Giovanni Mariga: differenze tra le versioni

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=== La resistenza antifascista ===
=== La resistenza antifascista ===
Dal giugno [[1944]], mese in cui esce dal [[carcere]] di Massa dove era detenuto, combatte nella [[Brigata Elio Wochiecevich]] <ref>Elio Wochiecevich, disertore di origini goriziane </ref> <ref>[http://www.arivista.org/?nr=388&pag=dossier_antifascismo1.htm#26 Gli anarchici contro il fascismo (paragrafo ''Difesa di Carrara'')]</ref>, formazione legata alla brigata Lunense, in cui vi militavano molti anarchici, diviene vice comandante di sezione di tale brigata. In seguito passa alla BRT Garibaldi di Carrara, comandata da "Memo". Nella stessa zona le brigate anarchiche erano assai numerose: oltre alle già citate, c'erano pure il [[battaglione Lucetti]] e la "Brigata anarchica [[Michele Schirru]]", che agivano frequentemente di concerto. Nella stessa BRT Lunense combatteva come comandante di sezione anche un altro anarchico, [[Sergio Ravenna]].  
Dal giugno [[1944]], mese in cui esce dal [[carcere]] di Massa dove era detenuto, combatte nella [[Brigata Elio Wochiecevich]] <ref>Elio Wochiecevich, disertore di origini goriziane </ref> <ref>[http://www.arivista.org/?nr=388&pag=dossier_antifascismo1.htm#26 Gli anarchici contro il fascismo (paragrafo ''Difesa di Carrara'')]</ref>, formazione legata alla brigata Lunense, in cui vi militavano molti anarchici, diviene vice comandante di sezione di tale brigata. In seguito passa alla BRT Garibaldi di Carrara, comandata da "Memo". Nella stessa zona le brigate anarchiche erano assai numerose: oltre alle già citate, c'erano pure il [[battaglione Lucetti]] e la "Brigata anarchica [[Michele Schirru]]", che agivano frequentemente di concerto. Nella stessa BRT Lunense combatteva come comandante di sezione anche un altro anarchico, [[Sergio Ravenna]].  


Dopo il [[4 gennaio]] [[1945]], Mariga passa la Linea Gotica ed entra nella ''Special Force'' di Firenze, in particolare fa parte del gruppo sabotatori "Tullio". Partecipa a numerose azioni [[antifascismo|antifasciste]], tra cui quella dell'[[8 novembre]] [[1944]] a Carrara (in tale azione, fu uccisa una spia e numerosi militari tedeschi):
Dopo il [[4 gennaio]] [[1945]], Mariga passa la Linea Gotica ed entra nella ''Special Force'' di Firenze, in particolare fa parte del gruppo sabotatori "Tullio". Partecipa a numerose azioni [[antifascismo|antifasciste]], tra cui quella dell'[[8 novembre]] [[1944]] a Carrara (in tale azione, fu uccisa una spia e numerosi militari tedeschi):


: «8 novembre '44: a Carrara, la mattina dell'8 novembre Giovanni Mariga “Il padovan”, partigiano della formazione Elio, su disposizioni del CPLN e del Comando di Brigata uccide una donna rea di aver fatto la spia e provocato l'arresto di 18 antifascisti nei giorni precedenti. È la scintilla che fa esplodere la città. Le formazioni della ''Muccini'' apuana, [che poi prese nome ''Gino Menconi'' dal comunista Gino Menconi caduto in combattimento] nei due giorni successivi, occupano la città. Le due parti, entrambe impossibilitate a tenerne stabilmente il controllo, si incontrano e trovano l'accordo in base al quale Carrara è proclamata come una sorta di “città aperta”. Viene concordato uno scambio di prigionieri, la libertà di movimento in città, sono stabilite le rispettive zone d'influenza, e i tedeschi garantiscono l'approvvigionamento della città.» <ref>[http://archive.is/6tBzK Archivi della Resistenza]</ref>.
: «8 novembre '44: a Carrara, la mattina dell'8 novembre Giovanni Mariga “Il padovan”, partigiano della formazione Elio, su disposizioni del CPLN e del Comando di Brigata uccide una donna rea di aver fatto la spia e provocato l'arresto di 18 antifascisti nei giorni precedenti. È la scintilla che fa esplodere la città. Le formazioni della ''Muccini'' apuana, [che poi prese nome ''Gino Menconi'' dal comunista Gino Menconi caduto in combattimento] nei due giorni successivi, occupano la città. Le due parti, entrambe impossibilitate a tenerne stabilmente il controllo, si incontrano e trovano l'accordo in base al quale Carrara è proclamata come una sorta di “città aperta”. Viene concordato uno scambio di prigionieri, la libertà di movimento in città, sono stabilite le rispettive zone d'influenza, e i tedeschi garantiscono l'approvvigionamento della città.» <ref>[http://archive.is/6tBzK Archivi della Resistenza]</ref>.


===Alcune azione di Mariga e compagni===
===Alcune azione di Mariga e compagni===
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*200 mine anticarro
*200 mine anticarro
*50 chili di tolite fuso con innesco
*50 chili di tolite fuso con innesco
*200 000 cartucce varie. <ref>[https://web.archive.org/web/20100116081831/http://mutineseditions.free.fr/Pedrini/pedintroital.html Introduction à l'édition italienne de B. Pedrini," Nous fûmes les rebelles, nous fûmes les brigands..." (éd. Mutines Séditions, 144 p., novembre 2005), pp. 17-28]</ref>
*200 000 cartucce varie. <ref>[https://web.archive.org/web/20100116081831/http://mutineseditions.free.fr/Pedrini/pedintroital.html Introduction à l'édition italienne de B. Pedrini," Nous fûmes les rebelles, nous fûmes les brigands..." (éd. Mutines Séditions, 144 p., novembre 2005), pp. 17-28]</ref>


===Il dopoguerra ed i partigiani in carcere===
===Il dopoguerra ed i partigiani in carcere===
Mentre si consumava l'ignobile "rappacificamento" voluto dall'allora Ministro della Giustizia Palmiro Togliatti, che tramite amnistie e cavilli vari permise a criminali di guerra come [[Cronologia_delle_rivolte_e_dei_morti_dalla_caduta_del_fascismo_ai_giorni_nostri#1945|Mario Roatta]], già condannato a morte per i misfatti della ex-Jugoslavia, non solo di sfuggire alla giusta punizione ma pure di diventare presidente del risorto partito fascista, ovvero l'MSI (Movimento Sociale Italiano), proseguiva la caccia al partigiano da parte degli organi di [[repressione]] dello [[Stato]] [[capitalismo|capitalista]] italiano.
Mentre si consumava l'ignobile "rappacificamento" voluto dall'allora Ministro della Giustizia Palmiro Togliatti, che tramite amnistie e cavilli vari permise a criminali di guerra come [[Cronologia_delle_rivolte_e_dei_morti_dalla_caduta_del_fascismo_ai_giorni_nostri#1945|Mario Roatta]], già condannato a morte per i misfatti della ex-Jugoslavia, non solo di sfuggire alla giusta punizione ma pure di diventare presidente del risorto partito fascista, ovvero l'MSI (Movimento Sociale Italiano), proseguiva la caccia al partigiano da parte degli organi di [[repressione]] dello [[Stato]] [[capitalismo|capitalista]] italiano.


Emblematica fu la vicenda capitata all'ex-comandante comunista Francesco Moranino, poi divenuto parlamentare, che nel [[1955]] fu accusato di omicidio plurimo aggravato e continuato ed occultamento di cadavere in riferimento alla cosiddetta '''Strage della Missione Strassera''' (un regolamento di conti tra bande partigiane di diverso colore politico; uno dei fucilati risultava legato alla X MAS similmente ai fatti inerenti [[Brigata_Osoppo#L.E2.80.99Eccidio_di_Porzus|Eccidio di Porzus]] e non è mai stato chiarito se fosse un traditore dei partigiani od un transfuga della X MAS <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/La_Strage_della_Missione_Strassera Strage Missione Strassera]</ref> <ref>[https://web.archive.org/web/20100529224023/http://www.anpi.it/xmas/index.htm La Decima MAS], uno dei più feroci organismi militari antipartigianiche attive, la ritroviamo agire nell'immediato dopo guerra in Sicilia [[mafia_e_fascismo#Dallo_sbarco_alleato_in_Sicilia_all.27immediato_dopoguerra|in combutta con mafiosi e apparati vari dello Stato]]</ref>)  Moranino potè tornare a morire in [[Italia]] solo dopo lunghi anni di esilio in Ceccoslovacchia e dopo esser stato scagionato da ogni accusa. Il suo caso fu però ampiamente strumentalizzato dai democristiani in chiave anticomunista.  
Emblematica fu la vicenda capitata all'ex-comandante comunista Francesco Moranino, poi divenuto parlamentare, che nel [[1955]] fu accusato di omicidio plurimo aggravato e continuato ed occultamento di cadavere in riferimento alla cosiddetta '''Strage della Missione Strassera''' (un regolamento di conti tra bande partigiane di diverso colore politico; uno dei fucilati risultava legato alla X MAS similmente ai fatti inerenti [[Brigata_Osoppo#L.E2.80.99Eccidio_di_Porzus|Eccidio di Porzus]] e non è mai stato chiarito se fosse un traditore dei partigiani od un transfuga della X MAS <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/La_Strage_della_Missione_Strassera Strage Missione Strassera]</ref> <ref>[https://web.archive.org/web/20100529224023/http://www.anpi.it/xmas/index.htm La Decima MAS], uno dei più feroci organismi militari antipartigianiche attive, la ritroviamo agire nell'immediato dopo guerra in Sicilia [[mafia_e_fascismo#Dallo_sbarco_alleato_in_Sicilia_all.27immediato_dopoguerra|in combutta con mafiosi e apparati vari dello Stato]]</ref>)  Moranino potè tornare a morire in [[Italia]] solo dopo lunghi anni di esilio in Ceccoslovacchia e dopo esser stato scagionato da ogni accusa. Il suo caso fu però ampiamente strumentalizzato dai democristiani in chiave anticomunista.  


La stessa cosa capitò anche a Giovanni Mariga e a [[Belgrado Pedrini]], seppur non con la stessa risonanza mediatica: nell'immediato dopoguerra Mariga viene infatti accusato con altri 4 compagni anarchici di aver giustiziato un ex segretario [[fascismo|fascista]] di Santo Stefano Magra. Processato e condannato prima a 20 anni di [[carcere]] e poi all'ergastolo in appello,, Mariga si dichiarerà sempre estraneo ai fatti imputatogli (visto il valore dell'uomo, c'è da pensare che se fosse stato colpevole" non avrebbe avuto remore a dichiararsi tale). Dopo 22 anni di [[carcere]], Sandro Pertini, notissimo comandante partigiano socialista ed allora presidente della camera dei deputati, gli concede la grazia <ref>Alcuni sostengono che a Mariga fu assegnata la medaglia al valore per le sue azioni partigiane e che egli, coerentemente con le sue idee, la rifiutò sdegnosamente. Il ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'' non ne fa invece riferimento e sostiene che la medaglia non gli fu assegnata in quanto ergastolano, anche se Mariga mai l'aveva sollecitata.  
La stessa cosa capitò anche a Giovanni Mariga e a [[Belgrado Pedrini]], seppur non con la stessa risonanza mediatica: nell'immediato dopoguerra Mariga viene infatti accusato con altri 4 compagni anarchici di aver giustiziato un ex segretario [[fascismo|fascista]] di Santo Stefano Magra. Processato e condannato prima a 20 anni di [[carcere]] e poi all'ergastolo in appello,, Mariga si dichiarerà sempre estraneo ai fatti imputatogli (visto il valore dell'uomo, c'è da pensare che se fosse stato colpevole" non avrebbe avuto remore a dichiararsi tale). Dopo 22 anni di [[carcere]], Sandro Pertini, notissimo comandante partigiano socialista ed allora presidente della camera dei deputati, gli concede la grazia <ref>Alcuni sostengono che a Mariga fu assegnata la medaglia al valore per le sue azioni partigiane e che egli, coerentemente con le sue idee, la rifiutò sdegnosamente. Il ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'' non ne fa invece riferimento e sostiene che la medaglia non gli fu assegnata in quanto ergastolano, anche se Mariga mai l'aveva sollecitata.  
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Tornato a Carrara con [[Belgrado Pedrini]], [[Giovanni Zava]] e [[Sergio Ravenna]], Mariga fonda il "circolo anarchico [[Bruno Filippi]]" proseguendo la sua azione politica anarchica.  
Tornato a Carrara con [[Belgrado Pedrini]], [[Giovanni Zava]] e [[Sergio Ravenna]], Mariga fonda il "circolo anarchico [[Bruno Filippi]]" proseguendo la sua azione politica anarchica.  
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== Caratteristiche della lotta partigiana della zona==
== Caratteristiche della lotta partigiana della zona==


Un grande merito della lotta [[antifascista]] in Lunigiana e nel carrarese fu l'unione delle varie forze [[fascismo|nemiche del regime]], che anteposero l'importanza della resistenza partigiana alle loro specifiche caratteristiche ideologiche. Un altro esempio di unificazione delle forze [[antifascismo|antifasciste]] si ebbe nella XIII° zona operativa nel piacentino, di cui l'anarchico [[Emilio Canzi]], il notissimo "colonnello anarchico", ne ebbe il comando. Nelle zone in cui gli [[antifascismo|antifascisti]] di varie tendenze operarono in sintonia, si ebbero casi di anarchici posti a comando di brigate comuniste e viceversa. Un altro esempio a tal proposito fu quello di [[Ugo Mazzucchelli]], [[Personalità anarchiche|anarchico]] ma collegato al CLN e poi massimo dirigente locale dell'[[ANPI]] (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che fu di tendenza socialcomunista.
Un grande merito della lotta [[antifascista]] in Lunigiana e nel carrarese fu l'unione delle varie forze [[fascismo|nemiche del regime]], che anteposero l'importanza della resistenza partigiana alle loro specifiche caratteristiche ideologiche. Un altro esempio di unificazione delle forze [[antifascismo|antifasciste]] si ebbe nella XIII° zona operativa nel piacentino, di cui l'anarchico [[Emilio Canzi]], il notissimo "colonnello anarchico", ne ebbe il comando. Nelle zone in cui gli [[antifascismo|antifascisti]] di varie tendenze operarono in sintonia, si ebbero casi di anarchici posti a comando di brigate comuniste e viceversa. Un altro esempio a tal proposito fu quello di [[Ugo Mazzucchelli]], [[Personalità anarchiche|anarchico]] ma collegato al CLN e poi massimo dirigente locale dell'[[ANPI]] (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che fu di tendenza socialcomunista.


: «Davanti all'esigenza di porre fine al più presto alla guerra [[fascismo|fascista]] gli antifascisti apuani seppero comporre le diversità e le divergenze politiche, così che anarchici, socialisti, comunisti, repubblicani e cattolici si ritrovarono nelle file delle due brigate “Gino Menconi” e “Patrioti Apuani”, nelle Squadre di Azione Patriottica ([[SAP]]) della [[Federazione Anarchica Italiana]] (FAI) e nelle tante formazioni che operarono sulle Apuane e lungo il litorale.  Ma quanto la resistenza apuana fosse un fatto popolare è dimostrato dalla manifestazione organizzata dalle donne di  Carrara davanti all'ordine tedesco di evacuazione della città, manifestazione che costrinse il comando nazista a rinunciare ai suoi propositi.  Quanto i nazifascisti temessero il movimento partigiano apuano lo si può dedurre dalla ferocia con la quale cercarono di stroncarlo, privandolo dell'appoggio popolare: la tragica marcia del maggiore Reder, iniziata il 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema e conclusasi a Marzabotto il  1 ottobre dopo aver coperto di sangue le  Apuane ed  Appennino, doveva seminare il terrore nelle popolazioni e fra i partigiani, ma ottenne l'effetto contrario.» <ref>[http://www.istoresistenzatoscana.it/pdf/rapporto%20ricerca%20associazionismo%20antifascista.pdf Resistenza toscana]</ref>
: «Davanti all'esigenza di porre fine al più presto alla guerra [[fascismo|fascista]] gli antifascisti apuani seppero comporre le diversità e le divergenze politiche, così che anarchici, socialisti, comunisti, repubblicani e cattolici si ritrovarono nelle file delle due brigate “Gino Menconi” e “Patrioti Apuani”, nelle Squadre di Azione Patriottica ([[SAP]]) della [[Federazione Anarchica Italiana]] (FAI) e nelle tante formazioni che operarono sulle Apuane e lungo il litorale.  Ma quanto la resistenza apuana fosse un fatto popolare è dimostrato dalla manifestazione organizzata dalle donne di  Carrara davanti all'ordine tedesco di evacuazione della città, manifestazione che costrinse il comando nazista a rinunciare ai suoi propositi.  Quanto i nazifascisti temessero il movimento partigiano apuano lo si può dedurre dalla ferocia con la quale cercarono di stroncarlo, privandolo dell'appoggio popolare: la tragica marcia del maggiore Reder, iniziata il 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema e conclusasi a Marzabotto il  1 ottobre dopo aver coperto di sangue le  Apuane ed  Appennino, doveva seminare il terrore nelle popolazioni e fra i partigiani, ma ottenne l'effetto contrario.» <ref>[http://www.istoresistenzatoscana.it/pdf/rapporto%20ricerca%20associazionismo%20antifascista.pdf Resistenza toscana]</ref>
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