Lev Tolstoj: differenze tra le versioni

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[[Image:Tolstoj.gif|thumb|Lev Tolstoj]]
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'''Lev Nikolàevič Tolstòj''', in russo Лев Николаевич Толстой (Jasnaja Poljana, [[Russia]], [[9 settembre]] <ref>Corrispondente al [[28 agosto]] del calendario giuliano</ref> [[1828]] - Astapovo, Russia, [[20 novembre]] [[1910]]), è stato uno [[Letteratura|scrittore]], [[Teatro|drammaturgo]], [[Filosofia|filosofo]], [[pedagogia libertaria|pedagogista libertario]], [[Anarchismo cristiano|anarchico cristiano]] e [[Nonviolenza|pacifista]] russo. Viene considerato il più grande apostolo del [[anarco-pacifismo|pacifismo-anarchico]] in campo letterario, in cui è riuscito ad esaltatare, attraverso le sue opere gli aspetti più propriamente morali. È stato il capostipite della corrente anarchica denominata [[anarchismo cristiano]], pur non essendosi mai professato tale.  
'''Lev Nikolàevič Tolstòj''', in russo Лев Николаевич Толстой (Jàsnaja Poljàna, [[Russia]], [[9 settembre]] <ref>Corrispondente al [[28 agosto]] del calendario giuliano</ref> [[1828]] - Astapovo, Russia, [[20 novembre]] [[1910]]), è stato uno [[Letteratura|scrittore]], [[Teatro|drammaturgo]], [[Filosofia|filosofo]], [[pedagogia libertaria|pedagogista libertario]], [[Anarchismo cristiano|anarchico cristiano]] e [[Nonviolenza|pacifista]] russo. Viene considerato il più grande apostolo del [[anarco-pacifismo|pacifismo-anarchico]] in campo letterario, in cui è riuscito ad esaltatare, attraverso le sue opere gli aspetti più propriamente morali. È stato il capostipite della corrente anarchica denominata [[anarchismo cristiano]], pur non essendosi mai professato tale.  


==Biografia==
==Biografia==
: «Il patriottismo è un sentimento artificiale e irragionevole, funesta origine della maggior parte dei mali che desolano l'umanità».
: «Il patriottismo è un sentimento artificiale e irragionevole, funesta origine della maggior parte dei mali che desolano l'umanità».
===La famiglia===
===La famiglia===
'''Lev Tolstoj''' nasce a Jasnaja Poljana (a circa 200 km da Mosca), nel governatorato di Tula ([[Russia]]), il [[9 settembre]] [[1828]] in un'antica e nobile famiglia fortemente legata alle tradizioni religiose ortodosse. Il nonno paterno di Lev s'era ridotto sul lastrico, per questo il padre, poco prima del matrimonio, s'era fatto assumere come direttore aggiunto dell'Orfanotrofio Militare di Mosca. La famiglia materna, principi Volkonskij, era molto conosciuta in [[Russia]] e fondava la propria ricchezza su vastissime proprietà terriere ed attività amministrative prestigiosissime.
'''Lev Tolstoj''' nasce a Jàsnaja Poljàna (a circa 200 km da Mosca), nel governatorato di Tula ([[Russia]]), il [[9 settembre]] [[1828]] in un'antica e nobile famiglia fortemente legata alle tradizioni religiose ortodosse. Il nonno paterno di Lev s'era ridotto sul lastrico, per questo il padre, poco prima del matrimonio, s'era fatto assumere come direttore aggiunto dell'Orfanotrofio Militare di Mosca. La famiglia materna, principi Volkonskij, era molto conosciuta in [[Russia]] e fondava la propria ricchezza su vastissime proprietà terriere ed attività amministrative prestigiosissime.


Penultimo di cinque fratelli (Nikolaj, Sergej, Dmitrij, Marij), la famiglia si trasferisce nel [[1837]] a Mosca (la madre muore quando aveva solo due anni). In quello stesso anno muore anche il padre (probabilmente avvelenato da due suoi servi) ed insieme ai suoi fratelli viene affidato alla tutela di una zia paterna, la contessa Alexsandra Osten-Saken.  
Penultimo di cinque fratelli (Nikolaj, Sergej, Dmitrij, Marij), la famiglia si trasferisce nel [[1837]] a Mosca (la madre muore quando aveva solo due anni). In quello stesso anno muore anche il padre (probabilmente avvelenato da due suoi servi) ed insieme ai suoi fratelli viene affidato alla tutela di una zia paterna, la contessa Alexsandra Osten-Saken.  
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: «[...] ho visto a Parigi decapitare un uomo con la [[ghigliottina]], in presenza di migliaia di spettatori. Sapevo che si trattava di un pericoloso malfattore;... ma nel momento in cui la testa e il corpo si separarono e caddero diedi un grido e compresi, non con la mente, non con il cuore, ma con tutto il mio essere, che quelle razionalizzazioni che avevo sentito a proposito della pena di morte erano solo funesti spropositi e che, per quanto grande possa essere il numero delle persone riunite per commettere un assassinio e qualsiasi nome esse si diano, l'assassinio è il peccato più grave del mondo, e che davanti ai miei occhi veniva compiuto proprio questo peccato.» <ref>Lev Tolstoj, ''Che fare?'', traduzione di Luisa Capo, Gabriele Mazzotta editore, Milano, 1979, pp. 18-19.</ref>
: «[...] ho visto a Parigi decapitare un uomo con la [[ghigliottina]], in presenza di migliaia di spettatori. Sapevo che si trattava di un pericoloso malfattore;... ma nel momento in cui la testa e il corpo si separarono e caddero diedi un grido e compresi, non con la mente, non con il cuore, ma con tutto il mio essere, che quelle razionalizzazioni che avevo sentito a proposito della pena di morte erano solo funesti spropositi e che, per quanto grande possa essere il numero delle persone riunite per commettere un assassinio e qualsiasi nome esse si diano, l'assassinio è il peccato più grave del mondo, e che davanti ai miei occhi veniva compiuto proprio questo peccato.» <ref>Lev Tolstoj, ''Che fare?'', traduzione di Luisa Capo, Gabriele Mazzotta editore, Milano, 1979, pp. 18-19.</ref>


Nel luglio del [[1857]] rientra a Jasnaja Poljana, ha una relazione con una contadina che gli darà un figlio mai riconosciuto e si occupa delle questioni famigliari. Nel [[1860]] comincia ad elaborare il progetto di una società per l'istruzione popolare, dedicandosi nel contempo alla stesura di articoli a carattere [[Pedagogia|pedagogico]], il primo dei quali si intitola ''Osservazioni e materiali pedagogici''. [[File:Leo Tolstoi v kabinetie.05.1908.ws.jpg|left|thumb|300 px|Tolstoj nel suo studio ([[1908]])]] Intraprende un nuovo viaggio in [[Francia]] (incontra il fratello Nikolaj, malato di tisi, e lo assiste sino alla sua morte), in [[Italia]] (Firenze, Livorno, Napoli, Roma), a Londra, a Bruxelles ed in [[Germania]]. Durante il viaggio visita scuole, asili, conosce Lelewel e [[Pierre Joseph Proudhon|Proudhon]]; rientrato in [[Russia]], nell'aprile del [[1861]] consegna al ministro dell'Istruzione una richiesta di nulla osta per la pubblicazione di una rivista pedagogica intitolata «Jasnaja Poljana».  
Nel luglio del [[1857]] rientra a Jàsnaja Poljàna, ha una relazione con una contadina che gli darà un figlio mai riconosciuto e si occupa delle questioni famigliari. Nel [[1860]] comincia ad elaborare il progetto di una società per l'istruzione popolare, dedicandosi nel contempo alla stesura di articoli a carattere [[Pedagogia|pedagogico]], il primo dei quali si intitola ''Osservazioni e materiali pedagogici''. [[File:Leo Tolstoi v kabinetie.05.1908.ws.jpg|left|thumb|300 px|Tolstoj nel suo studio ([[1908]])]] Intraprende un nuovo viaggio in [[Francia]] (incontra il fratello Nikolaj, malato di tisi, e lo assiste sino alla sua morte), in [[Italia]] (Firenze, Livorno, Napoli, Roma), a Londra, a Bruxelles ed in [[Germania]]. Durante il viaggio visita scuole, asili, conosce Lelewel e [[Pierre Joseph Proudhon|Proudhon]]; rientrato in [[Russia]], nell'aprile del [[1861]] consegna al ministro dell'Istruzione una richiesta di nulla osta per la pubblicazione di una rivista pedagogica intitolata «Jàsnaja Poljàna».  


Rientrato nella sua città natale, apre nella sua tenuta dodici [[scuola|scuole]] indirizzate prevalentemente ai figli dei suoi contadini, in cui l'insegnamento, assolutamente privo di ogni forma d'[[autorità |autoritarismo]] e [[repressione]], è curato in prima persona da lui stesso. Nel [[1862]] sposa Sofja Andreevna Bers (l'anno seguente nasce il primo figlio, Sergej; in tutto la coppia avrà tredici figli); intanto i suoi scritti pedagogici sono sempre più critici della [[gerarchia]] sociale e cominciano ad essere invisi alle [[autorità]] russe.
Rientrato nella sua città natale, apre nella sua tenuta dodici [[scuola|scuole]] indirizzate prevalentemente ai figli dei suoi contadini, in cui l'insegnamento, assolutamente privo di ogni forma d'[[autorità |autoritarismo]] e [[repressione]], è curato in prima persona da lui stesso. Nel [[1862]] sposa Sofja Andreevna Bers (l'anno seguente nasce il primo figlio, Sergej; in tutto la coppia avrà tredici figli); intanto i suoi scritti pedagogici sono sempre più critici della [[gerarchia]] sociale e cominciano ad essere invisi alle [[autorità]] russe.
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===La crisi spirituale: l'anarchismo cristiano===
===La crisi spirituale: l'anarchismo cristiano===
Alla fine degli anni '70, cominciano in Tolstoj a manifestarsi i primi sintomi della sua crisi spirituale: studia i Vangeli canonici, scrive saggi religiosi e polemici contro la [[Chiesa]] Ortodossa. Questo tormento lo porterà a pubblicare diverse opere a carattere morale e religioso: ''Confessione'' ([[1882]]), ''[[Qual è la mia fede]]'' ([[1888]]), ''[[I Vangeli]]'' ([[1890]]), ''[[La Chiesa e lo Stato]]'' ([[1891]]), ''[[Il regno di Dio è in noi]]'' ([[1894]]).
Alla fine degli anni '70, cominciano in Tolstoj a manifestarsi i primi sintomi della sua crisi spirituale: studia i Vangeli canonici, scrive saggi religiosi e polemici contro la [[Chiesa]] Ortodossa. Questo tormento lo porterà a pubblicare diverse opere a carattere morale e religioso: ''Confessione'' ([[1882]]), ''[[Qual è la mia fede]]'' ([[1888]]), ''[[I Vangeli]]'' ([[1890]]), ''[[La Chiesa e lo Stato]]'' ([[1891]]), ''[[Il regno di Dio è in noi]]'' ([[1894]]).
Nei primi anni '80 comincia a lavorare la terra perché vuol vivere come i suoi contadini, rinuncia almeno formalmente ai privilegi dell'agiatezza, un fatto che porterà alla nascita di interminabili conflitti familiari: la moglie riteneva folli le idee di Lev, mentre i figli si divisero: le figlie simpatizzeranno per le idee del padre, mentre i figli maschi difendevano la madre <ref>AA.VV., ''I giganti. Lev Tolstoj'', Verona, Mondadori, 1970, pp. 11-19.</ref>. Tolstoj in questa fase abbraccia totalmente l'idea [[Nonviolenza|non violenta]], diviene [[vegetariano|vegetariano]] (per compassione verso gli animali), si convince che il mondo non possa che cambiare pacificamente e solo attraverso il lavoro manuale ed individuale. Prende inoltre la decisione definitiva di rimanere per sempre a Jasnaja Poljana e dichiara: «Ho completamente rotto con la vita del mio ambiente».  
Nei primi anni '80 comincia a lavorare la terra perché vuol vivere come i suoi contadini, rinuncia almeno formalmente ai privilegi dell'agiatezza, un fatto che porterà alla nascita di interminabili conflitti familiari: la moglie riteneva folli le idee di Lev, mentre i figli si divisero: le figlie simpatizzeranno per le idee del padre, mentre i figli maschi difendevano la madre <ref>AA.VV., ''I giganti. Lev Tolstoj'', Verona, Mondadori, 1970, pp. 11-19.</ref>. Tolstoj in questa fase abbraccia totalmente l'idea [[Nonviolenza|non violenta]], diviene [[vegetariano|vegetariano]] (per compassione verso gli animali), si convince che il mondo non possa che cambiare pacificamente e solo attraverso il lavoro manuale ed individuale. Prende inoltre la decisione definitiva di rimanere per sempre a Jàsnaja Poljàna e dichiara: «Ho completamente rotto con la vita del mio ambiente».  


Trasferitosi con la famiglia a Mosca, nel gennaio del [[1882]] partecipa al censimento della popolazione con l'intento di rendere pubblici i disagi delle classi sociali più povere, sia delle città che delle campagne. L'esperienza vissuta in mezzo ai poveri lo ispireranno per la stesura del saggio ''Che fare?'' (o ''Che cosa dobbiamo fare?'') del [[1886]]. Nel suo ''Confessione'' (1882), Tolstoj descrive la propria conversione verso quella forma di cristianesimo che oggi viene definito [[Anarchismo cristiano|cristianesimo anarchico]].
Trasferitosi con la famiglia a Mosca, nel gennaio del [[1882]] partecipa al censimento della popolazione con l'intento di rendere pubblici i disagi delle classi sociali più povere, sia delle città che delle campagne. L'esperienza vissuta in mezzo ai poveri lo ispireranno per la stesura del saggio ''Che fare?'' (o ''Che cosa dobbiamo fare?'') del [[1886]]. Nel suo ''Confessione'' (1882), Tolstoj descrive la propria conversione verso quella forma di cristianesimo che oggi viene definito [[Anarchismo cristiano|cristianesimo anarchico]].
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