Il Martello (New York): differenze tra le versioni

nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 23: Riga 23:


La base reale di questa accusa fu la stessa linea politica del gruppo redazionale de ''Il Martello'' che, in una visione dell'attività rivoluzionaria più aderente al mondo degli immigrati italo-americani, non si chiudeva nella «torre d'avorio», ma riteneva necessario, in un momento di involuzione politica a livello internazionale, un confronto continuo con le altre forze politiche e sindacali e quindi agiva all'interno di comitati ed associazioni [[antifasciste]] unitarie, collaborava con le frange estremiste all'interno dei sindacati e offriva loro l'appoggio del giornale. La concezione dell'[[anarchismo]] de ''Il Martello'', infatti, in parallelo con la parte del [[movimento anarchico]] internazionale che vedeva ormai «l'[[anarchia]] come [[anarchismo]]» <ref>Cfr. G. Cerrito, ''Il movimento anarchico internazionale nella sua struttura attuale'', in ''Anarchici e anarchia nel mondo contemporaneo. Atti del Convegno promosso dalla Fondazione Luigi Einaudi - Torino, 5-6-7 dicembre 1969'', Torino, 1971, p. 131.</ref>, si andava via via evolvendo e costruendo verso una concezione dell'[[anarchismo]] che superasse il momento della propaganda verbale o «[[propaganda col fatto|col fatto]]» e tendesse all'organizzazione delle masse sfruttate rese coscienti dalle esperienze di lotta che compiono insieme sul posto di lavoro, nei sindacati, nelle organizzazioni [[antifasciste]].
La base reale di questa accusa fu la stessa linea politica del gruppo redazionale de ''Il Martello'' che, in una visione dell'attività rivoluzionaria più aderente al mondo degli immigrati italo-americani, non si chiudeva nella «torre d'avorio», ma riteneva necessario, in un momento di involuzione politica a livello internazionale, un confronto continuo con le altre forze politiche e sindacali e quindi agiva all'interno di comitati ed associazioni [[antifasciste]] unitarie, collaborava con le frange estremiste all'interno dei sindacati e offriva loro l'appoggio del giornale. La concezione dell'[[anarchismo]] de ''Il Martello'', infatti, in parallelo con la parte del [[movimento anarchico]] internazionale che vedeva ormai «l'[[anarchia]] come [[anarchismo]]» <ref>Cfr. G. Cerrito, ''Il movimento anarchico internazionale nella sua struttura attuale'', in ''Anarchici e anarchia nel mondo contemporaneo. Atti del Convegno promosso dalla Fondazione Luigi Einaudi - Torino, 5-6-7 dicembre 1969'', Torino, 1971, p. 131.</ref>, si andava via via evolvendo e costruendo verso una concezione dell'[[anarchismo]] che superasse il momento della propaganda verbale o «[[propaganda col fatto|col fatto]]» e tendesse all'organizzazione delle masse sfruttate rese coscienti dalle esperienze di lotta che compiono insieme sul posto di lavoro, nei sindacati, nelle organizzazioni [[antifasciste]].
 
[[File: Carlo-tresca-1910.jpg|thumb|left|[[Carlo Tresca]], anima e direttore de [[Il Martello]].]]
''Il Martello'' in quegli anni combatté infatti il [[fascismo]] in [[Italia]], che considerava espressione del bisogno «di assicurare il dominio della borghesia sulla classe operaia, sulla massa dei proletari» e «l'illimitato diritto della borghesia a trarre il massimo profitto dall'altrui fatica», chiarendo così come il [[fascismo]] non fosse che uno dei modi della gestione dello sfruttamento [[capitalista]]. <ref>Cfr. [[Carlo Tresca]], ''Re fascista'', VII, 38, 28 ottobre 1922, p. 1; [[Luigi Fabbri]], ''La reazione europea e l'Italia'', IX, 46, 22 dicembre 1923, p. 3.</ref>
''Il Martello'' in quegli anni combatté infatti il [[fascismo]] in [[Italia]], che considerava espressione del bisogno «di assicurare il dominio della borghesia sulla classe operaia, sulla massa dei proletari» e «l'illimitato diritto della borghesia a trarre il massimo profitto dall'altrui fatica», chiarendo così come il [[fascismo]] non fosse che uno dei modi della gestione dello sfruttamento [[capitalista]]. <ref>Cfr. [[Carlo Tresca]], ''Re fascista'', VII, 38, 28 ottobre 1922, p. 1; [[Luigi Fabbri]], ''La reazione europea e l'Italia'', IX, 46, 22 dicembre 1923, p. 3.</ref>


64 364

contributi