Lev Tolstoj: differenze tra le versioni

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: «[...] ho visto a Parigi decapitare un uomo con la [[ghigliottina]], in presenza di migliaia di spettatori. Sapevo che si trattava di un pericoloso malfattore;... ma nel momento in cui la testa e il corpo si separarono e caddero diedi un grido e compresi, non con la mente, non con il cuore, ma con tutto il mio essere, che quelle razionalizzazioni che avevo sentito a proposito della pena di morte erano solo funesti spropositi e che, per quanto grande possa essere il numero delle persone riunite per commettere un assassinio e qualsiasi nome esse si diano, l'assassinio è il peccato più grave del mondo, e che davanti ai miei occhi veniva compiuto proprio questo peccato.» <ref>Lev Tolstoj, ''Che fare?'', traduzione di Luisa Capo, Gabriele Mazzotta editore, Milano, 1979, pp. 18-19.</ref>
: «[...] ho visto a Parigi decapitare un uomo con la [[ghigliottina]], in presenza di migliaia di spettatori. Sapevo che si trattava di un pericoloso malfattore;... ma nel momento in cui la testa e il corpo si separarono e caddero diedi un grido e compresi, non con la mente, non con il cuore, ma con tutto il mio essere, che quelle razionalizzazioni che avevo sentito a proposito della pena di morte erano solo funesti spropositi e che, per quanto grande possa essere il numero delle persone riunite per commettere un assassinio e qualsiasi nome esse si diano, l'assassinio è il peccato più grave del mondo, e che davanti ai miei occhi veniva compiuto proprio questo peccato.» <ref>Lev Tolstoj, ''Che fare?'', traduzione di Luisa Capo, Gabriele Mazzotta editore, Milano, 1979, pp. 18-19.</ref>


Nel luglio del [[1857]] rientra a Jasnaja Poljana, ha una relazione con una contadina che gli darà  un figlio mai riconosciuto e si occupa delle questioni famigliari. Nel [[1860]] comincia ad elaborare il progetto di una società  per l'istruzione popolare, dedicandosi nel contempo alla stesura di articoli a carattere [[Pedagogia|pedagogico]], il primo dei quali si intitola ''Osservazioni e materiali pedagogici''. [[File:Leo Tolstoi v kabinetie.05.1908.ws.jpg|left|thumb|300 px|Tolstoj nel suo studio ([[1908]])]] Intraprende un nuovo viaggio in [[Francia]] (incontra il fratello Nikolaj, malato di tisi, e lo assiste sino alla sua morte), in [[Italia]] (Firenze, Livorno, Napoli, Roma), a Londra, a Bruxelles ed in [[Germania]]. Durante il viaggio visita scuole, asili, conosce Lelewel e [[Pierre Joseph Proudhon|Proudhon]]; rientrato in [[Russia]], nell'aprile del [[1861]] consegna al ministro dell'Istruzione una richiesta di nulla osta per la pubblicazione di una rivista pedagogica intitolata «Jasnaja Poljana».  
Nel luglio del [[1857]] rientra a Jasnaja Poljana, ha una relazione con una contadina che gli darà  un figlio mai riconosciuto e si occupa delle questioni famigliari. Nel [[1860]] comincia ad elaborare il progetto di una società  per l'istruzione popolare, dedicandosi nel contempo alla stesura di articoli a carattere [[Pedagogia|pedagogico]], il primo dei quali si intitola ''Osservazioni e materiali pedagogici''. [[File:Leo Tolstoi v kabinetie.05.1908.ws.jpg|left|thumb|300 px|Tolstoj nel suo studio ([[1908]])]] Intraprende un nuovo viaggio in [[Francia]] (incontra il fratello Nikolaj, malato di tisi, e lo assiste sino alla sua morte), in [[Italia]] (Firenze, Livorno, Napoli, Roma), a Londra, a Bruxelles ed in [[Germania]]. Durante il viaggio visita scuole, asili, conosce Lelewel e [[Pierre Joseph Proudhon|Proudhon]]; rientrato in [[Russia]], nell'aprile del [[1861]] consegna al ministro dell'Istruzione una richiesta di nulla osta per la pubblicazione di una rivista pedagogica intitolata «Jasnaja Poljana».  


Rientrato nella sua città  natale, apre nella sua tenuta dodici [[scuola|scuole]] indirizzate prevalentemente ai figli dei suoi contadini, in cui l'insegnamento, assolutamente privo di ogni forma d'[[autorità |autoritarismo]] e [[repressione]], è curato in prima persona da lui stesso. Nel [[1862]] sposa Sofja Andreevna Bers (l'anno seguente nasce il primo figlio, Sergej; in tutto la coppia avrà  tredici figli); intanto i suoi scritti pedagogici sono sempre più critici della [[gerarchia]] sociale e cominciano ad essere invisi alle [[autorità ]] russe.
Rientrato nella sua città  natale, apre nella sua tenuta dodici [[scuola|scuole]] indirizzate prevalentemente ai figli dei suoi contadini, in cui l'insegnamento, assolutamente privo di ogni forma d'[[autorità |autoritarismo]] e [[repressione]], è curato in prima persona da lui stesso. Nel [[1862]] sposa Sofja Andreevna Bers (l'anno seguente nasce il primo figlio, Sergej; in tutto la coppia avrà  tredici figli); intanto i suoi scritti pedagogici sono sempre più critici della [[gerarchia]] sociale e cominciano ad essere invisi alle [[autorità ]] russe.
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