Joseph Déjacque: differenze tra le versioni

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Déjacque immagina il '''«Cycledeon»''', «tempio delle arti e delle scienze» posto ai piedi di un boschetto di palme sito in cima a un labirinto che si erge al centro di una vallata, come «il luogo consacrato alla circolazione delle idee», «l'altare del culto sociale, la chiesa [[anarchica]] dell'[[utopistica]] umanità». Su questa libera tribuna può salire chi vuole per parlare:
Déjacque immagina il '''«Cycledeon»''', «tempio delle arti e delle scienze» posto ai piedi di un boschetto di palme sito in cima a un labirinto che si erge al centro di una vallata, come «il luogo consacrato alla circolazione delle idee», «l'altare del culto sociale, la chiesa [[anarchica]] dell'[[utopistica]] umanità». Su questa libera tribuna può salire chi vuole per parlare:
:«Un ingegnoso meccanismo acustico permette a quel milione di uditori di intendere distintamente tutte le parole dell'oratore, a qualunque distanza siano da lui. Strumenti ottici mirabilmente perfezionati permettono di seguirne i movimenti, sia del gesto che della fisionomia, a una grandissima distanza».
:«Un ingegnoso meccanismo acustico permette a quel milione di uditori di intendere distintamente tutte le parole dell'oratore, a qualunque distanza siano da lui. Strumenti ottici mirabilmente perfezionati permettono di seguirne i movimenti, sia del gesto che della fisionomia, a una grandissima distanza».
Ecco una descrizione della [[società]] [[utopica]]:
:«Presso i figli di questo nuovo mondo, non vi è né divinità né papato, né regalità, né dei, re o preti. Non volendo essere schiavi, non vogliono padroni. Essando libero, hanno solo il culto della [[Libertà]], così la praticano sin dall'infanzia e la professano in tutti i momenti, e fino agli ultimi istanti della vita. La loro comunione [[anarchica]] non ha bisogno di bibbie o di codici; ciascuno di essi porta in sé la sua legge e il suo profeta, il suo cuore e la sua intelligenza. Non fanno ad altri quello che non vorrebbero altri facessero a loro, e fanno agli altri ciò che vorrebbero altri facessero loro. Volendo il bene per sé, fanno il bene degli altri. Non volendo che si attenti alla loro libera volontà, non attentano alla libertà volontà degli altri. Amando, amati, vogliono crescere nell'amore e moltiplicarsi attraverso l'amore. Uomini, restituiscono, centuplicato, all'Umanità ciò che, bambini, sono ad essa costati in cure; e al loro vicino, le simpatie che gli sono dovute: sguardo per sguardo, sorriso per sorriso, bacio per bacio e, al bisogno, morso per morso. Sanno che hanno una madre comune, l'Umanità, che sono tutti fratelli, e che la fraternità li obbliga. Hanno coscienza che l'armonia non può esistere se non con il concorso delle volontà individuali, che la legge naturale delle attrazioni è la legge degli infinitamente piccoli come degli infinitamente grandi, che nulla di ciò che è sociale può muoversi se non dalla [[società]], che essa è il pensiero universale, l'unità delle unità, la sfera delle sfere, immanente e permanente nell'eterno movimento; e dicono: al di fuori dell'[[anarchia]] non vi è salvezza! E aggiungono: la felicità è del nostro mondo. E sono tutti felici, e tutti incontrano sul loro cammino le soddisfazioni che cercano. Bussano, e tutte le prote si aprono; la simpatia, l'amore, il piacere e le gioie rispondono ai battiti del loro vuore, alle pulsazioni del cervello, ai colpi di martello delle braccia; e, in piedi sulle soglie, salutano il fratello, l'amante, il lavoratore; e la Scienza, come un'umile schiava, li guida innanzi, nel vestibolo dell'Ignoto».


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