La Battaglia: differenze tra le versioni

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Altrettanto netta fu, comunque, la presa di posizione contro le dottrine degli [[anarco-individualisti|individualisti]] [[neostirneriani]]. Parole durissime si ritrovano qua e là, sulle colonne del giornale, a stigmatizzare «quella aberrazione della mente» che è il «concetto erroneo dell'[[anarchico individualista]], distruttore della [[società]], nemico di tutte le organizzazioni, isolato da tutto, cospirante da solo contro i fati del cielo e della terra» (''Una risposta all'«Avanti!»'' <ref name="RA"></ref>). Vedi, ad esempio, i duri attacchi polemici di [[Alessandro Cerchiai|Cerchiai]] contro gli organi [[anarco-individualisti|individualisti]] ''Vir'' di Firenze e ''L'Agitatore'' di Buenos Aires, rispettivamente negli scritti ''Utopia e realtà'' <ref>Sul n. 134, del 25 agosto 1907.</ref> e ''L'anarchismo enimmatico''. <ref>Sul n. 203, del 14 febbraio 1909.</ref>
Altrettanto netta fu, comunque, la presa di posizione contro le dottrine degli [[anarco-individualisti|individualisti]] [[neostirneriani]]. Parole durissime si ritrovano qua e là, sulle colonne del giornale, a stigmatizzare «quella aberrazione della mente» che è il «concetto erroneo dell'[[anarchico individualista]], distruttore della [[società]], nemico di tutte le organizzazioni, isolato da tutto, cospirante da solo contro i fati del cielo e della terra» (''Una risposta all'«Avanti!»'' <ref name="RA"></ref>). Vedi, ad esempio, i duri attacchi polemici di [[Alessandro Cerchiai|Cerchiai]] contro gli organi [[anarco-individualisti|individualisti]] ''Vir'' di Firenze e ''L'Agitatore'' di Buenos Aires, rispettivamente negli scritti ''Utopia e realtà'' <ref>Sul n. 134, del 25 agosto 1907.</ref> e ''L'anarchismo enimmatico''. <ref>Sul n. 203, del 14 febbraio 1909.</ref>


Sul terreno dell'intervento, ''La Battaglia'' affrontò tutti i maggiori problemi politici e sociali del Paese, attaccando coraggiosamente le oligarchie dei proprietari terrieri, denunciando la rapacità padronale, gli abusi ed i crimini polizieschi e le porcherie del clero, intervenendo contro il vergognoso sfruttamento della mano d'opera straniera e del lavoro minorile <ref>Crf. ''La strage degli innocenti'', n. 3, del 10 febbraio 1907.</ref> e portando avanti, infine, una lodevole opera di educazione e di sensibilizzazione su molti problemi sociali (fra cui l'alcoolismo, che costituiva, purtroppo, una delle maggiori piaghe del [[Brasile]]. <ref>Vedi, per esempio, l'appello ''Operai, non bevete!'', n. 191, dell'8 novembre 1908.</ref> Nel corso della seconda annata, il giornale s'impegnò, in particolare, in una violenta campagna contro la massoneria, una delle componenti (col [[clero]] e gli organi di [[polizia]]) di quella «triplice alleanza» che l'organo [[anarchico]] additava quale responsabile della grave crisi economica e politica in cui era piombato il [[Brasile]]:
Sul terreno dell'intervento, ''La Battaglia'' affrontò tutti i maggiori problemi politici e sociali del Paese, attaccando coraggiosamente le oligarchie dei proprietari terrieri, denunciando la rapacità padronale, gli abusi ed i crimini polizieschi e le porcherie del [[clero]], intervenendo contro il vergognoso sfruttamento della mano d'opera straniera e del lavoro minorile <ref>Crf. ''La strage degli innocenti'', n. 3, del 10 febbraio 1907.</ref> e portando avanti, infine, una lodevole opera di educazione e di sensibilizzazione su molti problemi sociali (fra cui l'alcoolismo, che costituiva, purtroppo, una delle maggiori piaghe del [[Brasile]]. <ref>Vedi, per esempio, l'appello ''Operai, non bevete!'', n. 191, dell'8 novembre 1908.</ref> Nel corso della seconda annata, il giornale s'impegnò, in particolare, in una violenta campagna contro la massoneria, una delle componenti (col [[clero]] e gli organi di [[polizia]]) di quella «triplice alleanza» che l'organo [[anarchico]] additava quale responsabile della grave crisi economica e politica in cui era piombato il [[Brasile]]:
:«L'architetto di questo sporco edificio - scriveva [[Alessandro Cerchiai|Cerchiai]], in ''Preti, poliziotti e massoni'' <ref>Sul n. 72, del 18 marzo 1906.</ref> - l'ha dato la massoneria e lo sostiene il gesuitismo; la [[polizia]] ha l'incarico di castigare i recalcitranti». <ref>Vedi, fra gli altri, gli articoli: ''Le pagliacciate della massoneria svelate al popolo'', n. 52, del 16 settembre 1905; ''La Massoneria all'apogeo del ridicolo'', n. 53, del 30 settembre 1905; ''La Massoneria è la più maccheronica e chiercuta istituzione borghese'', n. 54, del 15 ottobre 1905; ''La Massoneria sotto processo'', n. 60, del 17 dicembre 1905.</ref> Da segnalare è ancora lo scritto, di qualche anno più tardi, di [[Gigi Damiani]], ''Un'altra canaglia della Massoneria'' <ref> Sul n. 228, del 5 settembre 1909.</ref>, diretto a smascherare le mene eversive messe in atto, in quell'anno, dalla coalizione massonica, e l'articolo ''La massoneria e il movimento operaio'' <ref>Sul n. 394 (de ''La Barricata'') del 20 aprile 1913.</ref>, con cui si metteva in guardia che «come riflesso di un'azione identica svoltasi in Europa e specialmente in [[Francia]], avremo, o forse abbiamo, anche qui un tentativo d'inquinazione [...] massonica nelle organizzazioni di resistenza proletarie».
:«L'architetto di questo sporco edificio - scriveva [[Alessandro Cerchiai|Cerchiai]], in ''Preti, poliziotti e massoni'' <ref>Sul n. 72, del 18 marzo 1906.</ref> - l'ha dato la massoneria e lo sostiene il gesuitismo; la [[polizia]] ha l'incarico di castigare i recalcitranti». <ref>Vedi, fra gli altri, gli articoli: ''Le pagliacciate della massoneria svelate al popolo'', n. 52, del 16 settembre 1905; ''La Massoneria all'apogeo del ridicolo'', n. 53, del 30 settembre 1905; ''La Massoneria è la più maccheronica e chiercuta istituzione borghese'', n. 54, del 15 ottobre 1905; ''La Massoneria sotto processo'', n. 60, del 17 dicembre 1905.</ref> Da segnalare è ancora lo scritto, di qualche anno più tardi, di [[Gigi Damiani]], ''Un'altra canaglia della Massoneria'' <ref> Sul n. 228, del 5 settembre 1909.</ref>, diretto a smascherare le mene eversive messe in atto, in quell'anno, dalla coalizione massonica, e l'articolo ''La massoneria e il movimento operaio'' <ref>Sul n. 394 (de ''La Barricata'') del 20 aprile 1913.</ref>, con cui si metteva in guardia che «come riflesso di un'azione identica svoltasi in Europa e specialmente in [[Francia]], avremo, o forse abbiamo, anche qui un tentativo d'inquinazione [...] massonica nelle organizzazioni di resistenza proletarie».


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