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Comunemente il kibbutz è stato ritenuto come un fenomeno legato al [[marxismo]], ma in realtà  la connessione con quest'ideologia si riduce all'assenza di [[proprietà  privata]]. I principi fondamentali della vita del kibbutz sono l'[[autogestione]], le libere assemblee, l'[[autonomia]] e il [[federalismo]]; ovvero gli stessi principi che sono anche alla base dell'[[anarchismo]]. Il conosciuto anarchico [[Aharon Shidlovsky]] è stato uno dei fondatori del [[kibbutz]] [[Kinneret Kvutzat]], inoltre quasi tutti i primi kibbutz furono notevolmente influenzati dalle idee anarchiche e [[socialismo libertario|socialiste libertarie]] importate dai primi immigrati ebrei che giunsero in Palestina.
Comunemente il kibbutz è stato ritenuto come un fenomeno legato al [[marxismo]], ma in realtà  la connessione con quest'ideologia si riduce all'assenza di [[proprietà  privata]]. I principi fondamentali della vita del kibbutz sono l'[[autogestione]], le libere assemblee, l'[[autonomia]] e il [[federalismo]]; ovvero gli stessi principi che sono anche alla base dell'[[anarchismo]]. Il conosciuto anarchico [[Aharon Shidlovsky]] è stato uno dei fondatori del [[kibbutz]] [[Kinneret Kvutzat]], inoltre quasi tutti i primi kibbutz furono notevolmente influenzati dalle idee anarchiche e [[socialismo libertario|socialiste libertarie]] importate dai primi immigrati ebrei che giunsero in Palestina.


:«Da quando è stato concepito [...] il kibbutz è sempre stata una libera società  che ogni membro può lasciare – come molti hanno fatto e fanno – se non condivide le sue decisioni. Nella realtà  della vita kibbutziana, è prevalso il principio anarchico della libera volontà  degli individui [...] Naturalmente i kibbutz hanno regole e ci si aspetta che i membri vi si attengano. Non vi è cioè “anarchia” intesa come totale assenza di norme [''recte anomia'' – N.d.T.]. Ma la corretta definizione anarchica dell’anarchia non è quella di una società  senza norme e regole, ma di una società  basata sull’accettazione volontaria delle decisioni e  dei regolamenti sociali da parte di ogni individuo. Consenso senza coercizione e sanzioni istituzionalizzate. Ciò è esattamente quanto avviene nella vita del kibbutz.» ([http://www.socialismolibertario.it/boll15.pdf Giora Manor], membro del kibbutz Mishmar Ha-Emek e critico teatrale).
:«Da quando è stato concepito [...] il kibbutz è sempre stata una libera società  che ogni membro può lasciare – come molti hanno fatto e fanno – se non condivide le sue decisioni. Nella realtà  della vita kibbutziana, è prevalso il principio anarchico della libera volontà  degli individui [...] Naturalmente i kibbutz hanno regole e ci si aspetta che i membri vi si attengano. Non vi è cioè “anarchia” intesa come totale assenza di norme [''recte anomia'' – N.d.T.]. Ma la corretta definizione anarchica dell’anarchia non è quella di una società  senza norme e regole, ma di una società  basata sull’accettazione volontaria delle decisioni e  dei regolamenti sociali da parte di ogni individuo. Consenso senza coercizione e sanzioni istituzionalizzate. Ciò è esattamente quanto avviene nella vita del kibbutz.» ([http://www.socialismolibertario.it/boll15.pdf Giora Manor], membro del kibbutz Mishmar Ha-Emek e critico teatrale).


Come riportato nei capitoli precedenti, i kibbutz moderni si sono un pò discostati dalle forme originarie concepite dai loro antenati, però ancora oggi in alcuni permangono stabilmente visibili tracce di quei principi.
Come riportato nei capitoli precedenti, i kibbutz moderni si sono un pò discostati dalle forme originarie concepite dai loro antenati, però ancora oggi in alcuni permangono stabilmente visibili tracce di quei principi.
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