Guy Debord: differenze tra le versioni

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Guy Debord nasce il [[28 dicembre]] [[1931]] a Parigi presso una famiglia di industriali caduti in rovina. Suo padre, Martial Debord, muore quando Guy aveva appena 4 anni. Sua madre, molto giovane al momento del parto, si disinteressa dell'educazione del figlio di cui si occuperà invece la nonna. Secondo molti sono proprio le difficoltà vissute nell'infanzia ad averlo segnato profondamente e ad avergli inculcato una [[filosofia]] incentrata sulla distruzione.
Guy Debord nasce il [[28 dicembre]] [[1931]] a Parigi presso una famiglia di industriali caduti in rovina. Suo padre, Martial Debord, muore quando Guy aveva appena 4 anni. Sua madre, molto giovane al momento del parto, si disinteressa dell'educazione del figlio di cui si occuperà invece la nonna. Secondo molti sono proprio le difficoltà vissute nell'infanzia ad averlo segnato profondamente e ad avergli inculcato una [[filosofia]] incentrata sulla distruzione.


La sua opera più conosciuta è ''[[La società dello spettacolo|La società dello spettacolo]]'', pubblicata per la prima volta nel [[1967]] a Parigi. L'idea centrale di questo testo è la trasformazione della vita in rappresentazione. Nella nostra società mercificata tutto è riconducibile alla trasformazione della merce in spettacolo, la quale ricopre la superficie del mondo e il suo immischiamento nei rapporti sociali più intimi, falsificando la percezione della realtà. Lo spettacolo permette la schiavitù e separa le masse dal reale. Guy Debord giunge a sostenere anche il contrario: «'''Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso'''». Debord riflette sul peso delle rappresentazioni, delle immagini, sul nostro modo di apprendere la realtà , che non può essere prevista nella nostra società dello spettacolo. Lo spettacolo è il regno delle immagini, tuttavia il pensiero situazionista non può essere limitato esclusivamente ad una critica del mondo dominato dalle immagini.
La sua opera più conosciuta è ''[[La società dello spettacolo|La società dello spettacolo]]'', pubblicata per la prima volta nel [[1967]] a Parigi. L'idea centrale di questo testo è la trasformazione della vita in rappresentazione. Nella nostra società mercificata tutto è riconducibile alla trasformazione della merce in spettacolo, la quale ricopre la superficie del mondo e il suo immischiamento nei rapporti sociali più intimi, falsificando la percezione della realtà. Lo spettacolo permette la schiavitù e separa le masse dal reale. Guy Debord giunge a sostenere anche il contrario: «'''Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso'''». Debord riflette sul peso delle rappresentazioni, delle immagini, sul nostro modo di apprendere la realtà, che non può essere prevista nella nostra società dello spettacolo. Lo spettacolo è il regno delle immagini, tuttavia il pensiero situazionista non può essere limitato esclusivamente ad una critica del mondo dominato dalle immagini.
[[File:Situazionisti.gif|thumb|left|280px|I fondatori dell'[[Internazionale Situazionista]] a Cosio di Arroscia, nell'aprile 1957. Da sinistra a destra: [[Giuseppe Pinot-Gallizio|Pinot Gallizio]], [[Piero Simondo]], [[Elena Verrone]], [[Michèle Bernstein]], [[Guy Debord]], [[Asger Jorn]] e [[Walter Olmo]]]]
[[File:Situazionisti.gif|thumb|left|280px|I fondatori dell'[[Internazionale Situazionista]] a Cosio di Arroscia, nell'aprile 1957. Da sinistra a destra: [[Giuseppe Pinot-Gallizio|Pinot Gallizio]], [[Piero Simondo]], [[Elena Verrone]], [[Michèle Bernstein]], [[Guy Debord]], [[Asger Jorn]] e [[Walter Olmo]]]]
In modo più ampio si può considerare che la società spettacolare è «l'ultima tappa del [[capitalismo]] sulla vita». Ultima tappa dopo aver alienato gli uomini, trasformando il loro “essere” in “avere”, lo spettacolo trasforma l'”avere” in “apparenza”. Questo libro è considerato come uno dei motori del [[Maggio 1968]] e nel [[1973]] darà origine al suo quarto film.
In modo più ampio si può considerare che la società spettacolare è «l'ultima tappa del [[capitalismo]] sulla vita». Ultima tappa dopo aver alienato gli uomini, trasformando il loro “essere” in “avere”, lo spettacolo trasforma l'”avere” in “apparenza”. Questo libro è considerato come uno dei motori del [[Maggio 1968]] e nel [[1973]] darà origine al suo quarto film.
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Il détournement rappresenta il '''diniego situazionista della proprietà intellettuale''' e consiste nella riappropriazione di frammenti discorsivi di altri autori, riconvertendoli, in modo anche deformato, in altri contesti di significato. Ha un valore “'''''anti-arte'''''” nella misura in cui, essendo l'arte alla base dello spettacolo, essa si contrappone alla vita, immobilizza e reifica, ostacolando la comunicazione diretta tra gli individui.  Ed in questa visione, non può esistere un'arte situazionista ma solo un uso situazionista dell'arte.
Il détournement rappresenta il '''diniego situazionista della proprietà intellettuale''' e consiste nella riappropriazione di frammenti discorsivi di altri autori, riconvertendoli, in modo anche deformato, in altri contesti di significato. Ha un valore “'''''anti-arte'''''” nella misura in cui, essendo l'arte alla base dello spettacolo, essa si contrappone alla vita, immobilizza e reifica, ostacolando la comunicazione diretta tra gli individui.  Ed in questa visione, non può esistere un'arte situazionista ma solo un uso situazionista dell'arte.
   
   
Anche l'arte usa il détournement, ma c'è una differenza. Mentre il détournement artistico conduce alla creazione di una nuova opera d'arte, quello situazionista, facendo uso di una vera e propria azione '''''"anti o no-copyright"''''' nell'avvalersi delle suddette opere, conduce ad una negazione dell'arte, soprattutto per la connotazione di comunicazione immediata che contiene. Si tratta cioè di decontestualizzare la provenienza e di inserirla in un nuovo insieme di significati che attribuisca un nuovo valore ma totalmente slegato da tutte quelle caratteristiche che contraddistinguono le merci in un sistema capitalistico e con l'espressa rinuncia al diritto d'autore, si collocava l'opera nel [[Pubblico dominio]]. [[Raoul Vaneigem]], ad esempio, che è stato uno dei partecipanti all'Internazionale Situazionista, includeva nelle sue opere la seguente premessa: «'''''Poiché persistiamo nella nostra inimicizia verso le regole della proprietà , ancorché intellettuale, questo testo non è sottoposto ad alcun copyright, sicché è riproducibile ovunque, anche senza citare la fonte'''''».   
Anche l'arte usa il détournement, ma c'è una differenza. Mentre il détournement artistico conduce alla creazione di una nuova opera d'arte, quello situazionista, facendo uso di una vera e propria azione '''''"anti o no-copyright"''''' nell'avvalersi delle suddette opere, conduce ad una negazione dell'arte, soprattutto per la connotazione di comunicazione immediata che contiene. Si tratta cioè di decontestualizzare la provenienza e di inserirla in un nuovo insieme di significati che attribuisca un nuovo valore ma totalmente slegato da tutte quelle caratteristiche che contraddistinguono le merci in un sistema capitalistico e con l'espressa rinuncia al diritto d'autore, si collocava l'opera nel [[Pubblico dominio]]. [[Raoul Vaneigem]], ad esempio, che è stato uno dei partecipanti all'Internazionale Situazionista, includeva nelle sue opere la seguente premessa: «'''''Poiché persistiamo nella nostra inimicizia verso le regole della proprietà, ancorché intellettuale, questo testo non è sottoposto ad alcun copyright, sicché è riproducibile ovunque, anche senza citare la fonte'''''».   


Scrivono testualmente Debord e Wolman nel loro saggio “Metodi di Detournement”:  
Scrivono testualmente Debord e Wolman nel loro saggio “Metodi di Detournement”:  
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Le opere di Debord non sono né discorsi filosofici da torre d'avorio, né proteste militanti ed impulsive, ma degli esami implacabilmente lucidi delle tendenze e delle contraddizioni più fondamentali della società in cui viviamo. Ciò vuol dire che si deve rileggerle (o nel caso dei film, rivederli) numerose volte, ma ciò vuol dire anche che rimangono pertinenti come prima, mentre innumerevoli mode radicali o intellettuali sono apparse e scomparse. Come ha notato Debord nei ''Commentari sulla società dello spettacolo'', nei decenni che sono seguiti alla pubblicazione della [[La società dello spettacolo|Società dello spettacolo]] (1967) lo spettacolo è diventato più pervasivo che mai, al punto di soffocare praticamente ogni coscienza della storia pre-spettacolare e ogni possibilità anti-spettacolare: «il dominio spettacolare è riuscito ad allevare una generazione piegata alle sue leggi».
Le opere di Debord non sono né discorsi filosofici da torre d'avorio, né proteste militanti ed impulsive, ma degli esami implacabilmente lucidi delle tendenze e delle contraddizioni più fondamentali della società in cui viviamo. Ciò vuol dire che si deve rileggerle (o nel caso dei film, rivederli) numerose volte, ma ciò vuol dire anche che rimangono pertinenti come prima, mentre innumerevoli mode radicali o intellettuali sono apparse e scomparse. Come ha notato Debord nei ''Commentari sulla società dello spettacolo'', nei decenni che sono seguiti alla pubblicazione della [[La società dello spettacolo|Società dello spettacolo]] (1967) lo spettacolo è diventato più pervasivo che mai, al punto di soffocare praticamente ogni coscienza della storia pre-spettacolare e ogni possibilità anti-spettacolare: «il dominio spettacolare è riuscito ad allevare una generazione piegata alle sue leggi».


Come risultato di questo nuovo sviluppo, quelle frasi di Debord che in precedenza erano respinte perché esagerate o incomprensibili sono ora respinte, con la stessa superficialità , perché ovvie e banali; e quelle persone che prima sostenevano che l'oscurità delle idee situazioniste dimostrava la loro insignificanza ora sostengono che la loro notorietà dimostra la loro obsolescenza. Ma coloro che pensano che i [[situazionismo|situazionisti]] siano stati recuperati perché alcuni frammenti delle loro opere sono stati esibiti nei musei, sezionati nelle università o discussi nei mass media non si sono probabilmente presi la briga di rileggerle recentemente.
Come risultato di questo nuovo sviluppo, quelle frasi di Debord che in precedenza erano respinte perché esagerate o incomprensibili sono ora respinte, con la stessa superficialità, perché ovvie e banali; e quelle persone che prima sostenevano che l'oscurità delle idee situazioniste dimostrava la loro insignificanza ora sostengono che la loro notorietà dimostra la loro obsolescenza. Ma coloro che pensano che i [[situazionismo|situazionisti]] siano stati recuperati perché alcuni frammenti delle loro opere sono stati esibiti nei musei, sezionati nelle università o discussi nei mass media non si sono probabilmente presi la briga di rileggerle recentemente.


: «I nostri agitatori hanno fatto passare ovunque delle idee con le quali una società di classe ''non può vivere''. Gli intellettuali al servizio del sistema, peraltro ancora più visibilmente in declino di esso, cercano oggi di maneggiare questi veleni per trovare degli antidoti; ma non vi riusciranno. Avevano fatto prima i più grandi sforzi per ignorarli, ma invano: tanto è grande la forza della parola detta a suo tempo... Che non si chieda ora quanto valevano le nostre armi: sono rimaste in gola al sistema delle menzogne dominanti.» [''In girum...'']
: «I nostri agitatori hanno fatto passare ovunque delle idee con le quali una società di classe ''non può vivere''. Gli intellettuali al servizio del sistema, peraltro ancora più visibilmente in declino di esso, cercano oggi di maneggiare questi veleni per trovare degli antidoti; ma non vi riusciranno. Avevano fatto prima i più grandi sforzi per ignorarli, ma invano: tanto è grande la forza della parola detta a suo tempo... Che non si chieda ora quanto valevano le nostre armi: sono rimaste in gola al sistema delle menzogne dominanti.» [''In girum...'']
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Mi permetterò tuttavia di citarlo ancora una volta, per confutare una delle falsificazioni più grezze e più diffuse, che vorrebbe presentarlo come un artista o uno letterato attento solo allo stile che avrebbe attraversato una fase radicale ma che si sarebbe in seguito disilluso e rassegnato:
Mi permetterò tuttavia di citarlo ancora una volta, per confutare una delle falsificazioni più grezze e più diffuse, che vorrebbe presentarlo come un artista o uno letterato attento solo allo stile che avrebbe attraversato una fase radicale ma che si sarebbe in seguito disilluso e rassegnato:


: «Dal primo momento, ho trovato giusto dedicarmi al rovesciamento della società , ed ho agito di conseguenza. Ho preso questo partito in un momento in cui quasi tutti credevano che l'infamia esistente, nella sua versione borghese o nella sua versione burocratica, avesse il più roseo futuro. E da allora, non ho, come gli altri, mutato avviso una o più volte, con il cambiare dei tempi; sono piuttosto i tempi che sono cambiati secondo le mie idee. Vi è in questo di che dispiacere ai contemporanei.» [''In girum''...]
: «Dal primo momento, ho trovato giusto dedicarmi al rovesciamento della società, ed ho agito di conseguenza. Ho preso questo partito in un momento in cui quasi tutti credevano che l'infamia esistente, nella sua versione borghese o nella sua versione burocratica, avesse il più roseo futuro. E da allora, non ho, come gli altri, mutato avviso una o più volte, con il cambiare dei tempi; sono piuttosto i tempi che sono cambiati secondo le mie idee. Vi è in questo di che dispiacere ai contemporanei.» [''In girum''...]


Anche coloro che si lagnano della “oscurità” di Debord devono essere capaci di comprendere queste parole senza difficoltà .
Anche coloro che si lagnano della “oscurità” di Debord devono essere capaci di comprendere queste parole senza difficoltà .
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