Luigi Bertoni: differenze tra le versioni

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=== Il primo dopoguerra ===
=== Il primo dopoguerra ===
Nel maggio [[1918]], in un periodo di grandi manifestazioni di piazza – poi culminate nel primo e ultimo [[sciopero generale]] svizzero del novembre – Bertoni è arrestato a Zurigo con un centinaia di anarchici, in gran parte di origine italiani (fra gli altri, [[Francesco Ghezzi]], [[Carlo Castagna]], [[Ugo Fedeli]], [[Bruno Misefari]] e [[Giuseppe Monnanni]]). Per alcuni mesi non potrà aver contatti con l'esterno, nemmeno con il suo avvocato. Processato nel [[1919]], dopo 13 mesi di detenzione, sarà assolto completamente con una decina di anarchici – dall'accusa di aver favorito il trasferimento di un carico di armi dalla [[Germania]] all'[[Italia]]. Al suo rientro alla stazione ferroviaria di Ginevra Bertoni viene accolto da 15.000 persone festanti. Fin dall'ottobre [[1917]] Bertoni condanna – pur simpatizzando per la [[rivoluzione]] – i metodi autoritari e centralizzatori bolscevichi. In seguito, oramai certo dell'eliminazione di qualsiasi opposizione interna di sinistra, dagli anarchici ai socialisti rivoluzionari, organizza a Bienne nel settembre [[1922]] un congresso “chiarificatore” in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Internazionale antiautoritaria. Il convegno internazionale anarchico, al quale partecipa anche Malatesta, riafferma uno dei principi espressi nel [[1872]] e cioè che «ogni organizzazione di un potere politico sedicente provvisorio e rivoluzionario non può essere che un inganno in più e sarebbe così pericoloso al proletariato quanto tutti i governi esistenti oggidì!». Nessuna meraviglia se alla morte di Lenin «[[Le Révéil Anarchiste|Il Risveglio Anarchico]]» scriverà:  
Nel maggio [[1918]], in un periodo di grandi manifestazioni di piazza – poi culminate nel primo e ultimo [[sciopero generale]] svizzero del novembre – Bertoni è arrestato a Zurigo con un centinaia di anarchici, in gran parte di origine italiani (fra gli altri, [[Francesco Ghezzi]], [[Carlo Castagna]], [[Ugo Fedeli]], [[Bruno Misefari]] e [[Giuseppe Monnanni]]). Per alcuni mesi non potrà aver contatti con l'esterno, nemmeno con il suo avvocato. Processato nel [[1919]], dopo 13 mesi di detenzione, sarà assolto completamente con una decina di anarchici – dall'accusa di aver favorito il trasferimento di un carico di armi dalla [[Germania]] all'[[Italia]]. Al suo rientro alla stazione ferroviaria di Ginevra Bertoni viene accolto da 15.000 persone festanti. Fin dall'ottobre [[1917]] Bertoni condanna – pur simpatizzando per la [[rivoluzione]] – i metodi autoritari e centralizzatori bolscevichi. In seguito, oramai certo dell'eliminazione di qualsiasi opposizione interna di sinistra, dagli anarchici ai socialisti rivoluzionari, organizza a Bienne nel settembre [[1922]] un congresso “chiarificatore” in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Internazionale antiautoritaria. Il convegno internazionale anarchico, al quale partecipa anche Malatesta, riafferma uno dei principi espressi nel [[1872]] e cioè che «ogni organizzazione di un potere politico sedicente provvisorio e rivoluzionario non può essere che un inganno in più e sarebbe così pericoloso al proletariato quanto tutti i governi esistenti oggidì!». Nessuna meraviglia se alla morte di Lenin «[[Il Risveglio Anarchico]]» scriverà:  
: «È appena morto un uomo di Stato, non un uomo del Popolo».
: «È appena morto un uomo di Stato, non un uomo del Popolo».


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