Lev Tolstoj: differenze tra le versioni

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===I viaggi in Europa e la pedagogia===
===I viaggi in Europa e la pedagogia===
Oltre a scrivere, Tolstoj si interessa d'[[arte]] e di questioni politico-sociali, affronta ogni argomento con intento critico e per questo non viene ben visto dagli specialisti degli ambiti che vengano da lui attaccati. Nel [[1857]], per approfondire le proprie conoscenze, intraprende un viaggio nell'Europa occidentale: visita la [[Svizzera]], l'[[Italia]] (Torino, Ivrea) e la [[Francia]]. Incontra vari intellettuali e rimane particolarmente sconvolto dal  potere assoluto degli uomini potenti, dall'emarginazione a cui vengono relegate  notevoli fasce di popolazione e dalla facilità  con cui le [[autorità ]] comminano la pena di morte.
Oltre a scrivere, Tolstoj si interessa d'[[arte]] e di questioni politico-sociali, affronta ogni argomento con intento critico e per questo non viene ben visto dagli specialisti degli ambiti che vengano da lui attaccati. Nel [[1857]], per approfondire le proprie conoscenze, intraprende un viaggio nell'Europa occidentale: visita la [[Svizzera]], l'[[Italia]] (Torino, Ivrea) e la [[Francia]]. Incontra vari intellettuali e rimane particolarmente sconvolto dal  potere assoluto degli uomini potenti, dall'emarginazione a cui vengono relegate  notevoli fasce di popolazione e dalla facilità  con cui le [[autorità ]] comminano la pena di morte.
: «[...] ho visto a Parigi decapitare un uomo con la [[ghigliottina]], in presenza di migliaia di spettatori. Sapevo che si trattava di un pericoloso malfattore;... ma nel momento in cui la testa e il corpo si separarono e caddero diedi un grido e compresi, non con la mente, non con il cuore, ma con tutto il mio essere, che quelle razionalizzazioni che avevo sentito a proposito della pena di morte erano solo funesti spropositi e che, per quanto grande possa essere il numero delle persone riunite per commettere un assassinio e qualsiasi nome esse si diano, l'assassinio è il peccato più grave del mondo, e che davanti ai miei occhi veniva compiuto proprio questo peccato.» <ref>Lev Tolstoj, ''Che fare?'', traduzione di Luisa Capo, Gabriele Mazzotta editore, Milano, 1979, pp. 18-19.</ref>
: «[...] ho visto a Parigi decapitare un uomo con la [[ghigliottina]], in presenza di migliaia di spettatori. Sapevo che si trattava di un pericoloso malfattore;... ma nel momento in cui la testa e il corpo si separarono e caddero diedi un grido e compresi, non con la mente, non con il cuore, ma con tutto il mio essere, che quelle razionalizzazioni che avevo sentito a proposito della pena di morte erano solo funesti spropositi e che, per quanto grande possa essere il numero delle persone riunite per commettere un assassinio e qualsiasi nome esse si diano, l'assassinio è il peccato più grave del mondo, e che davanti ai miei occhi veniva compiuto proprio questo peccato.» <ref>Lev Tolstoj, ''Che fare?'', traduzione di Luisa Capo, Gabriele Mazzotta editore, Milano, 1979, pp. 18-19.</ref>


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Mentre accresce la sua fama nel mondo (la sua casa era infatti meta di continui “pellegrinaggi”), cresce anche il conflitto familiare. Il suo desiderio di non trasformare la [[letteratura]] in professione, di non ricevere vantaggi materiali, di non possedere ricchezze, la rinuncia ai diritti d'autore per aiutare i contadini del suo paese a riscattare la terra ecc., si scontra con i desideri della moglie e della sua famiglia di non perdere privilegi economici.  
Mentre accresce la sua fama nel mondo (la sua casa era infatti meta di continui “pellegrinaggi”), cresce anche il conflitto familiare. Il suo desiderio di non trasformare la [[letteratura]] in professione, di non ricevere vantaggi materiali, di non possedere ricchezze, la rinuncia ai diritti d'autore per aiutare i contadini del suo paese a riscattare la terra ecc., si scontra con i desideri della moglie e della sua famiglia di non perdere privilegi economici.  


Una notte, tra il [[9 novembre|9]] e il [[10 novembre]] [[1910]], dopo aver trovato la moglie che frugava tra le sue carte alla ricerca del ''Diario'', Tolstoj decide di abbandonare la propria abitazione nonostante sia ammalato. Intraprende un viaggio in treno insieme al suo segretario con destinazione Samardino, dove vi abita una sorella.  Raggiunto dalla figlia Aleksandra, che era stata avvertita delle sue intenzioni tramite lettera, la sua idea sarebbe quella di fermarvisi definitivamente ma, temendo che sarebbe stato raggiunto dalla moglie, decide di raggiungere un'altra destinazione, probabilmente l'obiettivo è la [[Bulgaria]]. Insieme al fedele segretario e alla figlia, sale sul treno per Rostov; il [[14 novembre|14]] i tre scendono alla stazione di Astapovo, Tolstoj ha la polmonite e la febbre a 40° e non può proseguire il viaggio. Accorrono parenti, amici, curiosi e giornalisti per vederlo. Febbricitante, Tolstoj detta alla figlia [[Aleksandra Tolstaja|Aleksandra]] questi pensieri per il ''Diario'':
Una notte, tra il [[9 novembre|9]] e il [[10 novembre]] [[1910]], dopo aver trovato la moglie che frugava tra le sue carte alla ricerca del ''Diario'', Tolstoj decide di abbandonare la propria abitazione nonostante sia ammalato. Intraprende un viaggio in treno insieme al suo segretario con destinazione Samardino, dove vi abita una sorella.  Raggiunto dalla figlia Aleksandra, che era stata avvertita delle sue intenzioni tramite lettera, la sua idea sarebbe quella di fermarvisi definitivamente ma, temendo che sarebbe stato raggiunto dalla moglie, decide di raggiungere un'altra destinazione, probabilmente l'obiettivo è la [[Bulgaria]]. Insieme al fedele segretario e alla figlia, sale sul treno per Rostov; il [[14 novembre|14]] i tre scendono alla stazione di Astapovo, Tolstoj ha la polmonite e la febbre a 40° e non può proseguire il viaggio. Accorrono parenti, amici, curiosi e giornalisti per vederlo. Febbricitante, Tolstoj detta alla figlia [[Aleksandra Tolstaja|Aleksandra]] questi pensieri per il ''Diario'':


: «Dio è quell'infinito Tutto, di cui l'uomo diviene consapevole d'essere una parte finita. Esiste veramente soltanto Dio. L'uomo è una Sua manifestazione nella materia, nel tempo e nello spazio. Quanto più il manifestarsi di Dio nell'uomo (la vita) si unisce alle manifestazioni (alle vite) di altri esseri, tanto più egli esiste. L'unione di questa sua vita con le vite di altri esseri si attua mediante l'amore. Dio non è amore, ma quanto più grande è l'amore, tanto più l'uomo manifesta Dio, e tanto più esiste veramente.» <ref>Lev Tolstoj, citato in Igor Sibaldi, ''Cronologia'', in Lev Tolstoj, ''Tutti i racconti'', volume primo, Mondadori, Milano, 2005, pp. CXIX-CXX.</ref>
: «Dio è quell'infinito Tutto, di cui l'uomo diviene consapevole d'essere una parte finita. Esiste veramente soltanto Dio. L'uomo è una Sua manifestazione nella materia, nel tempo e nello spazio. Quanto più il manifestarsi di Dio nell'uomo (la vita) si unisce alle manifestazioni (alle vite) di altri esseri, tanto più egli esiste. L'unione di questa sua vita con le vite di altri esseri si attua mediante l'amore. Dio non è amore, ma quanto più grande è l'amore, tanto più l'uomo manifesta Dio, e tanto più esiste veramente.» <ref>Lev Tolstoj, citato in Igor Sibaldi, ''Cronologia'', in Lev Tolstoj, ''Tutti i racconti'', volume primo, Mondadori, Milano, 2005, pp. CXIX-CXX.</ref>
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