Indiani metropolitani: differenze tra le versioni

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Scrive [[Carlo Infante]] (ex indiano metropolitano) a proposito delle esperienze artistiche dell'epoca: “''(...) È da qui che si potrebbe partire con altre analisi legate alle sperimentazioni teatrali e multimediali che dalla fine degli anni settanta si sono sviluppate sulla base di quelle intelligenze e sensibilità  sopravvissute al riflusso. La [[postavanguardia teatrale]] promossa da [[Giuseppe Bartolucci]] fu certamente un alveo straordinario di queste energie eversive che rifondarono i linguaggi scenici, avviando ad esempio una ricerca "''patologico-esistenziale''" che affondava a piene mani nella turbolenza schizoide dell'ala creativa del Movimento''”.
Scrive [[Carlo Infante]] (ex indiano metropolitano) a proposito delle esperienze artistiche dell'epoca: “''(...) È da qui che si potrebbe partire con altre analisi legate alle sperimentazioni teatrali e multimediali che dalla fine degli anni settanta si sono sviluppate sulla base di quelle intelligenze e sensibilità  sopravvissute al riflusso. La [[postavanguardia teatrale]] promossa da [[Giuseppe Bartolucci]] fu certamente un alveo straordinario di queste energie eversive che rifondarono i linguaggi scenici, avviando ad esempio una ricerca "''patologico-esistenziale''" che affondava a piene mani nella turbolenza schizoide dell'ala creativa del Movimento''”.


Aggiungo io ([[Utente:Altipiani azionanti|Altipiani azionanti]]): “''L'aspetto più significativo dell'esperienza degli indiani metropolitani è stato proprio il carattere antesignano di creatività  che è emerso forte, impellente, come vera e propria necessità . Giovani che, abbandonando il fardello della stereotipata militanza politica, per una improbabile rivoluzione di massa, hanno voluto dare sfogo alle proprie esigenze [[libertarie]], individuali e immediate, per la realizzazione di un impegno vero in un contesto arte/vita che fosse possibile proprio a partire dai singoli individui. Nel loro insieme andranno a costituire i numerosi [[gruppi di base]], nati un po'dovunque in quel periodo, all'insegna di una “''cultura  della presenza e del protagonismo''” e forti di un immaginario che poi sfocierà  nelle variegate esperienze dell'arte della [[postavanguardia]]''”.
Aggiungo io ([[Utente:Altipiani azionanti|Altipiani azionanti]]): “''L'aspetto più significativo dell'esperienza degli indiani metropolitani è stato proprio il carattere antesignano di creatività  che è emerso forte, impellente, come vera e propria necessità . Giovani che, abbandonando il fardello della stereotipata militanza politica, per una improbabile rivoluzione di massa, hanno voluto dare sfogo alle proprie esigenze [[libertarie]], individuali e immediate, per la realizzazione di un impegno vero in un contesto arte/vita che fosse possibile proprio a partire dai singoli individui. Nel loro insieme andranno a costituire i numerosi [[gruppi di base]], nati un po'dovunque in quel periodo, all'insegna di una “''cultura  della presenza e del protagonismo''” e forti di un immaginario che poi sfocierà  nelle variegate esperienze dell'arte della [[postavanguardia]]''”.


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