Indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi: differenze tra le versioni

m
Sostituzione testo - "Il Martello" con "Il Martello"
m (Sostituzione testo - "Il Martello" con "Il Martello")
Riga 9: Riga 9:
'''Quale obiettivi si poneva l'organizzazione italo-americana?''' Partendo da posizioni unitariamente anticomuniste e [[antifascismo|antifasciste]], si erano sviluppate tendenze diverse: per '''Max Ascoli''', intimamente legato al governo federale, l'associazione era un mezzo propagandistico della politica roosveltiana tra gli italo-americani; per '''Carlo Sforza''' invece la "Mazzini" era vista come un mezzo per giungere poi alla nascita di un Consiglio nazionale e di un'unità di combattimento che affiancasse i nuovi alleati nella campagna di liberazione dell'[[Italia]].  
'''Quale obiettivi si poneva l'organizzazione italo-americana?''' Partendo da posizioni unitariamente anticomuniste e [[antifascismo|antifasciste]], si erano sviluppate tendenze diverse: per '''Max Ascoli''', intimamente legato al governo federale, l'associazione era un mezzo propagandistico della politica roosveltiana tra gli italo-americani; per '''Carlo Sforza''' invece la "Mazzini" era vista come un mezzo per giungere poi alla nascita di un Consiglio nazionale e di un'unità di combattimento che affiancasse i nuovi alleati nella campagna di liberazione dell'[[Italia]].  
[[File:Il martello.jpg|400px|left|thumb|Testata dello storico giornale di [[Carlo Tresca]] attraverso cui denunciò le "malefatte" dei fascisti riciclati]]
[[File:Il martello.jpg|400px|left|thumb|Testata dello storico giornale di [[Carlo Tresca]] attraverso cui denunciò le "malefatte" dei fascisti riciclati]]
Uno degli esponenti più importanti di quest'organizzazione fu comunque l'anarchico [[Carlo Tresca]], promotore soprattutto della costituzione di "comitati antifascisti" («Comitati della Vittoria») interni alla [[Mazzini Society]], che secondo alcuni avrebbero agevolare l'imminente caduta del [[Fascismo|fascismo]] e preparare il futuro senza la dittatura del "Duce". Tresca era favorevole all'entrata nella [[Mazzini Society]] dei [[comunismo|comunisti]] come [[Vittorio Vidali]] (inizalmente era contrario ma cambiò idea solo sul finire del [[1942]]), con cui si era anche duramente scontrato in passato, ma era ostile agli [[antifascismo|antifascisti]] dell'ultima ora, come Generoso Pope (editore di giornali italo-americani, rooslveltiano e [[Fascismo|fascista]] poi pubblicamente e "ufficialmente" allontanatosi dal regime), che provavano ambiguamente ad entrare nei "comitati". Dalle pagine del suo [[stampa anarchica|giornale]], ''[[Il Martello]]'', Tresca portò avanti una campagna contro Generoso Pope e i [[Fascismo|fascisti]] camuffatti da antifascisti per convenienza e per provocazione.  
Uno degli esponenti più importanti di quest'organizzazione fu comunque l'anarchico [[Carlo Tresca]], promotore soprattutto della costituzione di "comitati antifascisti" («Comitati della Vittoria») interni alla [[Mazzini Society]], che secondo alcuni avrebbero agevolare l'imminente caduta del [[Fascismo|fascismo]] e preparare il futuro senza la dittatura del "Duce". Tresca era favorevole all'entrata nella [[Mazzini Society]] dei [[comunismo|comunisti]] come [[Vittorio Vidali]] (inizalmente era contrario ma cambiò idea solo sul finire del [[1942]]), con cui si era anche duramente scontrato in passato, ma era ostile agli [[antifascismo|antifascisti]] dell'ultima ora, come Generoso Pope (editore di giornali italo-americani, rooslveltiano e [[Fascismo|fascista]] poi pubblicamente e "ufficialmente" allontanatosi dal regime), che provavano ambiguamente ad entrare nei "comitati". Dalle pagine del suo [[stampa anarchica|giornale]], ''[[Il Martello (New York)|Il Martello]]'', Tresca portò avanti una campagna contro Generoso Pope e i [[Fascismo|fascisti]] camuffatti da antifascisti per convenienza e per provocazione.  


In antitesi al "gruppo di Tresca" vi era quello capeggiato da Vanni Montana (vero nome Giovanni Buscemi, ex spia dell'[[OVRA]] [[Fascismo|fascista]] e poi futuro agente [[OSS]] <ref>Si legga in particolare la nota 27 di [http://www.bibliotecamarxista.org/casciola_paolo/carl_tresca_comb_libert.htm Carlo Tresca, combattente libertario]</ref>) e Luigi Antonini, personaggi alquanto ambigui, ostile ai [[comunismo|comunisti]] ma non ai personaggi come Pope. Per lungo tempo la costituzione dei "comitati antifascisti" portò allo sviluppo di intensi conflitti ideologici all'interno della Mazzini Society e che si trascinarono sino all'uccisione di [[Carlo Tresca]].
In antitesi al "gruppo di Tresca" vi era quello capeggiato da Vanni Montana (vero nome Giovanni Buscemi, ex spia dell'[[OVRA]] [[Fascismo|fascista]] e poi futuro agente [[OSS]] <ref>Si legga in particolare la nota 27 di [http://www.bibliotecamarxista.org/casciola_paolo/carl_tresca_comb_libert.htm Carlo Tresca, combattente libertario]</ref>) e Luigi Antonini, personaggi alquanto ambigui, ostile ai [[comunismo|comunisti]] ma non ai personaggi come Pope. Per lungo tempo la costituzione dei "comitati antifascisti" portò allo sviluppo di intensi conflitti ideologici all'interno della Mazzini Society e che si trascinarono sino all'uccisione di [[Carlo Tresca]].
Riga 18: Riga 18:
== L'omicidio dell'anarchico Tresca ==
== L'omicidio dell'anarchico Tresca ==


Originario di Sulmona, [[Carlo Tresca]] <ref>La sua città gli ha stata intitolato una piazza in ricordo</ref> venne ucciso la notte dell'11 gennaio del '43, mentre si trovava in compagnia di  Giuseppe Calabi, entrambi esponenti della ''[[Mazzini Society]]''. Quella sera i due avevano atteso all'uscita della redazione de ''[[Il Martello]]'' di quattro collaboratori (tra cui Vanni Montana, segretario di Luigi Antonini, e Giovanni Sala) militanti come Tresca del comitato di agitazione [[antifascismo|antifascista]] della ''[[Mazzini Society]]'' di New York impegnati nella strutturazione dei "comitati della vittoria" che nascevano fra le comunità italiane in [[USA]]. Tali comitati ipotizzavano la nascita di un governo provvisorio in esilio, poiché credevano che la caduta del [[Fascismo|fascismo]] fosse prossima e inevitabile. Saltato all'appuntamento, poiché i quattro uomini non si presentarono, i due si apprestarono ad attraversare la strada quando Tresca fu colpito mortalmente da due colpi di pistola sparati da un killer appostato al buio.
Originario di Sulmona, [[Carlo Tresca]] <ref>La sua città gli ha stata intitolato una piazza in ricordo</ref> venne ucciso la notte dell'11 gennaio del '43, mentre si trovava in compagnia di  Giuseppe Calabi, entrambi esponenti della ''[[Mazzini Society]]''. Quella sera i due avevano atteso all'uscita della redazione de ''[[Il Martello (New York)|Il Martello]]'' di quattro collaboratori (tra cui Vanni Montana, segretario di Luigi Antonini, e Giovanni Sala) militanti come Tresca del comitato di agitazione [[antifascismo|antifascista]] della ''[[Mazzini Society]]'' di New York impegnati nella strutturazione dei "comitati della vittoria" che nascevano fra le comunità italiane in [[USA]]. Tali comitati ipotizzavano la nascita di un governo provvisorio in esilio, poiché credevano che la caduta del [[Fascismo|fascismo]] fosse prossima e inevitabile. Saltato all'appuntamento, poiché i quattro uomini non si presentarono, i due si apprestarono ad attraversare la strada quando Tresca fu colpito mortalmente da due colpi di pistola sparati da un killer appostato al buio.
===Tresca fu tradito? ===
===Tresca fu tradito? ===


Riga 43: Riga 43:
=== L'intuizione di Taddei ===
=== L'intuizione di Taddei ===
[[File:Ezio Taddei.jpg|thumb|300 px|[[Ezio Taddei]]]]
[[File:Ezio Taddei.jpg|thumb|300 px|[[Ezio Taddei]]]]
[[Ezio Taddei]], anarchico e scrittore che negli [[USA]] visse un lungo periodo di amicizia e collaborazione con [[Carlo Tresca]], accusò pubblicamente la mafia italo-americana e i fascisti della morte del direttore de ''[[Il Martello]]''. Oltre a presentarsi spontaneamente alla magistratura, in seguito scrisse un libro <ref> [http://www.ilgrappolo.it/NewsRead.asp?IDnews=297 da recensione del libro di Taddei]'': «Questo zoliano j'accuse venne definito da [[Domenico Javarone]] (Vita di scrittore, Ezio Taddei), il primo biografo di Ezio, la rivelazione su come l'assassinio di un noto dirigente anarchico ad opera della malavita newyorkese doveva essere utilizzato per la campagna anticomunista» </ref> sul [[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|caso Tresca]], in cui affermò senza esitazioni che «i responsabili del delitto, secondo le ammissioni di un agente dell'Ufficio Narcotici, erano due boss della mafia, Frank Garofalo <ref>[http://archive.is/cUEmq Sicilia, il ritorno degli “americani” di Gianni Barbacetto]</ref> e Carmine Galante <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Carmine_Galante Carmine Galante mafioso abbastanza completo]</ref>, latitanti da anni».
[[Ezio Taddei]], anarchico e scrittore che negli [[USA]] visse un lungo periodo di amicizia e collaborazione con [[Carlo Tresca]], accusò pubblicamente la mafia italo-americana e i fascisti della morte del direttore de ''[[Il Martello (New York)|Il Martello]]''. Oltre a presentarsi spontaneamente alla magistratura, in seguito scrisse un libro <ref> [http://www.ilgrappolo.it/NewsRead.asp?IDnews=297 da recensione del libro di Taddei]'': «Questo zoliano j'accuse venne definito da [[Domenico Javarone]] (Vita di scrittore, Ezio Taddei), il primo biografo di Ezio, la rivelazione su come l'assassinio di un noto dirigente anarchico ad opera della malavita newyorkese doveva essere utilizzato per la campagna anticomunista» </ref> sul [[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|caso Tresca]], in cui affermò senza esitazioni che «i responsabili del delitto, secondo le ammissioni di un agente dell'Ufficio Narcotici, erano due boss della mafia, Frank Garofalo <ref>[http://archive.is/cUEmq Sicilia, il ritorno degli “americani” di Gianni Barbacetto]</ref> e Carmine Galante <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Carmine_Galante Carmine Galante mafioso abbastanza completo]</ref>, latitanti da anni».


Per Taddei, a quanto afferma la sorella <ref name="tirena">Le indagini sul "[[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|Caso Tresca]]" indicano Vito Genovese quale mandante dell'omicidio, mentre Tirrena, sorella di [[Ezio Taddei]], afferma che per il fratello il mandante era Pope. Le due affermazioni non son per nulla contraddittorie visto i legami del gruppo mafioso affaristico e quindi politico formato da Pope, il "galantuomo", ed i vari Frank Costello, Lucky Luciano, Vito Genovese e i criminali conosciuti, ma pressoché intoccabili anche per via di certi favori fatti all'"ordine costituito". In sostanza l'assassinio fuoriuscì da accordi fra Pope e Genovese, anche se il mandante riconosciuto secondo la documentazione di Mauro Canali, e altri, è Vito Genovese, uomo in grado di poter impartire ordini a figuri come Carmine Galante e Frank Garofalo. Inoltre il Genovese aveva un vecchio debito di riconoscenza verso il "duce", già in parte pagato elargendo i fondi per tirar su la casa del fascio di Nola, ed eliminare un [[antifascismo|antifascista]] "pericoloso" come Tresca era proprio un modo per pagare definitivamente il debito.</ref>, gli esecutori materiali furono Galante (successivamente capobastone di [[Joseph Bonanno]] <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Bonanno Bonanno], detto ''Bananas'' per un iniziale errore di trascrizione anagrafica, nelle sue memorie fa notare che lui era contrario all'omicidio di  Carlo Tresca, da lui ritenuto una brava persona, ma non poté impedirlo per "interessi" superiori</ref>) e Garofalo, che nel seguito fece una "onoratissima" carriera di mafioso al ritorno in [[Italia]] nel dopoguerra <ref>Frank Garofalo scrive a Vincenti Martinez di preparare buone accoglienze al sindaco di Palermo, Salvo Lima ''[http://archive.is/1Mf2 ''Articolo di Giuseppe D'avanzo, la Repubblica - Sabato, 28 settembre 1991 - pagina 5'']</ref>. Essi avrebbero agito direttamente su mandato di Generoso Pope e altri mafiosi come lui. (Riguardo al mandante, esiste quindi una discordanza tra la versione di [[Ezio Taddei]] e quella più Mauro Canali, che invece indica Vito Genovese, tuttavia ciò non sminuisce per nulla l'intuizione di Taddei, anche perché egli fu il primo a denunciare questo complotto, senza peraltro poter visionare al documento ufficiale).
Per Taddei, a quanto afferma la sorella <ref name="tirena">Le indagini sul "[[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|Caso Tresca]]" indicano Vito Genovese quale mandante dell'omicidio, mentre Tirrena, sorella di [[Ezio Taddei]], afferma che per il fratello il mandante era Pope. Le due affermazioni non son per nulla contraddittorie visto i legami del gruppo mafioso affaristico e quindi politico formato da Pope, il "galantuomo", ed i vari Frank Costello, Lucky Luciano, Vito Genovese e i criminali conosciuti, ma pressoché intoccabili anche per via di certi favori fatti all'"ordine costituito". In sostanza l'assassinio fuoriuscì da accordi fra Pope e Genovese, anche se il mandante riconosciuto secondo la documentazione di Mauro Canali, e altri, è Vito Genovese, uomo in grado di poter impartire ordini a figuri come Carmine Galante e Frank Garofalo. Inoltre il Genovese aveva un vecchio debito di riconoscenza verso il "duce", già in parte pagato elargendo i fondi per tirar su la casa del fascio di Nola, ed eliminare un [[antifascismo|antifascista]] "pericoloso" come Tresca era proprio un modo per pagare definitivamente il debito.</ref>, gli esecutori materiali furono Galante (successivamente capobastone di [[Joseph Bonanno]] <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Bonanno Bonanno], detto ''Bananas'' per un iniziale errore di trascrizione anagrafica, nelle sue memorie fa notare che lui era contrario all'omicidio di  Carlo Tresca, da lui ritenuto una brava persona, ma non poté impedirlo per "interessi" superiori</ref>) e Garofalo, che nel seguito fece una "onoratissima" carriera di mafioso al ritorno in [[Italia]] nel dopoguerra <ref>Frank Garofalo scrive a Vincenti Martinez di preparare buone accoglienze al sindaco di Palermo, Salvo Lima ''[http://archive.is/1Mf2 ''Articolo di Giuseppe D'avanzo, la Repubblica - Sabato, 28 settembre 1991 - pagina 5'']</ref>. Essi avrebbero agito direttamente su mandato di Generoso Pope e altri mafiosi come lui. (Riguardo al mandante, esiste quindi una discordanza tra la versione di [[Ezio Taddei]] e quella più Mauro Canali, che invece indica Vito Genovese, tuttavia ciò non sminuisce per nulla l'intuizione di Taddei, anche perché egli fu il primo a denunciare questo complotto, senza peraltro poter visionare al documento ufficiale).
64 364

contributi