Lev Tolstoj: differenze tra le versioni

nessun oggetto della modifica
m (Sostituzione testo - ".<ref>" con ". <ref>")
Nessun oggetto della modifica
Riga 55: Riga 55:
Durante questo periodo sostiene la causa dei [[Duchobory]] («Lottatori dello spirito»), un gruppo cristiano eretico che si rifiutava di svolgere il servizio [[militare]] e di riconoscere il [[autocrazia|potere autocratico]] dello zar. I [[Duchobory]] subivano violente persecuzioni che porteranno Tolstoj ad un grande impegno per tutelarne la vita e il pensiero religioso: scrive più volte allo zar e si attiva in prima persona per fermarne le deportazioni; alla fine riuscirà  a farne espatriare ben 6000 in [[Canada]].
Durante questo periodo sostiene la causa dei [[Duchobory]] («Lottatori dello spirito»), un gruppo cristiano eretico che si rifiutava di svolgere il servizio [[militare]] e di riconoscere il [[autocrazia|potere autocratico]] dello zar. I [[Duchobory]] subivano violente persecuzioni che porteranno Tolstoj ad un grande impegno per tutelarne la vita e il pensiero religioso: scrive più volte allo zar e si attiva in prima persona per fermarne le deportazioni; alla fine riuscirà  a farne espatriare ben 6000 in [[Canada]].


Nel [[1901]] viene [http://www.libreriadiquartiere.it/ilbastoncinoverde/decreto_sinodo.html scomunicato dal Santo Sinodo], al quale Tolstoj risponde con il durissimo articolo intitolato ''[http://www.libreriadiquartiere.it/ilbastoncinoverde/risposta_al_sinodo.html Risposta alla deliberazione del Sinodo]''. In molte città  russe si svolgeranno manifestazioni in favore del celebre scrittore e contro la scomunica inflittagli dalla [[Chiesa]] ortodossa.  
Nel [[1901]] viene [https://web.archive.org/web/20120912072952/ttp://www.libreriadiquartiere.it/ilbastoncinoverde/decreto_sinodo.html scomunicato dal Santo Sinodo], al quale Tolstoj risponde con il durissimo articolo intitolato ''[http://archive.is/Qh9W8 Risposta alla deliberazione del Sinodo]''. In molte città  russe si svolgeranno manifestazioni in favore del celebre scrittore e contro la scomunica inflittagli dalla [[Chiesa]] ortodossa.  


Quando nel [[1905]] scoppia la [[rivoluzione]], Tolstoj dà  il suo contributo: si schiera contro lo zar ma anche contro il [[marxismo]] e la [[violenza]], auspicando però l'abolizione della [[proprietà  privata]] ed una nuova organizzazione sociale della [[Russia]], fondata sul rifiuto della [[gerarchia]] e dell'[[autorità |autoritarismo]]. Conosciuto oramai in tutto il mondo, scrive una serie di articoli in favore della pace giacchè comprende che il mondo sta scivolando sempre più verso la guerra (''Divino e Umano'', [[1905]]; ''Perché?'', [[1906]]; ''Sull'annessione della Bosnia e dell'Erzegovina all'Austria'', [[1908]]; ''Chi sono gli assassini'', [[1908]]-[[1909]]) nel [[1909]] inizia una fitta corrispondenza con Gandhi (la ''Lettera a un indù'', del [[1908]], era stata apprezzata e diffusa da [[Gandhi]] <ref>Cfr. Pier Cesare Bori, Gianni Sofri, ''Gandhi e Tolstoj: un carteggio e dintorni'', Il mulino, Bologna, 1985.</ref>), che all'epoca si trovava in SudAfrica ed era un profondo ammiratore della sua teoria sulla «non resistenza al male».
Quando nel [[1905]] scoppia la [[rivoluzione]], Tolstoj dà  il suo contributo: si schiera contro lo zar ma anche contro il [[marxismo]] e la [[violenza]], auspicando però l'abolizione della [[proprietà  privata]] ed una nuova organizzazione sociale della [[Russia]], fondata sul rifiuto della [[gerarchia]] e dell'[[autorità |autoritarismo]]. Conosciuto oramai in tutto il mondo, scrive una serie di articoli in favore della pace giacchè comprende che il mondo sta scivolando sempre più verso la guerra (''Divino e Umano'', [[1905]]; ''Perché?'', [[1906]]; ''Sull'annessione della Bosnia e dell'Erzegovina all'Austria'', [[1908]]; ''Chi sono gli assassini'', [[1908]]-[[1909]]) nel [[1909]] inizia una fitta corrispondenza con Gandhi (la ''Lettera a un indù'', del [[1908]], era stata apprezzata e diffusa da [[Gandhi]] <ref>Cfr. Pier Cesare Bori, Gianni Sofri, ''Gandhi e Tolstoj: un carteggio e dintorni'', Il mulino, Bologna, 1985.</ref>), che all'epoca si trovava in SudAfrica ed era un profondo ammiratore della sua teoria sulla «non resistenza al male».
Riga 86: Riga 86:
Tolstoj pone al centro della sua dottrina [[Nonviolenza|non violenta]] il ''Discorso della Montagna'' di [[Gesù anarchico|Gesù]] (Mt 5,38-48) ed in particolare quanto viene riportato nel Vangelo di Matteo 5,39: «Non opponete resistenza al male». Si tratta quindi di non farsi coinvolgere dalle metodologie del male, della [[violenza]] e dell'odio. Ritenendo che non si possa combattere il male con il male enuncia la sua dottrina di '''non resistenza''' chiamandola :«non-resistenza al male per mezzo del male [bensì per mezzo del bene]»
Tolstoj pone al centro della sua dottrina [[Nonviolenza|non violenta]] il ''Discorso della Montagna'' di [[Gesù anarchico|Gesù]] (Mt 5,38-48) ed in particolare quanto viene riportato nel Vangelo di Matteo 5,39: «Non opponete resistenza al male». Si tratta quindi di non farsi coinvolgere dalle metodologie del male, della [[violenza]] e dell'odio. Ritenendo che non si possa combattere il male con il male enuncia la sua dottrina di '''non resistenza''' chiamandola :«non-resistenza al male per mezzo del male [bensì per mezzo del bene]»


In occasione dell'uccisione del re d'[[Italia]] Umberto I, per opera dell'anarchico [[Gaetano Bresci]], Tolstoj mostra tutta la sua arguzia e il suo coraggio non prostrandosi di fronte al povero “Re buono” (cosa che invece fecero Carducci, Pascoli, De Amicis e altri intellettuali). Nell'articolo ''[http://www.libreriadiquartiere.it/ilbastoncinoverde/non_uccidere.html Non uccidere]'' scrive:  
In occasione dell'uccisione del re d'[[Italia]] Umberto I, per opera dell'anarchico [[Gaetano Bresci]], Tolstoj mostra tutta la sua arguzia e il suo coraggio non prostrandosi di fronte al povero “Re buono” (cosa che invece fecero Carducci, Pascoli, De Amicis e altri intellettuali). Nell'articolo ''[http://archive.is/GBtMx Non uccidere]'' scrive:  


: «L'attuale struttura della società  alimenta l'egoismo della gente, pronta a vendere la propria [[libertà]] e il proprio onore per un piccolo vantaggio economico [...] Se Alessandro di Russia, se Umberto non hanno meritato la morte, assai meno l'hanno meritata le migliaia di caduti di Plevna o in terra d'Abissinia. Sono terribili tali uccisioni non per la loro crudeltà  o ingiustizia ma per l'irragionevolezza di coloro che le compiono. Se gli uccisori di re sono spinti ad essere tali da un sentimento personale di indignazione suscitato dalle sofferenze del popolo in schiavitù di cui appaiono loro responsabili Alessandro, Carnot, Umberto o da un sentimento personale di offesa e vendetta, allora tali azioni per quanto ingiuste appaiono comprensibili; ma qual'è l'organizzazione di questi uomini, anarchici come si dice ora, che hanno affidato a Bresci la missione di uccidere e hanno minacciato altri imperatori, di che organizzazione si tratta se non riesce ad immaginare per migliorare la situazione della gente niente altro che l'assassinio di persone dalla cui eliminazione non si può ricavare più utilità  che dal tagliare la testa al mostro delle fiabe cui al posto di quella tagliata ne cresceva subito una nuova? I re e gli imperatori hanno da tempo creato intorno a sé un' organizzazione pari a quella di un fucile a ripetizione: non appena parte un colpo, subito ne compare un altro al suo posto. Le roi est mart, vive le roi! Allora a che pro ucciderli? ».
: «L'attuale struttura della società  alimenta l'egoismo della gente, pronta a vendere la propria [[libertà]] e il proprio onore per un piccolo vantaggio economico [...] Se Alessandro di Russia, se Umberto non hanno meritato la morte, assai meno l'hanno meritata le migliaia di caduti di Plevna o in terra d'Abissinia. Sono terribili tali uccisioni non per la loro crudeltà  o ingiustizia ma per l'irragionevolezza di coloro che le compiono. Se gli uccisori di re sono spinti ad essere tali da un sentimento personale di indignazione suscitato dalle sofferenze del popolo in schiavitù di cui appaiono loro responsabili Alessandro, Carnot, Umberto o da un sentimento personale di offesa e vendetta, allora tali azioni per quanto ingiuste appaiono comprensibili; ma qual'è l'organizzazione di questi uomini, anarchici come si dice ora, che hanno affidato a Bresci la missione di uccidere e hanno minacciato altri imperatori, di che organizzazione si tratta se non riesce ad immaginare per migliorare la situazione della gente niente altro che l'assassinio di persone dalla cui eliminazione non si può ricavare più utilità  che dal tagliare la testa al mostro delle fiabe cui al posto di quella tagliata ne cresceva subito una nuova? I re e gli imperatori hanno da tempo creato intorno a sé un' organizzazione pari a quella di un fucile a ripetizione: non appena parte un colpo, subito ne compare un altro al suo posto. Le roi est mart, vive le roi! Allora a che pro ucciderli? ».
64 364

contributi