Liberalismo: differenze tra le versioni

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[[File:PieroGobetti.jpg|thumb|[[Piero Gobetti]], un liberale anomalo]]
[[File:PieroGobetti.jpg|thumb|[[Piero Gobetti]], un liberale anomalo]]
Il '''liberalismo''' è un'ideologia, definitasi nel corso del tempo ed in luoghi diversi durante l'età  moderna e contemporanea, che pone dei limiti al potere e all'intervento dello [[stato]]. L'obiettivo sarebbe quello di proteggere i diritti naturali, la [[libertà ]] e l'[[autonomia]] dell'[[individuo]]. Le matrici filosofiche su sui si fonda sono il [[giusnaturalismo]], il [[contrattualismo]] e l'illuminismo nella sua accezione individualistica e razionalistica.
Il '''liberalismo''' è un'ideologia, definitasi nel corso del tempo ed in luoghi diversi durante l'età  moderna e contemporanea, che pone dei limiti al potere e all'intervento dello [[stato]]. L'obiettivo sarebbe quello di proteggere i diritti naturali, la [[libertà]] e l'[[autonomia]] dell'[[individuo]]. Le matrici filosofiche su sui si fonda sono il [[giusnaturalismo]], il [[contrattualismo]] e l'illuminismo nella sua accezione individualistica e razionalistica.
== Nozione ==
== Nozione ==


Il '''liberalismo''' è un dottrina politica, o meglio, un complesso di concezioni e teorie etico-politiche che professa una concezione della vita avente come postulati fondamentali la [[libertà ]] dell'uomo quale valore supremo e la fiducia che le capacità  creative dell'[[individuo]], se possono liberamente esplicarsi, portino armonicamente alla piena attuazione della personalità  del singolo al benessere e al progresso della comunità; di conseguenza rivendica le [[libertà ]] nell'ambito della comunità  politica (e della vita socio-culturale in genere), proponendo il modello di uno [[Stato]] caratterizzato dal pieno riconoscimento delle [[libertà ]] civili e sociali (di coscienza, di pensiero, di associazione, di riunione, ecc., e libertà  economica), e, come indispensabile garanzia di tali libertà, dalla separazione fra [[Stato]] e [[Chiesa]] (o, comunque, dalla laicità  delle strutture politiche), dalla divisione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) dello [[Stato]] e dalla natura collegiale e rappresentativa (ma non necessariamente democratica) dell'organo (Parlamento) esercitante il potere legislativo.
Il '''liberalismo''' è un dottrina politica, o meglio, un complesso di concezioni e teorie etico-politiche che professa una concezione della vita avente come postulati fondamentali la [[libertà]] dell'uomo quale valore supremo e la fiducia che le capacità  creative dell'[[individuo]], se possono liberamente esplicarsi, portino armonicamente alla piena attuazione della personalità  del singolo al benessere e al progresso della comunità; di conseguenza rivendica le [[libertà]] nell'ambito della comunità  politica (e della vita socio-culturale in genere), proponendo il modello di uno [[Stato]] caratterizzato dal pieno riconoscimento delle [[libertà]] civili e sociali (di coscienza, di pensiero, di associazione, di riunione, ecc., e libertà  economica), e, come indispensabile garanzia di tali libertà, dalla separazione fra [[Stato]] e [[Chiesa]] (o, comunque, dalla laicità  delle strutture politiche), dalla divisione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) dello [[Stato]] e dalla natura collegiale e rappresentativa (ma non necessariamente democratica) dell'organo (Parlamento) esercitante il potere legislativo.


== Correnti ==
== Correnti ==


Nell'ambito del complesso delle concezioni suddette è possibile distinguere un '''liberalismo filosofico''', che sottolinea in particolare i postulati filosofici riconducibili al laicismo (e che, specie nel secolo XIX, fu oggetto specifico di opposizione da parte della Chiesa cattolica), e un '''liberalismo politico''', che si incentra soprattutto sulle concezioni etico-politiche e istituzionali; il '''liberalismo politico''', a sua volta, si distingue in '''liberalismo moderato''' - che attribuisce particolare importanza al rispetto della proprietà  privata, della libera iniziativa e della libertà  economica in genere ('''liberalismo economico'''), considerando tali valori indissolubilmente connessi con la stessa [[libertà ]] politica, e guarda con sfavore al principio del suffragio universale e, in genere, alle concezioni politiche democratiche o socialiste - e in '''liberalismo democratico''' o '''radicale''', che accoglie (cercando di assimilarle alle proprie concezioni di fondo) le idee della [[democrazia]] e le istanze di rinnovamento sociale e di riforme economiche (distinguendo così fra il concetto politico di [[liberalismo]] e quello economico di [[liberismo]]).
Nell'ambito del complesso delle concezioni suddette è possibile distinguere un '''liberalismo filosofico''', che sottolinea in particolare i postulati filosofici riconducibili al laicismo (e che, specie nel secolo XIX, fu oggetto specifico di opposizione da parte della Chiesa cattolica), e un '''liberalismo politico''', che si incentra soprattutto sulle concezioni etico-politiche e istituzionali; il '''liberalismo politico''', a sua volta, si distingue in '''liberalismo moderato''' - che attribuisce particolare importanza al rispetto della proprietà  privata, della libera iniziativa e della libertà  economica in genere ('''liberalismo economico'''), considerando tali valori indissolubilmente connessi con la stessa [[libertà]] politica, e guarda con sfavore al principio del suffragio universale e, in genere, alle concezioni politiche democratiche o socialiste - e in '''liberalismo democratico''' o '''radicale''', che accoglie (cercando di assimilarle alle proprie concezioni di fondo) le idee della [[democrazia]] e le istanze di rinnovamento sociale e di riforme economiche (distinguendo così fra il concetto politico di [[liberalismo]] e quello economico di [[liberismo]]).


Solitamente si intende considerare [[John Locke]] come il primo pensatore liberale; [[David Hume]] e gli economisti classici come [[Adam Smith]] e [[David Ricardo]] proseguirono in questa linea di pensiero, appoggiando in particolare il liberoscambismo o il ''[[laissez faire]]''. In politica l'ideologia liberale appoggia le sue basi in [[Montesquieu]] e nei padri fondatori americani. In generale, secondo questi pensatori, non esisterebbe un sistema perfetto, per questo lo [[Stato]] dovrebbe essere formato da un sistema di pesi e contrappesi in grado di bilanciarsie salvaguardare la [[libertà ]] individuale dalla tirannia.  
Solitamente si intende considerare [[John Locke]] come il primo pensatore liberale; [[David Hume]] e gli economisti classici come [[Adam Smith]] e [[David Ricardo]] proseguirono in questa linea di pensiero, appoggiando in particolare il liberoscambismo o il ''[[laissez faire]]''. In politica l'ideologia liberale appoggia le sue basi in [[Montesquieu]] e nei padri fondatori americani. In generale, secondo questi pensatori, non esisterebbe un sistema perfetto, per questo lo [[Stato]] dovrebbe essere formato da un sistema di pesi e contrappesi in grado di bilanciarsie salvaguardare la [[libertà]] individuale dalla tirannia.  
== Liberalismo, Stato e capitale ==
== Liberalismo, Stato e capitale ==
L'idea liberale nasce e si sviluppa di pari passo con lo [[Stato]] e il [[capitalismo]], affiancandosi all'azione della [[borghesia]] nel momento in cui essa si oppone alle monarchie assolute e ai privilegi dell'[[aristocrazia]] a partire dalla fine del XVIII secolo.  Per quanto le dottrine economcihe di pensatori come Adam Smith e David Ricardo potessero apparire logiche ed eque, cioè ognuno può e deve poter fare quel che vuole della propria vita e soprattutto del proprio capitale, quale era il grado di [[libertà ]] di chi possedeva solo le proprie braccia ([[proletariato]])? Lo spiega senza mezzi termini un operaio dell'epoca:
L'idea liberale nasce e si sviluppa di pari passo con lo [[Stato]] e il [[capitalismo]], affiancandosi all'azione della [[borghesia]] nel momento in cui essa si oppone alle monarchie assolute e ai privilegi dell'[[aristocrazia]] a partire dalla fine del XVIII secolo.  Per quanto le dottrine economcihe di pensatori come Adam Smith e David Ricardo potessero apparire logiche ed eque, cioè ognuno può e deve poter fare quel che vuole della propria vita e soprattutto del proprio capitale, quale era il grado di [[libertà]] di chi possedeva solo le proprie braccia ([[proletariato]])? Lo spiega senza mezzi termini un operaio dell'epoca:
: «...un filatore può lasciare il padrone se il salario non gli aggrada. È vero; lo può; ma dove andrà? è, da un altro!Ci va, infatti, e si sente chiedere dove lavorava prima: "''Ti hanno licenziato?''". "''No, non ci siamo messi d'accordo sul salario''". Allora non assumo né te né chiunque lasci il padrone in questo modo» (Protesta di un operaio tessile, citato da Antonio Desideri in ''Soria e storiografia'')
: «...un filatore può lasciare il padrone se il salario non gli aggrada. È vero; lo può; ma dove andrà? è, da un altro!Ci va, infatti, e si sente chiedere dove lavorava prima: "''Ti hanno licenziato?''". "''No, non ci siamo messi d'accordo sul salario''". Allora non assumo né te né chiunque lasci il padrone in questo modo» (Protesta di un operaio tessile, citato da Antonio Desideri in ''Soria e storiografia'')


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