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:«Ci si crede liberi, ad esempio, di avere quante auto si voglia, quante case, quanti cellulari; liberi di scegliere cosa comprare nei negozi alla moda, che programma vedere alla TV, dove recarsi in vacanza, che libro o CD acquistare; liberi di andare alla messa domenicale, di leggere i giornali, di votare chi si voglia, di sposarsi e divorziare... Questa è in buona sostanza la nostra libertà, e ciò è quanto viene sancito dall'esistenza della democrazia a sostegno delle forme giuridiche statali nelle quali viviamo... Sì, noi siamo liberi: di poterci (doverci) assoggettare ai meccanismi costruiti e imposti dalla nostra società (e da chi essa governa e comanda), i quali regalano il dono artificioso di far sentire libero chi vi partecipa! Si provi a pronunciare un concetto serio, ben fondato, ben motivato, contro la forma di [[Stato]] sulla quale i poteri di una società nazionale prosperano: l'accusa di vilipendio alle istituzioni nazionali scatterà immediata, con relative conseguenze; si provi, anche fuori dal panorama politico, a portare una teoria totalmente comprovata da prove inoppugnabili – ad esempio – che colpisca il potere religioso e la sua dominanza di massa: altrettanto rapidamente scatterà l'accusa di blasfemìa, la vergogna popolare, l'ignominia dichiarata. Il nostro mondo non si regge su verità effettive, ma imposte, comandate, rese indiscutibili per norma di legge» (Luca Rota, ''Utopia'').
:«Ci si crede liberi, ad esempio, di avere quante auto si voglia, quante case, quanti cellulari; liberi di scegliere cosa comprare nei negozi alla moda, che programma vedere alla TV, dove recarsi in vacanza, che libro o CD acquistare; liberi di andare alla messa domenicale, di leggere i giornali, di votare chi si voglia, di sposarsi e divorziare... Questa è in buona sostanza la nostra libertà, e ciò è quanto viene sancito dall'esistenza della democrazia a sostegno delle forme giuridiche statali nelle quali viviamo... Sì, noi siamo liberi: di poterci (doverci) assoggettare ai meccanismi costruiti e imposti dalla nostra società (e da chi essa governa e comanda), i quali regalano il dono artificioso di far sentire libero chi vi partecipa! Si provi a pronunciare un concetto serio, ben fondato, ben motivato, contro la forma di [[Stato]] sulla quale i poteri di una società nazionale prosperano: l'accusa di vilipendio alle istituzioni nazionali scatterà immediata, con relative conseguenze; si provi, anche fuori dal panorama politico, a portare una teoria totalmente comprovata da prove inoppugnabili – ad esempio – che colpisca il potere religioso e la sua dominanza di massa: altrettanto rapidamente scatterà l'accusa di blasfemìa, la vergogna popolare, l'ignominia dichiarata. Il nostro mondo non si regge su verità effettive, ma imposte, comandate, rese indiscutibili per norma di legge» (Luca Rota, ''Utopia'').
   
   
In ''Fuga dalla libertà'', lo psicologo e sociologo [[Erich Fromm]] sostiene che l'uomo moderno, liberato dalle costrizioni della società preindividualistica (medioevo), che sicuramente gli forniva una certa sicurezza (es. con le corporazioni), ma al contempo lo limitava, non è riuscito a raggiungere una '''libertà positiva''', cioè quella libertà che permette all'[[individuo]] di realizzare sé stesso e di non essere un automa. La libertà (dal Rinascimento in poi) ha dato all'uomo razionalità e indipendenza, che di fatto lo hanno reso ansioso, debole ed impaurito. Quest'isolamento, funzionale economicamente al sistema capitalistico, fornisce all'uomo due alternative: o fuggire dal peso di questa libertà, e rifuggiarsi verso nuove dipendenze (ecco l'origine psicologica del [[fascismo]] e del [[nazionalismo]], che fanno presa sulla paura dell'atomizzazione sociale), o progredire verso la piena realizzazione della libertà positiva, che si fonda sulla piena realizzazione della libertà positiva, la quale si fonda sull'individualità e sull'unicità di ogni [[individuo]]. la libertà positiva per fromm si può realizzare solo ed esclusivamente quando l'essere umano smette di essere sottomesso ad una qualsiasi [[autorità]] irrazionale, sia essa un altro essere umano oppure un concetto più o meno astratto ([[Stato]], [[patria]], razza, ecc.)
In ''Fuga dalla libertà'', lo psicologo e sociologo [[Erich Fromm]] sostiene che l'uomo moderno, liberato dalle costrizioni della società preindividualistica (medioevo), che sicuramente gli forniva una certa sicurezza (es. con le corporazioni), ma al contempo lo limitava, non è riuscito a raggiungere una '''libertà positiva''', cioè quella libertà che permette all'[[individuo]] di realizzare sé stesso e di non essere un automa. La libertà (dal Rinascimento in poi) ha dato all'uomo razionalità e indipendenza, che di fatto lo hanno reso ansioso, debole ed impaurito. Quest'isolamento, funzionale economicamente al sistema capitalistico, fornisce all'uomo due alternative: o fuggire dal peso di questa libertà, e rifuggiarsi verso nuove dipendenze (ecco l'origine psicologica del [[fascismo]] e del [[nazionalismo]], che fanno presa sulla paura dell'atomizzazione sociale), o progredire verso la piena realizzazione della libertà positiva, che si fonda sulla piena realizzazione della libertà positiva, la quale si fonda sull'individualità e sull'unicità di ogni [[individuo]]. la libertà positiva per fromm si può realizzare solo ed esclusivamente quando l'essere umano smette di essere sottomesso ad una qualsiasi [[autorità]] irrazionale, sia essa un altro essere umano oppure un concetto più o meno astratto ([[Stato]], [[patria]], razzaecc.)


'''Per tutti questi motivi gli anarchici ritengono che non possa esistere libertà entro lo [[Stato]] e le istituzioni in genere'''.
'''Per tutti questi motivi gli anarchici ritengono che non possa esistere libertà entro lo [[Stato]] e le istituzioni in genere'''.
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* '''«Anarchico»''' è «colui che professa i principi dell'[[anarchia]]». <ref name="diz">Definizione tratta dal ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'' UTET</ref>
* '''«Anarchico»''' è «colui che professa i principi dell'[[anarchia]]». <ref name="diz">Definizione tratta dal ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'' UTET</ref>
* '''«Libertario»''' è colui «che afferma (e, più ancora, istintivamente sente) la libertà quale valore umano fondamentale e preminente, concependola come un'energia esistenziale (intellettuale, morale e vitale), come una forza dirompente capace di riscattare l'uomo, di emanciparlo dai vincoli o dalle servitù che tradizionalmente lo limitano e lo opprimono - mediante strutture e istituzioni repressive - in tutti i campi della vita (in primo luogo, in quello politico-istituzionale e in quello economico-sociale, ma anche in quello culturale, dei costumi, ecc.); e di conseguenza, rivendica appassionatamente la libertà così concepita e ne propugna urgentemente l'attuazione, assumendo atteggiamenti rivoluzionari, o comunque radicali e contestatori nei confronti delle istituzioni, delle forze, delle concezioni sociali che, a suo avviso, la negano, la reprimono o in qualsiasi forma la limitano (e non di rado è sinonimo di «anarchico»)». <ref name="diz"></ref> '''Sebbene tutti gli anarchci siano libertari, non tutti i libertari sono anarchici.''' «Libertario» è un genus nel quale sono ricomprese più species: «anarchico», «radicale», «socialista utopista», «rivoluzionario», «democratico» e così via. Logicamente con l'espressione [[libertarismo]] può intendersi, genericamente, «un atteggiamento libertario» <ref name="diz"></ref> oppure, con riferimento all'anarchismo, «l'amore della libertà spinto fino all'anarchia». <ref name="diz"></ref>
* '''«Libertario»''' è colui «che afferma (e, più ancora, istintivamente sente) la libertà quale valore umano fondamentale e preminente, concependola come un'energia esistenziale (intellettuale, morale e vitale), come una forza dirompente capace di riscattare l'uomo, di emanciparlo dai vincoli o dalle servitù che tradizionalmente lo limitano e lo opprimono - mediante strutture e istituzioni repressive - in tutti i campi della vita (in primo luogo, in quello politico-istituzionale e in quello economico-sociale, ma anche in quello culturale, dei costumiecc.); e di conseguenza, rivendica appassionatamente la libertà così concepita e ne propugna urgentemente l'attuazione, assumendo atteggiamenti rivoluzionari, o comunque radicali e contestatori nei confronti delle istituzioni, delle forze, delle concezioni sociali che, a suo avviso, la negano, la reprimono o in qualsiasi forma la limitano (e non di rado è sinonimo di «anarchico»)». <ref name="diz"></ref> '''Sebbene tutti gli anarchci siano libertari, non tutti i libertari sono anarchici.''' «Libertario» è un genus nel quale sono ricomprese più species: «anarchico», «radicale», «socialista utopista», «rivoluzionario», «democratico» e così via. Logicamente con l'espressione [[libertarismo]] può intendersi, genericamente, «un atteggiamento libertario» <ref name="diz"></ref> oppure, con riferimento all'anarchismo, «l'amore della libertà spinto fino all'anarchia». <ref name="diz"></ref>
* '''«Liberale»''' è «il seguace, fautore del [[liberalismo]] o colui che ha un atteggiamento politico ispirato e improntato al [[liberalismo]]» <ref name="diz"></ref> (complesso di concezioni e teorie etico-politiche che nulla hanno a che fare con le dottrine anarchiche).
* '''«Liberale»''' è «il seguace, fautore del [[liberalismo]] o colui che ha un atteggiamento politico ispirato e improntato al [[liberalismo]]» <ref name="diz"></ref> (complesso di concezioni e teorie etico-politiche che nulla hanno a che fare con le dottrine anarchiche).
* '''«Liberista»''' è «il seguace, fautore del [[liberismo]]» <ref name="diz"></ref> (dottrina di politica economica che nulla ha a che fare con le dottrine anarchiche).
* '''«Liberista»''' è «il seguace, fautore del [[liberismo]]» <ref name="diz"></ref> (dottrina di politica economica che nulla ha a che fare con le dottrine anarchiche).
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