Il Martello (New York): differenze tra le versioni

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II più bieco collaborazionismo, sperimentato dai sindacati riformisti aderenti all'American Federation of Labor durante la guerra con la rinuncia «spontanea» allo sciopero, l'accettazione di salari concordati rispetto alle esigenze di produzione bellica, estromise ed emarginò ancor più i [[sindacati rivoluzionari]] e fece sì che questi ultimi rimanessero le sole organizzazioni a contatto con la classe lavoratrice. Solo gli anarchici e i membri dell'[[IWW]] conducssero <ref>''Market alle ultime retate di Chicago'', VIII, 19, 3 giugno 1922, p. 1.</ref> una dura opposizione alla guerra, il che permise al [[capitalismo]] americano di mettere in atto una feroce repressione in nome degli interessi della nazione e di isolare queste organizzazioni dalla classe.
II più bieco collaborazionismo, sperimentato dai sindacati riformisti aderenti all'American Federation of Labor durante la guerra con la rinuncia «spontanea» allo sciopero, l'accettazione di salari concordati rispetto alle esigenze di produzione bellica, estromise ed emarginò ancor più i [[sindacati rivoluzionari]] e fece sì che questi ultimi rimanessero le sole organizzazioni a contatto con la classe lavoratrice. Solo gli anarchici e i membri dell'[[IWW]] conducssero <ref>''Market alle ultime retate di Chicago'', VIII, 19, 3 giugno 1922, p. 1.</ref> una dura opposizione alla guerra, il che permise al [[capitalismo]] americano di mettere in atto una feroce repressione in nome degli interessi della nazione e di isolare queste organizzazioni dalla classe.


Il rapporto di forza determinatosi alla fine della guerra la possibilità alle forze governative e padronali di completare l’opera eliminando « fisicamente » e « militarmente » le forze rivoluzionarie del movimento operaio e rendere così più tranquillo il fronte del movimento. È così che negli anni ’19-’20, il periodo definito della « National Histeria » (cfr. R. K. Murray, Red Scare: A Study in National Histeria, 1919-20 — Minneapolis, University of Minnesota Press, 1955), centinaia di militanti dell’I.W.W. e delle altre organizzazioni di sinistra sono processati, talvolta uccisi; migliaia di immigrati vengono rispediti alla loro nazione d’origine, perché considerati « sovversivi ». In questo clima si inserisce anche la montatura poliziesca contro Sacco e Vanzetti, che porterà i due anarchici alla sedia elettrica, vicenda questa che Il Martello segue con estrema attenzione e impegno fin dall’inizio (cfr. Un’altra possibile congiura: proletari all’erta!, VI, 11 (15 giu. 1920), p. 3).
Il rapporto di forza determinatosi alla fine della guerra dette la possibilità alle forze governative e padronali di completare l'opera eliminando «fisicamente» e «militarmente» le forze rivoluzionarie del movimento operaio e rendere così più tranquillo il fronte del movimento. È così che negli anni [[1919]]-[[1920]] centinaia di militanti dell'[[IWW]] e delle altre organizzazioni di sinistra furono processati, talvolta uccisi; migliaia di immigrati vennero rispediti alla loro nazione d'origine, perché considerati «sovversivi». In questo clima si inserì anche la montatura poliziesca contro [[Sacco e Vanzetti]], che porterà i due [[anarchici]] alla sedia elettrica, vicenda questa che ''Il Martello'' seguì con estrema attenzione e impegno fin dall'inizio. <ref>Cfr. ''Un'altra possibile congiura: proletari all'erta!'', VI, 11, 15 giugno 1920, p. 3.</ref>


In un momento così difficile Il Martello sopravvive, pur con difficoltà (subisce vari sequestri: 4 nel 1919, 2 nel 1920, 5 nel 1921, 7 nel 1923, oltre a numerosi ritardi e mancati recapiti da parte delle autorità postali), e svolge attiva opera di controinformazione. Il giornale, il suo direttore, e il gruppo redattore, sono profondamente inseriti nell’ambiente degli immigrati di sinistra, non solo anarchici, degli Stati Uniti ed hanno contatti e collegamenti a livello internazionale col movimento anarchico (vd. la lettera di Errico Malatesta al giornale e ai suoi redattori, che elogia, fra l’altro « l’energica battaglia che sostiene contro il fascismo », Il plauso di Malatesta, IX, 41 (10 nov. 1923), p. 1).
In un momento così difficile ''Il Martello'' sopravvisse, pur con difficoltà (subì vari sequestri: 4 nel [[1919]], 2 nel [[1920]], 5 nel [[1921]], 7 nel [[1923]], oltre a numerosi ritardi e mancati recapiti da parte delle autorità postali), e svolse attiva opera di [[controinformazione]]. Il giornale, il suo direttore e il gruppo redattore erano profondamente inseriti nell'ambiente degli immigrati di sinistra, non solo [[anarchici]], degli [[Stati Uniti]] ed avevano contatti e collegamenti a livello internazionale col [[movimento anarchico]] (vedi la lettera di [[Errico Malatesta]] al giornale e ai suoi redattori, che elogia, fra l'altro «l'energica battaglia che sostiene contro il [[fascismo]]» <ref>''Il plauso di Malatesta'', IX, 41, 10 novembre 1923, p. 1.</ref>).


Ma all’interno del movimento anarchico italo-americano la propaganda individualista di stampo stirneriano o gallenista aveva lasciato impronte e seguaci (cfr. G. Cerrito, Sulla emigrazione anarchica italiana negli Stati Uniti d’America, « Volontà », a. XXII, n. 4 (lug.- ago. 1969), pp. 269-76). Nel ’22 nasce dichiarandosi continuatrice della Cronaca Sovversiva di Luigi Galleani, ma in effetti, su posizioni individualiste e antiorganizzative molto più esasperate L’Adunata dei Refrattari (fin dai primi numeri L’Adunata si definisce nettamente antiorganizzatrice (vd. R. Souvarine, Le due tattiche dell’anarchismo: ricostruire o distruggere, L’Adunata, a. I, n. 18 (9 giu. 1922), pp. 1-2) e di un individualismo sfrenato che porta alla concezione dell’emergere dell’individuo « anarchico », senza distinzione quindi fra sfruttati e sfruttatori (cfr. « L’Adunata », Valorizziamo l’individuo in rivolta, L’Adunata, a. II, n. 9 (7 apr. 1923), p. 1).
Ma all'interno del [[movimento anarchico]] italo-americano la propaganda [[anarco-individualismo|individualista]] di stampo [[stirneriano]] o [[gallenista]] aveva lasciato impronte e seguaci. <ref>Cfr. G. Cerrito, ''Sulla emigrazione anarchica italiana negli Stati Uniti d'America'', «Volontà», a. XXII, n. 4, luglio-agosto 1969, pp. 269-76.</ref> Nel [[1922]] nacque, dichiarandosi continuatrice della ''[[Cronaca Sovversiva]]'' di [[Luigi Galleani]], ma su posizioni [[anarco-individualismo|individualiste]] e [[antiorganizzative]] molto più esasperate, ''[[L'Adunata dei Refrattari]]'' (fin dai primi numeri ''L'Adunata'' si definì nettamente [[antiorganizzatrice]] <ref>Vedi R. Souvarine, ''Le due tattiche dell'anarchismo: ricostruire o distruggere'', ''L'Adunata'', a. I, n. 18, 9 giu. 1922, pp. 1-2.</ref> e di un [[anarco-individualismo|individualismo]] sfrenato che porta alla concezione dell'emergere dell'[[individuo]] «[[anarchico]]», senza distinzione quindi fra sfruttati e sfruttatori. <ref>Cfr. ''Valorizziamo l'individuo in rivolta'', ''L'Adunata'', a. II, n. 9, 7 aprile 1923, p. 1.</ref>


Per questa posizione ideologica, oltre che per la pretesa di rappresentare l’ideale puro dell’anarchia (v. l’articolo di fondo del n. 1 (15 apr. 1922), p. 1), L’Adunata entra in urto con numerosi altri gruppi anarchici (vd., a partire dal 1924, i giornali « La Sferza », « Il Bohemien », « Lo Staffile », « All’Armi », oltre agli innumerevoli articoli e trafiletti che appaiono su ogni numero de « L’Adunata ») e particolarmente con il gruppo e i redattori de Il Martello. Questa polemica è alimentata anche dall’arrivo negli Stati Uniti di Armando Borghi che, rinnega la sua esperienza sindacalista e organizzatrice per spostarsi su posizioni antiorganizzative (cfr. A. Borghi, Gli anarchici e le alleanze, New York, s.d. [1927], opuscolo contro l’organizzazione unitaria antifascista, come era l’Alleanza Antifascista, alla quale collaborò per un certo periodo anche il gruppo de L’Adunata e alla quale collaborava attivamente il gruppo de Il Martello), in stretta aderenza con le posizioni de L’Adunata. Si arriva così nel 1928 al paradosso con la « scomunica » lanciata contro Carlo Tresca, individuato quale principale responsabile delle posizioni « eretiche » de Il Martello, (cfr. C. Tresca, Evviva il giudice Thayer, XIII, 20 (26 mag. 1928), p. 3; Il fattaccio, ib.; oltre alla copia del documento di « scomunica » in ACSR, C.P.C., busta 5618-9).
Per questa posizione ideologica, oltre che per la pretesa di rappresentare l’ideale puro dell’anarchia (v. l’articolo di fondo del n. 1 (15 apr. 1922), p. 1), L’Adunata entra in urto con numerosi altri gruppi anarchici (vd., a partire dal 1924, i giornali « La Sferza », « Il Bohemien », « Lo Staffile », « All’Armi », oltre agli innumerevoli articoli e trafiletti che appaiono su ogni numero de « L’Adunata ») e particolarmente con il gruppo e i redattori de Il Martello. Questa polemica è alimentata anche dall’arrivo negli Stati Uniti di Armando Borghi che, rinnega la sua esperienza sindacalista e organizzatrice per spostarsi su posizioni antiorganizzative (cfr. A. Borghi, Gli anarchici e le alleanze, New York, s.d. [1927], opuscolo contro l’organizzazione unitaria antifascista, come era l’Alleanza Antifascista, alla quale collaborò per un certo periodo anche il gruppo de L’Adunata e alla quale collaborava attivamente il gruppo de Il Martello), in stretta aderenza con le posizioni de L’Adunata. Si arriva così nel 1928 al paradosso con la « scomunica » lanciata contro Carlo Tresca, individuato quale principale responsabile delle posizioni « eretiche » de Il Martello, (cfr. C. Tresca, Evviva il giudice Thayer, XIII, 20 (26 mag. 1928), p. 3; Il fattaccio, ib.; oltre alla copia del documento di « scomunica » in ACSR, C.P.C., busta 5618-9).
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