Horst Fantazzini: differenze tra le versioni

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===Gli anni '90===
===Gli anni '90===
Nel [[1989]] Horst che non aveva mai perso il coraggio e la voglia di vivere, studiava nel [[carcere]] di Busto Arsizio e stava per laurearsi in Letteratura presso la facoltà  di Bologna; ma l'antico amore per la fuga vinse quello sui libri e lo indusse ad approfittare di una licenza per allontanarsi. Resterà  latitante per un anno, ripreso all'inizio del [[1991]] sul litorale romano (nonostante l'arresto sia avvenuto senza resistenza da parte sua, mentre portava i cani a passeggio, venne dipinto dal "Messaggero" come pericoloso terrorista) e trasferito nel carcere di Alessandria, dopo un inutile tentativo di strappargli una confessione, qui rimarrà  per dieci anni, mantenendo corrispondenze, supportando tesi di laurea e progetti di altri detenuti, e scrivendo bellissimi racconti al computer che si guadagnò nel [[1995]] coi soldi del primo premio per un concorso letterario (racconto "L'uomo cancellato"). Lavorava come grafico pubblicitario per il Comune di Alessandria e produsse ottimi elaborati, locandine, panphlet, ma soprattutto disegni di fantasia che vennero esposti in alcune mostre a Bologna ed altre città . Fu proprio nel carcere di Alessandria che iniziò la sua relazione con Patrizia Diamante "Pralina" (come racconta ''L'ultimo colpo di Horst Fantazzini'' e l'articolo pubblicato da '''Ristretti Orizzonti''').
Nel [[1989]] Horst che non aveva mai perso il coraggio e la voglia di vivere, studiava nel [[carcere]] di Busto Arsizio e stava per laurearsi in Letteratura presso la facoltà  di Bologna; ma l'antico amore per la fuga vinse quello sui libri e lo indusse ad approfittare di una licenza per allontanarsi. Resterà  latitante per un anno, ripreso all'inizio del [[1991]] sul litorale romano (nonostante l'arresto sia avvenuto senza resistenza da parte sua, mentre portava i cani a passeggio, venne dipinto dal "Messaggero" come pericoloso terrorista) e trasferito nel carcere di Alessandria, dopo un inutile tentativo di strappargli una confessione, qui rimarrà  per dieci anni, mantenendo corrispondenze, supportando tesi di laurea e progetti di altri detenuti, e scrivendo bellissimi racconti al computer che si guadagnò nel [[1995]] coi soldi del primo premio per un concorso letterario (racconto "L'uomo cancellato"). Lavorava come grafico pubblicitario per il Comune di Alessandria e produsse ottimi elaborati, locandine, panphlet, ma soprattutto disegni di fantasia che vennero esposti in alcune mostre a Bologna ed altre città. Fu proprio nel carcere di Alessandria che iniziò la sua relazione con Patrizia Diamante "Pralina" (come racconta ''L'ultimo colpo di Horst Fantazzini'' e l'articolo pubblicato da '''Ristretti Orizzonti''').
Varie vicende giudiziarie causate da un processo fondato su un teorema accusatorio, che ipotizzava la sua partecipazione ad una fantomatica formazione eversiva, impedirono che ottenesse le prime licenze.
Varie vicende giudiziarie causate da un processo fondato su un teorema accusatorio, che ipotizzava la sua partecipazione ad una fantomatica formazione eversiva, impedirono che ottenesse le prime licenze.


Nel [[1999]] fu trasferito a Bologna, la [[libertà ]] si avvicinava per merito di un film: ''Ormai è fatta!'' (regia di Enzo Monteleone) liberamente tratto dal suo libro, di cui Horst approvò la sceneggiatura, e di una campagna per la sua liberazione messa in atto dalla sua ultima compagna, Pralina (fondatrice del Comitato per la liberazione di Horst Fantazzini) e dal figlio maggiore, che coinvolse tutto il movimento anarchico e portò la storia di Horst a conoscenza di molte persone. Molti giornalisti intervistarono Horst, l'intervista più lunga e completa fu realizzata per una puntata del Maurizio Costanzo Show, qui viene proposta la versione integrale. Riportiamo qui anche le interviste pubblicate sui settimanali Boxer e Avvenimenti, quest'ultima fu poi mandata in onda su TeleMontecarlo. Case editrici importanti s'interessarono della ripubblicazione del suo libro, che Horst avrebbe riproposto volentieri con una grossa casa editrice come Feltrinelli, Einaudi o Baldini&Castoldi. Anche alla Dozza le condizioni di carcerazione sono difficili, i metodi arbitrari: gli venne rifiutato un lavoro. Horst accettò per un certo periodo di fare parte della redazione di "May day", e con la sua esperienza di grafico impaginatore produsse magnifici elaborati per la tipografia dei detenuti, come il libro di ricette di cucina a tiratura limitata ''Un curioso viaggio tra cibo e cultura''.
Nel [[1999]] fu trasferito a Bologna, la [[libertà ]] si avvicinava per merito di un film: ''Ormai è fatta!'' (regia di Enzo Monteleone) liberamente tratto dal suo libro, di cui Horst approvò la sceneggiatura, e di una campagna per la sua liberazione messa in atto dalla sua ultima compagna, Pralina (fondatrice del Comitato per la liberazione di Horst Fantazzini) e dal figlio maggiore, che coinvolse tutto il movimento anarchico e portò la storia di Horst a conoscenza di molte persone. Molti giornalisti intervistarono Horst, l'intervista più lunga e completa fu realizzata per una puntata del Maurizio Costanzo Show, qui viene proposta la versione integrale. Riportiamo qui anche le interviste pubblicate sui settimanali Boxer e Avvenimenti, quest'ultima fu poi mandata in onda su TeleMontecarlo. Case editrici importanti s'interessarono della ripubblicazione del suo libro, che Horst avrebbe riproposto volentieri con una grossa casa editrice come Feltrinelli, Einaudi o Baldini&Castoldi. Anche alla Dozza le condizioni di carcerazione sono difficili, i metodi arbitrari: gli venne rifiutato un lavoro. Horst accettò per un certo periodo di fare parte della redazione di "May day", e con la sua esperienza di grafico impaginatore produsse magnifici elaborati per la tipografia dei detenuti, come il libro di ricette di cucina a tiratura limitata ''Un curioso viaggio tra cibo e cultura''.


Il suo avvocato Luca Petrucci raccogliendo l'istanza di Horst, inoltrò la richiesta di grazia. Uscirono varie interviste. Ci furono due interrogazioni parlamentari, una a cura di Ersilia Salvato, l'altra di Paolo Cento. Gli vennero concesse le prime licenze. Poi la semilibertà . Abitava insieme a Pralina e circondato dai suoi cari, nella casa in via Roncrio che costruì suo padre Libero. Difficile trovargli un lavoro, poiché considerato un "soggetto poco affidabile" anche dai suoi stessi compagni di fede che lo guardavano con simpatia ma anche con diffidenza.
Il suo avvocato Luca Petrucci raccogliendo l'istanza di Horst, inoltrò la richiesta di grazia. Uscirono varie interviste. Ci furono due interrogazioni parlamentari, una a cura di Ersilia Salvato, l'altra di Paolo Cento. Gli vennero concesse le prime licenze. Poi la semilibertà. Abitava insieme a Pralina e circondato dai suoi cari, nella casa in via Roncrio che costruì suo padre Libero. Difficile trovargli un lavoro, poiché considerato un "soggetto poco affidabile" anche dai suoi stessi compagni di fede che lo guardavano con simpatia ma anche con diffidenza.


Ad ogni modo nel [[2001]] per interessamento dei "compagni comunisti" lavorava come magazziniere presso Altercoop, che si occupa di carta riciclata. Un lavoro dignitoso e stimato dai colleghi, ma che per regolamento non era remunerato dalla cooperativa bensì dagli stessi carcerieri (i quali spesso lo facevano aspettare per riscuotere lo stipendio), certamente inadatto alle sue condizioni fisiche e alla sua propensione, fantasia e straordinaria abilità  tecnica a usare il computer, ma era l'unico lavoro disponibile ed era, soprattutto, l'unica condizione per uscire dal carcere.
Ad ogni modo nel [[2001]] per interessamento dei "compagni comunisti" lavorava come magazziniere presso Altercoop, che si occupa di carta riciclata. Un lavoro dignitoso e stimato dai colleghi, ma che per regolamento non era remunerato dalla cooperativa bensì dagli stessi carcerieri (i quali spesso lo facevano aspettare per riscuotere lo stipendio), certamente inadatto alle sue condizioni fisiche e alla sua propensione, fantasia e straordinaria abilità  tecnica a usare il computer, ma era l'unico lavoro disponibile ed era, soprattutto, l'unica condizione per uscire dal carcere.
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