesi la proibizione di manifestazioni e pubblicazioni fasciste. Evviva! Libertà per tutti. Che meschina contraddizione è mai quella di implorare restrizione ai diritti costituzionali stessi, invece di opporre manifestazione a manifestazione, stampa a stampa e botte da orbo ad ogni tentativo di sopraffazione».  


Durante gli anni Trenta la situazione «[[Le Révéil Anarchiste|Il Risveglio/Le Révéil]]» si fa sempre più difficile. Nel [[1934]], il Governo – per difendere la finanza eE gli industriali che sostengono le potenze dell'Asse (in particolare la Germania) – decreta misure liberticide sulla [[stampa anarchica|stampa]]; giungono a «[[Il Risveglio Anarchico|Il Risveglio/Le Révéil]]» i sequestri, le minacce di soppressione, e infine la soppressione totale, nel [[1940]]. Bertoni e compagni non demordono: dopo sei Circolari parzialmente sequestrate, clandestinamente continuano la pubblicazione quindicinale del periodico, benché bilingue e in formato opuscolo, per tutto il periodo bellico. Bertoni denuncia la demagogia e la massiccia propaganda nazionalista della borghesia, mirante unicamente ad assumere il ruolo di salvatrice per la mancata invasione del territorio nazionale, mentre la realtà è assai diversa, «perché i paesi che avrebbero dovuto attaccarla, dopo approfondito calcolo, hanno concluso che potevano ottenere maggiormente, imponendole convenzioni leonine [...]. La Svizzera fornisce come capitali, viveri, trasporti, armamentiecc. molto di più che in caso di rovina e devastazione dell'invasione della guerra» (1942). «La Svizzera non venne attaccata sia perché ha fornito e fornisce il lavoro di tutte le sue officine e ingenti capitali alla Germania, sia perché gran parte dell'enorme traffico italo-tedesco passa indisturbato attraverso il Gottardo e il Sempione. È evidente che la sospensione di tale traffico e la distruzione delle officine elvetiche sarebbero a tutto danno all'Asse» (1943).
Durante gli anni Trenta la situazione de «[[Il Risveglio Anarchico|Il Risveglio / Le Révéil]]» si fa sempre più difficile. Nel [[1934]], il Governo – per difendere la finanza eE gli industriali che sostengono le potenze dell'Asse (in particolare la Germania) – decreta misure liberticide sulla [[stampa anarchica|stampa]]; giungono a «[[Il Risveglio Anarchico|Il Risveglio / Le Révéil]]» i sequestri, le minacce di soppressione, e infine la soppressione totale, nel [[1940]]. Bertoni e compagni non demordono: dopo sei Circolari parzialmente sequestrate, clandestinamente continuano la pubblicazione quindicinale del periodico, benché bilingue e in formato opuscolo, per tutto il periodo bellico. Bertoni denuncia la demagogia e la massiccia propaganda nazionalista della borghesia, mirante unicamente ad assumere il ruolo di salvatrice per la mancata invasione del territorio nazionale, mentre la realtà è assai diversa, «perché i paesi che avrebbero dovuto attaccarla, dopo approfondito calcolo, hanno concluso che potevano ottenere maggiormente, imponendole convenzioni leonine [...]. La Svizzera fornisce come capitali, viveri, trasporti, armamenti ecc. molto di più che in caso di rovina e devastazione dell'invasione della guerra» (1942). «La Svizzera non venne attaccata sia perché ha fornito e fornisce il lavoro di tutte le sue officine e ingenti capitali alla Germania, sia perché gran parte dell'enorme traffico italo-tedesco passa indisturbato attraverso il Gottardo e il Sempione. È evidente che la sospensione di tale traffico e la distruzione delle officine elvetiche sarebbero a tutto danno all'Asse» (1943).
 
=== Il sindacalismo nel secondo dopo guerra ===


=== Il sindacalismo nel secondo dopoguerra ===
Per quanto riguarda il [[socialismo]] e il [[sindacalismo]] svizzeri nel corso della guerra e nell'immediato dopoguerra Bertoni rileva come essi abbiano rinunciato alla loro essenza, cioè all'aspirazione e al progetto universali di eliminare il [[capitalismo]] e lo [[Stato]] e di creare una nuova società senza sfruttamento: essi «praticamente considerano il capitalismo come eterno». Il sindacalismo «si confonde con la filantropia, con la carità [...] in favore di esseri inferiori che hanno definitivamente accettato la loro inferiorità». Mentre il progetto del sindacalismo anarchico era quello di «togliere allo Stato le sue funzioni utili per affidarle al sindacato», per Bertoni è ormai lo [[Stato]] a togliere ai sindacati.  
Per quanto riguarda il [[socialismo]] e il [[sindacalismo]] svizzeri nel corso della guerra e nell'immediato dopoguerra Bertoni rileva come essi abbiano rinunciato alla loro essenza, cioè all'aspirazione e al progetto universali di eliminare il [[capitalismo]] e lo [[Stato]] e di creare una nuova società senza sfruttamento: essi «praticamente considerano il capitalismo come eterno». Il sindacalismo «si confonde con la filantropia, con la carità [...] in favore di esseri inferiori che hanno definitivamente accettato la loro inferiorità». Mentre il progetto del sindacalismo anarchico era quello di «togliere allo Stato le sue funzioni utili per affidarle al sindacato», per Bertoni è ormai lo [[Stato]] a togliere ai sindacati.  


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==Note==
==Note==
<references/>
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== Bibliografia==
== Bibliografia==
*Maurizio Antonioli; Giampietro Berti, Santi Fedele, Pasquale Luso, ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'' - Volume 1, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, [[2004]].
*G. Bottinelli, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/13063 ''Luigi Bertoni''], in ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Tomo I, Pisa, BFS, 2003, pp. 159-164
*Gianpiero Bottinelli, ''Luigi Bertoni: la coerenza di un anarchico'', Edizioni La Baronata, 1997.
*Gianpiero Bottinelli, ''Luigi Bertoni: la coerenza di un anarchico'', Edizioni La Baronata, 1997
*Giovanni Casagrande, ''Luigi Bertoni: dalla "rivoluzione borghese" allo sciopero generale (1890-1902): appunti per la biografia di un anarchico dimenticato'', Lizentiatsarbeit Universität Basel, 1987.
*Giovanni Casagrande, ''Luigi Bertoni: dalla "rivoluzione borghese" allo sciopero generale (1890-1902): appunti per la biografia di un anarchico dimenticato'', Lizentiatsarbeit Universität Basel, 1987  
*Giovanni Casagrande, ''Schedature d'inizio secolo: il caso di Luigi Bertoni'', Bellinzona, Archivio Storico Ticinese, N. 109, 1991. pp. 140-153 ·  Un Uomo nella mischia sociale: Luigi Bertoni, Bologna, Mammolo Zamboni, 1947.
*Giovanni Casagrande, ''Schedature d'inizio secolo: il caso di Luigi Bertoni'', Bellinzona, Archivio Storico Ticinese, N. 109, 1991. pp. 140-153 ·  Un Uomo nella mischia sociale: Luigi Bertoni, Bologna, Mammolo Zamboni, 1947


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
*[[James Guillaume]]
*[[James Guillaume]]
*[[Federazione anarchica del Giura]]
*[[Federazione anarchica del Giura]]
== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
*[https://search.iisg.amsterdam/Record/ARCH00045 Archivio Luigi Bertoni presso l'International Institute of Social History di Amsterdam]
*[https://search.iisg.amsterdam/Record/ARCH00045 Archivio Luigi Bertoni presso l'International Institute of Social History di Amsterdam]
*[http://xoomer.virgilio.it/anarchivio/archivio%20testi/256/256_16.htm Luigi Bertoni, "Il Santo degli Anarchici"]
*[https://archive.is/ahWrq Luigi Bertoni, "Il Santo degli Anarchici"]


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